4. Capitolo
Derek.
Mi assicuro che la porta sia chiusa e mi rivolgo verso Salivan.
<< Ora mi spieghi cos'è questa storia che devo fare da baby sitter a quella tirocinante.>>
<< Elen è una ragazza piena di risorse e ci aiuterà con il caso a cui stiamo lavorando. Voglio che tu e Jace le state vicino e le spiegate tutto, però tu sarai il suo totur per tre mesi e non accetto obiezioni, qui le regole le impongo io.>> risponde Mark.
<< Ho già tanti cazzi a cui pensare e tu decidi di farmi fare anche il baby sitter. Le cose al clan ultimamente non sono tranquille e questa per me sarebbe solo una distrazione!>> esclamo incazzato nero.
<< Con il tempo capirai che non sarà una distrazione. Tempo al tempo Derek, devi solo assicurarti che non le succeda nulla. Nessuno deve sapere ok? Il clan deve pensare che lei è la tua ragazza ma non voglio assolutamente che entri dentro quella merda.>> parla gesticolando animatamente.
<< Se sarà la mia ragazza, automaticamente diventerà la mia garanzia e la metteremo in pericolo. Non capisco..>> pronuncio le ultimo parole quali sussurrandole.
<< Lei sarà la tua garanzia. Non devi capire, devi solo fare ciò che ti ordino senza obiettare.>> risponde duro.
<< Giusto, mi scusi signore.>> dico sarcastico, egli mi guarda irritato.
<< Dov'è Jace?>> chiede.
<< Sta al Diablo, l'hanno trattenuto li.>> rispondo.
<< Da domani comincerai il tuo percorso con Elen, ora puoi andare.>> conclude, io faccio cenno con la testa ed esco.
Non ci credo che devo perdere tempo a fare il babysitter ad una ragazza. Caso vuole proprio quella stronza. Quando i miei occhi si sono scontrati per la seconda volta con quei pozzi neri ho avvertito un senso di elettricità, mi sono sentito risucchiato dal suo sguardo.
Entro nel suo ufficio senza bussare e la trovo girata di spalle mentre cerca di aprire l'armadietto di acciaio.
<< Come cazzo si apre questo coso? merda.>> impreca ad alta voce, non riesco a trattenere una risata, appena lei la sente si gira spaventata, avrei voluto osservarla di più.
<< Mi hai fatto prendere un colpo. Non ti hanno insegnato a bussare? Cafone.>> mi guarda con gli occhi socchiusi.
<< Ero impegnato a guardarti litigare con l'armadietto. Spostati faccio io.>> avanzo di qualche passo e lei mi respinge.
<< Non mi serve il tuo aiuto so fare da sola.>> alza gli occhi occhi al cielo.
<< Va bene, come vuoi. Domani cominceremo a lavorare. Ci si vede mora.>> ammicco e faccio per andarmene.
<<Aspetta...aiutami ad aprirlo.>> quasi sussurra.
Sorrido vedendola arrendevole, apro l'armadietto e senza salutarla me ne vado, sentendo il suo sguardo curioso scorrere sul mio corpo.
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