Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Che la festa abbia inizio

Il piccolo coro di urla ed esclamazioni di vittoria partì dal bar del locale e il capitano delle Holyhead Harpies sorrise alla sua squadra.
"Ecco perché voleva che il tavolo fosse al completo!" La rossa applaudì e mandò baci volanti in direzione della porta, prima di raggiungere il suo capitano.
Blaise capì in quel momento cosa fosse lo spirito di squadra. Non lo aveva mai provato, non aveva mai giocato a Quidditch, non aveva mai fatto sport o avuto hobby di collaborazione e anche al club dei duellanti a Hogwarts si era tutti contro tutti.
Un po' fu invidioso di quelle ragazze. Le vide abbracciarsi e dirsi parole non proprio carine, anzi alcune erano veri e propri insulti, ma i loro toni erano così affettuosi e sinceri, i loro sorrisi accattivanti e i loro modi così teneramente fisici, che riuscì a vedere oltre le parole.
Si scambiò uno sguardo con Weasley e uno con un ragazzo alto e dinoccolato con gli occhiali e vide in tutti i suoi stessi pensieri.

Ginny non riusciva a crederci: Gwenog aveva portato la sua compagna! "Se me lo avessi spiegato subito, avrei fatto in modo di accettare fin dal primo momento".  La ragazza rise abbracciando il capitano e salutando Vanessa, la sua compagna.
"Doveva essere una sorpresa anche per voi. Mi ricorderò le vostre facce per tutta la vita. E avevo bisogno della squadra al completo" spiegò poi, voltandosi verso la sala: Quigley le osservava tutte dall'angolo in fondo, seduto al bancone dell'altro bar con accanto una biondona con le labbra molto gonfie.
"Ci saremo sempre per te, lo sai."
Quando Gwenog venne raggiunta anche da altre persone, Ginny fece un passo indietro e si scontrò con Blaise, che, ancora vicino al bancone del bar, stava chiacchierando con George e gli altri accompagnatori.
"Oh, scusami" disse, spostandosi, e lui l'aiutò a non cadere, continuando a parlare, posandole una mano sul fianco.

Blaise stava spiegando a Tom, il ragazzo alto e biondo, come i folletti gestissero gli investimenti e come invece lo faceva lui, trovando nel suo interlocutore un interessante conversatore.
Non si era neanche accorto di aver abbracciato Ginny finché non aveva adocchiato l'occhiata che suo fratello George aveva lanciato alla sua mano e lì si era reso conto di quello che stava facendo. Ma aveva realizzato che quel gesto gli piaceva molto, lo faceva sentire bene toccarla, sentirla vicina e riempirsi la mente del suo profumo. Lo sguardo che la ragazza gli lanciò - divertito o invitante? Non riusciva a capirlo – gli fece accalorare il viso. Non che su di lui si notasse molto, per fortuna.
Qualcuno le chiese qualcosa su Gwenog e la rossa rispose con un sorriso e agitando le mani, poi disse una cosa che lo colpì. "Sai, non siamo giocatrici, noi siamo una squadra!" E subito dopo si voltò quando venne raggiunta dalle altre. Blaise non aveva mai provato quella sensazione. E più frequentava Ginny, più iniziava a pensare di non poter più vivere senza provarlo. Ma era una cosa strana, soprattutto per lui. Si tirò un po' il colletto, allentando appena la cravatta.
"Andiamo al tavolo, ormai si stanno sedendo tutti" Il gruppetto iniziò a defilarsi, per seguire la Jones che dava ordini anche fuori dal campo.
"Sicuro di star bene?" Ginny rimase indietro con lui, osservandolo. Blaise scosse le spalle: lei aveva capito quello che aveva provato e pensava che fosse un problema della serata.
"Certo."
"Non è per Gwenog, vero?" domandò ancora, ma abbassando la voce. Come? Pensava che a lui potesse dare fastidio il fatto che avesse dichiarato in pubblico la sua omosessualità? Ma Santo Merlino, no!
"E perché dovrebbe?"

Ginny si stava spazientendo: prima era sbiancato e poi aveva fatto quella faccia... O lui le stava mentendo, oppure... "So che non abbiamo finito di parlare. Del tuo compleanno, del tuo mat..."
"Perché non andiamo a sederci con gli altri?" la interruppe, e lei capì che voleva liquidare la sua frase. Va bene, poteva farlo. Annuì.
"Non vuoi neanche sapere del tuo regalo?"

Blaise sorrise: quella ragazza era intenibile, e a lui piaceva sempre di più.
Ed era curiosissimo per il regalo.
"No" mentì, ma lei lo capì perché ridacchiò divertita, così le confidò: "Non ammetterò mai di non stare nella pelle, sappilo. Soprattutto perché so che mi stuzzicheresti e basta!"
"Oh, Zabini, sai quanto avresti bisogno di essere stuzzicato un po'?" Il suo viso si addolcì e per un attimo, Blaise vide lo stesso sguardo che aveva visto in sua madre quando gli aveva detto di prendersi cura di lei. Dovette reprimere la voglia di accarezzarle una guancia con il dorso delle dita.
Blaise era in imbarazzo, e alla fine scosse la testa bleffando come se fosse divertito dalla sua frase, per poi voltarsi verso la Johnson che li stava chiamando per raggiungere il tavolo.
"Andiamo" disse solamente, prendendola per mano e trascinandola verso gli altri. Non si accorse di aver spostato la sedia per la ragazza fino a quando non sentì una risatina dall'altro lato del piano rotondo e allora alzò gli occhi, stupito del fatto che nessuno lo stesse facendo.
"Hai fatto bene a venire con lui, Ginny: Ron non ti avrebbe mai spostato la sedia!" George ammiccò in direzione della sorella e lei gli rispose a tono, ma poi gli lanciò un'occhiata così dolce che lui non disse più niente.

*

La serata stava procedendo bene e su una cosa la rossa non gli aveva mentito: Blaise si stava divertendo. Effettivamente lei non gli aveva mai raccontato bugie, su niente.
I ragazzi erano simpatici e anche la Jones era una persona alla mano.
Era nella sala con tutti i giocatori di Quidditch del Regno Unito e l'unica cosa a cui riusciva a pensare era alla risata della ragazza accanto a lui.
Avevano già portato gli antipasti e, prima ancora di finire il primo, Blaise notò che lei aveva mangiato poco. Troppo poco. Ma il suo bicchiere era vuoto.
"Devo andare in bagno. Chi viene con me?" La Johnson si alzò e lanciò uno sguardo alla tavola.
"Vengo io, Angie. Ho bevuto così tanto che devo... Ehm, sì... fare un salto in bagno anch'io..." Ginny si era alzata e aveva sorriso. Se anche aveva bevuto tanto quanto sembrava voler far notare, lo reggeva bene.
"Prendi la pochette, così ti sistemi il rossetto..." le suggerì la mora, quando la raggiunse per dirigersi verso il bagno.
"E perché dovrei rimetterlo? Tanto mangio, e sicuramente bevo, ancora..."
"Prendila e basta, su..." La Johnson aveva lanciato un sorriso tremolante verso il tavolo e la Jones aveva riso e si era scambiata un'occhiata con la rossa, come se solo loro due condividessero un segreto.
Una volta che le ragazze si furono allontanante, George scalò due sedie e si sedette al posto della sorella.
"Mi devo preoccupare per quello che sta succedendo Ginny?" Blaise alzò un sopracciglio senza rispondergli subito. Ecco: sapeva che prima o poi gli avrebbe sferzato un colpo basso.
"Non so di cosa tu stia parlando... Noi siamo solo amici" rimarcò ancora. Ormai quella frase iniziava a dargli sui nervi.
Il rosso lo guardò come se dovesse decidere se credergli o no. Immaginò che fosse proprio così.
"No? Quindi non dormirà a casa tua?" Blaise si trattenne dal dire che se Ginny quella notte fosse andata a casa sua non sarebbe stato per dormire.
"Dovrebbe?" Scelse di fingere un'innocenza che non aveva mai avuto: non voleva comunque inimicarsi i suoi fratelli.
"Non ha dormito da te, in queste notti?"  Il moro capì che la sua domanda era sincera.
"No. Pensavo che dormisse alla Tana" ammise, troppo sorpreso da riuscire a formulare qualsiasi progetto di pensiero e un possibile bleff.
"Oh. Ah..." Blaise non riuscì a pensare lucidamente. Dove cavolo dormiva quella ragazza? Effettivamente sembrava meno stanca del giorno che era andato al campo, ma ancora non sembrava in forma. Per non parlare che secondo lui aveva mangiato poco e bevuto più di quello che avrebbe dovuto.
"Forse allora... Oh, Angelina, sei tornata!" George si girò verso la ragazza e tornò a sedersi al suo posto, probabilmente felice di non dover continuare la conversazione.
Blaise si voltò verso la mora e le chiese dove fosse Ginny.
"Si è fermata a parlare con la Greengrass: era così agitata e ha detto che doveva assolutamente raccontarle una cosa". La mora si sedette sorridendo.
Il ragazzo si voltò nella direzione indicata dalla giocatrice e vide le due ragazze vicino al bancone del bar: per non pensare a dove lei potesse aver passato quelle notti, si concentrò sulla giovane vicino alla rossa. Aveva ragione Draco: aveva un vestito color avorio.

*

Ginny e Angelina erano uscite dal bagno, quando avevano visto Astoria correre verso di loro. La bionda era molto agitata, ma sorrideva come estasiata da qualcosa. "Astoria! Mi sa che ti stai divertendo, vero?" Ginny le fece l'occhiolino.
"Oh, per Salazar, Ginny, non mi avevi detto che saresti venuta con Blaise!" Tutte e tre si voltarono verso il tavolo verde e oro delle Holyhead Harpies e videro il moro e il rosso parlare seduti vicini.
Per i denti di Merlino, cosa stava facendo George? Spalancò gli occhi al pensiero di cosa potessero dirsi: fra l'altro erano girati di spalle tutte e due e lei non riusciva a vedere le loro facce.
"Vado io, non preoccuparti" mormorò Angelina, con un lieve tocco della mano sul suo braccio. Doveva aver pensato anche lei che George probabilmente la stava mettendo in imbarazzo con le cose da 'fratello maggiore'.
"Grazie" sussurrò.

Astoria aspettò che la Johnson si allontanasse e subito dopo prese Ginny per un braccio, gesticolando in modo poco contenuto, senza riuscire a contenere l'agitazione.
Ginny le aveva detto che non sarebbe venuta e poi la ritrovava lì, con Blaise, e con Richard che continuava a guardare il suo tavolo per capire chi fosse il suo accompagnatore. Astoria non gli aveva ancora detto che lo conosceva, visto che lui non glielo aveva chiesto, altrimenti non avrebbe più smesso di farle domande. Ma neanche Chastity aveva detto che sapeva chi era, e cercava di distrarlo, nonostante anche lei continuasse a guardare da quella parte.
Lanciò un'occhiata al tavolo del Puddlemere United, notando che più di una persona stava guardando verso di loro, così, nervosa e un po' agitata, prese la rossa per un braccio e si spostarono verso il bancone del bar, che era nascosto alla loro vista.
"Sai con chi è venuto Richard?"

Ginny si stupì della domanda: pensava che Astoria l'avrebbe subissata di domande su Blaise e invece... Alzò le spalle.
"Non doveva venire con sua cugina? E comunque non mi interessa, può..."
Astoria sbuffò e fu così strano che la rossa quasi si preoccupò.
"Sai chi è Chastity Fawley?" E Ginny si sentì impallidire. Chastity? La famosa Chastity di Blaise? Come aveva detto che si chiamava di cognome? Era una delle sacre ventotto? Vabbè, ma quante ragazze si potevano chiamare 'Chastity' nel mondo magico? Quante traditrici, poi, potevano avere quel nome?
"La fidanzata di Blaise?" Come era fatta quella ragazza? Allungò il collo verso il tavolo dei giocatori blu oltremare, cercando di spiare i volti oltre il bancone circolare del bar.
Astoria la scosse e la rossa dovette riportare l'attenzione su di lei. "Ex fidanzata. Non dovresti essere tu quella nuova?"
Ginny emise una risatina nervosa. Molto nervosa. Si passò una mano sulla testa, ricordando solo dopo di non dover scompigliare l'acconciatura con un gesto di irrequietezza. "No. Noi non... Siamo amici..." Per finta, per lo più, si costrinse a ricordarsi, ma per lei le cose erano cambiate. E molto. "Per i denti di Merlino! Praticamente Blaise è stato costretto a venire, oggi, nel giorno del suo compleanno, del suo mancato matrimonio e ci trova... lei..." Lanciò ancora un'occhiata al tavolo e vide una ragazza dai lunghi boccoli biondi, ordinati e acconciati con nastrini intonati al vestito, dalla carnagione delicata e i modi raffinati che, chinata accanto a Richard, gli mormorava qualcosa. Quando lei alzò lo sguardo i loro occhi si incrociarono: per Godric, era davvero molto bella. Poi lei si alzò in piedi e la vide incamminarsi verso di loro.
"Sta venendo qui" sussurrò alla bionda.

Astoria si voltò e poi trascinò Ginny più lontano. "Visto che sai già, sappi che lei non ha smesso un attimo di guardare verso il vostro tavolo. Sembra che non abbia più visto Blaise da quando si sono lasciati e..."
"Tu sai perché si sono lasciati?" la interruppe la ex Grifondoro.
Come? No, Blaise non lo aveva detto a nessuno. E aveva disertato anche il matrimonio di Pansy per non dover dare spiegazioni, visto che si era tenuto dopo pochissimo.
Scosse il capo e capì che lei invece lo sapeva. "Perché, tu lo sai?"
Ginny annuì, ma non disse nient'altro. Oh. Lei non era sicura che qualcuno della loro compagnia lo sapesse, forse Theo, che era quello più vicino a Blaise. Di sicuro non lo sapeva Draco e neanche Daphne.
Se Blaise si era confidato con lei, cosa che non faceva con nessuno, un motivo c'era. E non doveva essere totalmente innocuo. "Solo amici, eh? Cara Ginevra Weasley, mi sa che mi devi parecchie spiegazioni!"
"Merlino, mi hai chiamato con il mio nome per intero. Non lo fa più neanche mia madre! Comunque sì, solo amici: come te e Draco, direi. Ma con meno smielanza e più parolacce."
Astoria rise nonostante tutto: ok, aveva capito.
Guardò ancora verso il tavolo, e notò che Chastity, in verità, aveva deviato ed era andata a salutare qualcun altro, ma continuava a guardare verso di loro.
"Continua a guardare di qua... Mi farà un sacco di domande, appena tornerò al tavolo..." mormorò, scontenta.
"Inventati quello che vuoi. Ti reggerò il gioco. Dille che sono... Non so... Chi potrei essere?"
"Ma tu sei Ginny Weasley, e lei lo sa già!" Astoria ridacchiò della tattica che la rossa voleva usare, tralasciando cose importantissime.

Già, era vero. Ginny si morse il labbro: tutti la conoscevano. Tutti sapevano che era la ex di Harry Potter, il salvatore del mondo magico. "Ah, giusto, Harry..." rispose, un po' demoralizzata: per una volta pensare di essere qualcun altro le avrebbe dato un po' di respiro e lasciato spazio per la fantasia.
Ma Astoria rise e si chinò su di lei. "Guarda che Richard le ha fatto una testa così su di te, e penso che di Potter non le abbia raccontato proprio niente!" Come? Oh. Richard.
"E cosa le avrà detto?" Merlino, cosa avrà raccontato Richard, di loro? Era un perfetto gentiluomo anche su quelle cose lì, vero?
"Di sicuro le ha detto che sei una giocatrice di Quidditch molto agile e temuta" disse.
Oh, davvero? Beh, in fin dei conti era vero. "Ascolta, ci vediamo domani?" le chiese la bionda.
Perché avrebbero dovuto vedersi? "Per far che?"
Astoria sorrise sorniona. "Stasera potrei tenerla lontana dal vostro tavolo. Ma in cambio voglio che domani mi racconti tutto!"
Ginny la guardò stranita: cosa avrebbe dovuto raccontarle? "Riguardo a cosa?"
"Alle molte parolacce e la poca smielanza" Astoria le face l'occhiolino. La guardò divertita, alzando un sopracciglio. Ma davvero? "Non scordarti che ero una Serpeverde!" E Ginny rise.
"Allora dovrai raccontarmi tutto anche tu" concesse, tornando a guardare verso il fondo della sala. Notò Blaise voltato verso di loro con la fronte aggrottata: era ora di rientrare. "Torno al tavolo".
"Va bene. Speriamo che vada tutto bene..."
Ma certo che sarebbe andato tutto bene! Cosa avrebbe potuto andare storto?

*

"Tutto bene?" Blaise non riuscì a non chiederglielo quando la rossa tornò al tavolo, sotto gli occhi di tutti.
"Oh, sì, Astoria sta sperimentando cose nuove ed è elettrizzata. Domani andremo a prendere qualcosa da bere e mi racconterà tutto". L'ultima parte della frase, Ginny la disse senza guardarlo e Blaise non capì bene il motivo: stava mentendo o gli stava nascondendo qualcosa? Si passò una mano fra i capelli: la questione delle sue notti fuori lo stava mandando in paranoia. Ma in fin dei conti cosa si aspettava? Lei era quello che sua madre avrebbe chiamato 'spirito libero' e quella serata non era un appuntamento. Lei non voleva neanche venirci; la Jones l'aveva costretta a partecipare e lui si trovava lì per caso. Loro non erano una coppia. Non facevano sesso. Non erano neanche amici.
"Potremmo ballare". La Jones si alzò e prese la mano della compagna, per portarla sulla piccola pista davanti al palco.
"Comunque non mi hai detto che c'era Chastity, qui..." mormorò la rossa, spostandosi verso di lui, in modo che nessun altro potesse sentirla.
Chastity! Giusto, ecco cosa poteva averle raccontato Astoria!
"Non ti ho neanche detto che è venuta con il tuo amico". Blaise sapeva che lei non gliela avrebbe fatta passare liscia, quando lo avesse scoperto, ma fu contento del fatto che non lo avesse detto ad alta voce.
"Dobbiamo parlare."
"Oh, che brutta frase. Di solito serve per lasciarsi o litigare. Per noi che non stiamo insieme che vuol dire?" Cercò di sembrare scherzoso e di prenderla alla leggera: non gli piaceva parlare di questioni private e infatti già il fatto che lei sapesse della storia di Chastity, per lui era una novità. E si pentì di averglielo raccontato. Cosa gli era passato per la mente?
"Andiamo in bagno". Tutti si alzarono per andare a ballare e loro rimasero soli al tavolo, ma probabilmente lei non voleva parlare lì. Lo prese per un braccio e, senza dargli tempo di tirarsi indietro, lo trascinò lontano dal tavolo, mischiandosi tra la piccola folla.
Ma Blaise non voleva parlare di Chastity. Si fermò e lei dovette fare lo stesso.

"Non vengo in bagno."
Ginny alzò gli occhi al cielo. "Verrò io in quello degli uomini, non preoccuparti."
"Potremmo parlare mentre balliamo" propose: si voltò  a guardare il centro del locale, dove molte coppie stavano danzando al suono di un piccolo quartetto d'archi.
Come? Voleva ballare con lei? "Ah, oggi il mio vestito ti aggrada?" lo stuzzicò, pensando che la stesse prendendo in giro, facendo un passo verso di lui in modo giocoso.


Blaise la guardò negli occhi: aveva uno sguardo divertito, facendo riferimento alla sera nel giardino a casa di sua madre. Si era avvicinata a lui così tanto che riusciva a sentire il suo profumo e probabilmente anche quello della sua pelle. Sentì un formicolio al basso ventre e cercò di risponderle con un'occhiata come la sua, ma capì da solo di fallire, quando lei non abbassò gli occhi. Tutto di te, mi aggrada.
"Sì" confermò, lasciando cadere uno sguardo carezzevole lungo il suo corpo.

Ginny spalancò gli occhi, sorpresa perché lei lo stava prendendo in giro e lui, invece di stare al gioco, voleva ballare. Ma forse, era proprio questo il gioco, pensò subito dopo. Lui le porse la mano come quando si smaterializzavano e, non riuscendo a ribattere qualcosa velocemente, la prese, lasciandosi guidare lungo la pista.

Blaise notò che lei non aveva detto più niente e che, una volta al centro del locale, aveva alzato le braccia verso di lui, ma senza guardarlo o scherzare ancora. Cosa era successo? "Così Astoria ti ha detto di Chastity?" Andava bene parlare anche della sua ex, l'importante era che lei riprendesse a parlare con lui.
Ginny annuì, ma ancora non disse niente e lì, Blaise si preoccupò.

Doveva tornare al tavolo al più presto. Ginny sentiva la mano di Blaise sul suo fianco che l'accarezzava, ogni volta che si spostava o si muovevano secondo la musica. Era devastante. Si sentiva quasi eccitata dal suo tocco. Da quando lo psicomago le aveva detto di non pensare più al sesso come alternativa per i pensieri, lei aveva iniziato a sentirsi in trappola. Era una cosa strana: non aveva fatto niente, prima dell'incontro con il medimago, ma da quando lui glielo aveva negato, le sembrava di non pensare ad altro. E odiava il fatto che Blaise lo avesse predetto.
"Ohi... Tutto bene?"
Ginny alzò lo sguardo su Blaise e mentì spudoratamente. "Sì. E comunque, scusami, hai ragione: se non vuoi parlare di lei, non c'è problema, sono fatti tuoi. Pensavo soltanto che avresti potuto dirmelo. Pensavo che noi..."

Blaise sentì la sua voce piena di tristezza. E il fatto che non lo stesse accusando, non fosse arrabbiata, ma soltanto delusa, lo fece sentire in colpa.
"Ehi, chi sei tu? Pensavo che mi avresti attaccato con mille domande e poi... mi chiedi scusa e mi dici che ho ragione? Hai chiuso Ginny Wealsey in un momento che non guardavo e ti sei sostituita a lei con una polisucco?" Cercò di scherzare.
Lei, per fortuna, sorrise. "Sono una rompipluffe, vero?"
Sei perfetta così.
Blaise si meravigliò soltanto di averlo pensato. Cercò di reprimere un sospiro, ma lei continuava a guardarlo così, per togliere l'attenzione, staccò la mano dal suo fianco e la fece girare in una piroetta che non ci stava per niente con la musica che stavano suonando.

"Oh!" esclamò Ginny, divertita dalla cosa. "Quindi vorresti che ti facessi un sacco di domande?" L'espressione sul suo viso fece ridere la ragazza.
"No, non voglio incasinarmi da solo. Ma non voglio perdermi il mio regalo e se devo tenerti buona per..."
"Tenermi buona? Ehi, così sembro un gattino!"
"Un gattino carino? Non dicevi che il termine 'carino' andava bene per i gatti?" Lui rideva, mentre la faceva girare ancora un po'.
Poi Ginny annuì, molto più rilassata di prima.

"Grazie" disse lei e Blaise fece finta di non capire.
"Per cosa?" Si sentiva un troll, ma aveva bisogno di farselo dire.
"Per essere così... gentile. Con me". Stranamente lei non si imbarazzò della cosa.
"Ti ricordo che lo sto facendo per il mio regalo, non montarti la testa, Weasley!"

Ginny sorrise come se lui le avesse fatto un complimento e poi arricciò il naso. "Giusto. Magari te lo farò penare un po', allora. Dovrai... mmm non lo so... Ora ci penso e sono sicura che qualcosa mi verrà in mente!"
Blaise aprì la bocca per parlare, quando dal palco si sentì la voce di qualcuno incantata con un sonorus. Tutte le coppie che stavano ballando si fermarono e ascoltarono il mago sul pulpito che aveva iniziato un discorso di ringraziamento e di presentazione.
"Ora aprono l'asta per le maglie dei giocatori. Hai portato i tanti galeoni che avevi detto?" Si girò verso di lui, prendendolo in giro mentre applaudiva in una pausa del discorso.
"Certo, ho..." iniziò lui, ma poi si interruppe, mentre lei osservava una coppia camminare verso di loro: Richard e Chastity li avrebbero raggiunti a breve.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro