Quadrato Nero
"Non aprite gli occhi, non ancora. Dovete solo ascoltare attentamente la mia voce, per ora" disse una voce alle loro spalle. Poi riprese: "Quando aprirete gli occhi, vedrete qualcosa che non avete mai visto prima. Dovete osservarla, potete avvicinarvi e persino toccarla con delicatezza. Vorrei che mi diceste cosa vi ricorda quell'oggetto, quali sentimenti sentite al vederlo. Parlatemi di ciò che voi vedete." La voce fece un'altra pausa, questa volta più lunga. "Élias, sei pronto? Togli la benda ed apri gli occhi, cominciamo con te."
Il bambino fece come gli era stato detto e appena riuscì a scorgere ciò che aveva davanti a sé, fece qualche passo indietro. "Che cos'è quello?" chiese voltandosi e cercando qualcuno nella stanza. Le uniche persone che vide furono una giovane donna e un uomo anziano entrambi bendati come lo era stato lui poco prima. Nessuno gli rispose.
Il bimbo riguardò il quadro appeso al muro e si avvicinò indeciso ad esso. Quando si trovò a qualche passo dalla tela, si fermò e la osservó rapito dal colore nero. Voleva toccarla, ma aveva paura. Temeva quasi di poter cadere in quel quadrato nero che sembrava volerlo risucchiare. "Ho paura." ammise Élias. "Mi ricorda un sogno che continuo a fare da qualche notte. Io corro in un giardino e all'improvviso cado nel vuoto, cado in qualcosa di nero. Cado sempre più in giù e non riesco a gridare o chiedere aiuto." La sua voce era diventata un sussurro impercettibile, ma il bambino non riusciva a distogliere lo sguardo da quel colore così cupo. Si sentiva attratto da quell'immagine. Voleva sapere cosa ci fosse oltre a quel nero, ma aveva terrore di scoprirlo.
All'improvviso sentì una mano sulla sua spalla e spaventato si voltò. Era la giovane donna che stava accanto a lui pochi minuti fa. Ora, però, non indossava la benda. "Élias, piccolo, ora è il turno di Julie. Dimmi cosa vedi, dimmi cosa senti. Parlami." disse la voce.
La donna si avvicinò al quadro e lo toccò. Notò che vi erano delle crepe sulla tela e con un dito seguì queste linee. "Qualche mese fa sono scappata di casa. Non ne potevo più. Mi sentivo così oppressa, proprio come questo nero. Il bianco sembra volerlo contenere in modo ossessivo. Lasciai casa mia senza che i miei genitori lo sapessero." Il suo dito non aveva cessato di seguire la crepa.
"Bruno, puoi avvicinarti anche tu, ora" suggerì la voce.
"Queste linee mi ricordano le strade che ho percorso quella notte. Ero così spaventata dal buio, ma così felice. Ero libera e potevo essere me stessa. Niente mi importava e niente poteva fermarmi. Ero euforica." Continuò la giovane donna rapita dal quadro. Continuava ad accarezzarlo. La sua mano scendeva piano piano ed incontrò una mano più rugosa.
"Le prime settimane avrei voluto scappare anche io, ma tutte le volte che avevo tentato la fuga..." si fermò un attimo e fece una smorfia di sofferenza. "Sento ancora oggi il dolore di quelle ferite. Se queste linee per te simboleggiano la libertà, a me ricordano le cicatrici che ancora oggi ho sul mio corpo" disse lui guardandola negli occhi. Poi guardò il quadro davanti a lui. "Sono stato in guerra. Tutto era così nero e pieno d'odio all'inizio. Niente aveva senso per me, ma quando non hai via d'uscita devi trovare un senso alle cose. Così mi ero convinto che dovevo combattere per la mia nazione. Dovevo farlo per il mio popolo." Fece una pausa e posò entrambe le mani sulla tela. "Avevo incominciato ad uccidere persone per la mia patria." Appoggiò la testa contro la tela e chiuse gli occhi. "Riesci a sentirle? Io sento le loro urla provenire dal nero di questo quadro. Il terrore che i loro occhi nascondevano era bianco come questo. Era gelido." disse lui. "Tutte queste persone sembrano essere rinchiuse in questa tela e non riuscirò mai a dimenticare il loro volto."
Julie lo abbracciò forte ed Élias piangendo si aggrappò alla sua gamba.
"Le apparizioni di oggetti naturali sono di per sé privo di significato; la cosa essenziale è sentirsi in sé e completamente indipendente dal contesto in cui è stata evocata" disse la voce.
All'improvviso ci fu silenzio di nuovo e un buio soffocante si impossessò della stanza.
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