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#tali madri tali figlie: il segreto della chiave perduta

#tali madri tali figlie: il segreto della chiave perduta.


Angolo autrice prima di iniziare:

ma buongiorno!

Nel capitolo di oggi ci saranno parecchi spoiler sull'arco narrativo di Tartaros di Fairy Tail.

Però ho cambiato le carte in tavola per certe cose, e come avrete avuto modo di notare non ho seguito gli eventi de "la missione dei Cento anni". Quindi l'epilogo delle cose è inventato completamente di sana pianta.

Grazie.

Buon capitolo a tutti!

Matilda

lo scorrere dell'acqua la irritava.

Aveva vissuto per secoli e secoli eppure quei pochi decenni, forse a mala pena due e mezzo o anche di meno, sembravano non finire mai.

Ogni secondo era troppo lungo e si ritrovava ad invidiare ogni goccia che scendeva da quella cascata.

Ogni giorno lì, lontana dai suoi amici e dal suo amato.

Lo ha fatto di proposito, lui lo sa benissimo.

Sono stati insieme tre mesi prima che lei gli chiedesse di attenderlo.

Dopotutto avevano tutto il tempo del mondo, non erano umani.

Poteva aspettarla per quei pochi anni (25...) per loro non erano niente.

Lei non poteva sopportare di stargli vicino in quel tempo.

Non ci riusciva e lui la capiva.

Lui capiva che se fosse rimasta al suo fianco per quel tempo non ci sarebbe stato più solo il loro amore: ci sarebbe stata la gelosia.

Lei sarebbe stata gelosa di lui.

Gelosa del fatto che lui potesse stare vicino alla sua mocciosa.

Vicino a quella che era stata la loro padrona, ma per lei era stata molto, molto di più.

Quella biondina era stata una tutta una sua esistenza.

E non essere al suo fianco sapendola là fuori faceva male quanto respirare.

Saperla lontana da lei era troppo.

Ogni goccia la faceva arrabbiare, la faceva infuriare desiderando solamente affogare qualcuno.

Perché la sua mocciosa le doveva essere portata via?

Perché la sua chiave doveva rinascere in un posto del genere?

All'improvviso sentì delle voci che non conosceva.

Voci umane e questo la fece semplicemente infuriare.

No, lei non sarebbe andata via se non con lei.

Raggruppò l'acqua nel suo vaso, e guardo male i nuovi arrivati.

Due ragazzi e due bambini.

Fece un sorriso sempre più sinistro, finalmente dopo secoli di noia aveva qualcosa da fare...

il giorno prima

–per quanto andranno avanti secondo te?– chiese Bianca, guardando la bionda al suo fianco.

–ieri sono andate avanti per almeno mezzora– disse Ivy, rispondendo per Elettra.

–...è successo qualcosa di grave?– chiese nuovamente la Dragon Slayer di Sabertooth.

–Zia Lucy è nervosa per qualcosa. E da allora lei e Juls litigano per ogni minima cosa.– disse Elettra, sospirando mentre guardava il duo madre e figlia discutere.

–ma scusa Ax non fa qualcosa? E lo zio Natsu?– continuò Bianca, sempre più confusa.

–Axel a quanto pare ha istinto di sopravvivenza e ha deciso di tirarsene fuori...lo stesso ha fatto zio Natsu.– disse Ivy.

–va bene, ma qualcuno deve fermarle. Storm? --

– vedi Bianca, mio padre mi ha insegnato una grande filosofia di vita"il modo più semplice e doloroso per morire è mettersi contro due donne che litigano. Se un giorno dovessi metterti in mezzo in una lite del genere guarda tutte le vie d'uscita e spera di poter correre molto velocemente, altrimenti quello potrebbe essere l'ultimo giorno della tua vita"– si aggiunse Storm, mentre dietro di lui Metallicana annuiva.

–Raru anche tu sei un fifone come gli altri? Infondo non sono neanche due donne! Sono una donna ed una bambina!– chiese Elettra, dopo aver roteato gli occhi all'affermazione di Metallicana.

Il verde, sentendosi chiamato in causa guardò Lucy e Julia urlarsi contro, poi guardò di nuovo il gruppo di bambini.

Prese un respiro profondo e il futuro re parlo con grande serietà –preferisco vivere.–

Skiadrum mise in modo solidale una mano sulla spalla del giovane principe, annuendo con fare comprensivo.

–sagge parole– riferì Metallicana. –anche quelle di tuo padre Storm– disse Skiadrum.

–quanto siete esagerati! Justin! Tu invece che ne pensi?– chiese Ivy, sbuffando. Il bambino di sette anni ci pensò un attimo, poi lanciò uno sguardo scettico al gruppo di bambine.

–ho due sorelle. Posso tranquillamente dire che mettersi in mezzo ad una lite tra femmine è un suicidio– disse il rosso, prima di sentire uno strillo furioso.

E no, non erano le due che stavano litigando, bensì era un altra persona.

–XAVIER ROB FERNANDEZ!– urlò Nelly, mentre della vernice colava dai suoi capelli.

Il rosa acceso appiccicava i suoi capelli, coprendo completamente il suo color rame naturale, ma non copriva il rosso della sua rabbia dal suo volto.

–LUI DOV'È?!– i suoi occhi color rubini sembravano assetati di sangue quando a grandi passi la maga si avvicinò al rosso.

Xavier sospirò, guardando poi verso l'alto.

Tutta la gilda si fermò a guardare una Nelly furiosa ricoperta di colore dalla testa ai piedi.

–...vacci piano, per favore. È un bambino ancora– disse Xavier, cercando di spingere alla pietà Nelly.

Per quanto amasse Aitor, non si poteva non dire che il bambino si era rivelato una vera e propria peste.

–non lo ucciderò, non potrei lo sai. Ma di certo si sta beccando una strapazzata che non dimenticherà– disse la ragazza, facendo rabbrividire Xavier.

Mark non c'era, era con suo nonno a pesca (sì, Gildars spesso passava in giorni imprevedibili per portare il nipote a pescare o fare altre cose "da uomini Clive". Alle volte però accettava di portarsi dietro tutta la banda), e questo voleva dire solamente che Aitor non avrebbe avuto possibilità di ricevere pietà.

Bene, Xavier avrebbe avuto tra le mani un bimbo sempre più traumatizzato. Fantastico non era bastato Caleb la settimana scorsa?

–tornando a noi– disse Elettra, distogliendo l'attenzione di tutti i bambini dalla maga sporca che saliva le scale verso il piccolo autore dello scherzetto.

–è una cosa normale questa?– chiese Raru, retorico. –ovviamente. Però se lo chiedi a me Aitor è un ottima aggiunta per il nostro classico marasma– disse Ivy, ridacchiando.

–qualcuno ha capito dove ha preso la tintura con cui ha ricoperto Nelly?– chiese Skiadrum, anticipando la prossima domanda di Raru, il dragon slayer d'ombra sembrava il solo razionale quanto Raru e per questo i due andavano particolarmente d'accordo.

In risposta, i maghetti di Fairy Tail alzarono le spalle contemporaneamente.

–non si stava parlando di Julia?– chiese nuovamente Bianca, lasciando cadere il mistero intorno alla tintura di Aitor.

–stavate parlando di me?– chiese la rosata, avvicinandosi al gruppetto.

–beh Sì. Tu e la zia litigate spesso in questi giorni– disse Elettra, senza troppi giri di parole.

–Elettra non vorrei dirtelo, ma prima o poi la tua mancanza di tatto e peli sulla lingua ti faranno finire in un mare di guai– disse Raru. –senti principastro quante volte di devo dire di chiamarmi Ele? Santa Mavis solo mia madre quando è arrabbiata con me mi chiama Elettra! Siamo amici principastro ficcatelo in quella testolina vuota e comportati da tale!– gli rispose a tono la bionda, seccata.

Raru arrossì mentre cercava un modo per rispondere a tono alla biondina–non chiamarmi principastro biondina!– ribatté offeso il verde, però il sorriso sarcastico sul suo viso e il rossore delle sue guance tradivano i suoi veri sentimenti.

–ok, dobbiamo fare un applauso a Raru per aver scoperto che siamo amici dopo quasi quattro anni oppure possiamo tornare all'argomento principale?– chiese Bianca, guardando scettica il principe.

–comunque mi sento delusa. Ero convinta fossi intelligente Raru.– disse nuovamente Bianca, prima di passare di nuovo la sua attenzione a Julia, prima che Raru si potesse difendere.

–in effetti è vero. Mamma è lunatica in questi giorni. È nervosa, guarda fissa l'orologio o il vuoto e si arrabbia per ogni sciocchezza. Papà dice che dobbiamo solo aspettare un po' perché è nervosa e dobbiamo essere pazienti. Ma io non so essere paziente, quindi ovviamente le rispondo sempre– disse Julia, sospirando triste.

Non le piaceva litigare con sua madre, eppure in quei giorni la donna era stata così strana che la bambina non aveva potuto farne a meno.

–e poi Axel e Igneel sono entrambi due cocchi di mamma quindi non se la prendono per niente!– continuò la rosata, dando sfogo alle sue frustrazioni –ma nessuno ci dice nulla! Ho provato a corrompere Happy con del pesce ma non ha detto niente! Niente capisci?– –no, un attimo. Happy non si è fatto corrompere?– chiese scioccata Bianca, guardando preoccupata la rosata.

–già! Anche Ax pensa che sia grave se pure Happy sta zitto e non da informazioni!– disse Julia.

–È DECISAMENTE GRAVE! HAPPY È SEMRE CORRUTTIBILE! – disse Elettra prendendo per le spalle Julia ed iniziando a scuoterla. –LO SO!– rispose con lo stesso tono la rosata.

Da sopra la spalla di Natsu, Happy si mise a starnutire, ignaro però di aver scatenato la paura nel maghetti.

–va bene, ora manteniamo la calma! Ci deve pur essere qualcuno in grado di poterci dire cosa succede!– disse Skiadrum, riportando la calma. –adesso ci serve qualcuno che capisca il nostro punto di vista, sappia cosa sia successo e sia legato a Lucy. Ma che non sia un adulto– ragionò Raru. Dopo pochissimi istanti tutti i bambini si guardarono, collegando quelle informazioni ad una sola persona.

–Igneel!– chiamò Julia, avvicinandosi al fratellino. –si July?– chiese il piccolo, alzando gli occhi dal disegno che stava facendo con Shade e Damon.

–tu vuoi tanto bene alla mamma vero?– chiese diabolicamente Julia, facendo sorridere sempre di più il piccolo. –sì! Infatti le sto facendo un disegno– disse candidamente Igneel, facendo sentire Julia un po' una persona orribile.

Ma si riscosse pensando che lo faceva anche lei per sua madre. –ma che bello tesoro. Però ho bisogno del tuo aiuto. Non è che chiameresti Andromeda per me?– chiese Julia, accarezzando i capelli di Igneel.

Il piccolo si illuminò subito e acconsentì immediatamente.

Prese la chiave che teneva legata al collo con una cordicella (sua madre diceva che per il momento era il modo più sicuro che avevano per non perderla e non la toglieva quasi mai dal collo del bambino.) e iniziò a chiamare lo spirito stellare sotto gli occhi della sorella maggiore e degli amichetti.

–Ciao Igneel– la salutò Andromeda comparendo nel gruppo dei bambini.

I capelli ricci color zucchero filato le cadevano morbidi sopra la toga candida e la sua corona di fiori rimase intoccata sopra la sua testa.

Insomma la solita Andromeda con i soliti piedi scalzi ed il solito aspetto: non era cambiata di una virgola dall'ultima volta che Raru, Bianca e Skiadrum l'avevano vista (mesi e mesi prima).

–Ciao Andro!– disse Julia, guardando la rosata con l'aspetto più innocente che poteva.

Andromeda mise le mani sui fianchi e arricciò le labbra, scoccando alla giovane Dragon Slayer di fuoco un occhiata scettica.

Ovviamente non ci credeva minimamente.

–cos'hai combinato Julia?– chiese retorica Andromeda, senza distogliere lo sguardo dalla bambina.

–cosa ti fa credere che abbia fatto qualcosa?– chiese Julia. –il fatto che Axel si lamenta di come tu e Lucy staiate litigando in questi giorni– disse Andromeda –buon punto. E a tal proposito. I tuoi genitori sono gli spiriti stellari di mia madre, giusto? Inoltre voi spiriti vedete tutto dal mondo degli spiriti stellari, giusto?– chiese Julia, senza giustificarsi. –ti fermo subito, non so cosa succeda a Lucy. Ho un idea, ma non so niente di che. Il mondo degli spiriti stellari è nel caos negli ultimi giorni– disse Andromeda.

–e come mai?– chiesero in coro Bianca, Raru e Skiadrum.

–non mi hanno detto molto, ma a quanto pare è a causa della chiave di Aquarius dell'acquario.– disse lo spirito stellare, facendo spalancare gli occhi di Bianca.

–cosa?! Aquarius? Pensavo fosse una leggenda!– disse la biondina, attirando tutta l'attenzione su di sé.

–che diavolo state combinando?– chiese Axel, prima che qualcun altro potesse chiedere spiegazioni a Bianca.

–hem....Ax! Vedi noi stavamo....ecco...– farfugliò imbarazzata Julia.

Andromeda ridacchiò leggermente, guardando dolcemente Axel –stavano facendo la stessa cosa che hai fatto te ieri sera: corrompere Igneel per evocarmi e chiedermi informazioni– disse alla fine, scagionando Julia da ogni possibile rimprovero.

–certo che sono proprio fratelli per avere la stessa idea con poche ore di distanza– sussurrò Metallicana. –no Met, secondo mia sorella Celia Ax vuole solo scuse per chiedere a Igneel di evocare Andro. Anche se non capisco perché dovrebbe farlo– disse Storm all'amico, sussurrando per non farsi sentire dal biondo.

Elettra fece il gesto del vomito mentre con l'altra mano cercava il quaderno rosso e sgualcito di Jason che teneva sempre nella tasca interna della giacca.

Bianca e Ivy, sentendo le conversazioni di Storm e Metallicana, ridacchiarono.

Skiadrum e Raru scossero le loro teste, considerando quella l'ennesima stranezza dei loro amici.

–bene, come stavo dicendo, a credo che tutto questo abbia a che fare con la chiave di Aquarius.– disse Andromeda, attirando di nuovo l'attenzione dei bambini. –Bianca tu non dicevi qualcosa su questo?– chiese Raru. –intanto chiamami Bia, ma sì, dicevo qualcosa su questo! Vedete da quel che so la chiave di Aquarius scomparve 26 anni fa. È la chiave mai trovata delle nostre madri, le ultime due maghe degli spiriti stellari. Dopo ovviamente Bobby e Igneel.– disse Bianca.

Il viso di Julia si illuminò, facendo spaventare tutti gli altri.

La faccia della rosata era la stessa che faceva sempre quando aveva una pessima idea.

–se la chiave di Aquarius è tornata dopo 26 anni e non è mai stata trovata dalle nostre madri, allora dovremmo trovarla noi!– disse decisa Julia. –cosa?– chiese Axel, guardandola confuso. –pensaci Ax! Mamma ha voluto chiamarmi Aquarius, questo perché non ha mai trovato la sua chiave. Se la trovassimo noi sarebbe meno nervosa! È un idea geniale!– disse Julia, sempre più eccitata. –no, sarebbe una pessima idea. Inoltre non sappiamo neanche dove sia la chiave di Aquarius!– disse Axel cercando di sedare l'entusiasmo di Julia.

Ci mancava solamente che i bambini volessero partire per una qualche missione pazza dove c'era una grande probabilità di farsi male.

–io in realtà so dov'è. L'ho sentito dire da mio padre a Scorpio.– disse Andromeda, mentre il sorriso di Julia si faceva sempre più grande.

–Oh no!– –Oh sì!– dissero in coro i due fratelli.

–bene quindi! Andremo a prendere la chiave di Aquarius!– disse entusiasta Julia. Axel sospirò. –chiariamoci, sei testarda quanto mamma e papà messi insieme, quindi non spero di fermarti. Ma andiamo solo noi due e Andromeda. Nessun altro ragazzi. Andare in troppi sarebbe controproducente e pericoloso. E non è una decisione che si discute.– disse Axel, con tono duro.

Gli altri bambini borbottarono il dissenso, guardando male il biondo, ma senza protestare più di tanto.

–aspettate vengo anche io. Non potete andare da soli– disse Igneel, guardando male i fratelli. –Igneel, tesoro. Non puoi venire con noi, è pericoloso.– disse Axel, scompigliando i capelli al fratellino.

Igneel lanciò un occhiataccia minacciosa al fratello maggiore, che si sentiva come se fosse stato minacciato da un cucciolo innocuo, prima di dire le paroline magiche più potenti di qualsiasi incantesimo, capaci di piegare chiunque alla propria volontà –se non mi portate lo dico alla mamma–.

Il giorno dopo, nel tardo pomeriggio, i tre fratelli Dragoneel e Andromeda erano dentro alla grotta dove la chiave di Aquarius era rinata.

–io non capisco una cosa. Perché è stato così facile? Insomma niente pericoli incombenti né trappole mortali. Solo tanta umidità!– si lamentò Julia. –in effetti Julia ha ragione, è stato troppo facile.– disse Axel, guardandosi intorno con sospetto.

Erano in un piccolo corridoio che portava direttamente ad una grande sala che poteva solo intravedere.

Non è che il ragazzo non fosse sollevato dal non dover mettere in pericolo Igneel, ma solitamente le cose che sembravano più semplici erano anche quelle che si rivelavano le più pericolose.

–in realtà da quello che so questa grotta si apre ogni 25 anni. Per questo è facile accedervi. Siamo stati fortunati ad essere nel periodo giusto: oggi è il giorno in cui si è aperta e rimarrà aperta fino all'alba di domani– disse Andromeda, tenendo tra le braccia Igneel.

In quanto suo spirito stellare, la ragazza avrebbe protetto sempre il bambino.

–oh. Ora si spiega perché mamma non è mai venuta qua.– disse Julia.

Axel fu il primo ad entrare nella sala e per un istante fu ammaliato dai giochi di luci prodotti dai cristalli e dall'acqua: facevano sembrare la grotta un cielo stellato.

Al centro ci stava uno scoglio e, seduta sullo scoglio con una damigiana d'oro tra le mani, una sirena dalla coda blu.

Aveva dei capelli azzurri e due scintillanti occhi blu che brillavano quasi più dei cristalli.

Quella era Aquarius, lo capirono subito tutti e quattro.

Senza dire nulla ma con un sorriso sinistro che non prometteva nulla di buono, Aquarius sollevò la damigiana e dell'acqua fuoriuscì dal vaso.

Improvvisamente i tre maghi si ritrovarono in una marea che li buttarono fuori dalla grotta senza nemmeno un graffio ma zuppi da capo a piedi.

–tutto bene?– chiese subito Axel, guardando i fratelli minori.

Igneel era ancora tra le braccia di Andromeda, quindi stava benone.

Ma Julia, Julia fumava dalla rabbia.

I vestiti erano già completamente asciutti mentre il vapore fuoriusciva dalle maniche della sua maglietta e da sotto il suo foulard azzurro.

–quella sottospecie di pesce venuto male... ci credo che nessuno abbia voluto fare un contratto con lei. È intrattabile. Ora gliela faccio vedere io a quell'antipatica!– disse la bambina, rientrando come una furia nella caverna.

–Julia! Ferma!– tentò di fermarla Axel, ma era già troppo tardi: la maghetta era già rientrata nella grotta.

Axel, Andromeda e Igneel passarono un ora e mezza fuori dalla grotta, guardando Julia entrare sempre più furiosa, inveendo contro lo spirito stellare dell'acquario, prima di essere spazzata via da una marea pochi istanti dopo.

Ad un certo punto Igneel si era messo a dormire sopra Andromeda, mentre Axel sospirava.

–le do un altra ora, poi la fermo. Non vorrei che come minimo continuasse fino all'alba e rimanesse bloccata con Aquarius per i prossimi 25 anni– disse ad un certo punto Axel, facendo ridere Andromeda. –anche se forse le starebbe bene, è una testona– continuò Axel.

–non starai rimproverando Julia per essere testarda, vero? No perché altri enti saresti un grandissimo ipocrita.– lo riprese Andromeda.

–io almeno so quando è il momento di fermarsi!– si difese Axel. –certo, ed io sono Jude–

–ciao Jude, hai fatto qualcosa ai capelli? Ti vedo leggermente diverso!– disse Axel, stando al gioco.

–e voi che ci fate qui?– chiese una voce dietro di loro, facendoli voltare.

Axel sentì il sangue raggelarsi completamente nelle sue vene.

–ecco...noi...– –stiamo facendo esattamente quello che stai facendo tu– disse candidamente Andromeda, sperando di togliere tutti dai guai.

Ma a giudicare dalla faccia della nuova venuta, non ci era riuscita.

–oh ma insomma mocciosetta si può sapere che cosa vuoi?– chiese Aquarius, infastidita.

Erano quasi due ore che tentava di liberarsi della piccola scocciatrice, eppure ella continuava a presentarsi.

Era quasi più testarda della sua vecchia maga, quello lo doveva riconoscere.

–voglio solo che tu mi ascolti!– disse la bambina dai capelli rosa, battendo i piedi.

–ti sto ascoltando. Hai due minuti bambina. Poi smamma che oggi non voglio rogne, sto aspettando una persona.– disse Aquarius, infastidita.

–bene dunque sarò breve! Mi chiamo Julia Dragoneel e voglio la tua chiave– si presentò la mocciosetta, facendo infastidire sempre di più Aquarius. –scordatelo– disse subito lo spirito stellare.

–cosa?! Perché!?– chiese Julia. –ho già una maga e ho intenzione di fare un contratto solo con lei! Quindi ora smamma! E poi tu non sei una maga degli spiriti stellari– disse Aquarius, già pronta a riempire la sua damigliana.

–beh, no, non sono una maga degli spiriti stellari...ma mia mamma lo è!– disse subito Julia. –e tu vuoi la mia chiave per darla a lei?– chiese subito Aquarius. –SÌ– trillò subito Julia, guardandola con i suoi migliori occhioni da cucciola.

Aquarius sospirò, e poi guardò la bambina –ascoltami mocciosetta hai fegato, te lo concedo e hai la testa dura, perciò sono costretta a dirtelo chiaramente: non è portandole la mia chiave che tua madre sarà magicamente felice perché io non posso e non voglio andare da lei. Se sei qui vuol dire che sai quello che mi è successo– disse Aquarius. –beh, a dire il vero no. Non lo so.– disse imbrarazzata Julia. –COSA? E SEI VENUTA QUI A ROMPERMI LE SCATOLE SENZA SAPERE NULLA! MAI IO TI AFFOGO BRUTTA MOCCIOSETTA!– gridò Aquarius, furiosa.

–mocciosetta a chi vecchietta!?– chiese di rimando Julia, ringraziando mentalmente l'assenza di sua madre: se Lucy avesse sentito sua figlia insultare uno spirito stellare Julia sarebbe finita in punizione per il resto dei secoli.

–scherzavo, scherzavo. Oh grande spirito dell'acquario illuminami di conoscenza– disse Julia, chiedendole scusa.

–...sia chiaro, ti sto raccontando queste cose solo perché mi sto annoiando nell'aspettare la mia maga! Dunque....per quasi 20 anni sono stata al servizio di questa mocciosa. Aveva la tua età quando mi ereditò da sua madre, la mia precedente maga. Era una maga testarda come un mulo, per nulla femminile e anche bruttina. Io glielo dicevo sempre a quel piccolo tornado combina guai che sarebbe morta da zitella, ma figurati se mi ascoltava. Sognava di fare la maga e la scrittrice, ma aveva un tale caratteraccio–

–il bue che da del cornuto all'asino proprio– borbottò Julia.

–hai detto qualcosa mocciosetta?– chiese Aquarius, mostrando minacciosamente la damigiana.

–niente, niente, continua la storia!– si affrettò a dire Julia, mettendosi comoda.

–bene, quindi. Una notte la ragazzina scappò di casa: aveva sedici anni e voleva prendere in mano la sua vita per la prima volta. – raccontò Aquarius, addolcendo però i toni.

A Julia quell'espressione ricordava tanto quella di sua madre... poteva quasi rivederla nello spirito stellare.

–un giorno incontrò un ragazzo, un vero idiota, uno scavezzacollo di prima categoria, ma per la prima volta dopo tanto tempo la mia maga riprese a sorridere e a ridere costantemente. La mia mocciosa iniziò a vivere una marea di avventure e divenne presto una giovane donna costretta a fare una scelta.– disse Aquarius, con tanto amore e malinconia, che Julia realizzò subito cos'era successo.

La maga di Aquarius non era solo la sua maga, era...sua figlia almeno platonicamente.

Non c'era modo di identificare quello sguardo se non quello di una madre.

E Julia lo capì subito perché era come vedere la sua di madre.

Avevano lo stesso modo di arricciare il naso, lo stesso sguardo quando la rimproveravano e lo stesso tono amorevole.

–fu molto coraggiosa e per salvare tutti accettò la mia scelta di sacrificarmi. Anche se abbiamo entrambe dovuto urlare parecchio prima. Quando le dissi di rompere la mia chiave per evocare il re degli spiriti stellari se le inventò tutte pur di farmi cambiare idea o di trovare un'alternativa, ma il tempo stringeva. E lei lo sapeva. – disse Aquarius, con grande tristezza.

Non avrebbe mai voluto raccontare certe cose alla prima bambina a caso che compariva, ma era anche la prima volta che parlava con un essere vivente da 26 anni, inoltre quella mocciosetta le ricordava Lucy.

–un anno dopo feci sapere alla mia maga che la mia chiave era rinata e lei promise di cercarmi. Adesso il tempo è finalmente giunto e io so che lei verrà.– concluse bruscamente la storia Aquarius.

–e come fai ad esserne certa?– chiese Julia.

–perché la mia mocciosa è testarda quanto te mocciosetta. – disse Aquarius, sorridendo.

–JULIA NASHI LAYLA AQUARIUS DRAGONEEL!– urlò una voce nota, facendo voltare entrambe.

I volti della bambina e dello spirito stellari brillarono di due luci completamente diverse: Julia di terrore e Aquarius di gioia.

Pochi passi ed era lì, i capelli biondi completamente scompigliati, gli occhi marroni rossi e gonfi dal pianto e delle occhiaie viola le solcavano il volto.

Ma nonostante tutto aveva un sorriso enorme sulle labbra.

–Lucy– sussurrò Aquarius, guardando la bambina e la donna appena entrata.

Aquarius si diede della sciocca per non aver collegato la bambina alla sua maga, dopotutto si somigliavano.

–Aquarius.– disse Lucy, avvicinandosi allo spirito stellare.

Dietro di lei Axel, Andromeda e Igneel guardavano la scena senza emettere un respiro.

–...hai scatenato una marea contro i miei figli. E più volte contro mia figlia– disse Lucy, mettendo le mani sui fianchi e guardando accusatoria la sirena. –beh, tua figlia è testarda quanto te ragazzina. O forse dovrei chiamarti vecchietta, quelli che vedo non sono capelli bianchi?– la prese in giro Aquarius.

E sarebbe risultata antipatica, se i suoi occhi non fossero illuminati da delle lacrime che aspettavano solo di uscire.

–certe cose non cambiano mai, vero?– chiese Lucy, mentre Aquarius scuoteva la testa.

Quello fu il segnale che fece scoppiare le due a piangere ed ad abbracciarsi.

–mi sei mancata– –mi dispiace–.

Quell'abbraccio tanto desiderato duro un eternità, eppure sembrò troppo breve quando si staccarono.

–quindi alla fine ti sei sposata con quello scavezzacollo? E hai avuto questa mocciosetta insopportabile?– chiese Aquarius, facendo ridacchiare Lucy.

–già Nonna– disse Julia, intromettendosi con tono insolente.

Aquarius spalancò gli occhi e guardò truce la bambina, mentre Lucy scoppiava definitivamente a ridere.

"Caro Jason,

Nell'ultima lettera ti ho raccontato dello scherzetto che Aitor ha fatto a Nelly.

Quanto stimo quel bambino per averle colorato i capelli di rosa mentre lei non guardava.....anche se nessuno ha ancora capito dove abbia trovato la tintura...

poi Fine e Rain si sono messe a rimproverarlo dicendo che gli avrebbero insegnato a fare degli scherzi per bene.

Non so a te, ma quei tre hanno iniziato a fare paura a tutti....ho visto Xav e il fratellone rabbrividire.

Segnati il giorno Jas, perché è il giorno in cui nasce il regno della tripletta Fernandez

tornando a noi: mentre il regno del terrore iniziava io ho fatto una scoperta storica! E tutta da sola!

...

ok, forse c'erano anche Ax, Igneel e Andro, ma comunque sono stata io a scoprire il mistero di mamma!

Devi sapere che mamma negli ultimi giorni è stata un po'...

mh....

ok, io te lo dico, ma te non devi farglielo sapere ok? Oppure morirò sotto atroci sofferenze e verrò messa in punizione per tutta l'eternità.

Io mi fido di te grillo parlante, ok?

Mamma negli ultimi giorni era un po' pazza.

E non intendo pazza del tipo "Lucy è impazzita il giorno in cui ha accettato di sposare quella calamità ambulante di Natsu" come dice lo zio Makao (a quanto pare lo ha detto il giorno del loro matrimonio...la mia stima per zio Makao ogni tanto si alza per queste sue uscite...però non credo stesse insultando papà, perché sorrideva quando lo ha detto).

So che anche tu sai che mia mamma è pazza, però mi serve ricordartelo per la storia che ti sto per raccontare:

Io amo la mamma ma, devo ammetterlo, ho sempre preferito papà.

Io e mamma spesso non ci capiamo....oggi però ho scoperto che mamma è forte, quasi più forte di papà.

E francamente sono orgogliosa di lei...

lascia che ti racconti l'incredibile storia di come ho risolto il mistero della chiave mancante!

L'unica chiave delle dodici chiavi dello zodiaco che mamma e zia Yukino non hanno: la chiave di Aquarius...."

soddisfatta Julia lasciò cadere la penna e sulla lettera.

Lei e Aquarius non sarebbero mai andate d'accordo, ma per sua madre poteva fare un tentativo.

Anche se avrebbe continuato a chiamare Aquarius "Nonna" solo per darle fastidio (e perché la mamma aveva un sorriso luminoso quando la sentiva rivolgersi ad Aquarius in quel modo).

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