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19

Mi rigirai tra le fresche lenzuola. Non mi spiegavo il motivo per il quale avessi dormito tutta la notte beatamente, senza mai svegliarmi. Non era da me. Ero solita svegliarmi la notte e magari rimanere a fissare il soffitto dove le luci da fuori si proiettavano tra le pareti creando giochi di luci e colori che mi lasciavano estasiata finché Morfeo non mi riprendeva tra le sue braccia.

Mi stropicciai lentamente le palpebre ancora chiuse, stiracchiandomi, girandomi dall'altro lato fresco, quando sentii qualcosa di duro.
Aprii gli occhi di scatto come se avessi due molle, vedendo una testa bionda sbucare dalle lenzuola immacolate.
Scostai leggermente il lenzuolo, per far sì che fosse solo un sogno.
"Merda" sussurrai vedendo il volto di Brian dormire beato. Forse si era appisolato accanto a me vedendo il mio stato di ebrezza.

Provai a scostare di più le lenzuola, sbirciando sotto, trovandolo...oh mio dio. Nudo, solo con i boxer. Il suo corpo perfetto, avvolto tra le lenzuola, era una visione che mi mozzava il fiato, portandomi a deglutire forte.
Mi tirai un pizzicotto sul braccio, emettendo un piccolo urlo.

Cazzo era tutto vero. Lui nudo, io...
Oh merda. Ero nuda. Solo una cosa voleva dire.
Non poteva essere vero. Eppure lo era.
Lo vidii girarsi lentamente quando mi spostai più in là in fretta, ribaltandomi giù dal letto, trascinando con me anche le lenzuola, sbattendo contro il pavimento freddo, a contatto con il mio corpo caldo.

"Maggie" sussurrò con voce roca, ancora nel sonno, aprendo leggermente quegli occhi che mi facevano vivere e morire nello stesso tempo.

Imprecavo mentalmente. L'alcool aveva dato i suoi frutti come i consigli, ed io li avevo seguiti, senza badare alle mie regole. Come avevo potuto cedere.
Era vero che lo volevo, ma sapevo anche che non andavo a letto con lo stesso ragazzo per più di 4 volte. E l'idea di far finire Brian tra quella lista mi deprimeva. Faceva più male ammetterlo a me stessa. Ma non potevo infrangere le regole, per nessuno e nemmeno per lui. Lo sapevo.

Mi alzai leggermente, avvolgendo il mio corpo tra quelle lenzuola.
"Buongiorno" sussurrai fievole, vedendo sorgere un sorriso su quel volto perfetto, tirandosi su, mettendo in mostra quegli addominali perfetti.

"Buongiorno bollitore." Si beffeggiò di me, inarcando un sopracciglio.
"Che fai sul pavimento?" Aggiunse, mordendosi il labbro per trattenere una risata.

Dio perché doveva essere così bello?!

"Sono caduta" ammisi, abbassando lo sguardo, sentendolo emettere una risata di cuore senza trattenersi, rialzando gli occhi per fulminarlo.
"Lo trovi divertente?" Replicai inacidita. Ecco che la mia Maggie riemergeva dalle ceneri di una sbornia colossale a quanto pare.

"Scusa. Ma si lo trovo divertente" aggiunse ridendo ancora, quando mi alzai in piedi, scalciando le lenzuola, senza ricordarmi che ero nuda.

Lo vidii percorrere il mio corpo con il suo sguardo, incendiandomi, quando raccattai di fretta le lenzuola, coprendomi.

"Ti vergogni di me dopo stanotte?" Si schiarì la voce, avanzando verso di me, mentre indietreggiai, andando a sbattere sul comò.
"Vuoi ricominciare da dove abbiamo iniziato ieri?" Si passò un pollice sulle labbra. Quelle labbra carnose e morbide. E tutti si fece nitido tra i miei ricordi. Le sue mani che scorrevano sul mio petto, la sua bocca famelica che mi bruciava a contatto con la mia pelle gelida.

Mi sentii improvvisamente, agitata ed accaldata. Divisa su ciò che volevo e ciò che non avrei potuto fare mai più.
M'inchiodò frapponendomi tra le sue braccia ai lati del comò, mentre mi fissava con lo stesso desiderio di ieri notte.

Deglutii guardando il suo corpo, mordendomi un labbro.
Si passò una mano tra i capelli, inspirando.
"Te non hai idea di quanto cazzo sei bella anche di prima mattina" sussurrò roco, inebriando i miei sensi con il suo profumo.

"Io...Brian..." Tentai di dire, senza sapere di preciso come iniziare, inciampando nelle mie stesse parole.

"Tu...Maggie" mi riprese, incitandomi a continuare.

Presi un profondo respiro, sentendomi in soggezione con il suo sguardo che scivolava addosso a me, tentando di reprimere tutte l'emozioni che provavo.

"È stato un errore. Avevo bevuto e non so cosa mi sia preso, tu sei perfetto ma..." Mi bloccò con la mano senza farmi finire, mentre soppesavo le parole da pronunciare che seppur leggere pesavano come macigni, strozzandomi.

Lo vidii rabbuiarsi, staccando le mani dal comò, girandosi di schiena. Mostrandomi i tatuaggi che lo ricoprivano.
Avrei tentato, ma forze più grandi di me m'impedivano di fare passi avventurandomi verso l'ignoto. Mi faceva paura in realtà non avere il controllo e la certezza.

Lo vidii prendere la camicia, infilandosela, agganciandosi di fretta i bottoni.
Mentre sentivo che non volevo che si allontanasse. Ero io lo sbaglio.

"Brian aspetta. Mi sono espressa male...forse" aggiunsi serrando le labbra tra di loro, aride e secche. Sentendo gli occhi farsi lucidi. Dio stavo diventando una perfetta rammollita.

"Ah sì. E cosa volevi dire esattamente?" Si girò gelandomi con il suo blu oceano, che sembrava un mare in tempesta. La mascella serrata, e le dita strette tra quel piccolo bottone che si sarebbe sgretolato, per la forza con cui lo stringeva.

Aprii la bocca per parlare, quando scossi la testa affranta, passandomi una mano sul volto, per guardarlo attendere una mia risposta, quando abbassai gli occhi, disegnando cerchi con le dita dei piedi sul pavimento.

"Bene se è tutto, vado" asserì serio, infilandosi la giacca, avviandosi alla porta.

Lo rincorsi, bloccandogli l'avambraccio teso verso la maniglia.
Non si girò, tenne lo sguardo verso la porta bianca.

"Nel pomeriggio dobbiamo andare a fare la lista nozze." Lo avvertii, sentendolo tirare l'avambraccio staccando la mia mano.

"Non credo di venire" mi rimbeccò duro e freddo come il marmo, mentre mi sentivo una perfetta stupida.

"Ti prego. Farlo per Anny ed Anthony. Siamo ancora i loro testimoni. Non fargli pagare a loro per un mio errore" provai di nuovo a convincerlo, sentendolo ridere amaramente.

"Ancora con questo cazzo di errore. Fottiti te e le tue regole. Sono donne come te che impediscono a noi uomini di essere diversi, e ci biasimate per essere freddi come il ghiaccio. Lo saremo sempre finché seguirete le vostre regole, invece di lasciarvi travolgere da ciò che avete e dalle vostre emozioni. Ma forse ne sei priva di quelle. Non dubitare ci sarò, per loro" sputò fuori quelle parole come un fiume in piena, con un impeto di rabbia, che non avevo mai sentito nella sua voce.
Sbattendo la porta portandomi a sobbalzare.

Mi avevano fatto male le sue parole, l'avrei ammesso ora a me stessa. Ma non riuscivo a lasciarmi andare.
Sapevo il motivo ed avevo paura. Paura di ritrovarmi da sola. Paura di essere solo un'abitudine. Di essere tradita e vedere il cuore calpestato in mezzo ad una via e gettato come spazzatura.
Per questo mi mettevo barriere, tenevo protetto e celato quel cuore che al momento non riusciva a battere. Ma avrei voluto dirglielo a Brian, che per me era stata la prima vera volta che mi sentivo di aver fatto l'amore e non del semplice sesso occasionale.

Mi misi a sedere sul letto, sorseggiando il the, guardando il tempo nuvoloso fuori. Probabilmente si era messo d'accordo con il mio stato d'animo.
Quando sentii il cellulare vibrare, per poco non mi rovesciavo il the bollente addosso. Sarebbe mancato solo quello ed era la giornata perfetta.

Guardai sul display, accorgendomi che era Paul.

-"Bellezza. Come va? Ripresa dalla sbornia?" Chiese con la sua voce squillante. Riusciva ad essere frizzante anche di prima mattina. Volevo la sua ricetta segreta.

-"Se per 'come va' intendi che sono andata a letto con Brian, stamattina gli ho detto che è stato un'errore, ed è incazzato nero ed io mi sento un'emerita merda...allora...si benissimo" elencai la mia serata disastrosa. Campionessa dei danni irreparabili. Volevo la medaglia.

Sentii silenzio dall'altra parte, credendo che fosse svenuto. Come minimo non potevo biasimarlo.
Per poi sentire una tosse, quasi uno strozzamento.

-" Oh merda Maggie." Sbottò, con voce stridula.

'Grazie Paul' sussurrai mentalmente riducendo gli occhi a due fessure, soffiando il the nella tazza che tenevo tra le mani, guardandomi intorno come se fossi uscita da Desperate Housewives.

-" Si può sapere che ti dice il cervello?" Aggiunse, facendomi la fatidica domanda.

Cosa mi diceva il cervello?! Nebbia fitta, per altri 20 anni.

-"Non lo so Paul. Lo volevo. Lo ammetto" mi arresi a confidare tutto. Sbuffando sbattendo le ginocchia tra loro come irrequieta.

-"No. Intendevo come razza ti è venuto in mente di dirgli che è stato un'errore. Tesoro. Sai che appoggio le tue regole o buona parte, ma se fai così rimarrai zitella a vita. Ed una bellezza come la tua sprecata con 44 gatti è deprimente. Sarai vecchia, balbuziente, senza denti e..." Lo fermai riprendendo, vedendo la triste vita davanti ai miei occhi immaginandomi così con un plaid sulle gambe a guardare talk show su una poltrona.

-"Credo di aver afferrato il concetto. Cosa devo fare Guru?" Ci scherzai su sapendo che aumentavo il suo ego quando lo chiamavo così.

-"Tesoro come Guru non posso dirti nulla. Ma come amico ti dico di rimediare al pasticcio. Se ti piace davvero lasciati andare e mal che vada abbiamo sempre la cioccolata di Willy Wonka"
Affermò soddisfatto, e so che se era qui mi avrebbe tirato su le labbra per farmi fare un sorriso.

Annuii anche se non mi poteva vedere.
-"Ma dimmi. Com'è?" Chiese curioso ed immaginavo la sua faccia con gli occhi che brillavano e la voglia trepidante di sapere.

-"su una scala da 1 a 10? 10.000 stelline e lode" ammisi accasciandomi al poggiatesta di pelle del letto.

-"lo sapevo" esultò entusiasta.

Sapevo che dovevo rimediare. Ma il Problema era come?! Non sapevo se lasciare tutte le mie regole. Avrei dovuto pensarci bene.

Ciao bellezze!
Volevo dirvi che ci ho pensato, tanto-poco cosa importa?! Ho iniziato a scrivere il Manuale della nostra Maggie.
Ovviamente è per Ridere.

Tranquille innamorate, non voglio mettervi il cece nell'orecchio. Spero ridiate e vi divertiate.

Ho pubblicato il Prologo.

Chi vuole passare Maggie vi aspetta. Grazie a tutte per leggere il libro, siete il mio
Sostegno.

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