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Capitolo 16 - Another Year (Pt. 1)

Giulia aveva sentito l'ansia mista ad allegria dentro di sé fin da quando si era svegliata quella mattina; la stavano accompagnando anche in quel momento, mentre si dirigeva verso il Virgilio, poco dopo essere scesa dalla corriera.

Era strano ricominciare la scuola, dopo tutti i cambiamenti che erano avvenuti. Era insolitamente contenta che fosse finalmente giunto il giorno delle prime lezioni, e tutto solo per ciò che era cambiato negli ultimi mesi.

Non era riuscita a vedere Filippo quanto avrebbe voluto durante l'estate: in un modo o nell'altro erano riusciti a combinare qualche uscita – eludendo il più possibile le domande dei loro genitori-, ma quelle poche volte che si erano incontrati erano sempre state fantastiche. L'estate era passata meglio di quanto si sarebbe aspettata, in fin dei conti: lei e Filippo non si erano allontanati, nonostante le poche volte in cui erano riusciti ad incontrarsi. Quella consapevolezza l'aveva rincuorata e incoraggiata tantissimo: si sentiva bene, in pace con sé stessa, innamorata del suo ragazzo più che mai.

Quando finalmente girò l'angolo dell'edificio, Giulia si ritrovò davanti alla marea di studenti che attendevano l'arrivo del preside: era tradizione, nel primo giorno di scuola, che il preside stesso facesse entrare le classi una alla volta, chiamandole singolarmente con un microfono.

Con tutta quella gente racchiusa nella stradina che portava alle scalinate dell'ingresso, trovare Caterina e gli altri sarebbe stato veramente un problema; cominciò a farsi spazio tra i ragazzi, cercando con lo sguardo Caterina, Nicola o Filippo, a mano a mano che si avvicinava all'ingresso.

Le ci vollero parecchi minuti, e diverse sgomitate per farsi spazio, per notare almeno Nicola in mezzo alla calca; allungando il collo per vedere meglio, lo scorse a qualche metro dalle scalinate, notando poi anche Caterina di fianco a lui.

Vittoriosa, Giulia si diresse verso di loro, continuando a sgomitare tra la folla, metro dopo metro, facendosi spazio a fatica. Quando finalmente riuscì ad arrivare a qualche metro da loro aveva il fiatone e la fronte ormai sudata.

-Buongiorno, piccioncini!-.

Caterina e Nicola si voltarono all'unisono, e lo sguardo sorpreso venne subito sostituito da un sorriso quando si accorsero che a parlare era stata Giulia, che li aveva ormai raggiunti.

-Buongiorno a te- le rispose subito Nicola, con tono molto più pacato.

-Non ti smentisci mai, eh?- esclamò invece Caterina, abbracciandola brevemente. Anche con Caterina, durante l'estate, era riuscita ad organizzare qualche uscita: non era certo come vedersi ogni giorno in classe, ma anche così erano riuscite comunque a tenersi in stretto contatto.

Appena sciolto l'abbraccio, Giulia si guardò intorno, rimanendo però delusa:

-Avete visto Filippo?- chiese, la fronte aggrottata: aveva dato per scontato che anche lui fosse poco distante da Nicola e Caterina, ma a quanto pareva non era affatto così.

Fu Nicola a risponderle quasi subito:

-L'ho visto dieci minuti fa poco distante da qui, da quella parte- disse, indicando la zona a circa cinquanta metri da loro, dall'altro lato della strada.

-Già, l'ho visto anche io- confermò Caterina, prima di fare una pausa esitante – Era con Pietro-.

Giulia per poco non rimase a bocca spalancata, incredula verso ciò che aveva appena sentito.

Filippo ... con Pietro?

Non era possibile.

-Ma se non si parlano nemmeno!- sbottò la ragazza, sentendosi sempre più stupita. Temeva di essersi persa qualche dettaglio particolarmente importante, o ancor peggio, temeva che Filippo non le avesse detto nulla in merito a Pietro di proposito.

Entrambe le ipotesi la lasciavano alquanto spiazzata.

-Eppure stava parlando proprio con lui- insisté Caterina, convinta.

-Per quanto sembri strano, è così- concordò Nicola, esitante a sua volta – Quando siamo arrivati, poco prima che Filippo si allontanasse da noi, stava parlando con Pietro. Probabilmente è ancora con lui-.

Giulia non si sentì affatto più rassicurata: per quanto ne sapeva lei, Filippo non si era ancora chiarito con Pietro.

Era per caso successo qualcosa che aveva cambiato le carte in tavola? Si era persa qualche avvenimento particolare nelle ultime settimane?

A quel punto non le rimaneva altro che testare la cosa con i suoi stessi occhi.

-Vado da Filippo – annunciò infine, laconica, dirigendosi nella direzione indicatele da Nicola poco prima.

Fu più semplice portarsi nella direzione dove, a quanto pareva, doveva trovarsi Filippo. Giulia lo riconobbe quasi nell'immediato: lo zaino nero in spalla, i capelli ricci e scuri che si muovevano appena alla brezza leggera, e la vicinanza inequivocabile proprio con Pietro.

Era quasi doloroso vedere con i propri occhi che Caterina e Nicola erano nel giusto: anche in quello stesso momento, mentre Filippo ancora non si era accorto della presenza di Giulia a qualche metro dietro di lui, continuava a chiacchierare tranquillamente con Pietro.

Giulia fece ancora pochi passi, fino a giungere a pochi centimetri da Filippo, appoggiandogli infine una mano sulla spalla. A quel contatto Filippo si girò immediatamente, sorridendole subito dopo averla riconosciuta:

-Ma guarda chi è arrivata!- Giulia si sforzò di sorridere a sua volta, ignorando la presenza di Pietro quanto meglio le riuscì possibile, mentre Filippo la stringeva a sé in un abbraccio – Pensavo che la tua corriera arrivasse in ritardo come sempre anche oggi-.

-Sono arrivata da poco- rispose lei, poco prima che Filippo le stampasse un leggero bacio sulle labbra.

Quando si staccarono, gli occhi di Giulia finirono inevitabilmente su Pietro: non li stava osservando, anche se era piuttosto sicura che avesse buttato l'occhio su di loro almeno un paio di volte, mentre Filippo la salutava. Non sembrava nemmeno intenzionato ad aprire bocca, fermo nel suo silenzio da quando Giulia aveva fatto la sua apparizione.

C'era assolutamente qualcosa di insolito ed inaspettato in quella situazione, che Giulia non riusciva a razionalizzare.

Filippo le sembrava sereno, come se gli eventi del 25 maggio non fossero mai avvenuti; anche Pietro non sembrava troppo in difficoltà, a dispetto del fatto che preferisse evitare persino di guardarla in faccia.

Giulia lo guardò diffidente un'ultima volta, prima di voltarsi definitivamente verso Filippo: per quanto le cose sembravano essere cambiate – in un modo a lei ancora del tutto sconosciuto- continuava a non fidarsi in alcun modo di Pietro.

-Pronta per il nuovo anno?- le chiese Filippo, che a quanto pareva non sembrava essere intenzionato a parlare di Pietro con lei in quel momento.

Giulia alzò le spalle, cercando di imprimere un po' di entusiasmo nelle sue parole, ma riuscendoci a stento:

-Credo di sì- si limitò a dire, prima di prendere un respiro profondo – E tu? Ti senti pronto?-.

Di fronte al sorriso felice ed allegro di Filippo, Giulia si sentì quasi in colpa per aver sperato che si fosse lasciato alle spalle Pietro una volta per tutte. Era evidente che aver ritrovato la sua amicizia lo rendesse quantomeno contento.

-Assolutamente- le rispose lui, stringendole una mano.

Era altrettanto evidente, a se stessa e forse persino a Filippo, che lei, invece, felice non riuscisse ad esserlo.

Odiava l'idea di imporre a Filippo di stare lontano da Pietro, ma odiava altrettanto la prospettiva di ritrovarselo ancora fin troppo tra i piedi.

Doveva parlarne con Filippo il prima possibile.

*

Quando la tanto attesa campanella dell'intervallo risuonò nella scuola, gli studenti della 3°A non ci pensarono due volte ad uscire dalla classe. Lo stesso fecero anche Caterina e Giulia: il tempo che avevano a disposizione per stare con i loro rispettivi fidanzati era comunque contato.

Come di consuetudine, la disposizione delle aule era cambiato rispetto all'anno precedente: la 3°A avrebbe passato i prossimi mesi al piano superiore, nel corridoio parallelo a quello dove era rimasta la 3°A fino a giugno.

Quel cambio di disposizione sembrava essere stato particolarmente fortunato: a Caterina e Giulia bastò percorrere qualche metro lungo lo stesso corridoio per raggiungere l'ormai 4°A, collocata subito dopo un'altra classe terza dell'indirizzo di elettronica e telecomunicazioni.

Giulia rimase ad osservare la porta ancora chiusa della 4°A: sembrava che la lezione, nonostante fosse il primo giorno, si stesse prolungando più del dovuto. Non si poteva dire lo stesso della 3°A E, l'aula di fianco alla loro: sia lei che Caterina si ritrovarono a doversi fare spazio tra gli studenti della classe, già usciti in corridoio e particolarmente euforici.

-Pensi che ce la faremo ad arrivare a destinazione?- chiese ironicamente Giulia, fermandosi di scatto per non andare a sbattere addosso contro quella che sembrava essere l'unica ragazza della 3°A E.

Caterina alzò le spalle, non troppo scoraggiata:

-Con molta pazienza forse potremmo ... -.

Non fece nemmeno in tempo di finire la frase: Giulia, già voltata verso l'amica, fece appena in tempo a vederla quasi a terra. Caterina non si ritrovò lunga distesa sul pavimento solo perché, ancor più veloce di Giulia nel tenerla in piedi, era stato lo stesso ragazzo che le era andato addosso con la schiena, facendole perdere l'equilibrio. La teneva saldamente per le spalle, impedendole di ruzzolare malamente.

-Cazzo!- imprecò Caterina sottovoce; Giulia dovette trattenersi per non fare lo stesso. Quell'esaltazione apparentemente senza motivo dei loro vicini di aula cominciava a darle sui nervi.

Si voltò indietro esattamente come Caterina, ritrovandosi di fronte l'espressione dispiaciuta e crucciata del ragazzo che aveva causato l'incidente.

-Scusami!-.

La carica di furia che sembrava aver animato Caterina fino a quel momento sembrò sparire di fronte agli occhi azzurrissimi e pieni di scuse del ragazzo. A quanto pareva, l'espressione pentita sul viso delicato e incorniciato da morbidi ricci castani sembrava aver sortito l'effetto in cui, quasi sicuramente, il ragazzo aveva sperato.

-Stai bene? Ti sei fatta male?- chiese nuovamente lui, con tono preoccupato. Nonostante tutto, Giulia si ritrovò a pensare che, in fin dei conti, sembrava sinceramente in pensiero per Caterina.

-Sto bene, tranquillo- Caterina accennò ad un sorriso timido, arrossendo in viso – Tutto a posto-.

Lui annuì piano, tenendola fissata un secondo più del dovuto ed accennando a sua volta ad un sorriso:

-Scusami di nuovo, in ogni caso-.

Si allontanò poco dopo, quando alcuni dei suoi compagni si erano messi a richiamarlo a suon di "Muoviti, Gio!".

Quando si fu allontanato abbastanza per non sentirla, Giulia si lasciò finalmente andare:

-A momenti ti buttava a terra- commentò, riprendendo a camminare verso la 4°A, la cui porta era finalmente stata aperta, e da cui stavano uscendo un po' tutti.

-Ma è stato bravo a tenermi in piedi- ribatté Caterina, più conciliante – E si è scusato-.

-E lo trovavi anche carino, immagino- la punzecchiò Giulia. Voleva solo essere una provocazione senza troppe implicazioni, ma Caterina arrossì comunque:

-Non era male-.

Giulia se ne rimase in silenzio, pentendosi amaramente di averle fatto notare la cosa.



NOTE DELLE AUTRICI
Eccoci tornate dalle nostre vacanze con un nuovo capitolo... e con esso un nuovo anno scolastico ha inizio!
Che ne pensate del comportamento di Filippo e Pietro? Nascondono forse qualcosa oppure si sono semplicemente riappacificati? Non vi preoccupate... lo scoprirete presto, forse già nel prossimo appuntamento di venerdì!

Kiara & Greyjoy

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