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Ereri

The angel whit the black wings...

Era uno dei soliti giorni che Revaill Akerman,più comunemente noto come Levi,era costretto a vivere a causa di una promessa fatta anni prima ai suoi ormai defunti e unici amici Farlan ed Isabel.

I suoi occhi grigi e spenti si posarono sulla vista che la piccola finestra nella sua stanza gli regalava, il cielo era quasi interamente coperto da delle grosse e scure nuvole nere.

Si intravedeva il sorgere del sole a malapena mentre l'uomo lo osservava fu come se stesse guardando all'interno del suo cuore, scuro, grigio e freddo.

Si massaggiò gli occhi reduce dall'ennesima notte insonne dato che il massimo che riusciva a fare erano tre ore dopo di che  gli incubi iniziavano a tormentarlo.

Il suo passato lo perseguitava eppure doveva vivere, lo aveva promesso ai suoi due amici, lo aveva promesso uccidendo quel gigante.

Aveva trent'anni, ma risultava più giovane di almeno dieci data la sua bassa statura e la sua pelle candida, delicata e perfetta che creava un irresistibile contrasto con i capelli corvini, gli occhi scuri e le enormi borse che aveva perennemente sotto agli occhi.

Chiunque lo osservasse rimaneva rapito dalla sua bellezza, non importava se erano donne oppure maschi, tutti finivano con l'innamorarsi del tenebroso e misterioso caporale della legione esplorativa nonché uomo più forte dell'umanità,di cui però nessuno conosceva i tremendi tormenti.

Neppure il suo superiore Erwin Smith o la sua pseudo amica Hanji Zöe, la ricercatrice ossessionata dai titani, conoscevano quanto perso e addolorato fosse il suo cuore.

Nessuno avrebbe potuto immaginare il dolore che Levi portava, nessuno avrebbe potuto capirlo, tranne forse un angelo dalle ali nere, macchiate dall' odio, dal dolore e dalla rabbia,i suoi famosi e magnetici occhi smeraldini erano alla ricerca di un'anima tormentata da poter sogiocare.

Adorava la disperazione degli altri, la sua legenda era ben nota, ma lo scettico caporale non credeva alle legende anche se le nuvole grigie che oscuravano il cielo era presagio di un'imminente e pericolosa apparizione, quella di Eren ,l'angelo dalle ali nere, vissuto nell'odio,nel dolore e nell'oscurità più profonda.

L'angelo cercava qualcuno con un dolore pari al suo se non superiore, cercava qualcuno ridotto come lui, un appiglio in quella nera oscurità che lo aveva catturato, le sue ali non sarebbero mai state più bianche, non avrebbe dimenticato uno solo dei torti subiti e aveva abbandonato la sua purezza macchiandosi del sangue di moltissime vite e privando altrettante anime della propria salvezza e del proprio giudizio.

Aveva assunto le sembianze di un corvo nero quando la sua attenzione fu attirata da un'energia negativa, disperata tanto quanto lo era lui, aveva forse trovato l'oggetto del suo egoistico desiderio?

Una notte con il cielo limpido, ma senza luna, Levi e la sua squadra, che si trovavano fuori dalle mura per una delle solite spedizioni, vennero attaccati da un gruppo di giganti anomali classe 13.

Tutta la quadra dell'uomo fu distrutta, un suo soldato in fin di vita lo ringrazio e sorrise poco prima di spirare e in quell'istante il corvino pensò che forse la sua vita non fosse così orribile, solitaria e dolorosa e per la prima volta dopo anni riuscì ad accennare un sorriso attirando l'attenzione dei Eren che decise di mostrarsi a Revaill Ackerman.

Non voleva che questo smarrisse il suo dolore prima di averlo salvato da se stesso, quell'essere più simile ad un demone che ad un angelo aveva bisogno di lui per salvarsi e voleva ricordare cosa fosse l'amore e la felicità.

In fondo il desiderio dei due era il medesimo: amare fino ad essere consumati del tutto da quell'ardente sentimento ed essere amati fino a farsi consumare completamente dall'altro.

Entrambi volevano che il loro cuore tornasse a battere e che facesse battere quello di qualcun'altro, a pensarci un desiderio non cosi egoista e spregevole: entrambi volevano solamente abbandonare qull'abisso nero come la pece nel quale erano rimasti per troppo tempo, entrambi volevano anche solo un raggio di calda e confortante luce nella loro triste e dolorosa oscurità, nella loro malinconica sofferenza.

Il caporale si era rifugiato in una grotta dove i titani non avrebbero potuto trovarlo o ucciderlo, non aveva mai visto tanti titani anomali tutti assieme ed era stremato dalla fatica.

Neppure lui sapeva come era riuscito ad uscirne illeso eppure era in trappola, lui, l'uomo più forte dell'umanità, ma anche lui aveva i suoi limiti, lui era un umano non poteva cambiare le cose.

Lui era uno come tanti altri, solo con un passato più triste e con un'esistenza più misera.

Era certo che nessuno lo avrebbe mai amato, perché era semplicemente lui, Levi, conosciuto come l'uomo più freddo e stronzo di tutti i corpi militari.

All'improvviso i suoi occhi cinerini notarono delle piume nere che cadevano al suolo, erano troppo grandi per essere le piume di un qualsiasi uccello e prima che potesse pensare ad altro davanti a se vide una figura vestita di nero, ma non poté distingue altro.

La sua vista si fece sfocata, la testa gli girava e gli faceva piuttosto male, il risultato fu che svenne senza preavviso e senza capire quello che gli stava succedendo.

Eren sorrise, trovò che in secoli di vita non aveva mai posato lo sguardo su una creatura bella come lui, la sua pelle e le sue labbra sembravano invocare il suo nome disperatamente e doveva ammettere che stava pensando di rispondere a quel disperato appello, identico al suo, ma era troppo presto, ancora troppo presto.

Prese nuovamente le sembianze di un corvo per osservarlo dopo averlo portato in una foresta di alberi neri, secchi e senza un solo piccolo segno di vita.

Quegli alberi mutavano la propria forma per far uscire di senno le loro prede per poi prenderne l'essenza vitale, quelli erano alberi demoniaci ed era proprio curioso di vedere come se la sarebbe cavata...

Quando l'uomo rinvenne non gli ci volle molto tempo prima che notasse che che il paesaggio attorno a lui era cambiato completamente così iniziò a seguire il sentiero che lo avrebbe condotto fuori da quel tetro e inquietante luogo, almeno sperava.

Nei suoi occhi non c'era esitazione, paura ma solamente un'immensa tristezza, un'incredibile delusione e una solitudine quasi completamente spaventosa.

Non importava quante volte quegli alberi cambiassero forma, nulla sembrava turbare il caporale  ne i titani ne degli assassini ne scene di morte e distruzione, il castano era sempre più convinto che il corvino fosse perfetto per lui,stava iniziando a desiderarlo sempre più morbosamente, lo voleva solo per lui.

Quelle immagini non potevano sconvolgerlo, Levi aveva già vissuto ogni una di quelle e finiva con il sognarle ogni notte, vi si era abituato e in quella situazione ringraziò il suo orrendo passato e i suoi indicibili trascorsi.

Uscito da quel luogo sinistro il caporale della legione esplorativa si ritrovò al suo accampamento, che quella bizzarra legenda fosse vera, si chiese, era certo che se lo era sperava che quel famoso personaggio gli strappasse via l'anima.

Gli occhi del corvino erano ancora più scuri e spenti del solito, era spaventoso, persino chi se ne innamorava finiva con l'essere terrorizzato perché nessuno lo aveva mai davvero amato perché quello che provavano si poteva definire come semplice attrazione fisica.

Faticosamente, dato che non trovava il suo fidato destriero, tronò a piedi fino alla sede che aveva come simbolo le ali della libertà e raccontò a Hanji ed a Erwin, della morte della sua squadra,omise però il resto della storia.

E di nuovi il cielo si oscurò, Levi stava scrivendo un rapporto dettagliato sulle vicende che comprendevano i titani con la finestra aperta, nonostante fosse notte fonda faceva un caldo tremendo o forse era colpa del caffè bollente che aveva mandato giù con un solo sorso.

Fatto sta che un corvo nero dagli occhi smeraldini entrò nella stanza senza troppi problemi, mostrando quel suo manto pece riflettendo i raggi lunari.

Sentendo uno battuto d'ali Levi si voltò e vide un bellissimo ragazzo, alto, castano, dalla pelle leggermente abbronzata, le labbra carnose, il vestiario prevalentemente nero e due occhi verde smeraldo mozzafiato,però c'era un dettaglio che catturò maggiormente la curiosità dell'uomo ovvero due ali nere come la pece.

Lui era incerto su quanto fosse vera quella leggenda, ma vedendo Eren davanti a lui non ebbe più dubbi, era scettico, senza ombra di dubbio, ma non poteva negare qualcosa che era davanti ai suoi occhi.

Di certo il capitano non si sarebbe fatto portare così facilmente la sua anima, sarebbe rimasto in vita:lo aveva promesso a Isabel e Farlan,poi se ci pensava lasciarsi strappare l'anima non sarebbe stata una morta degno di lui.

Eren continuò a scrutare ogni minimo particolare, ogni contrazione che il suo volto pensieroso compiva, ogni battito di ciglia sembrava voler imprimere quell'immagine nella sua mente ed era proprio così.

Il castano non aveva alcuna intenzione di prendere l'anima del corvino, no, lui voleva solo avere il suo cuore spezzato e ripararlo dato che Levi aveva già preso quello dell'angelo nero.

«Tu sai chi sono io,giusto caporale?» chiese lasciando la possibilità al moro di sentire la sua profonda e rassicurante voce, rimase un po' spiazzato dalla domanda che gli venne posta ma rispose ugualmente «Forse,sei quello di cui tutti parlano,hai forse intenzione di prenderti la mia anima?»
Eren sorrise avvicinandosi lentamente alla sedia in legno su cui Levi era saldamente seduto, si abbassò abbastanza da essere solo a qualche centimetro di distanza dalle labbra sottili dell'uomo, lo guardò con i suoi magnetici occhi smeraldo e rispose.
«No,non ne ho la minima intenzione, Levi Ackerman»

Per un attimo le ali di Eren sfiorarono la pelle pallida del corvino, quel contatto fu come una carezza che lo tranquillizzò, il castano posò una delle sue mani sullo schienale della sedia,poco distante dalla spalla del caporale, avvicinò le sue carnose labbra all'orecchio dell'uomo per poi sussurrargli «Però c'è qualcosa che voglio da te...»

Levi sentì le proprie guance avampare, cosa gli stava succedendo, sembrava una dodicenne in preda ad una scarica ormonale e non era un comportamento che gli si addiceva, il suo cuore ghiacciato sembra avesse improvvisamente ripreso a battere.

Sentiva delle strane emozioni che non aveva mai provato prima, aveva le farfalle nello stomaco e sentiva mancargli l'aria, non era paura ma allora cos'era qual sentimento sconosciuto che si era impossessato di lui?

Passò una settimana e durante quel periodo Eren e Levi si vederono spesso, ogni volta che il caporale restava solo il castano gli si mostrava e così poco a poco si erano conosciuti totalmente.

Non c'era una singola cosa che l'uno non sapesse sull'altro, in quel lasso di tempo Levi aveva compreso che quel sentimento sconosciuto doveva essere senza alcuna ombra di dubbio amore, un sentimento caldo e rassicurante.

Aveva conosciuto tutte le ombre del passato dei Eren, le atrocità che aveva compiuto, tutto, ma non poteva fare a meno di amarlo, anche se avesse voluto odiarlo gli sarebbe risultato impossibile.

Era tarda notte e il corvino era steso sul suo letto, si era addormentato mentre leggeva io suo solito libro...

Quella notte era piuttosto caldo e nonostante avesse aperto, anzi spalancato, la finestra il caldo era insopportabile, sentiva che si sarebbe potuto sciogliere da un momento all'altro, quindi si ritrovava disteso sul letto in boxer.

Era possibile vedere quella sua perfetta e tonica muscolatura che nessuno si aspetterebbe da un corpo così minuto.

Eren entrò nella stanza di soppiatto come tutte le notti, gli piaceva osservare l'uomo che amava mentre era dormiente, la sua espressione era rilassata e poteva osservarlo tranquillamente.

Ma non si aspettava di certo di trovarsi davanti Levi con in dosso un paio di boxer piuttosto aderenti, era una prova impossibile da superare per il suo auto controllo, era troppo sexy e sentiva che c'era una reazione incontrollata nelle sue parti basse.

Si morse le labbra talmente forte da procurarsi un taglio che iniziò a sanguinare vistosamente, ma cos'altro poteva fare, non riusciva proprio a controllarsi.

Improvvisamente il caporale si svegliò, alle sue narici era giunto il dolce odore che il suo castano emanava e quando aprì i suoi occhi cinerini vide che in penombra c'era Eren, in piedi con del sangue che usciva da una ferita che aveva sul labbro.

Levi gli si avvicinò e gli chiese come si era procurato quella ferita ma egli rispose che era un segreto e che non poteva dirglielo, come poteva, di certo non poteva dire che si stava eccitando talmente tanto da impazzire quasi.

Ci volle un po' prima che l'uomo sulla trentina capisse la situazione nella quale si trovava, era in boxer davanti a quello che era diventato il suo ragazzo, a tempo record la sua espressione cambiò e arrosì di colpo,come aveva fatto a non rendersene conto prima si chiedeva.

Il corvino indietreggiò cercando la divisa che era certo fosse sul suo letto, ma per suo sfortuna, o meglio dire fortuna, l'aveva appoggiato sulla sedia preoccupato del fatto che potesse sgualcirsi, in quel monto maledì la sua ossessione per la pulizia,l'igiene e l'ordine.

Eren con passo lento si avvicinò minacciosamente al suo ragazzo ormai disteso sul morbido materasso, posizionò le sue braccia ai lati della sua testa e un ginocchio nel mezzo delle sue gambe in modo da impedirglielo di  scappare, si abbassò fino a quando non fu totalmente sopra il caporale per poi sussurrare «Troppo tardi...»e posare le sue labbra su quelle dell'amato.

A Levi quel contatto non dispiaceva affatto ma non potevano farlo, almeno non lì, c'erano gli altri membri del corpo di ricerca e cosa avrebbe fatto se li avessero sentiti.

Eren mosse il suo ginocchio facendolo scontrare più volte contro i genitali del corvino ottenendo dei gemiti strozzati in risposta, questo glielo faceva desiderare ancora di più, lo voleva da impazzire.

«N-non possiamo, ci se-sentiranno…» disse leggermente balbuziente l'uomo ormai bordeaux a causa del forte imbarazzo, Eren sorrise e si avvicinò alle sue labbra «allora basta che non ti fai sentire,o non credi di riuscirci?» disse sulle sue labbra prima di baciarlo.

Le loro lingue si cercavano, si aggrovigliavano fra loro,i loro corpi fremevano per essere uniti, sudavano, si riempivano di brividi, era pura eccitazione, puro desiderio quello che li stava animando in quell'istante.

Una volta interrotto quel contatto a causa della mancanza d'ossigeno i due si guardarono, gli occhi del castano erano pieni di desiderio, lussuria e lo stesso quelli del caporale.

Eren lanciò i suoi vestiti in un angolo della stanza, in quel momento non importava neppure a Levi se la stanza finiva in disordine, voleva solo che lui lo prendesse.

Il castano tenne le braccia del pallido uomo sopra la testa del corvino mentre con l'altra stimolava i suoi genitali ottenendo vari gemiti dalla figura minuta che era sotto di lui,.

Lasciò dei baci umidi e lascivi lungo tutto il corpo di Levi lasciandogli qualche vistoso succhiotto qua e là e a causa del pallore dalla sua pelle  i marchi lasciati da Eren risultavano piuttosto facili da notare.

Il ragazzo dagli occhi smeraldini voleva che tutti sapessero che lui era suo, non avrebbe permesso a nessuno di sfiorarlo mai più, quei marchi ne erano la prova.

Quando arrivò all'attributo del corvino lo prese in bocca ed iniziò a stimolarlo con la lingua e con le labbra, fino a quando gli venne in bocca.

Levi non si era mai sentito così in imbarazzo in tutta la sua vita, era ancora vergine e ciò che sarebbe successo dopo lo spaventava eppure ogni volta che gli occhi smeraldini del suo angelo nero si fissavano nei suoi cinerini si sentiva protetto e al sicuro, sembrava come se fosse sotto una sorta di incantesimo,un incantesimo che a dir poco amava.

Il suo corpo tremava, la sua pelle era imperlata dal sudore, la foca luce che la candela produceva faceva sembrare la sua pelle cadaverica come se fosse ricoperta da polvere d'oro.

Il castano ingoio il liquido e si leccò le labbra con fare sensuale mentre tornava sopra al corpo minuto del caporale, era possibile vedere come ogni suo muscolo si contraesse armoniosamente, il ragazzo si morse il labbro,si stava eccitando sempre di più a causa della vista di Levi, a causa della sua voce e dei suoi versi, sentiva che da li a poco avrebbe perso ogni ritegno.

Il caporale animava e un filo di saliva gli scese lungo le labbra sottili e gonfie a causa dei violenti baci che si erano scambiati in precedenza, lo voleva, lo voleva così tanto che gli sembrava di essere già sulla via della pazzia.

Inserì un dito nell'ano del uomo, questo gemette, non era abituato a quel tipo di cose eppure nonostante il fastidio il suo corpo sembrava non averne abbastanza e voleva che Eren la smettesse con quella sua dolce ed eccitante tortura, che entrasse dentro di lui, perché lo voleva,  lo voleva davvero.

La sua prima volta sarebbe stata con un angelo nero, con il suo angelo nero, sentì che un altro dito era dentro di lui, poi un altro ancora e una volta che furono inserite le tre dita ad ogni movimento il corvino inarcava la schiena dal piacere e non poteva fare altro che gemere nel modo più controllato e silenziosamente possibile mentre quel movimento afrodisiaco continuava la posizione di entrambi era cambiata Eren era seduto sul materasso e Levi era sopra di lui che avvolgeva le sue braccia attorno al collo del ragazzo e avvinghiava le sue gambe alla vita.

Levi aveva appoggiato il mento sulla spalla muscolosa del castano mentre continuava ad ansimare e a gemere, il ragazzo dagli occhi smeraldini stava perdendo la testa, gli sembrava quasi come se lo stesse facendo apposta, ma non avrebbe fatto nulla finché lui non glielo avesse chiesto e voleva sentire quanta viglia aveva di farlo.

Levi venne ancora sporcando entrambi, il suo corpo era scosso da milioni di brividi e quasi non riusciva a respirare, ma ancora non gli bastava ne era sempre più certo lo voleva.

Alzò lievemente il volto e sussurrò «Eren,io sono vergine...» il ragazzo si stupì come un uomo bello e sexy come lui potesse essere ancora vergine, gli bsembrava assurdo estava per rispondere quando il corvino riprese il discorso che sembrava aver bruscamente interrotto>

«Però io voglio farlo Eren,ti prego» disse con tono supplichevole e con il respiro pesante,come poteva resistergli?

Quella non era affatto la posizione migliore per la prima volta del caporale eppure lo aveva preparato abbastanza, ma il vero motivo era che non poteva sopportare oltre quindi fece staccare da se l'uomo e lo fece sedere su di lui, gli disse che se lo voleva davvero lo avrebbe lasciato giocare.

Il corvino esitò un attimo ma poi lo fece entrare tutto, non urlò solamente perché le sue labbra erano premute contro quelle di Eren, ad ogni movimento inarcava la schiena sospirando, riuscì persino a far scappare qualche gemito ad ragazzo, data la sua età era ovvio che lo avesse fatto già altre volte, si trattava di secoli dopotutto eppure quella era stata la migliore,sentiva che rischiava di perdere quel poco autocontrollo che gli rimaneva.

Una volta che l'uomo dagli occhi cinerini ebbe preso confidenza con il dolore e il piacere iniziò a muoversi più velocemente, sembrava che lo stesse facendo in modo corretto dato che il ragazzo castano aveva quasi chiuso gli occhi e continuava a respirare rumorosamente continuarono così per molto tempo, vennero più e più volte fino a quando non arrivò la mattina.

Fecero la doccia assieme e Eren ebbe un idea che gli piaceva da matti, così Levi si mise in ginocchio mentre si infilava le dita nell'ano per espellere il seme che gli era rimasto all'interno, il compito del castano era dirgli se era uscito tutto e ci volle un bel po' prima che riuscisse a espellerlo tutto.

Il corvino finì con il venire di nuovo e il ragazzo dagli occhi smeraldo era ancora eccitato, toccò a Levi questa volta, lo leccò nei punti più erogeni senza neppure saperlo e così il ragazzo gli venne in bocca, il corvino mandò giù il liquido caldo e leccò quello che gli era rimasto sulle dita.

Una volta che si fu rivestito Eren riprese le sue sembianze di corvo e ne andò.

Il giorno dopo si presentò alla leggione esplorativa come soldato sottoforma umana, ora Levi era suo e avrebbe fatto di tutto pur di stare al suo fianco.

Le camere non bastavano quindi doveva andare in una delle stanze dei caprali,ovviamente si offrì Levi, dopo aver sentito tutti i commenti che gli altri caporali avevano fatto quanto fosse carino e sexy il nuovo arrivato fu preso da un'immediata gelosia, se qualcuno avesse provato a separarli se la sarebbe vista con le dell'uomo più forte dell'umanità.

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