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He Doesn't Care

3 anni prima

<< Hey rossa! >>
Mi voltai di scatto: il corridoio era strapieno di gente come al solito ma, tra tutti, ero quasi certa di essere l'unica ragazza con un colore di capelli così acceso.
Ed era proprio quello a rendere il rapporto tra me e quella tonalità una linea di confine tra amore e odio: un minuto prima giocavamo per la stessa squadra, mentre quello dopo non faceva altro che mettermi in imbarazzo ed attirare battutine sempre poco simpatiche.
Quando vidi però da chi era partita quell'esclamazione, mi ritrovai involontariamente a benedire quei maledetti capelli rossi.
Derek Atwood camminava nella mia direzione con la solita andatura molleggiata, il cappellino con la visiera che si ostinava a portare al contrario ed un sorriso smagliante stampato in viso.
Dopo aver fatto la sua conoscenza appena due settimane prima (motivo per il quale non avevo ancora deciso se ringraziare o uccidere la mia amica Sam) non l'avevo praticamente più visto, o meglio, l'avevo silenziosamente tenuto sempre sotto il mio attento sguardo, ma senza che lui se ne accorgesse mai.
Ecco perché fui particolarmente sorpresa di trovarmelo lì, a pochi passi da me, che mi torreggiava davanti in tutta la sua altezza...e bellezza.
<< Ehi >> sorrisi appena, sempre troppo imbarazzata quando si trattava di parlare con un ragazzo, figuriamoci se il ragazzo in questione era lui.
Poggiò una mano sull'armadietto dietro di me, intrappolandomi tra il suo braccio e il mondo circostante.
<< Ci vieni al dopo festa di martedì sera? >> mi chiese con nonchalance, come se fossi stata popolare almeno la metà di lui e pertanto invitata a qualsiasi sorta di evento sociale avesse appena nominato.
<< Martedì sera...? >> chiesi infatti stranita, non sapendo assolutamente a cosa si stesse riferendo.
Derek sorrise rivelando una dentatura praticamente perfetta contornata da labbra carnose e, già da subito per quanto mi riguardava, irresistibili.
Non avevo mai desiderato qualcuno in quel modo, in maniera incosciente e incondizionata, senza conoscerlo e senza fidarmi minimamente di ciò che si diceva su di lui, ma in qualche modo non potendo fare altrimenti.
Era una sensazione totalmente nuova e strana eppure, per qualche motivo, ogni volta che lo guardavo sapevo che non mi sarebbe passata tanto in fretta.
<< Martedì sera c'è il ballo dell'Homecoming >> spiegò << Leggermente in ritardo rispetto al resto dell'America, ma devi sapere che in questa scuola non sono esattamente veloci ad organizzare le cose >>
Ridacchiò ed io con lui, chiedendomi intanto come facesse ad avere tante informazioni e ad essere così popolare se, come me, era arrivato in quell'istituto praticamente da dieci minuti.
Feci per chiederglielo ma, proprio quando alzai lo sguardo per incontrare nuovamente il suo lo trovai a fissarmi le dita, attorcigliate intorno ad una ciocca dei miei capelli: era una specie di mania quella, un anti stress non troppo efficace su cui avevo ormai messo la firma.
<< Adoro i tuoi capelli >> mormorò, scatenando un'improvvisa eruzione vulcanica nel mio stomaco quando allungò le dita per prendere la stessa ciocca che tenevo io, sfiorando appena la mia mano.
Non dissi nulla, limitandomi ad abbassare lo sguardo imbarazzata e, molto probabilmente, ormai rossa come lava.
<< Dicevo..>> continuò Derek con il tipico tono di chi sta cercando di nascondere un sorriso << Siccome qui a scuola l'alcool è proibito, c'è un dopo festa organizzato da uno dei ragazzi della squadra di football...mi pare si chiami Matt >>
Mi morsi il labbro dispiaciuta.
<< N...non credo di essere stata invitata >> quasi balbettai, a metà tra la tristezza di non poter passare quella serata con lui e l'imbarazzo per le sue dita ancora intente a giocare con i miei capelli.
Derek ridacchiò, puntando subito dopo lo sguardo nuovamente nel mio.
<< E cosa credi che stia facendo io adesso? >>

Oggi

Mi stringe così forte che, per un momento, credo quasi che non mi lascerà più andare.
Ma poi la sua presa si allenta leggermente e Derek si allontana quanto basta per potermi guardare negli occhi, mentre anch'io lascio scivolare le braccia giù dalle sue spalle.
Mi mordo il labbro nervosamente, puntando lo sguardo su di lui per analizzare minuziosamente ogni piccolo cambiamento.
Ha i capelli più lunghi di come ricordavo, abbandonati sul viso senza essere più costretti in quei capellini che era solito usare e che gli ricadono adesso quasi sugli occhi, già inevitabilmente fermi su di me.
Non indossa più i vecchi jeans a vita bassa né le felpe della squadra di football di cui mi chiedo se faccia ancora parte, ma ha addosso invece uno skinny nero con qualche strappo, la T-shirt bianca quasi del tutto coperta dal chiodo in pelle.
Ha lo stesso sguardo però e, per un attimo, mi guarda anche nello stesso modo di sempre come se, in fondo, fossi ancora la buffa ed innocente ragazzina di cui si è innamorato anni fa.
Ma io so di non esserlo più e, dopo un secondo, lo sa anche lui.
Lo sa quando si allontana come scottato, passandosi una mano tra i capelli con finta ed ostentata nonchalance.
<< Sei tornata >> mastica, il tono di voce un po' più grave di com'era.
Annuisco, incapace di formulare anche un solo pensiero.
Derek continua a guardarmi senza dire altro fino a quando Seth, il suo migliore amico, compare al suo fianco poggiandogli una mano sulla spalla.
Non mi saluta, limitandosi ad un cenno del capo non troppo gentile.
Ma, del resto, non potevo aspettarmi altro.
Come non posso aspettarmi altro dallo sguardo di Derek, ancora fisso nel mio anche se sempre più gelido.
<< Dovresti andare a prendere il tuo nuovo orario in segreteria >> dice, senza un motivo preciso.
Sento che, alle mie spalle, Lea e Chloe mi si affiancano: sanno che sto per crollare.
<< I...io >> balbetto.
Lea mi stringe una mano e non sa quanto sia importante per me, ma in realtà neppure io sarei in grado di quantificarlo.
<< Io speravo di poter parlare con te >> riesco a dire dopo l'ennesimo momento di esitazione.
Seth si abbandona ad un'espressione infastidita, mentre il viso di Derek non lascia trapelare il minimo interesse.
<< La segreteria chiude tra dieci minuti >> dice invece << Dovresti sbrigarti >>
E va via.
Così com'era arrivato, con la stessa sorpresa ed immediatezza, mi dà le spalle avviandosi verso il parcheggio.

*

<< Lea tesoro, è così bello rivederti! >> squittisce mia madre non appena ci vede rientrare in casa.
Abitiamo in una villetta non troppo lontana da scuola, la stessa dove abbiamo sempre vissuto fin dalla mia nascita, la stessa che abbiamo lasciato un anno fa quando abbiamo abbandonato tutto.
Avevamo un cane una volta, ma anche quello è andato come del resto qualsiasi cosa bella della mia vita passata: ciò che è rimasto, se è davvero rimasto qualcosa, è quasi impossibile da recuperare, come se un incendio ne avesse disperso perfino le ceneri.
L'incontro con Derek mi ha fatto male più di quanto avrei immaginato ed ecco perché Lea, nonostante abbia ancora troppi dubbi da chiarire circa ciò che è successo, ha comunque deciso di restare con me.
Chloe è invece andata a trovare Sam, promettendomi che l'avrebbe fatta ragionare ma senza considerare che, se fossi stata al suo posto, quasi sicuramente avrei reagito allo stesso modo.
È raro trovare persone che capiscano i tuoi errori tanto quando è raro trovare chi, nonostante non li comprenda a fondo, sia comunque disposto a perdonarli.
E Lea, che è una di queste, probabilmente è la cosa migliore che mi sia mai capitata se si esclude il ragazzo che una volta era mio e che adesso non riesce neppure più a guardarmi negli occhi.
E quindi li chiudo, gli occhi, mentre mi lancio sul letto sperando che, se li lascio così per un po', una volta riaperti sarà tutto diverso.
<< Ally >> mi dice Lea prendendomi la mano << Mi dispiace >>
Arriccio le labbra, impegnandomi con tutta me stessa per non piangere.
<< Non sai quanto dispiaccia a me >>
Riapro le palpebre, ma non è cambiato nulla: Lea continua a guardarmi consapevole di meritarsi una spiegazione, ma allo stesso tempo cosciente che non sarà così facile ottenerla.
<< Non parlo solo di Derek >> mormoro << Mi dispiace per tutto: per te, per Sam, per Chloe, per i nostri progetti, per i messaggi senza risposta...>>
Sto per continuare, ma lei mi abbraccia di slancio.
<< Sono la tua migliore amica >> sussurra, accarezzandomi i capelli mentre io mi accorgo solo adesso di essere in preda alle lacrime << Sono la tua migliore amica e non devi spiegarmi nulla: sono dalla tua parte >>
Tiro su con il naso rumorosamente, stringendola più forte.
<< Ti dirò tutto, te lo giuro >>
Lei annuisce, continuando a tenermi stretta.
<< Non ne parleremo finché non sarai pronta, okay? >>
E stavolta annuisco io, allontanandomi poi per potermi asciugare gli occhi con un fazzoletto.
Siamo ancora in silenzio quando il rumore di un messaggio ne spezza il suono: è il suo cellulare.
La vedo estrarlo dalla tasca, leggere velocemente il contenuto e trattenere a stento un sorriso.
<< C'è qualcosa che dovrei sapere? >> le domando dunque, per niente abituata ad avere dei vuoti circa la sua vita.
Lea si morde il labbro imbarazzata, stavolta senza riuscire in alcun modo a celare il suo sorriso.
<< Beh, ho un ragazzo... >>
<< Che?! >> esclamo stupita, trattenendomi a stento dal saltare giù dal letto << Devi raccontarmi tutto! >>
È la prima volta che Lea ha un fidanzato e, a pensarci, mi sento l'amica peggiore del mondo: avrei dovuto esserle accanto mentre viveva le sue prime esperienze proprio come ha fatto lei quando è stato il mio turno, non dall'altra parte del mondo ignorando qualsiasi suo messaggio o chiamata.
Non sembra però rancorosa per questo, quanto piuttosto preoccupata di confidarmi il nome del ragazzo in questione.
<< È un amico di Derek... >> mormora infatti, forse pensando che questo per me possa essere un problema.
<< Basta che non sia Seth e mi vanno bene tutti! >> ostento invece una risata, sdrammatizzando.
Dopotutto Derek e il suo gruppo di amici sono sempre stati i più popolari e, ora che sono all'ultimo anno, immagino che la situazione non abbia fatto altro che migliorare giorno dopo giorno.
Perciò a patto che non si tratti Seth, da sempre a me dichiaratamente ostile, non posso biasimare Lea per essersi messa con uno di loro.
<< È...Matt >> sorride appena quando pronuncia il suo nome.
<< Matt? >> esclamo stupita << Wow Lea, mi sorprendi davvero! >>
Mattew Thompson è il capitano della squadra di football praticamente dal suo primo giorno di scuola, modello per uno dei maggiori negozi di abbigliamento maschile di Atlanta, nonché una leggenda per le sue feste sempre super esagerate.
È sostanzialmente l'opposto della mia migliore amica, una ragazza con i piedi per terra e la testa sulle spalle ma, del resto, anche io e Derek eravamo diametralmente diversi quando ci siamo conosciuti.
<< È molto meglio di ciò che credi >> si affretta a puntualizzare << Insomma, so che può sembrare..>>
<< Ehi, non devi darmi spiegazioni! >> la interrompo subito << Non proprio a me >>
Ridiamo entrambe della battuta, giusto per non scoppiare nuovamente a piangere.
<< E com'è cominciata? >>
<< Al dopo festa del ballo di primavera >> comincia a raccontarmi << Sai, dopo che te ne sei andata abbiamo continuato ad uscire con Derek e gli altri per un po', ma poi lui ha iniziato ad evitarci e i suoi amici gli sono restati accanto, com'era giusto che fosse. Ecco perché sono rimasta totalmente scioccata quando Matt ci ha provato con me: non ci vedevamo da secoli e mi ha presa alla sprovvista, ma credo che in fondo mi fosse sempre piaciuto, anche se  rifiutavo di ammetterlo >>
Sorride ed io, forzatamente, faccio lo stesso.
La verità è che, nonostante io sia assolutamente felice per lei, c'era una cosa che voglio chiederle praticamente da quando ho incrociato di nuovo il suo sguardo.
<< D..Derek >> balbetto per l'ansia di ascoltare la sua risposta.
Lea fa cenno di no con la testa ed io mi chiedo come diavolo abbia fatto a capire cosa stavo per dirle.
<< Non sta con nessuna da quando sei andata via >>
Sto per rilassarmi sentendo quell'enorme macigno scivolarmi giù dal petto, ma poi Lea continua la frase.
<< Credo che sia ritornato quello di prima, prima di conoscerti intendo >> spiega << O almeno, questo è ciò che si dice >>
Incasso il colpo, non potendo fare altrimenti.
Fa male, ma forse è meglio cosi: se non sta con nessuno, se non c'è alcuna ragazza di cui gli importi, forse vuol dire che, in fondo, c'è ancora una speranza per noi.
A meno che il mio nome non sia in quella lista di ragazze di cui non gl'importa nulla.

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