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8 - Begin Again

Tornare a casa.

Questo era l'unico aspetto positivo che accompagnava la fine della guerra, ma per Marie e Mori non si poteva dire che fosse vero.

Non avevano un posto in cui tornare e dopo il coinvolgimento di Mori in guerra la situazione era piuttosto tesa.

Le vie legali forse non erano più neppure un'opzione contemplabile per lui dopo quello che aveva fatto.

Durante la guerra quello squallido container era stato la loro dimora temporanea, eppure аveva contribuito a dare stabilità alla loro vita.

Una stabilità con un prezzo molto alto, ma pur sempre di stabilità si parlava.

Anche avere avuto un'amica seppur per un breve periodo l'aveva aiutata.

Ora il suo unico compagno di giochi restava il suo draghetto.

E Elise.

In seguito alla guerra vi era stato un cambiamento non indifferente in come l'abilità del padre si manifestava.

Fino all'ultimo giorno del conflitto Elise era stata una giovane donna taciturna e servizievole che aiutava il padre a gestire al meglio tutte le attività legate alla cura dei soldati, ma; la prima volta che era ricomparsa dopo che avevano lasciato il campo di battaglia, Marie aveva fatto fatica a riconoscerla e quasi si era spaventata nel vederla, ma gli occhi colore del cielo e i capelli biondo grano erano sempre gli stessi.

Ora però Elise appariva come una bambina.

Una bambina vivace e piena di vita.

Con una strana sensazione che non sapeva definire Marie ricondusse quelle caratteristiche vitali proprio a Yosano.

I ricordi degli ultimi momenti insieme ancora la visitavano e spesso la tormentavano nei suoi sogni, ma non poteva fare nulla per scacciarli o alterare quanto successo.

L'unica cosa che poteva fare era sperare che la sua amica fosse riuscita a superare i traumi che il padre le aveva causato e che ora vivesse se non felice, quantomeno più serena.

Questa era l'unica speranza che aveva.

Fu in questo periodo che una nuova figura entrò a far parte delle loro vite.

Avevano da poco trovato una nuova sistemazione fissa quando quell'uomo varcò per la prima volta la soglia della loro casa.

Marie si era fatta piccola nella sua stanzetta, sapeva che la regola del non farsi vedere troppo dagli sconosciuti era ancora valida e, come al solito, non era sua intenzione fare arrabbiare il padre inutilmente.

I due parlarono a lungo e Marie continuò a restare nascosta fin quando Mori non la raggiunse.

"Marie? Ti va di venire un attimo? Voglio farti conoscere una persona."

La bambina lo seguì con titubanza, non si era mai verificata una cosa del genere.

Si sedette al piccolo tavolo nell'angusto soggiorno puntando i suoi occhietti rossi sullo sconosciuto.

"Ti somiglia molto, Mori." Osservò l'uomo dai capelli color cenere.

"Ciao piccolina. Io sono Fukuzawa Yukichi, un amico del tuo papà, piacere di conoscerti." Disse l'uomo con un caldo sorriso sulle labbra.

Marie sorrise a sua volta.

Non aveva visto molti sorrisi negli ultimi anni della sua vita.

"Io sono Marie."

Quella non fu l'ultima volta che vide quell'uomo.

I grandi non le spiegavano molto di quello che stava succedendo, ma era chiaro anche per lei che il padre e quel Fukuzawa lavorassero insieme.

Nonostante Marie percepisse un'aura molto diversa da quella del padre, sembrava che i due riuscissero inspiegabilmente a collaborare e ad andare d'accordo tra loro.

In alcune occasioni le era anche capitato che il padre la lasciasse con Fukuzawa e, a suo modo, anche lei aveva imparato a volergli bene e aveva notato come anche Mori sembrasse più sereno, ma anche questo periodo ebbe vita breve e i fantasmi del passato tornarono presto a bussare alla loro porta.

Successe, quando una sera, senza nessun preavviso; Mori le annunciò che il giorno dopo sarebbero andati a riprendere Yosano.

Gli occhi di Marie si illuminarono, ma poi persero vitalità quasi subito.

Stando a come si erano lasciati l'ultima volta dubitava che Yosano potesse davvero essere felice di questo sviluppo.

"Non ti preoccupare, andrà tutto bene."

Mai fu una rassicurazione del padre più nefasta di quella pronunciata in quell'occasione.

Non una sola cosa andò bene il giorno dopo.

Il padre aveva sì trovato Yosano, ma nessuno aveva preparato Marie allo stato catatonico in cui quest'ultima si trovava.

Stava molto peggio di quanto si era immaginata, forse perché la sua immaginazione non poteva spingersi a tanto.

Marie rimpiangeva quando Yosano era ancora in grado di riservare i peggiori insulti a lei e al padre.

Almeno in quel frangente era ancora sé stessa.

Ora sembrava più morta che viva.

Era visibilmente dimagrita e i suoi occhi sembravano contemplare il vuoto.

Erano completamente spenti.

Mori le si avvicinò, blaterando di come avesse ancora bisogno dell'abilità di Yosano per portare a termine i suoi piani.

Naturalmente non ottenne nessun tipo di risposta.

Marie non poteva far altro che criticare le assolutamente non nobili intenzioni del padre e l'idea che volesse riportare Yosano in quell'inferno che l'aveva resa un vegetale non poteva che disturbarla, eppure provò anche lei a parlarle.

Provò a richiamare alla memoria tutti i discorsi che avevano tenuto loro compagnia durante la guerra, i primi che si erano scambiate prima che la situazione degenerasse.

Nulla sembrava smuoverla.

Allora prese esempio dal padre e andò a rivangare il coltello nella piaga e provò a richiamare tutti gli eventi traumatici che aveva dovuto affrontare.

Neppure quello sembrava funzionare.

Lanciò uno sguardo preoccupato in direzione del padre.

Come sempre aveva uno sguardo impassibile.

Come faceva ad essere così?

"Non ti preoccupare, tesoro. Si riprenderà. Ricordati che sono un medico, dopotutto. Riuscirò a farla tornare come prima."

Marie lo guardò con estrema diffidenza.

Come può il tuo carnefice farti tornare a sorridere?

A quanto pareva, per Mori sembrava possibile.

Prese la carrozzina sulla quale sedeva Yosano, deciso a portarla via con loro.

Marie era attraversata da sentimenti contrastanti.

Per quanto avrebbe voluto che Yosano tornasse nelle loro vite, sapeva anche che niente e nessuno avrebbero mai potuto riportare la spensieratezza che aveva caratterizzato il loro primo periodo insieme.

Lei e Mori non erano le persone adatte a riportare colore nella vita di Yosano.

Camminavano lungo gli angusti corridoi di quel lugubre luogo quando la loro corsa venne fermata da una figura ben nota a entrambi.

Mori sorrise.

"Ciao, Fukuzawa."

Il viso di quest'ultimo non era per niente amichevole.

"Cosa significa tutto questo, Mori, cosa stai facendo?"

Chiese l'uomo con durezza.

"Porto a termine i miei piani."

"Sfruttando una povera bambina?"

"Quante parole dolci che mi riservi sempre, Fukuzawa."

La conversazione degenerò ben presto in uno scontro aperto tra i due.

Marie li osservava combattere con un certo fascino.

Non era la prima volta che si perdeva ad ammirare i bisturi del padre fermare la katana di Fukuzawa.

La tecnica di combattimento del padre non smetteva mai di affascinarla, era uno spettacolo che avrebbe osservato per ore.

I combattimenti tra il padre e l'uomo avevano per lei il sapore di una danza proibita.

"È difficile anche per me stabilire chi possa vincere tra i due.

Giocano ad armi pari."

Marie sobbalzò.

Un ragazzino con un lecca-lecca in bocca sembrava essere spuntato dal nulla.

Lo osservò curiosa.

Lo vide lanciare uno sguardo a Yosano.

"Tuo padre è decisamente un mostro."

Marie non rispose. Condivideva lo stesso pensiero.

"Siamo venuti a salvarla dalle sue grinfie."

"C'è ancora speranza per lei?"

Il ragazzino si frugò nelle tasche e tirò fuori un oggetto scintillante.

Marie sgranò gli occhi.

Era la molletta a forma di farfalla che le aveva regalato quel soldato!

Ricordava che era andata persa durante gli ultimi giorni di guerra e le vane ricerche nel disperato tentativo di trovarla.

Come faceva ad averla quel ragazzino?

Gli occhi di Yosano si riempirono di lacrime e tornarono pian piano a essere vitali.

Quella farfalla sembrava fosse riuscita a fare il miracolo.

Marie guardò il ragazzino sorridendo.

"Direi che è in ottime mani."

Lo scontro tra Mori e Fukuzawa, come prevedibile, non si concluse né con vincitori né con vinti, ma segnò una nuova fase nelle loro vite.

Il rapporto con Fukuzawa si incrinò inevitabilmente dopo quell'evento e Marie non lo rivide più accanto al padre.

Venne a sapere che aveva fondato una sua agenzia investigativa e che Yosano ne faceva parte.

Marie immaginò e sperò che la sua nuova vita la rendesse felice e non provò più a mettersi in contatto con lei, sentendo nel profondo del cuore di non avere il diritto di chiederle nulla.

Dopo alcuni fallimentari tentativi di frequentazione della scuola pubblica, Marie aveva terminato gli studi con un'insegnante privata.

Nel mentre Mori era riuscito a diventare il nuovo boss della Mafia.

Più volte le aveva chiesto di entrare nell'organizzazione criminale, finché Mori non aveva trovato un modo di trasformare la sua passione e bravura nel cucire vestiti in un vero lavoro presso la boutique di Mme Schneider.

Considerando anche la difficoltà di Marie nel relazionarsi con gli altri a causa di Umi to Dokuyaku era anche riuscito ad ottenere un compromesso interessante: che Marie si recasse alla boutique per le prove con le clienti o in altre occasioni particolari, ma la confezione del capo poteva tranquillamente avvenire a casa.

Marie era più che soddisfatta di questa soluzione, ma, durante una delle sue visite in negozio avvenne qualcosa di decisamente sorprendente.

Marie aveva compiuto i 18 anni e lavorava da poco per la boutique quando un incontro con una cliente si trasformò in qualcosa di più.

Già la voce in lontananza della misteriosa cliente aveva risvegliato qualcosa di familiare nella mente di Marie, ma nessuno l'avrebbe mai potuta preparare allo shock di trovarsi di fronte proprio Akiko Yosano.

Pensò subito che potesse trattarsi di un brutto scherzo giocatole dal suo cervello, ma il fermaglio a forma di farfalla era una prova più che evidente che non si stava sbagliando.

Quella di fronte a lei era proprio Akiko Yosano.

Il silenzio imbarazzato che aveva seguito il loro incontro le aveva suggerito che vi erano delle ottime probabilità che anche lei fosse stata riconosciuta.

Forse la sua somiglianza con Mori aveva contribuito.

Marie aveva intuito dal guizzo che aveva attraversato gli occhi di Yosano il tipo di ricordi che doveva aver appena rievocato in lei.

A quel punto Marie aveva due strade da percorrere: riconoscerla ufficialmente come Akiko Yosano e chiederle come stesse o fingere di non conoscerla.

Il suo cuore avrebbe voluto percorrere la prima opzione, ma la ragione le suggerì di scegliere la seconda.

Lo sguardo di Yosano le aveva fatto intuire che non era pronta ad affrontare quel tipo di conversazione.

Fece qualche piccola modifica ai vestiti che aveva provato e la indirizzò verso una serie di modelli che avrebbe potuto apprezzare.

Non scambiarono molte parole in più di quelle strettamente necessarie, ma Marie ci tenne a dire un'ultima cosa prima di lasciarla andare.

"Mi assicurerò che non sia io a servirvi la prossima volta."

Annunciò cercando di regalarle uno dei suoi sorrisi migliori e, prima che la ragazza iniziasse a insultarla, Marie se ne andò ritenendo che fosse la scelta migliore per entrambe.

Proprio come Mori, anche lei manteneva fede alla parola data e non si presentò all'appuntamento di Yosano, dando il materiale a Mme Schneider e spiegandole tutto quello che c'era da sapere.

Le faceva male non poter fare nulla di più, ma aveva visto che Yosano era decisamente rinata negli ultimi anni.

Non aveva bisogno che le rovinasse la vita una seconda volta.

La prima era decisamente bastata.

Nei giorni successivi aveva semplicemente cercato di scordarsi l'accaduto e di continuare tranquillamente con la sua vita, ma qualcuno la pensava diversamente.

Un giorno, tornando in boutique, scoprì cha la cliente che doveva servire era ancora una volta la ragazza con la farfalla dorata.

Marie pensò che dovesse trattarsi di un errore o di uno spiacevole fraintendimento.

"Posso chiamare un'altra collega..." Si affrettò ad andarsene, ma la voce di Yosano la fermò.

"Marie, aspetta."

La ragazza si fermò, ma non si voltò, sorpresa che Yosano si appellasse a lei così direttamente.

"Marie, sei tu, vero?" Chiese nuovamente con titubanza.

Allora la ragazza si girò nella sua direzione.

"Sì, sono proprio io. Dev'esserci stato un inconveniente, avevo chiesto di non essere io ad occuparmi di te..."

"Nessun inconveniente. Ho chiesto io di avere te."

Marie sgranò gli occhi

"E perché mai avresti dovuto fare una richiesta simile? Non dovresti odiarmi?"

Yosano sospirò.

"Rivederti mi ha riportato alla memoria ricordi che vorrei semplicemente dimenticare, però... ci ho pensato molto negli ultimi giorni. Penso che dovremmo parlarne con calma."

Marie era titubante, ma non poteva lasciarsi perdere quell'occasione.

Aveva già perso una volta Yosano.

Così aveva accettato di incontrarla fuori dalla boutique per risolvere tutto quello che avevano lasciato in sospeso.

"Ripeto, dovresti odiarmi considerando tutto quello che mio padre ti ha fatto."

"Quello che tuo padre mi ha fatto, non quello che tu mi hai fatto. Ritengo sia una specifica importante da fare."

Marie venne colta alla sprovvista, ma aveva la risposta pronta.

"Resto sempre sua figlia. Non rivedi il tuo carnefice guardandomi?"

Yosano rimase colpita dalla singolare scelta di parole adottata da Marie, non ricordava di averla mai sentita esprimersi in maniera così dura, ma come Marie non sapeva cosa le era successo negli ultimi anni, lo stesso valeva per lei.

Avevano entrambe molto da recuperare prima di poter arrivare a comprendersi.

"Sì, gli somigli particolarmente, ma, ripeto, tu non sei lui. Siete due persone diverse. Senza contare che all'epoca della guerra eri solo una bambina... Eravamo solo delle bambine. Non puoi sentirti in colpa per quello che mi ha fatto fare."

"Però..."

"Niente però, Marie. Eravamo davvero due bambine. Cos'avresti mai potuto fare?"

"Ho comunque usato la mia abilità su di te... Questo sì che è colpa mia..."

"Non la sapevi usare, Marie! Non l'hai fatto apposta e... Inoltre..."

"Cosa?"

"Tu non mi hai abbandonata quando ho avuto il tracollo dopo..."

Non c'era bisogno che finisse la frase per capire a cosa stesse facendo riferimento.

"E anche dopo averti urlato le peggio cose... tu non mi hai abbandonata... Hai provato a starmi vicino, ma l'unica cosa che ho saputo fare è stata respingerti... come se tu centrassi qualcosa..."

"Non fa niente. Non ti preoccupare. È stato un periodo difficile per tutti..."

"Anche quando tuo padre è venuto a reclamarmi qualche anno dopo... tu hai provato a tendermi la mano, ma, ancora una volta..."

"Quel ragazzino e Fukuzawa sembra che siano riusciti a farti uscire dal tuo guscio." La interruppe Marie sorridendo.

Yosano sorrise a sua volta e iniziò a raccontarle tutto quello che era successo e di come l'agenzia avesse cambiato la sua vita.

L'unico rammarico che le era rimasto era quello di non essere mai più riuscita a recuperare la sua abilità originaria.

Non era più in grado di curare ferite superficiali, ma riusciva a farlo solo se si trattava di ferite mortali.

Era qualcosa che non poteva sistemare, ma i suoi muovi colleghi e amici non avevano fatto altro che riempiere la sua vita di colori, cosa che ben presto scoprì non si potesse dire anche per Marie.

Yosano scoprì presto che la vita non era stata altrettanto generosa con lei.

Sapeva chiaramente che Mori era ormai diventato il boss della Mafia, ma non avrebbe mai immaginato cosa aveva significato per Marie e mai si sarebbe aspettata che la ragazza non fosse ancora in grado di padroneggiare la sua abilità, ma fu contenta di constatare che esisteva un ambito della vita di Marie nel quale quest'ultima si sentiva realizzata.

Da amante della moda e dello shopping fu inevitabile trovare un punto in comune destinato a unirle ancora di più.

Qualcosa che le legava oltre al loro passato traumatico.

Quell'incontro fu uno dei tanti che seguirono poi e, in un modo o nell'altro, sembrava che fossero riuscite a riallacciare i rapporti.

Ogni tanto Yosano si azzardava a chiedere a Marie come andassero i rapporti col padre, ma, per ovvi motivi, Mori Ougai era un argomento difficile che amavano entrambe evitare.

Per Marie poi che non aveva altre frequentazioni al di fuori di Yosano, quelle uscite erano una vera boccata d'aria fresca.

E Marie aveva voluto rimandare l'uscita con Yosano, ma sapeva di averne estremamente bisogno.

Nelle ultime due settimane la sua vita era stata letteralmente sconvolta e sì, aveva decisamente bisogno di sfogare tutto quello che sentiva dentro.

Chissà, forse l'avrebbe aiutata a non riversare così spesso la sua abilità su Verlaine.

29/06/2024

Penso che avrò bisogno di un altro paio di settimane su per giù prima di tornare a pubblicare costantemente ogni settimana, have faith in me <3

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