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𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 28

Roxanne

Lascio la spiaggia dirigendomi verso l'auto, solo ora ricordo di aver dimenticato il telefono al suo interno notando diverse chiamate da parte di Beth ed una da parte di Jace.

Che cazzo mi chiami a fare brutto stronzo? È colpa tua se sono qui, se ho saltato scuola evitando la tua persona in tutti i modi.

Leggo un messaggio inviatomi dalla mia migliore amica.
Da: Beth
«Hey Anne che fine hai fatto? A saperlo che saltavi scuola ti avrei seguita! Non dare buca stasera, verrei a prenderti per i capelli se lo facessi!».

Sorrido divertita leggendo le sue parole, così faccio per chiamarla.
«Ciao bulla! La serata di ieri mi ha devastata, sono stata con il mal di testa per quasi tutta la mattinata. Ho pensato di saltare scuola proprio per evitare di perdermi il Rave di stasera e, a proposito, passi da me per prepararci?».

Beth lancia un urletto che mi obbliga a staccare il telefono dall'orecchio, «certo che sì chica! Per le 19.30 sarò da te. Spero che tu ti sia ripresa, sennò tranquilla, il divertimento di stasera ti farà passare ogni male! A dopo».

La saluto e riattacco, svoltando verso il cancello di casa mia.

Vedo la macchina dei miei genitori parcheggiata nel vialetto, notando papà che ripone delle valigie all'interno del cofano.

«Hey papino, siete già pronti per ripartire, ancora?».

Mi avvicino abbracciandolo, con lui che mi sorride e mi lascia un tenero bacio tra i miei lunghi ricci, «purtroppo sì piccola mia, abbiamo un colloquio importante con la Bloomberg L.P. a cui non possiamo assolutamente mancare».

Chiude il cofano e fa per girarsi verso di me, «non staremo via per più di due settimane, però insieme a vostra madre avevamo pensato una cosa. Se andassimo a fare un piccolo viaggetto familiare tutti insieme, che ne dici? Come i bei vecchi tempi!».

Sorrido per la sua richiesta, quanto mi mancano i viaggi di famiglia!

«Sí! Sarebbe un'idea fantastica pa'. Attenderò con ansia il vostro ritorno».
Abbracciandoci sentiamo mamma uscire, «ed io non merito un po' di coccole?», si avvicina a noi legando le sue braccia ai nostri corpi.

«Di' a Jace della nostra partenza e della vacanza, lo abbiamo visto poco in questi giorni, è successo qualcosa tra di voi?».

Il mio corpo si paralizza, pensando alla prima bugia da poterle rifilare, «nulla di che mamma, soliti litigi tra fratelli. Una novità forse c'è..», mi guardano aspettando che io finisca di parlare, «Jace ha una ragazza, la quale le ha chiesto di trasferirsi da lei e beh, forse lo farà».

I miei genitori rimangono spiazzati dalla mia affermazione e, guardandosi, risponde mio padre.

«Lo farà dopo la vacanza, ora, che noi non ci siamo, tu non resterai da sola in questa casa. Avvertilo, sennò lo farò io a furia di minacce!».

Sorrido per quello che dice, almeno tu pensi alla mia sicurezza e alla solitudine che proverei in questa enorme casa, a differenza di qualcun altro.

Abbracciandoli ancora e salutandoli, con la promessa che si faranno sentire appena arrivati a New york, lasciano casa.

~~~~~~~~~~~~

Il pomeriggio è passato in fretta, Jace ancora non è rientrato, ma poco me ne importa.

Fra poco arriverà Beth, tutte le mie attenzioni dovranno ricadere solo ed esclusivamente su quello che indosserò e sul divertirmi stasera.

Sento bussare alla porta, apro e noto la mia migliore amica con un borsone enorme tra le mani, «chica mi aiuteresti? Ho pensato di portare giusto qualcosina per avere più scelta sul cosa indossare stasera!».

Rido di gusto, ho un armadio pieno di vestiti e lei ne porta altrettanti, è matta da legare!

Saliamo le scale fino a quando la porta si apre di nuovo, notando Jace con Victoria.

Ci fermiamo alla fine di esse, Beth fa un cenno di saluto, mentre io mi limito a parlare della conversazione avuta con i miei questo pomeriggio, «i nostri sono ripartiti, tornano tra due settimane. Ho parlato con loro del tuo trasferimento, non l'hanno preso bene. Quindi, fino a quando loro non saranno di ritorno tu devi stare qui, con me. Chiaro? Vale anche per te, Victoria».

Sorrido falsamente, gli do le spalle senza aspettare una loro risposta ed entro con Beth in stanza.

«A cosa ti riferivi sul trasferimento di tuo fratello? Dove vorrebbe andare?».

Guardo Beth prima di entrare in doccia, «vuole trasferirsi da Victoria, ma la sua vita da sposino dovrà aspettare ancora un po', per sua sfortuna e per quella dell'oca».

Dopo essere uscita dal bagno, aver dato un'aggiustata ai capelli e al trucco siamo pronte per vestirci!

Beth sceglie un abito corto, floreale, sulle tonalità dell'azzurro, che si intona benissimo con la sua carnagione e con i suoi occhi smeraldo.

«Sei bellissima amica mia», le faccio fare una piroetta abbracciandola, «dai, non vezzeggiarmi! Preparati anche tu, siamo già in leggero ritardo, ho rifiutato due chiamate da parte di Ryan che ci ucciderà appena arriveremo al capannone».

Rido prendendo un abito dall'armadio, optando per uno fresco ed estivo.

È un vestito corto, con un corpetto succinto rosa cipria ed una gonna semitrasparente all'altezza della coscia dello stesso colore.

Infilo degli stivali bianchi con un po' di tacco, alti fino al ginocchio, prendo la borsa a tracolla della Chanel abbinata alle scarpe, una spruzzata di profumo e siamo pronte per uscire!

Scendendo le scale notiamo come Jace e la sua commare siano ancora qui, «finalmente, vi stavamo aspettando. Jace ha voluto che andassimo tutti insieme, che gioia», dice sarcastica Victoria.

Non sai quanto odi io condividere la stessa aria con te, gallina.

Sposto lo sguardo su Jace che mi fissa insistente, «ti piace il mio vestito fratellone?».

Lo stuzzico aspettando una sua risposta, «è una festa in un capannone abbandonato, non un matrimonio. Troppo eccentrica per i miei gusti».

Si gira verso Victoria che, con la sua minigonna e il suo top striminziti lo guarda soddisfatto.

E sarei io quella troppo eccentrica?

Usciamo di casa entrando in auto.
Il viaggio è accompagnato da un silenzio tombale, se non fosse per la musica che dallo stereo accompagna il nostro tragitto.

Voglio che tutto intorno ci sia solo la vita per me: voglio te, notte e giorno

Ascolto il pezzo di una canzone italiana che mi fa impazzire, "Vieni a vedere perché" di Cesare Cremonini e, sentendo quelle parole, guardo Jace dallo specchietto retrovisore, notando come, anche lui, stava posando i suoi occhi su di me.

Dico sempre che non cerco amore
Che preferisco badare a me
Ma questa non è la verità.

Sposto il mio sguardo verso il paesaggio che viaggia con noi, sembra che tutto giri contro di me e contro le mie intenzioni di voler dare una svolta a questa maledetta situazione.

Arriviamo nella periferia di Long Beach, luogo in cui si terrà il Rave e, parcheggiando l'auto poco distante, usciamo per incamminarci verso la festa.

Il posto è gremito di persone, con le note di Skrillex che rieccheggiano nell'aria.

Stasera ho voglia di sballarmi perdutamente!

Prendo Beth per mano, saluto con un misero cenno mio fratello e quell'anatra, addentrandoci nella mischia.

Prendiamo da bere nello stand apposito per gli alcolici, muovendoci a ritmo di musica.

«Finalmente siete arrivate stronze!», Ryan, Cody ed Ander si avvicinano a noi.

Li abbracciamo ed Ander, passandomi lo spinello, si avvicina al mio orecchio così da sovrastare la musica.
«Sei bellissima stasera, Roxi», gli sorrido di rimando, appoggiandomi sul suo petto e iniziando a ballare insieme.

Lui mi posa le labbra sul collo, lasciandomi una scia di baci che riempiono il mio corpo di fremiti.

Poggio una mano dietro la sua nuca e, spostando il suo viso, faccio combaciare le nostre labbra dando via ad un bacio passionale e violento.

Staccandoci, senza fiato, noto dietro di lui mio fratello che ci guarda. Di Victoria nemmeno l'ombra, perché è lì da solo?

Come se non bastasse, si avvicina verso di noi, senza mai staccare gli occhi da me.

«Avete da fumare?» Urla per farsi sentire a causa del volume troppo alto della musica.

Ander lo guarda, si sposta da me e caccia dalla tasca una canna già chiusa.

«Questo è per porre pace tra di noi, che te ne pare fratello?», Jace lo guarda sprezzante, ride beffardo e, prendendo lo spinello, gli da una pacca sulla spalla, rimanendo non poco distante da noi.

Mi stacco da Ander, avvvicinandomi a lui, troppo curiosa nel domandargli dove ha lasciato la sua principessa «dov'è la tua scopata di turno? Oh scusa, fidanzata?».

Lui, senza nemmeno guardarmi, mi dice «a ballare con le sue amiche, mi annoiava star con loro».

Lo fisso intensamente, è fottutamente bello nella sua camicia bianca a tre quarti che lascia via libera ai suoi ipnotici tatuaggi e il jeans nero che mette in evidenza tutti i suoi muscoli.

Roxanne, menomale che dovevi cancellare questi sentimenti!

Come se lui sentisse il peso del mio sguardo si volta, «balliamo?».

Resto stupefatta dalle sue parole ma, per quanto la mia mente cerchi di rifiutare il suo invito, il mio corpo agisce da sé e, prendendogli la mano iniziamo a spostarci nel bel mezzo della folla.

Sotto le note di "Cutting Shapes" di Don Diablo iniziamo a ballare sfrenandoci, incuranti di tutto ciò che ci circonda.

Sembra che la situazione di gelo, distacco e indifferenza sia stata spazzata via da questa aria felice.

Ridiamo divertiti.

Ci guardiamo, ci studiamo, ci avviciniamo l'uno al corpo dell'altro.

Mi abbraccia, mi stringe, mi tocca come se fossi di sua proprietà.

«Mi manchi, Ro'», sento il suo viso poggiarsi sul mio collo ed il mio cuore si incrina un po'.

«Mi manchi anche tu, J, divertiamoci stasera. Fingiamo che tutto tra noi vada bene».

Gli lascio un bacio sui folti ricci e continuiamo a ballare fino a quando, staccandosi dal mio collo, avvicina il palmo al mio viso, facendo scontrare i nostri nasi.

«C'è così tanta gente, non credo baderanno a noi. Ho una dannata voglia di baciarti Roxanne. Ti prego, permettimelo».

Inebriata dalle sue parole rimango a fissarlo, facendo scendere i miei occhi sulle sue labbra già pronte per accogliere le mie, fino a quando...

«RAGAZZI PIEDIPIATTI CAZZO! SCAPPATE!»

La folla inizia a muoversi ovunque, spingendosi alla ricerca della via di fuga più veloce da raggiungere.

Jace, incazzato, mi prende per mano, cercando di allontanarci da questo panico generale.

In una corsa raggiungiamo l'auto, prendo il telefono così da inviare un messaggio sul gruppo dei ragazzi.
Da: Roxanne
«Tutti a casa nostra! Io e Jace siamo all'auto, vi aspettiamo lì, è scoppiato il casino, fateci sapere se è tutto ok!»

Invio il messaggio notando che le risposte non tardano ad arrivare.

Fortunatamente sono tutti lontani dai guai, un giro in questura non farebbe di certo bene al nostro rendimento scolastico, quindi, con sollievo ci dirigiamo verso casa.

Jace stacca una mano dal volante posandola sulla mia gamba, «mentivo quando ho detto che questo vestito era troppo. Sei sempre così bella, sorellina».

Guardo il suo profilo, così perfetto e bello da morire.

Ed io mentivo quando dicevo di odiarti Jace, sei la cosa più vicina alla definizione di amore per me.

Stringo la sua mano e, così, sfrecciamo per le strade della nostra amata città.

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