Ciao nonna,
il sei gennaio di cinque anni fa sei sparita eppure io ti scrivo solo ora. Come se ciò servisse a scrostarmi qualche grammo di marciume dall'anima, che nipote illuso ti è capitato...
Sento un bisogno immenso di chiederti scusa per tutto ciò che sono diventato, per ciò che sono stato e per ciò che sarò.
A tredici anni non sapevo nemmeno cosa fosse un tumore, credevo che le tue fossero semplici "visite dal dottore" per questo mi stupii quando la "medicina" ti fece perdere tutti i capelli, il sorriso però non lo perdesti mai, nemmeno quando non c'era proprio nulla per cui sorridere. Hai sempre perdonato tutti, persino nonno che ti faceva stare così tanto male, chissà che forse non riesca a perdonarlo anche io un giorno. Le volte che ti vedevo piangere di nascosto non si scolleranno via mai dalle mie pupille, ero troppo stupido per capire la lotta che combattevi contro la malattia, contro il tempo e contro i sentimenti e nonostante tutto tu eri lì a cullare i miei pisolini pomeridiani sul divano, non ti ho mai espresso la mia gratitudine e non proverò mai un po' di sollievo dal rimorso che mi divora inesorabile.
Mi uccide il ricordo delle lacrime non versate quel giorno, non piango da così tanto tempo che ne sento la mancanza...
Spero con tutto il cuore che il dio in cui tanto credevi ti abbia riservato il posto più alto fra i Serafini e che ora tu abbia trovato un po' di pace.
Ti chiedo scusa per questi pensieri disordinati ma ora disordinata è la mia testa e non potrei fare di meglio,
mi manchi nonna.

-Nico-