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41. L'ora della fine parte 1

Avevo dimenticato il silenzio della notte, spento e morto.

Sono mesi che il mondo non fa rumore, come se non si muovesse.

Apro gli occhi di nuovo e ricomincio a respirare nel buio;Come di routine, esco dal letto e vado a fare due passi nella sala, nella notte, quando tutti dormono, sembra quasi che l'edificio sia disabitato e improvvisamente ci si sente su un altro pianeta.

I miei occhi fanno fatica a rimanere aperti, è per questo che il mio equilibrio non è al massimo.

I miei piedi improvvisano passi.

Scosto la finestra, vedo delle luci nascoste tra i rami del bosco, sembra fuoco. Le fiamme ballano al ritmo dell'aria notturna, scorgo dei bastoni sotto di esse. Gli uomini del bosco.

Mi copro la bocca con entrambi le mani per non strillare dal terrore, non siamo più al sicuro. Se quegli uomini hanno deciso di attaccarci significa che sono tanti e pensano di essere più di noi. Se qualcosa va storto moriamo tutti.

Corro in camera di mio padre, il mio cuore è diventato pesante, sento come se dopo 15 anni di vita la mia anima abbia capito che questo corpo non è più sicuro

"Papà!" sussurro, quando vorrei solo strillare per riuscire ad avvisare tutti

"Carmen...perché sei in piedi? È presto" mormora cercando di spostare il cuscino sulle orecchie per continuare a dormire.

"Credo che stia per accadere qualcosa, ho visto delle luci da dietro il bosco. Era fuoco, ed erano tanti bastoni. Io..." farfuglio, l'ansia si sta prendendo gioco di me.

Si siede di scatto, strizza gli occhi "cosa stai dicendo?"

"Credo che gli uomini che vivono nel bosco stiano per attaccarci"

"Non ci posso credere" si alza dal letto e mette le scarpe la cui suola è ormai stata consumata da tutte le avventure che abbiamo vissuto.

Andiamo a svegliare Anthony e Max che si avviano dagli altri uomini, io torno nella mia stanza. Edith dorme profondamente.

"Hey" le accarezzo il viso, lei si muove, odia le manifestazioni d'affetto.

Dopo svariati tentativi, apre gli occhi "perché rompi mentre dormi?"

"siamo nei guai, devi alzarti" le dico di fretta, lei si alza "cosa sta succedendo?"

"gli uomini del bosco"

"perché fai così? Stiamo per morie? Oddio!" si gratta nervosamente i capelli, non l'ho mai vista così disperata

"senti, è già una situazione di merda. Non complicare le cose"

"Carmen, senti dobbiamo prendere Céline. Io vado dagli altri a chiedere se hanno bisogno" lei si alza dal letto e si avvia verso la porta

"Edith aspetta" lascio andare le braccia lungo i fianchi e resto in silenzio, lei mi guarda e brontola "no, ti prego. Non fare come nei film, odio gli addii" le sorrido, lei corre verso di me e mi abbraccia "se non dovessimo più vederci, ricorda che non ho mai conosciuto persona più vera di te" mi sussurra all'orecchio

"io, invece, ti ringrazio per avermi sopportata in questo periodo. So essere una vera rompipalle" le rispondo.

Esce dalla stanza e scende dagli altri, per un attimo è come se sapessi che potrei non rivederla più.

Corro in tutte le stanze fino ad arrivare a quella di Agata e della figlia, la donna apre gli occhi per un attimo "Che succede?"

"Dovresti venire con me e con Céline, qualcosa di brutto sta per accadere" le spiego in fretta mentre tiro fuori la neonata dal lettino.

"Credo che gli uomini del bosco stiano progettando qualcosa, i nostri sono nella sala per organizzarsi. Dobbiamo stare attente".

Si alza dal letto, con le poche forze che ha, mi fa il segno di darle la bambina in braccio. Credo che voglia tenerla per l'ultima volta.

Una volta arrivate in sala Chad le viene incontro

"Stai bene?" le accarezza la guancia e dopo bacia la figlia sulla fronte

"Moriremo?" gli domanda la moglie mentre inizia a piangere

"No, farò il possibile per tenervi al sicuro. Stai con Carmen, è una ragazza sveglia" Agata annuisce e si siede sul divano.

"Cosa facciamo? Quelli si stanno preparando, hanno il fuoco. Noi quante armi abbiamo?" l'agitazione inizia a farsi sentire

"Noi uomini in qualche modo ce la faremo, ma le donne e i bambini devono nascondersi" Anthony si gratta la fronte come per farsi venire qualche idea "nella cantina"

"Non c'è aria, come facciamo a stare in uno spazio così piccolo? Non ci sarà abbastanza ossigeno" intervengo

"È l'unica soluzione Carmen" Christian è appena arrivato e sembra scosso quasi quanto me.

Purtroppo è vero, non c'è nient'altro da fare, siamo tutti destinati a morire

"Allora vado a parlare con le altre" inizio a muovermi verso le altre stanze, Christian mi afferra il braccio "stai attenta, per favore" annuisco e gli scocco un bacio sulle labbra, dopodiché scappo.

La cantina è fresca, ma fortunatamente indossiamo delle giacche. Davanti a noi cestini e mobili contenenti tessuti sporchi e bucati, siamo tutte sedute a terra, chi contro al muro e chi invece sta ne mezzo e appoggia la testa tra le gambe di chi è contro il muro

"Moriremo, non è così?" chiede una ragazza nel fondo, riconosco la chioma rossa, è Mackenzie

"No, ce la faremo" rispondo fissando il pavimento

"Chi lo dice? Magari gli uomini sopra non resisteranno e noi diventeremo proprietà di quei bastardi" questa è una voce sconosciuta, che stinge tra le braccia un bambino piccolo che gioca con le ciocche della madre facendole girare intorno alle piccole ditina e osservandole mentre gli cadono sui palmi

"Se continuate a pensare in questo modo, siete già morte. Sappiatelo" le rimprovero.

Alla fine, chi sono io per dire a queste donne cosa devono pensare o come devono comportarsi? Non sono io quella che ha incendiato una fattoria? Oppure, non sono io la ragazza che sentiva una vocina nella testa?

Io non sono nessuno, eppure so che devo tenere in vita queste persone, devo fare in modo che non siano troppo spaventate perché io lo sono già.

"Sentite, io non sono assolutamente nessuno. Non posso salvare voi o i vostri figli e non sono un'eroina. Credo che l'unica cosa che ci sia da fare è rimanere calme e aiutarsi a vicenda, ma in silenzio. Nessuno deve sentirci".

Sento la porta della fabbrica cadere, e dei passi aggredire l'atmosfera. Sono arrivati

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