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9. Nostalgia di Casa

È da tempo che non cammino in un bosco, che non guardo le stelle la notte e che non cammino nell'erba. Come se fuori ci fosse la guerra e si potesse morire per colpa dei proiettili, o di qualche bomba.

Sto iniziando ad avere nostalgia di tutto: Mike, mia madre, la mia vecchia vita... Non l'avrei mai detto ma farei di tutto per tornare a scuola, rivedere il mio migliore amico, farci due risate e pensare solo alle solite quattro cazzate: amici, internet, vestiti firmati, cellulare.

Non avrei mai detto che dopo qualche settimana non avrei fatto altro che pensare a sopravvivere e a procurarmi del cibo per non finire come le bestie là fuori. Non lo pensereste mai. Credo di essere stata così stupida nella mia vita precedente. Forse l'uomo è destinato a pensare solo a cose stupide nel corso della propria vita, cose che quando stai rischuando di morire non ci pensi manco morto.

Sono due settimane che viviamo in questa casa con gli altri, ma ogni notte sono tormentata dall'immagine del corpo di Anita. Immagino varie versioni di questo sogno: da Anita che mangia mio padre e me, ad Anita che mangia mio padre io cerco di scappare ma lei è sempre con me.

Se ci fosse stata mia madre mi avrebbe stretta tra le sue braccia e mi avrebbe raccontato una delle sue storie scacciaincubi, da quella del pomodoro con il piercing a quella della fatina che giocava con i bambini. Mia madre è sempre stata molto importante per me.

Quando ero molto piccola all'incirca quattro anni avevamo due case, una in città, dove abitavo con i miei genitori e una al lago dove andavo spesso l'estate. Ricordo quegli splendidi pomeriggi passati a giocare sull'altalena lei, era davvero bella, indossava sempre dei fantastici vestiti di seta, con varie fantasie: la mia preferita era quella con i fiorellini, adoravo quell'abito.

I colori accesi e le forme morbide e semplici mi trasmettevano allegria e relax. Vorrei tanto andarla a trovare, vedere come sta... Sarebbe orribile venire a sapere che è diventata come loro, un mostro che ha perso la sua anima.

"È da due ore che stai lavando quella maglia, va tutto bene?" è Mackenzie che mi parla e io ritorno alla realtà.
"Si scusa è che c'è questa macchia, non riesco a toglierla" invento una scusa, non voglio farla preoccupare. Lei però capisce tutto e dice "se vuoi fare una pausa, posso darti il cambio io, non ti preoccupare, vai pure a riposarti" mi sorride.

Io e lei stiamo legando molto, è la prima ragazza con cui riesco a rapportarmi, di solito sto sempre con i maschi. Così abbandono il lavandino e torno in casa. Attraverso il corridoio. Qui ogni giorno trovo un quadro di Van Gogh s'intitola "Strada con cipresso e stella" raffigura due persone che camminano tra i boschi e in cima si vede questa grande stella.
"Mio nonno l'ha comprato quando è nata la sua prima figlia, mia madre, amava camminare tra i boschi e fare incursioni.

Mi disse che crescere un figlio è una grande avventura e si possono scoprire un sacco di cose su te stesso proprio come quando cammini in un bosco e trovi cose a cui non avresti mai pensato che esistessero" è la voce calda di Christian che parla. Mi volto verso di lui "che ci fai qui? Non dovresti essere giù in garage con gli altri uomini?" chiedo incuriosita.

"Mi hanno mandato in casa per preparare loro il caffè, noi giovani veniamo sempre sfruttati" ride, io sorrido per la battuta.
"E tu invece? Perché stai qui impalata a guardare il quadro?" chiede incuriosito
"sto facendo una pausa, tutto qui. È che mi manca mia madre e... Non so che fare" gli spiego.

"Beh, la tua potrebbe essere ancora viva, perciò potresti andare a vedere come sta" suggerisce lui "la mia, beh penso che te l'abbia già detto mia sorella" aggiunge con tono triste.
"Mi dispiace molto, non avrei dovuto tirare fuori l'argomento, so che tu stai peggio di me, scusa" mi copro il viso con le mani, sono un idiota, non volevo che ci rimanesse male. Mi tocca la spalla e sussurra "non preoccuparti, io sto bene" mi sorride.

Mi guarda negli occhi, ogni volta che ci guardo è come se tuffandomi là dentro io potessi vedere tutto quello che prova. È come se per un attimo potesse succedere qualcosa, mi sento strana, inizio ad avere le farfalle nella pancia. Ogni volta che mi guarda sento questa cosa, come se per un secondo il mondo finisse e ci fossimo solo io e lui.

"Dove sono i caffè Christian???!!!!" esclama Anthony, io e Christian ci stacchiamo e io scappo via "devo andare" sussurro. Vado in bagno e mi sciaccquo la faccia, mi sento ancora il suo sguardo addosso. Ripenso a quello che mi ha detto, potrei andare a vedere come sta mia madre, decido di parlarne a tavola con gli altri. All'ora di pranzo mi decido
"Scusate, posso chiedere un attimo di attenzione? Grazie" sono tutti curiosi, "stavo pensando che qui le scorte stanno per finire e tra poco bisognerà procurarsene di nuove, perciò volevo partecipare al viaggio per offrirvi aiuto e vedere come sta mia madre, in modo da sapere se sta bene o no" propongo.

Mio padre mi guarda contrariato "è pericoloso, facciamo già fatica noi, figuriamoci tu" ribatte lui, Max e Anthony annuiscono.
"Sarà come se non ci sia, vi starò appiccicata e farò come dite voi" insisto.
"Se verrai con noi dovremo stare più attenti" spiega Max.
"Io posso passarvi le armi, so che ne avete bisogno" propongo.
I tre uomini si scambiano degli sguardi di intesa e Max dice "spero che tu corra veloce"



Ciao ragazzi, questo è il nuovo capitolo, per vedere come va a finire non dovete fare altro che seguirmi! Buona lettura!

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