91: Incontri, chiarimenti e incubi
Leo's Pov
Accidenti a me e alla mia linguaccia tanto lunga! Ora lei è qui, su questo letto, priva di sensi, mentre i medici la visitano e non permettono né a me né a Tony di avvicinarci. È terribile!
"Mi spieghi che diavolo ti è saltato in mente?" chiede Tony, infuriato come mai prima.
"Ti assicuro... che non avevo la benché minima intenzione di farle del male!"
"Senti, non puoi aggredire la gente quando sei nervoso per le tue visite!" mi dice, mettendomi letteralmente con le spalle al muro.
Annuisco. Non posso proprio dargli torto.
Vedo la dottoressa uscire dalla stanza in cui è ricoverata Francesca e vedo un'espressione di puro sollievo dipinta sul suo volto, cosa che mi fa tirare un sospiro di puro sollievo... non posso evitarlo.
"Allora?" chiedo scattando in piedi.
"Allora... non preoccupatevi... La ragazza sta bene" risponde.
"Possiamo vederla?" chiedo agitato.
"Sì... Ma solo cinque minuti!"
Il tono duro di quella dottoressa mi fa ricordare il motivo per cui non la sopporto.
Io e Tony ci alziamo e ci dirigiamo subito verso la stanza in cui si trova Francesca.
Lei è sdraiata sul letto, ancora priva di sensi immagino, e ha la faccia rivolta verso il comodino, come se guardasse qualcosa. Guardo nella direzione in cui la sua testa mi indica e vedo un sacchetto di tela. Mi avvicino al comodino, prendo il sacchetto e ne osservo il contenuto... un bastone bianco, pieghevole. Il suo, presumo.
Rimetto il sacchetto al suo posto, mi avvicino alla ragazza bruna sdraiata sul letto e le accarezzo una guancia compiendo movimenti circolari su di essa.
"Perdonami brunetta!" dico.
La sento scuotersi leggermente e la guardo... le sue palpebre riprendono il loro ritmo frenetico e lei gira piano la testa verso me e Tony.
"Ragazzi..." sussurra, e io mi stupisco. Come ha fatto a sapere che c'eravamo tutti e due? Insomma... no, lasciamo perdere!
"Sai chi siamo, vero?" chiedo.
"Leo e Tony."
"Come lo sai?"
"Lo so... perché vi ho sentiti mentre parlavate... Il problema è che non potevo rispondervi."
Annuisco, poi ricordo che lei non può vedermi.
In ogni caso lei capisce e scoppia a ridere.
"Vedo che stai abbastanza bene" dico.
"Più o meno..."
Si volta verso il comodino sul quale è posto il sacchetto e il suo volto s'incupisce.
"Ehi piccola!" la chiamo preoccupato.
"Sto bene Leo" cerca di rassicurarmi, ma io reagisco d'istinto e, non so perché, le sento la fronte.
A quel contatto lei rabbrividisce... non saprei dire se lo fa per la probabile febbre che l'ha assalita all'improvviso o per qualche altro motivo.
"P-perché l'hai fatto?" balbetta. Sembra confusa.
"Fatto cosa?" le chiedo.
"Questo!" risponde lei, indicando il punto in cui ancora si trova la mia mano.
"Mi sembrava... che avessi la febbre. Ma non ti senti del tutto bene, da quello che ho visto... e sentito."
"È che... ho un ricordo che non mi piace molto, ed è legato al contenuto di quel sacchetto!"
Come può un brutto ricordo essere legato ad un bastone che in genere si usa per camminare?
Francesca's Pov
Com'è possibile che a distanza di quasi un anno dal giorno del mio primo bacio quel contatto in quel punto mi faccia ancora provare brividi legati ad una forte emozione? Eppure Leo ha usato la mano sinistra, perché in qualunque modo qualcuno mi tocchi in quel punto provo dei brividi. Gli chiedo il perché di quel gesto, lui mi spiega le sue ragioni ed io dico che mi sento poco bene a causa di un brutto ricordo legato al contenuto del mio sacchetto di tela.
"Perché quel bastone ti porta brutti ricordi? Cos'è successo che ti fa tanto male?" chiede.
"È... è successo che..."
Scoppio in lacrime per la millesima volta.
"Ehi!" mi dice Tony stringendo forte il mio corpo al suo petto. "Dai, ti prego, calmati, va tutto bene."
Leo si siede al mio fianco e mi fa appoggiare la testa sulla sua spalla. Non riesco proprio a controllarmi.
"Piccola, dai!"
I due ragazzi mi coccolano come se fossi una bambina e le mie lacrime fuoriescono senza controllo.
Tra le lacrime racconto ai due ragazzi quello che è successo e loro mi abbracciano più forte. Sento la porta aprirsi di nuovo ed entra... una donna, credo.
"Ehi... cosa ti succede, cara?"
"Dottoressa..."
"Cosa c'è? Hai dolore da qualche parte?"
"Mi sento... la testa pesante."
"Questo vuol dire che ti fa male?" mi chiede gentilmente la dottoressa.
"Sì... un po'."
"Dottoressa, per caso sarebbe possibile un attacco di febbre?" chiede Leo.
"Sì, può darsi" risponde lei per poi mettermi un termometro sotto il braccio e aspettare qualche minuto.
"37 e mezzo." dice infine dopo avermelo tolto.
Provo a tirarmi su a sedere, ma crollo di nuovo miseramente.
"Non agitarti!"
Mi rilasso sotto il delicato tocco delle loro mani.
Dopo qualche tempo mi addormento.
"Ahi!" dice una bambina dopo essere inciampata.
"Ehi ragazzina! Guarda dove cammini!" la schernisce un ragazzino, probabilmente di dieci anni.
"Samuele, ti prego, non farmi male!" gli dice la bambina.
Lui inizia a tirarle i capelli fino a farla ritrovare con il viso rivolto verso il terreno.
"Povero tesoro! Ti ho fatto male?" le chiede poi, beffardo.
"SEI UN MOSTRO!" grida la bambina dandogli uno spintone per toglierselo di dosso.
Lui la trascina nuovamente, facendola andare stavolta con il viso sul terreno. Questo la sporca e le riempie gli occhi che grondano anche di lacrime.
Istintivamente mi tocco il viso chiedendomi come sia possibile che io li stia vedendo con tanta chiarezza e mi accorgo che il mio viso è... SPORCO DI TERRA!
"NO, NO, NO!" grido terrorizzata, mentre cerco di svegliarmi da questo maledetto incubo.
"Ehi, ehi, ehi! Calmati, va tutto bene." mi dice una voce familiare.
"Ma tu... tu... Stefano!" dico vergognandomi di aver gridato.
"Stai calma, hai avuto un incubo" mi dice.
Calma? Vorrei tanto esserlo, ma non mi sembra proprio facile!
"Cosa stavi sognando Francesca?" mi chiede.
Cavolo se mi vergogno! Dopo quella piccola "avventura" avuta con lui un po' di tempo fa per colpa di un lettino, ovvero il fatto che ci ero crollata sopra, è la primissima volta che io e lui parliamo di questo argomento.
"Era... Era un sogno orribile. C'era... u-una bambina... e un ragazzo le faceva di tutto. Poi ho capito che quella bambina ero io!"
"Ehi, ora cerca di calmarti! È tutto a posto!"
È già la seconda volta che lui mi parla in questo modo, ma non me ne stupisco per lui perché è sempre stato gentile e burlone con me, è di me stessa che mi stupisco, perché fino a pochi mesi fa non mi sarei nemmeno sognata di rivolgere la parola a qualcuno che non vedo spesso. E per questo devo ringraziare una sola persona: il mio angelo, che mi ha presa con dolcezza, mi ha accompagnata per mano nel cammino di quest'anno senza obbligarmi a fare nulla, ma fcendomi fare solo quello che sentivo di fare, come lui stesso ha detto fin dal principio.
""Io non sono qui per obbligarti a fare quello che non vuoi"..."
Lui è stato la mia salvezza, ho il bisogno di riconoscerlo. Non devo perché me l'ha imposto qualcuno dall'alto, ne ho troppo bisogno!
"Ti senti meglio?" mi chiede Stefano.
"Sì, grazie..."
"Sai, c'è un'altra sorpresa per te" dice Stefano.
Sento entrare qualcuno e si alza un venticello fresco, non so perché ma ho questa sensazione, quindi immagino che sia entrata una ragazza o forse una donna.
Sento delle dita fresche posarsi sul mio viso e compiere movimenti circolari sulla mia pelle. Esse mi trasmettono un senso di sicurezza... evidentemente conosco questa donna o ragazza.
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