Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟐𝟔

10 agosto 2023

ENRICO

Il risultato della lastra aveva confermato quanto il dottore aveva già ipotizzato: nulla di rotto. La mia paura più grande era stata quella di non riuscire ad andare in moto per il resto dell'estate ma, per fortuna, me l'ero cavata con solo una fasciatura da togliere dopo una decina di giorni al massimo. Avevamo lasciato il pronto soccorso che erano ormai le nove e mezza di sera. Filippo era stato con me tutto il tempo, allontanandosi solo per andare a comprare due panini che avevamo mangiato nell'attesa di ricevere il responso sul dito.

Averlo vicino in quel momento era tutto quello di cui necessitavo. Quando era comparso all'ospedale, avevo finalmente ripreso a respirare. La sua voce rassicurante, e carica di attenzioni nei miei confronti, aveva fatto sparire tutte le angosce di quella giornata difficile. Ora, mentre tornavamo a casa sua con lo scooter, desideravo solo perdermi tra le sue braccia e smettere definitivamente di pensare.

Era la seconda volta che ricoprivo con lui il ruolo di passeggero, solo che in questo caso non c'era la minaccia di Brando a incombere su di noi. Saremmo stati al sicuro, in un luogo dove il mio ex compagno non avrebbe potuto cercarci.

Mi strinsi di più alla vita di Fil e gli depositai un bacio sulla spalla. In risposta, staccò la mano dal manubrio per accarezzarmi un ginocchio. Non vedevo l'ora che arrivassimo da lui. Per fortuna, casa sua distava solo qualche minuto dall'ospedale.

«Eccoci arrivati. Vuoi darmi il borsone?» Mi propose, togliendosi il casco. Il mio istinto fu subito quello di sistemargli i capelli scompigliati. Lui, in cambio, mi donò un sorriso furbetto. Avevo capito da tempo che gli piaceva quel mio gesto nei suoi confronti.

«No, tranquillo. Posso continuare a tenerlo a tracolla.»

«Va bene, saliamo allora.»

In ascensore mantenemmo un silenzio teso. Ora che non avevamo vincoli a separarci, sembrava che avessimo il timore di azzardare qualunque mossa. Avrei voluto sbatterlo contro la parete ed essere rude, ma anche abbracciarlo godendo di lenti sfioramenti; divorargli la bocca fino alla gola, ma anche leccargli il contorno delle labbra; scoparlo, ma anche farmi scopare. Insomma, non sapevo proprio da dove iniziare; perciò, decisi che mi sarei affidato a lui.

Quando, finalmente, ci chiudemmo la porta di casa alle spalle, le braccia di Filippo trovarono subito il loro posto attorno al mio collo, mentre le mie mani si adagiarono sui suoi fianchi.

«Benvenuto di nuovo a casa mia.» Soffiò sulle mie labbra senza distogliere da me quelle biglie verde brillante che aveva al posto degli occhi. «So che hai detto che starai da Paolo, ma... Almeno stanotte vorrei che la passassi qui con me, ti va?»

«Non desidero essere da nessun'altra parte, e lo sai.» Lo rassicurai. «Qua, o da Paolo, non ha importanza... purché non mi separi da te.» 

Un bagliore di felicità scaturì dalle sue iridi, e io mi sciolsi di fronte all'intensità di quello sguardo. «Benissimo, allora non pensare a niente e lascia che sia io a occuparmi di te. Ho come l'impressione che nessuno lo abbia mai fatto prima, e voglio essere il primo. Me lo concederai?»

Il suo intuito era giusto e, in quel momento, gli avrei permesso di farmi tutto quello che voleva. Non gli avrei imposto alcun limite.

«Guidami,» gli risposi, con la voce che mi tremava per l'emozione, «perché è troppo tempo che sono perso e non so più dove andare. Ho bisogno del mio sole.»

Alle mie parole, gli occhi gli si inumidirono appena, e un sorriso che avrebbe illuminato la notte più buia si formò su quel viso così giovane che mi aveva conquistato già al primo incontro.

La sua bocca cercò la mia, in un contatto morbido ma deciso. Era il bacio che stavamo aspettando da troppo tempo, quello tra due anime che si riconciliavano dopo una gara a ostacoli e ne festeggiavano la vittoria. Succhiavo e mordicchiavo le sue labbra, così dolci e vellutate da sembrare frutta succosa. Avevano un sapore talmente afrodisiaco che provai una scossa di energia, diventando ancora più avido e affamato di lui. Il mio corpo tremava per l'eccitazione, e invasi prepotentemente la bocca di Fil con la lingua. Lui me lo concesse, ma portò le mani sulle mie guance per riprendere il controllo su quel bacio sempre più passionale. Le nostre lingue danzavano una coreografia sul ritmo dei nostri cuori.

Mi staccai solo perché l'urgenza di avere di più stava diventando dilaniante.

«Dio, come ti voglio Scheggia...»

Il suo viso, arrossato dalla foga di quell'assalto, lo rendeva ancora più bello e seducente. Dal suo corpo emanava un calore e una lussuria che non vedevo l'ora sprigionasse dentro di me. Sì, volevo fosse lui a prendere possesso del mio corpo e dominarlo.

«Anche io ti voglio subito...» Con un sorriso malizioso, mi prese per mano e mi guidò fino alla sua camera. Dopo che ci eravamo liberati di scarpe e calze, mi fece coricare sul letto e si posizionò a cavalcioni sopra di me, assicurandosi che le nostre erezioni entrassero in contatto attraverso la stoffa che ancora ci separava. Portai la mano sana sul suo sedere per invitarlo a piegarsi in avanti e avvicinarsi al mio viso. Non era il suo piano, però, perché dopo avermi dato un bacio leggero sulla punta del naso, si rimise seduto dritto strusciandosi come un gattino in calore.

«Enri?» Ansimò, cercando i lembi della mia t-shirt e intrufolando le mani sotto fino ad accarezzarmi il petto.

«Dimmi, Scheggia.»

«Vuoi che cancelli via le tracce del passato dal tuo corpo?»

«Sì.» Nessuna esitazione.

Mi tolse la maglietta, facendo attenzione alla fasciatura, e poi fece lo stesso con la propria. Il suo torace, magro e tempestato di lentiggini, era in bella mostra davanti a me, liscio e con due piccoli capezzoli appuntiti che avrei voluto leccare e stringere tra i denti. Posò i polpastrelli sulle mie clavicole e tracciò un percorso fino al basso ventre che mi fece rabbrividire.

«Vuoi che imprima sulla tua pelle nuovi ricordi?»

«Sì.»

Si spostò per aprire la patta dei miei bermuda e, lentamente, li fece scivolare insieme ai boxer lungo le gambe, lasciandomi nudo ed esposto sotto al suo sguardo predatore. Sembrava che gli piacesse quello stava osservando, e riconobbi la stessa espressione che aveva avuto la prima volta che avevamo fatto sesso. Davvero il mio corpo gli va bene così? Quella speranza mi causò una nuova scarica di eccitazione,  e sentii l'erezione colpirmi la pancia, dove lasciò una scia umida. Avevo la tentazione di toccarmi, ma volevo che fosse solo Fil a far vibrare ogni corda del mio piacere; perciò, mi trattenni, in attesa della sua prossima mossa.

«Vuoi che ti faccia impazzire al punto da non desiderare nessun altro ragazzo?»

Non desidero già nessun altro, ma se non mi tocchi subito credo che impazzirò in questo dannato istante.

«Sì.» Fu tutto quello che riuscii a rispondere in un gemito frustrato e carico di emozione.

Si alzò, e questa volta furono i suoi vestiti a sparire del tutto. Il suo sesso, circondato da un accenno di peluria rossa, puntò orgoglioso verso l'alto e desiderai scoprire subito la sensazione di averlo dentro di me. Divaricò le mie gambe e si inginocchiò nel mezzo, massaggiando con una mano la propria erezione e sfiorando con l'altra il mio interno coscia.

«Vuoi che ti scopi?»

«Sì, ti prego, Fil. Ho bisogno che lo faccia subito...»

Lo implorai, per essere subito zittito da un bacio che rischiò di togliermi il respiro. Adesso i nostri corpi erano un tutt'uno, appiccicati dalla calura di agosto che ci faceva sudare ancora prima di iniziare a fare sul serio. I nostri sessi scivolavano l'uno sull'altro, guidati dal movimento flessuoso ed esperto del bacino di Fil.

Quando si staccò per riprendere fiato, avvicinò le labbra al mio orecchio e sussurrò: «Non ho molta esperienza nel ruolo attivo ed è da tanto che non lo faccio. Devi dirmi se sto andando bene e se ti piace, ok?»

Mi commossi per quella premura a cui non ero abituato. Ero sicuro che con lui ogni cosa sarebbe stata magnifica.

«Tranquillo,» lo rassicurai, accarezzandogli una guancia. «Ho fantasticato talmente tanto di averti dentro di me, che mi chiedo se anche questa volta non sia imprigionato in uno dei miei sogni. Voglio sentire quanto sei reale.»

«Lo sono, ma... se non sarò all'altezza delle tue aspettative?»

Avevo il potere di rendere vulnerabile questo magnifico ragazzo di vent'anni, che normalmente era così sicuro di sé. Mi illudevo di essere il solo al quale mostrasse la sua timidezza. Era una sensazione inebriante, ma non ne avrei mai approfittato; perciò, aggiunsi: «Sicuramente sei molto più esperto di me, che sono stato il top una sola volta nella mia vita.»

Sgranò gli occhi e spalancò la bocca, arrestando per un attimo il dondolio tra i nostri uccelli. Quello stupore così genuino mi fece ridacchiare, soprattutto perché era chiaro che avesse capito cosa implicassero le mie parole.

«Mi stai dicendo che Br...»

Gli tappai la bocca con un bacio, perché non volevo che pronunciasse quel nome mentre eravamo io e lui nudi a letto.

«Sì,» confermai, «sei stato la mia prima volta in quel senso, ed è stata un'esperienza bellissima.»

Poi, ragionai dubbioso: «Spero lo sia stato anche per te.»

In tutta risposta, riprese a muovere il bacino facendomi capire quanto fossi stupido a mettere in discussione la cosa.

«E me lo chiedi? Se alla tua prima volta hai scopato già in quel modo, non oso pensare a tutte le successive. Perché non credere che con me lo prenderai e basta.»

Gli infilai un dito in bocca e glielo lasciai leccare per bene. Poi, allungai la mano per accarezzargli il sedere e mi insinuai tra le natiche in cerca della sua fessura. La massaggiai facendo una leggera pressione che lo fece mugolare di piacere.

«Non ti preoccupare. Mi è bastato un solo assaggio per capire che sono già dipendente dal tuo culo.»

Si spinse contro il mio dito che affondò fino alla prima falange. Il suo buco era così caldo e accogliente... Lo penetrai, cercando di muovermi nel modo in cui mi piaceva riceverlo. Farlo a lui mi dava ancora più soddisfazioni, perché ero l'artefice dell'estasi che stava provando. Sì, mi sarei divertito nel nuovo ruolo, ma quella sera volevo che mi scopasse con dolcezza, facendomi capire cosa volesse dire davvero "prendersi cura del proprio partner", e non "sbatterlo fino a prosciugare le palle di entrambi".

«Se non la smetti, non riuscirò a mantenere la promessa che ti ho fatto per la serata.» Mi ammonì, iniziando a leccare e succhiare la pelle del mio collo. Quando iniziò a scendere lungo il mio corpo, il mio dito scivolò fuori da lui, e mi godetti solo la sensazione della sua lingua sui miei addominali tesi. Notai che si soffermava più a lungo laddove avevo le macchie bianche, marchiandole con succhiotti che mi causavano brividi incontrollabili. Non sapevo ancora come sentirmi a riguardo, ma avrei approfondito quel suo gesto in un altro momento.

Arrivato all'altezza del mio sesso, iniziò il vero paradiso. Con una mano afferrò la base dell'erezione e appoggiò la punta sul suo labbro inferiore, gli occhi che trasudavano erotismo fissi nei miei. Mentre mi massaggiava con una lentezza esasperante, tirò fuori la lingua e iniziò a passarla su tutto il glande, premendo delicatamente sulla fessura e lasciando che la sua saliva si mischiasse al liquido pre-seminale. Avrei potuto svenire per quella nuova scarica di piacere, così strinsi il lenzuolo nel pugno in cerca di un appiglio che mi tenesse ancorato alla realtà. C'era esperienza nei suoi movimenti, e cercai di scacciare via quella gelosia irrazionale che si innescava al pensiero di come l'avesse affinata. Mi sarei goduto i benefici dei suoi esperimenti per collaudare il pompino perfetto.

Per un attimo, sostituì la lingua con due dita dell'altra mano, strofinandole sulla mia punta fradicia in modo da inumidirle per bene. Poi, cercò la mia apertura tra le natiche e, questa volta, fui io che iniziai a schiudermi per lui.

Gemetti dinanzi a quell'intrusione che sognavo da giorni e, per istinto, allargai le gambe fino a dove i miei muscoli me lo consentivano. Nel frattempo, con le labbra aveva iniziato ad andare su e giù lungo tutta la mia lunghezza, emettendo dei mugolii talmente indecenti da incitare a muovermi per andargli incontro.

Cazzo, se avesse continuato così mi avrebbe spedito in orbita in meno di un minuto!

«Come stai?» Mi chiese premuroso, abbandonando per un attimo quel lavoro di bocca impeccabile.

«Mai stato meglio! Sei fantastico...» E non era affatto una bugia detta tanto per compiacere il partner. Lo pensavo sul serio. «Perché ho perso tutto quel tempo prima di averti?»

«Non lo so, ma ora siamo insieme e ho intenzione di recuperare tutto con gli interessi. Riesci a prendere il lubrificante e i preservativi? Sono nel primo cassetto accanto a te.»

Mi sporsi verso il comodino, ma mi arrestai per tirare un urlo bestiale quando il mio cazzo finì in un solo colpo in fondo alla gola di Fil, e la mia prostata fu solleticata dalle sue dita. Era stata una combinazione di piacere così inaspettata, che mi stupii di non avergli schizzato in bocca all'istante.

«Scusa,» finse innocenza leccandosi le labbra e continuando quel movimento logorante con le dita dentro di me, «hai bisogno di una tregua?»

«Sei pazzo a fare una cosa del genere! Non sono abituato ai ventenni esuberanti come te.» Approfittai di quel momento per ritrovare un po' di controllo e raggiungere il cassetto. Gli lanciai l'occorrente che ci serviva, e Filippo si sfilò dal mio sedere per prepararsi. Sentivo già la sua mancanza, ma l'eccitazione di quello che mi aspettava da lì a poco mi portò ad ammirarlo mentre indossava il preservativo e lo cospargeva di lubrificante.

Mi afferrai da sotto le ginocchia e tirai le gambe contro il mio petto, esponendomi per lui mentre premeva la punta del suo sesso contro la mia apertura.

Improvvisamente, apparì di nuovo nervoso: «Sei... sei pronto? Ti prego, dimmelo subito se faccio qualcosa che non ti piace.»

«Scheggia, ti voglio dentro di me. Ora. Non hai niente da temere.»

Convinto dal mio incoraggiamento, iniziò a spingere con delicatezza, lasciando che mi abituassi a ogni nuovo centimetro che mi donava. L'inevitabile dolore era niente in confronto all'ardore che provavo nel vedere i nostri corpi unirsi. C'era una venerazione da parte di entrambi nel compiere quell'atto che mi commuoveva. Quando arrivò a metà strada, si abbandonò in avanti portando la sua bocca a sfiorare la mia. Siccome era più basso di me, mi ero dovuto tirare su sui gomiti per andargli incontro e far aderire le nostre fronti. 

«Ho intenzione di baciarti per tutto il tempo che farò l'amore con te.» Ringhiò, dando un colpo di reni che sfondò del tutto le mie barriere muscolari e mi strappò le prime di tante grida di piacere.

«Mi muoverò con dolcezza, perché voglio che non ti perda neanche una sola nuova sensazione.» E così fece, dondolando dentro e fuori dal mio sedere, gestendo un ritmo che avrebbe portato entrambi all'esasperazione, ma che non avevamo intenzione di accelerare. Credevo sarei morto per la troppa felicità. Non avevo mai provato un'intensità simile, nemmeno la prima volta che lo avevamo fatto. Questa volta non c'erano ombre sui nostri cuori, eravamo liberi e puri di vivere quel nuovo amore che stava sbocciando a una velocità impressionante. Era qualcosa di unico al mondo, e lo avrei protetto con tutte le mie forze.

«Enri?»

«Dimmi, Scheggia.»

Adoravo quando chiamava il mio nome. Era così giusto udirlo con il suono della sua voce.

«Stavolta non stai sognando, lo senti? Sono io, sei tu. Finalmente... noi.» Affermò sulle mie labbra, iniziando a battere con più vigore nel punto di massimo godimento. Roteai gli occhi indietro beandomi di quel calore che mi stava infuocando dentro.

«Lo sento, ed è tutto così incredibilmente surreale e bellissimo.» Gemetti, percependo l'orgasmo farsi sempre più vicino. Ascolta, Scheggia: lo senti il mio cuore che esplode per te? Questo è l'effetto che mi fai, che mi hai sempre fatto.

Una sua mano cercò il mio sesso e per un attimo temetti che mi sarebbe crollato addosso perdendo quell'appoggio.

«Ti sento dappertutto, Enri. Sei ovunque. Su ogni centimetro della mia pelle, della mia mente, della mia anima.»

Quelle parole, così cariche di passione, mi portarono all'apice. «Scheggia, ti prego, non ti fermare!» Venni tra i nostri corpi in prenda a spasmi incontrollabili e Filippo tornò ad appoggiarsi su entrambe le braccia.

«Enri, Dio mio, sei magnifico...»

Accelerò i movimenti, che si fecero man mano più rudi e scoordinati. All'ultima spinta, mi baciò con foga e venne dentro di me. Gemette di piacere, invadendomi le orecchie con quel suono meravigliosamente eccitante. Quando l'ultima goccia del suo orgasmo si esaurì, si lasciò andare esausto sopra di me e lo abbracciai come se fossimo gli ultimi sopravvissuti di un'apocalisse. Eravamo madidi di sudore, appiccicosi di sperma, stanchi morti e con un dito fasciato a incorniciare quel quadretto disastroso. Ma eravamo appagati e felici, perché quello che era appena accaduto rappresentava il nostro nuovo inizio.

***

Ci eravamo assopiti nella posizione in cui avevamo finito di fare sesso. Quando riaprii gli occhi, si era fatta quasi mezzanotte e scossi Filippo per cercare di svegliarlo. Avevamo bisogno di darci una ripulita prima di metterci a dormire seriamente. Sembrava non volerne sapere di alzarsi, così lo tirai su di forza e lo portai in bagno in braccio. Fu solo quando gli feci appoggiare i piedi per terra che si ridestò del tutto.

Ci lavammo a vicenda sotto alla doccia, prestando attenzione a non bagnare la fasciatura e scambiandoci altri baci e carezze. Eravamo, però, troppo stanchi per approfittare di un secondo round. Del resto, adesso avevamo davanti a noi tutto il tempo del mondo.

Ci asciugammo, lasciando i capelli umidi, e tornammo a letto.

Lo avvolsi nella mia morsa da boa constrictor e immersi il naso nei suoi capelli, che odoravano di shampoo per bambini. 

All'improvviso, realizzai una cosa: «Ehi! Lo sai che giorno è oggi?» Gli sussurrai emozionato nell'orecchio.

«Uhm... no, mi sa che ho perso il conto dei giorni.» Mugolò con la voce impastata di sonno.

«È San Lorenzo, e il mio più grande desiderio si è finalmente realizzato.»

«Ah, sì?» Si stava ormai addormentando.

Lo strinsi più forte contro il mio petto.

«Sì. La mia stellina luminosa è caduta dal cielo per finire tra le mie braccia.»

«Sono io la tua stellina...»

Intrecciò i suoi piedi con i miei, e io gli scoccai il bacio della buonanotte sulla nuca.

Finalmente, avrei dormito anche io una notte fatta solo di bellissimi sogni.

***

SPAZIO AUTRICE: Buongiorno 💕 Finalmente Enri e Fil si sono ricongiunti anche con il corpo 🥹 ho molta ansia per questo capitolo, perché, come avete visto, questa loro prima volta ufficiale in Sunshine non è guidata dall'impeto della passione dirompente ma dalla tenerezza e dal bisogno reciproco!

Enri ne viene da una giornata estremamente difficile, che lo ha provato emotivamente e ferito fisicamente... ha bisogno solo di Fil, e lui gli ha dato tutto se stesso 💕

Vi aspettavate che Fil avrebbe fatto il top? Del resto, entrambi sono di base due bottom con la B maiuscola, ma sono la dimostrazione l'amore va altro le preferenze a letto 💕 e sono sicura che sapranno divertirsi in tutte le posizioni 🤭

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e ricordate che ogni feedback è gradito 🫶🏻

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro