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24. Imbrogli

L'aria è calda nelle prime ore della mattina quando vengo svegliata bruscamente da Sarah.
"Carmen" mi accarezza il viso e mi da dei colpetti fino quando i miei occhi non puntano il suo viso
"Che c'è?!" mi lamento, era da tanto che non riuscivo a chiudere occhio.
"Loro... Sono qui" sussurra
"Che significa?" le domando mentre mi stropiccio gli occhi per cercare di filtrare il buio.

Sento dei rumori tra gli alberi, Sarah ha ragione, là fuori c'è qualcosa.
"Cosa c'è?" le chiedo
"È da qualche minuto che sento dei rumori strani, ma non sono ancora riuscita a definirli" spiega lei. Annuisco e guardandomi intorno cerco di capire quale sia il problema. Vado a svegliare gli altri, manca qualcuno,precisamente Maggie, Brandon e Josh, c'è qualcosa di strano. Controllo le provviste, fortunatamente quelle sono ancora al loro posto. Sveglio tutti quanti spiegando loro cosa sta succedendo.

"Non è possibile" commenta Max, lui e Anthony sono rimasti sconvolti

"Cosa può essergli successo? Eravamo tutti nella stessa zona, se fosse successo qualcosa a loro tre, lo avremmo sentito" aggiunge Anthony

"Perché non andiamo a cercarli?" dice Donna, è molto preoccupata.

"Sei matta?" risponde Edith alla sua proprosta, "là fuori c'è l'inferno e tu vuoi andare a salvare una tizia che conosci da due giorni?" esclama.

"Forse faremmo meglio ad andarcene da qui" dice Mackenzie

"Credo che sia una buona idea" dico.

Ritiriamo le coperte che ci hanno tenuto al caldo per qualche ora di sonno e le infiliamo negli zaini insieme alle provviste. Ci avventuriamo tra gli alberi giganti che purtroppo custodiscono ancora un'atmosfera non piacevole. Dopo qualche chilometro, i rumori si fanno sempre più vicini e prepariamo le armi. Fino a qualche settimana fa questo posto era dedicato agli amanti dello sport tra la natura ma ora sembra un campo da guerra, da dove bisogna solo scappare. Dei passi si avvicinano a noi e il mio cuore inizia a battere ancora più forte, potrebbe essere un animale, ma dovrebbe essere più agile. Facciamo dei passi avanti cercando di stare attenti a non cadere in qualche trappola o in una qualsiasi minaccia ma è troppo tardi perché i fucili sono già puntati contro di noi.

La intravedo subito tra i soldati, il suo sorriso malefico attira la mia attenzione, osservo la situazione per qualche secondo e poi capisco che è lei l'artefice di tutto ciò.

"Tu..." sussurro, in questo momento vorrei farla in mille pezzi.

"Bene, bene" sogghigna compiaciuta "ci siamo ritrovati, vi siamo mancati?" parla come se si stesse rivolgendo a un neonato.

"Come hai potuto farci questo?" urla disperata Donna " vi abbiamo donato tutto, il cibo, l'acqua e la nostra amicizia"

"Beh, cara, hai 43 anni ma non sembra che tu conosca davvero il mondo" le risponde "prendeteli e portateli in centrale" ordina ai soldati.

Appena mi afferrano mi dimeno per cercare di liberarmi, ma la loro forza è il doppio della mia. Ci caricano su dei furgoni, ci sequestrano gli zaini, ci legano le mani, le braccia e ci tappano la bocca con delle fascie. Il viaggio non deve durare molto ma sembra un'eternità perchè lo passiamo al buio, senza riuscire a parlare, e forti scossoni ci sbatacchiano qua e là.

Le porte del furgone si aprono, e la luce irrompe nell'area dove siamo seduti io, Mackenzie ed Edith. Gli altri sono nell'altro furgone. Appena scesi i soldati ci afferrano le braccia e ci portano all'interno di questo grande edificio in apposite celle. C'è odore di muffa e chiuso, mentre i muri sono rovinati, bel posto.


Nelle celle troviamo un letto, un tavolo più simile ad una scrivania e in alto un orologio e delle telecamere molto piccole che però noto subito. Sospiro, decido di stare al loro gioco, mi fingerò una ragazzina impaurita che in parte è quello che sono. Mi sdraio sul letto e fisso la parete cercando di farmi venire qualche idea per scappare da questo maledetto posto. Credo di passare tutta la mattina lì, perché allo scoccare delle 1:30 un agente si presenta con due panini e una bottiglietta d'acqua di plastica posati su un vassoio di carta, non badano a spese per sfamare i loro prigionieri; con loro anche un biglietto con scritto "ti aspetto per le 8 a cena, non fare tardi miraccomando" prendo il pezzo di carta e lo strappo fino a ridurlo in piccoli pezzi gettati a terra per la rabbia.


Afferro il primo panino sperando che non mi abbiano messo qualche veleno dentro, poi per la fame cedo e lo addento. Scopro che dentro vi è il salame. Dopo aver divorato tutto il pranzo mi addormento e mi sveglio verso le 7 di sera è davvero strano, non ho mai dormito così tanto durante il giorno, credo che ci fosse qualcosa dentro i panini.

Incredibile riescono a ingannarmi anche con del cibo. Che mondo di merda. Resto un'ora a pensare a tutti i modi possibili per uscire da qui finchè un soldato mi apre la porta e mi accompagna a cena. Mi dice che gli altri sono già lì ad aspettarmi.






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