CAPITOLO 27- Ingranaggi precisi
(Quassus)
Trattengo Yeela ancora per qualche secondo, sperando che questo contatto le impedisca di riesplodere. -I computer saranno pure diventati superiori. Ma solo alla morte non c'è rimedio.
Si irrigidisce, e temo di aver detto la cosa sbagliata. Ma la risposta spiazza i miei terrori. -Che logica del cazzo - sussurra - ma mi piace.
-Guarda che se vuoi posso anche dirti "resteremo qui per sempre ad ammuffire in delle teche stile Matrix". Bastava chiederlo, io esaudisco le richieste. Sono più bravo di Marco.
Lei ritira i piedi dal muro con un passetto, restando ritta nell'erba. Poi si gira lentamente rendendo piedi, dita, occhi, naso, tutto perfettamente paralleli ai miei. Pronuncia con un sussurro neutro: -Vaffanculo. - Ma mi abbraccia, di un abbraccio vero.
Mi sembra di vedere il suo sorriso mentre scava ancora una volta con quelle dita soffici, scolpendomi la pelle.
-Visto che sei così ottimista, genio, dimmi come intenderesti uscire da questo schifo.
Domanda non proprio prevista. -Analizzeremo il codice. Si potrebbe trovare qualcosa.
-Se non hai un cazzo di piano puoi dirlo tranquillamente.
Mi sciolgo dall'abbraccio incurvando le labbra ed affermando: -Non ho un cazzo di piano.
-Bravo il mio Quassus - dice con un tono infantile pizzicandomi la guancia.
Mentre vado verso la baita comincio a pensare.
La Datospiana non ha uscite. Non è stata programmata nessuna uscita. L'ha detto quel tizio nel decimo livello, che a quanto pare non solo ha messo in dubbio, se non smentito, l'esistenza di quegli Antinformatici. Quindi, probabilmente, od è un ologramma programmato dai computer, oppure è qualcuno coinvolto realmente nella Datospiana. Con la seconda opzione potremmo avere qualche possibilità.
E nella prima? Ripensando ad altre sue parole, i nostri cervelli sono collegati perché tutto fa parte di un computer centrale che è la Datospiana. Trovare una soluzione a questo è semplice: basterebbe far crashare il programma che tiene ancorati i nostri neuroni a questo sistema.
È escluso tentare di trovare delle falle nel programma. Un computer è troppo preciso per lasciarsi sfuggire errori, soprattuto se è essenziale che tutti i soggetti restino trattenuti e stimolati dal programma perché eroghino il massimo potenziale.
Sapessi farlo.
-Prendo una damigiana? - vengo risvegliato improvvisamente dalla voce di Yeela, tanto che capisco leggermente tardi che probabilmente si stava riferendo al vino. Ma annuisco debolmente, poi avanzo: -Sfidettina a Ruzzle? - sfodero un sorriso.
Vedo un ghigno malefico che promette una grande battaglia. -Okay.
La seguo un attimo con lo sguardo mentre sparisce dietro le travi.
Dopo tutte queste avventure ci voleva una seratina sale e pepe. Non posso che essere contento.
Intanto osservo il cielo artificiale, che già si rivela star imbrunendo. Osservo le strisce di tintura celeste sovrapporsi in un arcobaleno senza pioggia, regalandomi uno spettacolo affascinante come lo sarebbe nella realtà.
Mi sottraggo a quella vista ipnotica entrando nella baita. Frugo subito negli scaffali, e mi accontento di qualche kiwi. Ora che ci penso, i nostri zaini sono stati svuotati del contenuto al ritorno, perché questo è un game over ed è logico che si lascino tutti gli oggetti raccolti. Infatti, vedo quelle paffute tele rosse risaltare sotto al tavolo.
Vengo colto di sorpresa dal rumore di apertura della porta, ma è soltanto Yeela con la damigiana. Da vera sfacciata, è entrata consumandone un sorso. Mamma mia, che galateo. Perché è nata nel terzo millennio? Sarebbe stata ottima nelle corti nobiliari settecentesche (come cameriera).
Me la porge, ed io annuendo gliela strappo dalle mani. Bevendone un sorsetto, non troppo per restare lucido durante il gioco, apro il tablet e trascino le dita sullo schermo per lanciare l'applicazione.
Dal rumore di pelle strusciata capisco che lei sta facendo lo stesso.
L'invito a partecipare arriva prima che io me ne rendo conto. Poi, premo il pulsante per giocare il primo round, mandandomi un brivido adrenalinico lungo la schiena.
-Il vincitore perde tutta la damigiana. - Avanza, sfoderando un ghigno.
Non so se sia intelligente sfidarla considerando che sua è stata la proposta, ma il mio orgoglio vince. -D'accordo.
Come avrei dovuto prevedere, il primo round fa schifo. Ha ottenuto un punteggio doppio del mio.
I suoi ghigni di trionfo mi infondono un istinto omicida incredibile. Ma combatterò lealmente.
Infatti il secondo va meglio: è bastato adottare la sua tattica, vale a dire tracciare fiumi di parole corte che accrescano rapidamente il punteggio.
Alla fine i nostri punteggi si eguagliano.
-Sarà così bello ubriacarsi - le dico con un ghigno peggiore del suo. Lei non risponde, ma tra i denti sembra sussurrare insulti parecchio volgari.
Non ha neppure un briciolo di sportività. Ti farò a fette.
Il terzo round sembra impegnativo. Ci sono parecchie consonanti particolari come B e Z, ed addirittura una X. Tento di sfruttare al meglio i bonus, ma alla fine mi ritrovo solo con 30 parole. Mi giro per chiedere a Yeela: -30 parole, tu?
Impallidisce: -29.
Intanto qualcosa compare brillando sullo schermo, recitando la scritta: "HAI VINTO!" Intanto, dalla faccia di Yeela capisco che deve aver letto la scritta "HAI PERSO!"
Io mi sforzo di sembrare più malizioso di quanto non sia. -A chi spetta la damigiana? - E poi, più vicino, accarezzandole i capelli, infierisco: -Chi è il dominatore di Ruzzle, Yeela?
La vedo entrare in modalità vulcano e reagire senza che possa difendermi. -Stronzo - mi insulta allungando una mano a schiaffeggiarmi, bloccandomi un braccio con l'altra. Io però da grande uomo paro tutto con l'altro, con cui le imprigiono il polso. Poi glielo rimando verso la faccia.
I suoi occhi poi entrano in modalità frustrata, cioè quei momenti in cui si comporta come una cane rabbioso in cattività. Non sento voglia di menare adesso, dopo dieci livelli di Datospiana, quindi la lascio libera sperando che dentro di lei entri la pace.
E sembro avere fortuna. Per smorzare di nuovo la tensione, in altri termini fare il lecchino, dico: -Ah, tranquilla. Tanto la roba della damigiana era uno scherzo.
Dopo qualche momento di silenzio mi tira sorridendo in un altro abbraccio.
Stavolta non mi concentro troppo sulle mie sensazioni, quanto più sul dirle: -Yeela, comunque ho un'idea.
Lei si scioglie, ma mantenendo un contatto con la mia pelle. Non emette verbo, eppure dai suoi occhi trapela un "ti ascolto".
-Innanzitutto facciamo un punto della situazione. - Prendo fiato. -Abbiamo notato che ci sono alcune stranezze nella Datospiana. Cambiamenti repentini, combinazioni segrete e strane frasi di manuali, diciamo, incise. Ed è comparso un livello extra.
Raccolgo ancora dei momenti di pausa per riordinarmi le idee. -Dobbiamo solo decidere se svelarne il significato per noi sia più importante di fuggire a tutti i costi da questo posto.
Lei getta gli occhi verso il pavimento, probabilmente elaborando una risposta. -Quindi sapresti come uscire?
Non so nulla di più di quanto non sapessi poco fa. -No. Ma ho imboccato la strada, e cioè: non possiamo agire sulla Datospiana. Tutto il sistema è sicuramente coperto da un firewall che impedisce l'arresto dei programmi di blocco cerebrale. - Sbatto gli occhi. - Questo vuol dire che possiamo agire solo su noi stessi. Dobbiamo costringere in qualche modo il nostro cervello a disobbedire al blocco, attraverso il programma o meno.
Pare digerire in fretta la matassa di deduzioni. -Ma come? Penso il programma sia l'unica via disponibile.
Ed anche io lo penso. Non siamo padroni del nostro corpo realmente: è impossibile intervenire a livello fisico. Dobbiamo agire direttamente sulla sorgente, che è infallibile.
Yeela allora avanza: -Non dimentichiamoci del tizio. Avendo visto tutto questo fin ora, direi che è implicato nella Datospiana. Questo prova che è opera umana.
Annuisco, e lei continua. -Quindi anche il livello supplementare lo è.
Non ha torto. -Quasssus, io tornerei ad esplorarlo. Più capiamo della Datospiana, meglio è. Quel posto sarà come un loro covo e potremmo sicuramente carpire qualche buona informazione, e magari una falla.
Quest'ultima ipotesi mi pare un po' utopica. Ma non ho idee migliori, e comunque potremmo davvero trovare dell'interessante. Cos'abbiamo da perdere? Non penso il programma sia in grado di inficiare il funzionamento cerebrale e vitale (infatti non hanno preso tutte le aree del cervello, i pensieri restano privati). Parimenti non penso che "loro" lo permetterebbero.
Così, già pronto a stendere il braccio verso sinistra, mi pronuncio: -D'accordo.
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