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10 - Suburban Legends

Gli occhi di Yosano brillavano di una luce che poche volte Marie aveva avuto il piacere di ammirare.

Poco fa scherzava su di lei con Verlaine, ma ora i ruoli si erano invertiti: Yosano doveva aver avuto un colpo di fulmine.

Un vero colpo di fulmine, non come la cotta che Yosano farneticava che lei avesse per Verlaine.

Marie dal canto suo non credeva di essere romanticamente attratta dalle donne, ma riconosceva il fascino e l'eleganza di quella che stava a pochi metri da loro.

I capelli erano lisci e lunghi come i suoi, ma nei toni dell'arancione, un colore decisamente particolare.

Una parte di essi era raccolta in un elegante chignon tenuto insieme da fermagli dallo stile classico, mentre gli altri ricadevano in una pioggia ramata.

Anche da lontano i fermagli sembravano di pregiata fattura e per nulla economici, ma tutto nel suo outfit urlava lusso sfrenato.

Quella donna sapeva come prendersi cura de sé.

"Cos'hai intenzione di fare?" Susurrò Marie.

Yosano sospirò. "Non saprei. Vorrei conoscerla, ma neanche presentarmi improvvisamente e rischiare di passare per pazza... Che poi. Nessuno mi garantisce che possa essere interessata a me."

"Sciocchina..." Marie cercò di riprendere le parole che l'amica le aveva rivolto qualche ora prima.

Yosano sbuffò.

"Possa essere figa quanto voglio, ma se quella se la fa con gli uomini c'è poco da fare."

Nel frattempo la donna misteriosa pareva aver finito di osservare i vestiti e che si stesse dirigendo verso l'uscita.

Yosano lanciò un breve sguardo da quest'ultima a Marie e viceversa prima di riporre il vestito che aveva scelto sugli appendini.

"Sai, forse dovremmo provare in qualche altro negozio."

Marie sgranò gli occhi.

"Dici?" Sussurrò poco convinta.

"Penso proprio di sì."

Poco dopo si trovarono nei vicoli delle strade di Yokohama cercando di seguire la donna e, allo stesso tempo cercando di passare inosservate e di non far notare il loro inseguimento.

"Ripeto, penso che sia un'idea completamente folle."

"Non stiamo facendo nulla di male, stiamo solo cercando qualche negozio carino dove spendere i nostri soldini."

Rispose Yosano in falso tono innocente.

"Dovresti ammettere che ci sono ottime possibilità che si accorga che la stiamo seguendo."

"Ssh. Potrebbe anche andare tutto bene..."

"Già l'uso del condizionale è un'ottima premessa..."

"Ricordati che lavoro per un'agenzia investigativa. Seguire le persone è parte integrante del mio lavoro."

La videro entrare in un altro negozio di vestiti.

Yosano tentennò un momento.

"Quel negozio è molto raffinato, ma anche molto caro." Commentò Yosano un attimo.

"Perfetto... stiamo rinunciando a questa follia allora."

Per tutta risposta l'altra le prese il braccio trascinandola di peso nel negozio.

"E perché mai? Ci sono un sacco di modelli interessanti... come potremmo resistere?"

Yosano stava comunque cercando di mantenere le distanze per dare nell'occhio il meno possibile e studiare una strategia per attaccare bottone.

Mentre fingeva di osservare capi con Marie continuava a sbirciare la donna: su quali abiti si soffermava di più, quali tralasciava.

E più la guardava e più si rendeva conto che aveva dei gusti molto raffinati.

Più il tempo passava e più la sua curiosità aumentava.

Voleva davvero conoscerla.

Poco dopo la donna lasciò il negozio.

Mentre le stavano a debita distanza Marie iniziò a notare come stessero percorrendo una strada a lei fin troppo familiare.

Cercò di non darci peso.

Le possibilità che si sarebbe davvero recata in quel posto erano bassissime, dopotutto c'erano tantissimi negozi, non sarebbe mica andata lì?

E invece varcò proprio la soglia della boutique di Mme Schneider.

Lo trovò uno scherzo del destino di pessimo gusto.

"Non andremo anche là, vero?" Chiese a Yosano.

"E perché mai non dovremmo? A questo punto mi sembra quasi doveroso!"

"Ma hai ascoltato cosa ti ho detto prima?"

"Certo che sì."

"E ti sembra davvero una buona idea che io ti segua lì dentro?"

"Pensi che tuo padre non sia stato abbastanza convincente?

Dubito che Mme Schmeider ti dica qualcosa."

Non poteva darle torto.

Soprattutto sulla prima affermazione.

Eppure...

"Non mi sembra comunque una cosa molto carina da fare..."

Yosano sospirò.

"Io resto comunque una sua cliente... E può capitare che passassimo di qua e abbiamo deciso di passare a fare un giro... Se ci pensi potrebbe anche essere un gesto carino... Passavi di qui e hai comunque pensato di entrare a porgere un breve saluto..."

Questa volta fu Marie a sospirare, ma poi prese l'iniziativa e a questo giro fu lei a trascinare Yosano nel negozio.

Peccato che la ragazza non era pronta all'effetto che le avrebbe fatto rivarcare quella soglia.

La soglia dell'unico posto dove avrebbe desiderato essere.

Quel luogo che l'allenamento con Verlaine le aveva rubato.

I suoi pensieri iniziarono a vorticare.

Era proprio lì che avrebbe voluto essere.

Lì e in nessun altro luogo.

Circondata da stoffe.

Non da armi.

Continuava a guardarsi attorno con le lacrime agli occhi.

Yosano si avvicinò a lei e le prese il viso tra le mani, costringendola a guardarla negli occhi.

"Questo non è il tipo di reazione che mi aspetto. Ricordati che tutto questo è a portata di mano. Fai vedere a tuo padre di che pasta sei fatta. Fagli vedere che anche tu puoi combattere al suo stesso livello. Mostragli le meraviglie che puoi fare con Umi to Dokuyaku e, una volta padroneggiata, niente e nessuno potrà più dirti cosa puoi o non puoi fare. Sarai completamente libera e padrona della tua vita."

Le due si fissarono per un lungo istante negli occhi, poi Marie fece cenno di sì con la testa.

"Hai perfettamente ragione. Devo cercare di impegnarmi di più nell'allenamento."

Sospirò.

"Ti prometto che proverò ad abbattermi di meno."

Yosano le sorrise e le diede un bacio sulla guancia.

"Ti conviene. Anche perché non ho intenzione di restare a lungo senza i servigi della mia sarta preferita."

Yosano avrebbe voluto aggiungere che sperava fosse lei ad occuparsi dei vestiti che avrebbe sfoggiato con la sua nuova fiamma, ma quel breve momento di spaesamento di Yosano le aveva le aveva distratte e non aveva visto che direzione aveva preso.

Le due si trovavano già in una situazione critica, sarebbe stato meglio evitare di esporsi inutilmente.

Si tenne il commento per sé e trascino l'amica dove sapeva vi erano alcune delle sue creazioni esposte.

"Questi sono davvero stupendi... Peccato che non credo siano del colore giusto. Questi colori così chiari non risalterebbero mai su di me."

Marie meditò un attimo.

"Lo so. Su di te stanno molto meglio i colori accesi. Anche su di me se devo essere sincera..."

"Buongiorno, care."

Una voce tagliente interruppe la loro conversazione.

Entrambe sgranarono gli occhi vedendo la donna dai lunghi capelli ramati comodamente appoggiata a un pilastro.

Iniziò a elencare tutti i luoghi in cui era stata quella mattina prima di approdare nella boutique di Mme Schneider.

Le due impallidirono capendo di essere state scoperte dal primo istante.

Quella donna non si era persa nessuno dei loro movimenti.

Nulla le era sfuggito.

E se da una parte Yosano non poté cha preoccuparsi di fronte a tale rivelazione, d'altro canto non riuscì fare a meno dir essere ancora più affascinata da quella donna.

"Non siete state per niente brave nello stalkerarmi fino a qua e nell'istante in cui faccio la stessa cosa con voi, e pure a una distanza decisamente ravvicinata voi che fate? Non mi notate neppure per sbaglio?"

Nessuna delle due osò aprire bocca.

La donna sembrava non avere un atteggiamento ostile, ma nessuna delle due riusciva a capire dove sembrava volesse andare a parare.

La donna sorrise.

Metterle in difficoltà era il suo obiettivo ultimo e ci stava riuscendo perfettamente.

"Comunque concordo pienamente anch'io. Questi colori sono troppo spenti per il tuo incarnato e per il colore dei tuoi capelli."

Risultò chiaro a entrambe che la donna si stesse riferendo a Yosano.

A Marie si illuminarono gli occhi.

Che anche la donna trovasse Yosano interessante?

"Dato che mi state seguendo da mezza mattinata ho pensato che almeno una delle due potesse essere interessata alla mia persona... O ho forse preso un abbaglio?"

I suoi occhi erano puntati in quelli di Yosano.

Marie stava valutando se intervenire nella conversazione dato l'insolito silenzio dell'amica.

"Sicuramente non è uno dei modi più lusinghieri per conoscere qualcuno..."

La voce di Yosano era un sussurro appena accennato.

In quel momento Marie capì cosa dovesse provare Verlaine ogni volta che la sentiva parlare.

Era abbastanza certa che il suo tono non dovesse essere tanto differente da quello che aveva appena usato Yosano.

Si costrinse a non ridere.

Non era decisamente tipico di Yosano comportarsi così.

Poteva solo dedurre che la donna aveva decisamente fatto colpo su di lei.

La donna ridacchiò in seguito all'affermazione di Yosano.

"Non posso che darti ragione, mia cara. Però ho pur sempre notato che anche voi avete buon gusto in fatto di vestiti e quindi... Quindi potrei perdonare le vostre azioni..."

Gli occhi di Yosano si illuminarono.

"Piacciono anche a te questi vestiti?!"

La donna annuì.

"Parecchio. E questi in particolare hanno una fattura stupenda. Sono dei veri e propri gioiellini. Se ne vedono ben pochi così ben fatti."

"Non eri mai stata qui?"

La donna fece cenno di no. "Questo luogo mi era sconosciuto fino a qualche giorno fa. Non ci crederai mai, ma è stato il mio capo a consigliarmelo."

"Il tuo capo?"

"Incredibile, vero? Che un uomo sappia dove fare acquisti di un certo livello."

Yosano annuì.

"Infatti i miei colleghi non capiscono niente di moda e le rare volte che esco con loro a fare shopping è un disastro totale."

"Allora mi devo ritenere fortunata. Il mio capo ha abbastanza gusto. Sarà perché ama comprare vestitini alla figlia. In realtà ho anche un altro paio di colleghi che se ne intendono abbastanza."

Sospirò.

"Uno di loro sarebbe dovuto venire con me per cercare l'outfit adatto per una festa che terremo a breve, ma il mio capo ha pensato fosse una buona idea affidargli un lavoro urgentissimo all'ultimo minuto."

"Questi uomini..."

"Guastafeste e inaffidabili."

Le due risero di gusto.

Marie continuava a guardarle rapita.

Non ne capiva molto di amore e sentimenti, ma era abbastanza certa che le due stessero in qualche modo flirtando.

Che si piacessero a vicenda lo intuiva anche da come entrambe si fossero completamente dimenticate della sua presenza e di come neppure provassero a integrarla.

Era abbastanza certa che, se se ne fosse andata, nessuna se ne sarebbe accorta.

Continuò a guardarle, felice per loro, ma allo stesso tempo chiedendosi se le sarebbe mai successa una cosa del genere.

Se qualcuno avrebbe mai mostrato interesse nei suoi confronti.

Era persa in questi rimuginamenti da un po' e la conversazione andava avanti ormai da parecchio quando le due interlocutrici si resero conto che non vi erano state delle presentazioni ufficiali.

La donna rise.

"Eravamo così prese bene a parlare che ci siamo dimenticate di presentarci. Io sono Ozaki. Ozaki Kouyou."

"Akiko. Akiko Yosano." Si voltò verso l'amica.

"E lei è Marie. I vestiti che tanto ti piacciono sono opera sua!"

"Oh, ma davvero...?"

Ozaki si presentò anche con lei, ma i suoi occhi rimasero catturati dalla sua figura; non nello stesso modo in cui erano stati catturati da Yosano.

Non avrebbe mai negato che anche Marie era una ragazza veramente bella, ma vi era qualcosa di familiare in lei.

Qualcosa di estremamente familiare a cui non era in grado di dare un nome.

Era sicura di non conoscerla, eppure...

Quello sguardo... Dove l'aveva già visto?

Cercò di non darci troppo peso.

Prima o poi avrebbe risolto pure quel dilemma.

"Quindi queste meraviglie sono opera tua... Lavori qui?"

Marie sentì un'altra pugnalata al petto ma cercò di non darlo a vedere.

"Fino a poco fa sì, però ora..."

Cercò un modo veloce e sensato per spiegare quello che le stava succedendo. "Ora mi sono presa un periodo di pausa, e per un po' niente vestiti. Sono comunque contenta di vedere che le mie creazioni piacciano così tanto."

Ozaki le sorrise.

Marie pensò di fare una cosa carina per Yosano.

Frugò nella sua borsa e fece finta di guardare il telefono.

"Oh, Yosano... ho visto che mi ha scritto mio papà. Mi chiede se posso tornare prima del previsto. Mi dispiace, temo ci toccherà continuare un'altra volta."

Yosano sapeva benissimo che si trattava di uno scenario altamente improbabile, ma capì anche quello che l'amica stava cercando di fare per lei.

La ringraziò con lo sguardo.

"Non ti preoccupare, Marie. Tanto ci rivedremo presto."

Salutò anche la sua nuova conoscenza e poi se ne andò.

Non aveva detto nulla, ma era chiaro che si aspettava di essere poi aggiornata sugli sviluppi della vicenda.

"Quindi voi due non state insieme?" Chiese Ozaki guardinga.

Yosano sgranò gli occhi.

"Beh, prima quando ti ho visto prenderle il viso tra le mani in quel modo mi è venuto il dubbio..."

"Oh!" Yosano arrossì. "No... Marie è solo un'amica, ma... ora è in un periodo particolare е aveva bisogno di essere tirata su di morale..."

"E ha comunque deciso di farti sfruttare al meglio questa opportunità... Hai un'amica veramente speciale."

"Lo so. Hai... Hai qualche altro impegno oggi?"

"Direi proprio di sì. Mi aspetta una piacevole giornata con una giovane e affascinante fanciulla dai capelli corvini."

24/08/2024

Spero vi piacciano anche queste sottotrame che fanno da contorno alla nostra coppia principale perché ce ne saranno diverse in corso d'opera <3

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