Mi sono fatta coinvolgere da quelle geniacce del male del ClubInchiostro  in un nuovo contest: voi avete mai sentito parlare delle drabble? Io prima di leggere del loro concorso assolutamente MAI. Altro non sono che storie brevi - brevissime - di 100, massimo 110 parole. Quasi un suicidio. Però io amo le sfide e dunque... eccomi qui!

Le regole della prima lista del contest (che attualmente è ancora aperta, correte sul loro profilo se interessati: si trova tutto nella storia "Drabble&Flashfic!") prevedono che si debba scegliere una tra tre parole intraducibili (parole che non possono essere riassunte con un unico termine in italiano o altre lingue esclusa l'originale) e scrivere su questa parola una drabble.

Io ho scelto "waldeinsamkeit" , letteralmente: la sensazione di sentirsi come quando si è soli in un bosco.

Vi lascio qui la mia drabble, in cui ho giocato con un significato più... psicologico del termine e vi ho dato un'accezione più positiva di quello che a una prima occhiata il termine può suggerire.

Spero vi piaccia, è il mio primo esperimento del genere e non è stato per nulla facile. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate!

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Ogni giorno temevo il momento in cui arrivavano i lupi. Era tutto uno schiocco di mandibole, zanne affilate, versi gutturali e fiato putrido sul collo; io mi acquattavo in un angolo e rimanevo impotente a guardarli fare tutto a brandelli.

Poi finalmente giungeva l'alba e con essa l'uomo vestito di bianco: mi trovava in un bagno di lacrime e sudore, in un groviglio di lenzuola; mi dava una caramella e i lupi sparivano.

Al loro posto silenzio ovattato,
crepitii di foglie secche,
neve fragrante,
quiete.

Vivevo per quei brevi momenti di solitudine.

Erano la pace in una vita di ululati strazianti,
sprazzi di ragione nella mia esistenza segnata dalla schizofrenia.