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132: Ho paura di perderti

Francesca's Pov
Serena, da quello che mi è sembrato di capire, è ancora addormentata da quel sedativo e mi sembra molto tranquilla, anche se è strano a dirsi. Fino ad un paio d'ore fa era più che agitata.
"Dorme?" chiedo in un sussurro.
Lo chiedo per confermare quello che penso e ricevo una risposta affermativa da parte della mia migliore amica. Lei è la dolcezza fatta persona, non soltanto per il modo in cui parla, ma anche perché mi è stato detto che quando ha saputo che stavo male è venuta fin qui dalla Sicilia.
I miei pensieri prendono di colpo un'altra strada che porta ad un mio caro amico argentino, da quanto mi dicono biondo e con gli occhi azzurri: Franco Fritzenwalden.
"Sapete qualcosa di Franco?" chiedo sempre con tono che sia abbastanza alto da farmi sentire soltanto da loro e abbastanza basso da non svegliare Sery.
"No! Niente di niente" risponde Ginevra circondandomi le spalle con un braccio, gesto che mi rassicura e mi fa pensare alle foto più belle che io abbia mai fatto.
"Ragazze, io vado a cercarlo" dice sottovoce Daniel. "Ginevra, tu resta qui, ti prego. Spero che Franco non abbia ancora fatto qualche colpo di testa."
Annuisco, sperando anch'io che Franco non abbia fatto mosse avventate.
Dio mio, speriamo bene...
Daniel's Pov
Accidenti, sono due ore che vago a vuoto per la città. Ma dov'è andato a cacciarsi Franco? Che abbia davvero fatto qualche sciocchezza? Speriamo di no!
I miei timori, però, trovano conferma quando lo sento gemere.
Mi dirigo verso quella voce e lo vedo appoggiato ad un muretto, a denti stretti, che cerca di medicarsi una ferita sullo zigomo sinistro.
"Accidenti Franco! Ma che hai combinato?"
"Tranquillo, io sto bene! Ho dato una lezione a quell'uomo." risponde lui con una calma che mi sembra a dir poco assurda. "Gli ho dato qualcosa in meno di quello che si meritava!"
"Come vuoi, ma comunque ti avevo avvertito, lui non ci va leggero con i pugni, Franco!"
Gli prendo il braccio destro e lo porto verso una fontana. Lì almeno ho un po' d'acqua per fermare la fuoriuscita di sangue, anche se per medicarlo come si deve dovrò aspettare.
"Avanti biondo, torniamo all'ospedale che la tua ragazza è in uno stato pessimo e la mia è in ansia" gli dico per poi voltarmi per tornare all'ospedale.
Appena arriviamo, come previsto, vedo Francy scattare in piedi e venirci incontro con un'espressione che definire preoccupata è veramente poco. La bionda che fino a qualche secondo fa le stringeva la mano si alza con lei, guardandola preoccupata e fissando prima lo sguardo su di me e poi su Franco, credo per accertare che stiamo bene.
"State bene?" chiede in un sussurro la mia brunetta.
"Ehi, tesoro... siamo qui, va tutto bene" dico prendendole una mano e portandola sulle mie labbra. La sento tremare e mi viene da sorridere.
"E tu Franco?"
"Sto bene! Mi sono preso una bella soddisfazione." le risponde lui.
Francesca porta l'altra mano verso il viso di Franco e appena lo sfiora la sento rabbrividire e le stringo un po' di più il polso temendo di vederla cadere a terra da un momento all'altro.
"Franco, s-stai sanguinando..."
"No, non è nulla. È solo quello che resta del sangue secco. Sono già stato in parte medicato, okay?"
Lei assume un'espressione contrariata. So cosa vuole dire a Franco, ma è inutile. Lui ha fatto quello che voleva ed è come se non sentisse niente.
Beh, niente esclusa una cosa.
"Dov'è Sery?"
"Camera 215." risponde Francesca. "Vieni, se vuoi ti ci porto, ma prima dovresti farti controllare la ferita."
"Va bene, okay" acconsente lui.
Nel frattempo Ginevra ci avverte che deve andare via e saluta sia me che la ragazza alla quale stringo ancora la mano con un abbraccio e Franco con un bacio volante, credo per evitare di fargli male dato che, come me e Francesca, non sa se il biondo ha altre ferite.
Chiamiamo un'infermiera che si occupa di medicare il ragazzo, poi lo portiamo verso la stanza in cui è attualmente ricoverata Sery e lo lasciamo da solo con lei.
Franco's Pov
Entro nella camera di Sery.
Sembra che lei si stia svegliando ed ik vedo Francy e Dan allontanarsi per lasciarci soli.
La bruna apre lentamente gli occhi ed io capisco che si è finalmente svegliata. Mi avvicino a lei e le prendo una mano, ma lei la ritrae di colpo.
"Sery, che cosa ti prende?" le chiedo preoccupato.
"N-non mi toccare, ti prego!" mi dice.
"Sery, ti ho fatto qualcosa?"
"No! Ma tu..."
Mi guarda. È presa dal terrore, come se avesse visto un fantasma. Vedo che le sue mani tremano e provo a riprenderle, ma lei si rannicchia in posizione fetale ed io decido di lasciar perdere e aspettare che sia lei a prendermi la mano se vuole.
"Ti hanno picchiato!" dice in un sussurro.
"Solo un pugno, una ferita da nulla, Serena."
"Sei un incosciente!" mi dice tra le lacrime, poi vedo il suo braccio scattare verso di me, ma lei si ferma in tempo e dice: "Oddio, scusa!"
"Sto bene" dico calmo. "Non ti spaventare! Ti giuro che quel tipo non verrà a disturbarti mai più, quant'è vero che il mio nome è Franco Fritzenwalden!"
Lei cambia posizione fino a ritrovarsi con la testa posata sul mio petto. È così fragile, così piccola in questo momento!
Non mi muovo. Lascio che lei mi dia il via, e quando capisco che non ha paura che io la tocchi le circondo la vita con le braccia.
"Basta piccola, va tutto bene."
Lei continua a piangere, inconsolabile, e del resto come biasimarla? Lei è stata ferita, umiliata, presa a botte, e a nessuna donna dovrebbe toccare una cosa simile perché le donne non si toccano.
"Non ho potuto fare niente per fermarlo." dice.
"Amore, ora è tutto finito" le dico, sfiorando i suoi capelli.
"No! Quei due ci tormenteranno per sempre, non finirà mai." mi dice senza smettere un attimo di tremare come una foglia prossima alla caduta.
Come posso rassicurarla se devo riconoscere che ha ragione?
Non le parlo, peggiorerei solo le cose. Mi limito ad abbracciarla ed accarezzarle la schiena. È così delicata che ho quasi paura di farle male se la stringo ancora.
Cerco di non fare troppa pressione sulla sua pelle segnata da quelle maledette ferite, poi la sposto un po' da me ed inizio a baciare ognuno di quei segni che le provocano tanto dolore. Li sfioro piano con le labbra e li sento, ne sento il dolore.
Quando finisco di sfiorarle il volto con le labbra, lei mi allontana da sé.
Per un attimo rimango stupito, infatti sto per chiederle se le ho fatto qualcosa, ma mi ricredo non appena sento le sue piccole e delicate labbra posarsi sul mio zigomo dolorante e circondare di baci la ferita.
"Stai meglio, amore?" chiede.
"Molto. E tu?"
"Non sono mai stata meglio in tutta la mia vita. Scusa se prima stavo per darti uno schiaffo, ma ero così spaventata che stavo per perdere del tutto il controllo, e..."
Poso le labbra sulle sue, impedendole di continuare. Non voglio che si senta obbligata a dirmi che cosa le è successo, anche perché lei si è fermata in tempo e il resto non ha più importanza. Siamo insieme, stiamo bene, ed è questa l'unica cosa che conta.
"Non dire niente, piccola! Va tutto bene" la rassicuro. "Ora io sono con te e non ti lascerò andare!"
"Resteresti con me?" mi chiede.
"Se mi viene accordato il permesso sì." le rispondo calmo.
Francesca's Pov
Sono tesa come una corda di non so che strumento, accidenti! Sono nervosa, perché Serena si sarà agitata quando ha visto Franco con quello zigomo gonfio, me lo sento!
"Ehi, ehi, stai tranquilla." mi dice il mio angelo prendendo la mia mano e iniziando a strofinarla tra le sue per scaldarla dato che ogni volta che m'innervosisco la mia pelle, non so perché, diventa fredda. Strano a dirsi, ma è così, e credo che la cosa abbia sorpreso anche lui che si scontra spesso con questa cosa.
"E se Sery si fosse agitata più del dovuto?"
"Cerca di calmarti, Francesca... se vai avanti così i medici crederanno di aver ricoverato una ragazza... in ibernazione!"
Le ultime parole mi fanno spuntare un piccolo sorriso.
Mi fa sempre piacere sapere che lui si preoccupa per me, anche se a volte mi dispiace perché non vorrei mai essere la causa della preoccupazione di qualcuno, ancor meno se questo qualcuno per me è così... così speciale!
"In ibernazione ci andrò sul serio se quei due non mi fanno sapere che... va tutto bene!"
Quando sento la porta aprirsi scatto in piedi.
"Ehi, non mi aspettavo questo tipo di accoglienza!" mi dice Franco. "Ehm... volevo chiedere un favore a mio cognato: posso?"
"Che domande! Avanti, spara!"
"Potrei restare con tua sorella per stanotte? Vedi... è molto agitata e mi ha chiesto di restare con lei. Però... vorrei sapere se almeno uno dei fratelli è d'accordo."
"Mi fido, okay? Ma non mi fate sorprese perché sono geloso..."
"Che? Dici sul serio?" chiedo.
"Ma no, stavo solo scherzando! Trattamela bene però, okay? Ci tengo molto a mia sorella!"
"Lo prometto... Da gentiluomo a gentiluomo..."
"Questa proprio non me l'aspettavo! Va bene che siete tutti e due dei gentiluomini, ma addirittura promettere una cosa del genere in questo modo!"
Improvvisamente mi accorgo di quello che ho detto e sento il rossore salirmi alle guance. Sono riuscita a fare una specie di complimento?
"Va bene anche che tu sia molto dolce, ma non mi aspettavo una frase simile." mi dice Daniel.
Okay Francesca! Hai combinato un disastro!
"E tanto perché tu lo sappia... Non è una cosa negativa..." mi avverte, avendo capito quello che sto pensando anche se non ho idea di come ci sia riuscito.
La verità è che non ci provo più. Credo che lui abbia un dono o qualcosa del genere, altrimenti non mi spiego come diavolo faccia a capirmi sempre.
Franco, autorizzato anche dalle infermiere, va via con Serena.
Io, preoccupata come non mai dopo quello che è successo a Franco, mi alzo e cerco con le mani il corpo del mio angelo. Quando lo trovo lo stringo in un abbraccio e sono sicura al cento per cento che lui sia un po' sorpreso dal mio gesto visto che ho sempre lasciato fare a lui e non mi sono quasi mai spinta a fare io il primo passo.
"Piccola, ma tu stai tremando!"
Mi stringe al suo petto quando se ne accorge e mi sento sicura tra le sue braccia. Mi sento così bene.
"Mi prometti che farai molta attenzione? Non voglio che lui se la prenda anche con te..."
"Io ti prometto quello che vuoi Francesca, ma tu in cambio devi almeno cercare di stare tranquilla. Ci stai, piccola?"
Porto una mano alle labbra, tenendo l'altra ancora dietro il suo collo, in modo che lui, se dovessi imbrogliare, possa sentirlo, anche perché è girato di spalle rispetto alla mia mano e per fargliela vedere dovrei spostarla, ma sto troppo bene.
Allargo le dita che ho posato sulla sua spalla e mentre porto l'indice della sinistra alla bocca dico: "Lo giuro!"
"Eeeh, sei proprio esagerata!" mi dice.
Percré il tono che ha usato mi fa ridere?
"Piccola, ora dovrei andare... ma prima ti riporto nella tua stanza, c'è tua madre che ti sta aspettando." mi dice mentre scioglie l'abbraccio.
Mi prende per mano e mi conduce lungo il corridoio, fino alla mia stanza d'ospedale.
"Ci vediamo domani, va bene? Sta tranquilla" dice dandomi un bacio sulla fronte, gesto che mi porta a sorridere come un'ebete.
Come mi aveva detto lui mia madre è nella stanza e mi aspettava.
"Amore, hai risolto quella faccenda dei messaggi?" chiede preoccupata appena si accorge della mia presenza.
"Sono ancora loro due, mamma" rispondo per poi prendere un pigiama completamente a casaccio e filare in bagno.
Mentre mi cambio sento qualche lacrima abbandonare i miei occhi e scendere lungo le guance, fino a darrivare alla zona del collo.
Quando riesco a calmarmi mi sciacquo il viso per poi tornare da mia madre ed infilarmi nel letto.
"Vuoi parlarne, tesoro?" chiede la mamma con dolcezza.
"Veramente io preferirei di no... almeno per ora. Mi hanno dato il tormento tutto il giorno, capisci? Vorrei lasciarmi tutto alle spalle, almeno per ora."
"Tranquilla" mi rassicura lei. "Non devi darmi spiegazioni..."
Vorrei con tutto il cuore dirle di non farlo, che quel gesto mi riporta a stamattina, quando lei è venuta insieme a ,Daniel ma mi risparmio la storia della solita ragazzina esagerata.
Aspetto qualche minuto, poi, mettendo il volume del telefono al minimo, faccio partire la canzone: "Someone like you" di Adele.
Una frase, tradotta, significa: "Non troverò mai qualcuno come te!", ed è inutile dire a chi la dedicherei, no?
Mi lascio trasportare dal sonno e mi addormento tranquilla, pensando che in effetti non incontrerò mai nessuno come lui, tanto dolce, simpatico, sensibile, affettuoso e premuroso. Non incontrerò mai qualcuno tanto empatico e con un cuore grande quanto il Mare che io amo tanto, se non un pochino in più.

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