Christian si è abbandonato sul muro, la sua mano trema e la lascia scivolare la pistola sull'asfalto, le sue palprebre sbattono come per rimuovere quell'immagine, ma la defunta Maggie è ancora lì.

Le lacrime gli ricoprono il volto.
"Christian" mi siedo accanto a lui e lo accarezzo "è una crisi, riesci a dirmi come stai?" non mi guarda, inizia a singhiozzare "Christian, ascoltami. Ti prego, so che è difficile. Devi solo immaginare un posto che ti tranquillizza, che ti fa stare bene" lo osservo per qualche minuto, poi arrivano gli altri. Ci sono tutti, fortunatamente.
"E ora che facciamo?" chiedo a Anthony

"Quegli stronzi ci hanno rubato gli zaini" mormora Max.

"Dobbiamo andare da qualche parte, magari là fuori c'è un negozio" dice Edith

"Ma come facciamo ad arrivarci?" domanda Mackenzie.

Anthony sbuffa, vuole andare in città
"Finirà male" mormoro, lui senza neanche guardarmi in faccia dice "lo so, in questi giorni niente finisce bene". Non so che cosa rispondere, sono esausta, sono le quattro di pomeriggio, tra poco avremo fame.

"L'unica soluzione è dividersi, qualcuno va a prendere il cibo, mentre gli altri cercano un posto decente dove fermarsi a dormire senza farsi sbranare" propongo.
Annuiscono tutti, sanno che devono farlo per forza perché ormai non possiamo più scegliere.

In giro, fortunatamente, non vediamo nessun mostro, ma l'ansia c'è sempre. Per un momento, dopo esserti guardato intorno, fai finta che sia tornato tutto alla normalità, ridi con i tuoi amici e pensi "finalmente sono libero" e poi strilli troppo, qualcosa si avvicina ed è lì che ormai è troppo tardi. Respiro profondamente fermando la mia immaginazione, accanto a noi Christian non si è ancora ripreso, cammina a passo veloce ma è come se non fosse più lui.

"Hei, tutto apposto?" ho il coraggio di domandargli mentre osserva pensieroso i frammenti di una città ormai distrutta.

"Parlarne non cambierà le cose" dice tutto d'un fiato

"Lo so ma siccome non ho studiato psicologia non so che devo dirti. Anch'io ho passato questa fase, poi ci fai l'abitudine" dico grattandomi la testa.

"Ho ucciso una persona, Carmen. Ho tolto la vita a una creatura su questa terra" ribatte

"Margareth era una stronza, voleva uccidermi. Tu mi hai salvato la vita e ti sono molto grata per questo

"Spero ne sia valsa la pena" ribatte secco e si allontana da me. Sono sola.

"Va tutto bene?" domanda Mackenzie offrendomi un sorriso di conforto.

"Se intendi capire quale sia il mio rapporto con questa situazione... No, non va per nulla bene" scuoto la testa.

"È per Christian? Avete litigato?" chiede da buona amica.

"Lui ha ucciso Maggie, perché quella stronza voleva far fuori me, e ora crede che sia colpa mia. La cosa che mi ha fatto arrabbiare più delle altre è che crede sia io la responsabile del suo stupido senso di colpa e io non ne posso più. È da quando ho rapporti umani con le persone che queste pensano di stare male solo ed esclusivamente per colpa mia. Io non ho fatto nulla, sono stanca di dovermi sempre sentire in colpa per gli altri. Voglio vivere la mia vita" mi sfogo urlando un pochino, tanto che Edith mi lancia un'occhiataccia.

"Hai perfettamente ragione" conferma annuendo.

"Sai, penso che noi saremo ottime amiche" rido e lei annuisce sorridendo.

Siamo nella zona malfamata della città, cibo marcio ed escrementi sono buttati a terra. Ci tappiamo il naso.

"Che puzza di merda" ansima Edith "non c'è una zona più decente?"

"C'è un negozio là in fondo,ma dovremo stare molto attenti" Max indica le vetrine, era un negozio di abbigliamento" continua lui.

"Credo che un negozio di vestiti sia meglio di quella schifezza, magari avremo anche qualcosa per coprirci" dice Mackenzie.

Decidiamo di avviarci verso il negozio, mentre il sole dà il cambio alla luna.

Ciao ragazzi!! Questo è il nuovo capitolo, siete curiosi di sapere come andrà a finire tra Christian e Carmen? Buona lettura