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29- Piangere

<<Mettimi giù! o ti giuro che ti do un calcio, e non avrò paura di farti
male!>>
Urlò Amor.
Aveva un' energia mai avuta prima.
Berlino alzò gli occhi al cielo per la parlantina continua.
Non ne poteva più, se non fosse per il fatto che era Amor, l'avrebbe già fatta fuori all'istante.
Berlino arrivò al suo studio e mise Amor sulla sedia
<<Era ora che mettevi giù, quanto ci hai messo?>>
Berlino si mise seduto davanti a lei
<<Allora, non ci senti? ti ho detto che non voglio parlare con te, perché devi insistere.
Ho voglia di bere, dove la mia bottiglia di liquore?>>
Amor si alzò barcollando
<<Penso che per oggi hai bevuto abbastanza Amor>>
Disse lui facendola sedere nuovamente.
<<Ascoltami, tu non sei mio padre va bene? io posso fare quel cavolo che mi pare, se ho voglia di bere lasciami bere.
È per colpa tua se sono in questa situazione, fammi almeno dimenticare i miei dispiaceri e rabbia nel alcol>>
Gli urlai contro, poi strizzò gli occhi.
<<Ecco.... per colpa tua mi sta venendo anche da piangere, vai via di qui e lasciami sola>>
Qualche lacrima cominciò a scendere, prontamente cacciata via con il dito.
Berlino la guardò non sapeva come fare
<<Amor, io..>>
<<Amor un cavolo>>
Sembrava che l'alcol l'avevasse fatta diventare ancora più coraggiosa, togliendole qualsiasi freno sulla lingua, facendole dire tutto quello che pensava.
<<Non chiamarmi mai piu, non voglio sentire più il tuo nome della tua bocca.
hai idea di come mi sento?
sono devastata, distrutta, ho il cuore in mille pezzi.
Per colpa tua ho creduto un altra volta nell'amore, e guarda cos'è successo?
Sono rimasta fregata.
Perchè?
perchè mi hai fatto credere che tra di noi ci fosse stato del tenero? perché non mi hai lasciato con gli altri ostaggi?
perchè mi hai fatto del male dall'inizio?
che cosa ti ho fatto per portare odio nei miei confronti?
È da molto che mi faccio queste domande e ho il diritto di sapere la verità, perchè altrimenti impazzirò senza sapere nulla>>
Berlino la guardò e non disse nulla.
<<Forza parla, che cosa aspetti?>>
<<Senti.... io non lo so perché ho avuto questa ossessione di te dalla prima volta che ti ho vista, va bene?
Puoi chiamarmi come ti pare e pensare tutto quello che vuoi, ma non ci posso fare niente se mi hai colpito dalla prima volta che ti ho vista.
E si, anche se ti ho fatto del male, io non riesco proprio a toglierti dalla testa.
E come.. se non riesco a lasciarti andare.. è più forte di me>>
Amor rimase un attimo interdetta da quello che disse Berlino, non se la aspettava una confessione del genere.
Fece un sospiro
Non ci stava capendo più niente, forse era l'alcol, oppure era soltanto arrabbiata.
Sta di fatto che la sua testa andò in confusione, non sapeva più cosa fare e dire.
<<Io... non so cosa dire.. non ci sto capendo più niente.
Ho solo una grande confusione in testa>>
Confessò mettendosi la mano sulla testa.
<<Non mi sento tanto bene, oh bisogno di uscire da qui>>
Amor si sentì strana, gli veniva da piangere ma allo stesso tempo era arrabbiata.
Una cosa era certa: non voleva vedere Berlino.
In quel momento, la sua sola presenza le stava facendo solo del male.
I suoi occhi diventarono lucidi, ma non le veniva da piangere.
Voleva solo urlare e uscire da quello che le sembrava un incubo che si ripeteva all'infinito, senza via d'uscita.
Si mise le mani sulle orecchie, era come se sentisse la sua voce dentro di lei urlare
<<Amor, che cosa succ->>
<<Ti prego Berlino, non parlare.
Non ti voglio sentire, voglio solo rimanere sola con i miei pensieri>>
<<Non voglio lasciarti sola>>
Berlino si avvicinò a lei e le toccò la spalla dolcemente, lasciando la sua mano lì.
Amor tirò via le mani dalle orecchie, e a quel tocco Si irrigidì diventando nervosa.
Lo guardò furiosa: quel gesto non lo doveva fare in quel momento
<<Allora proprio non capisci quello che ti ho detto>>
ringhiò Amor tirando via la mano arrabbiata.
<<Mi devi lasciare in pace, non voglio più vederti
È finita, come te lo devo dire?
Io non ti amo Berlino, è ora ti fartene una ragione una volta per tutte>>
Lui si allontanò un po', come se quelle parole lo avessero colpito nel profondo.
<<Amor.. non puoi dire veramente cosi, magari è l'alcol che ti fa dire certe cose>>
<<Ah davvero? e come mai l'alcol fa dire la verità?>>
Berlino si bloccò un attimo e rimase in silenzio.
<<Allora.. questa è davvero la fine.. sei.. sicura Amor?>>
<<Si, sono sicura>>
<<Allora.. Ciao Amor>>
<<Ciao Berlino>>
Si guardarono un attimo e poi Amor parlò
<<Bene, ora vado>>
<<Ti accompagno alla porta>>
<<Posso arrivarci da sola, non scomodarti>>
Berlino la guardò senza dire nulla, guardandola allontanarsi da lui.
Una volta uscita dallo studio, Amor si fermò un attimo fuori dalla porta.
Un dolore dentro di lei le fece mettere la mano sul cuore.
Era come se, una volta usciti di lì, il suo cuore si era rotto, nel dire quelle cose.
Pensava davvero quello che gli aveva detto? oppure era solo la rabbia?
Amor fece un sospiro, incamminando
verso gli altri ostaggi.

Era notte e Amor si svegliò di nuovo.
Ormai si era abituata a dormire poco.
Ma questa volta era diverso.
Non sarebbe andata a camminare come suo solito.
Gli occhi si iniziarono a inumidire,
Amor voleva solo piangere.
Si alzò lentamente per non fare svegliare gli altri, e si incamminò velocemente nel bagno.
Appena dentro, chiese la porta velocemente e si mise rannichiata sulle sue ginocchia appoggiando la testa sopra di esse, iniziando poi a piangere tutte le lacrime che aveva nel corpo.
Le sue dita erano conficcate nel braccio, tanto quanto era il dolore che provava dentro.
Ogni tanto si stringeva su se stessa per soffocare un urlo, per non farsi sentire.
Era messa davvero così male?
Si chiuse le orecchie per isolare tutto il suo dolore.
<<Basta, non c'è la faccio più>>
Le lacrime continuavano a scendere, sembravano non finire più.
Rimase per un pò di tempo in quella posizione, con le mani sulle orecchie, finché non sentì un mano sulla spalla.
Prese un po' di paura e fece un sbalzo, il suo corpo si allontanò di qualche centimetro.
Tolse le mani, e alzò gli occhi, non riuscendo ormai a dire nulla.
I miei occhi incontrarono quelli di Berlino, e anche lui stette in silenzio.
Ci fu un gioco di sguardi, in cui i miei occhi dicevano tutto.
Chiedevo aiuto e pace, ma dentro ero distrutta in mille pezzi.
Pensavo che non mi avrebbe sentita nessuno, invece non era cosi.
La mia faccia era sconvolta, così come i miei occhi rossi e gonfi.
Le labbra le tremavano, mentre le lacrime non si davano pace di smettere.
Berlino non fece un cenno, poi si abbassò all'altezza di Amor.
Allungo le mani per prenderla, ma Amor si mosse un po', voleva rimanere lì da sola.
<<Amor... stai tranquilla>>
Disse Berlino per tranquillizzarla.
Amor si abbandonò a lui, si sentiva senza energie.
Berlino la prese in braccio, e Amor poté constatare quanto si sentisse gracile in confronto a lui.
<<Amor... sei dimagrita!
da quanto tempo non mangi?>>
Berlino si preoccupò sentendola più leggera del solito e vedendola senza forze.
<<Penso... due giorni... da quanto è successo tutto questo mi si è bloccato lo stomaco>>
Dissi con voce flebile
Berlino la guardò sconvolto.
<<Non farlo mai più, sai che non ti fa bene>>
Amor non rispose, con tutto quel piangere, il fatto di essere in braccio a Berlino, la stanchezza e tutto, le venne da addormentarsi.

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