22. Siamo Superstiti
Il sole mi colpisce il viso umido, devo aver pianto mentre sognavo. Mi volto e sdraiato affianco a me trovo Christian, il suo braccio mi cinge il fianco. Spalanca gli occhi, non so come abbia fatto a capire che lo sto fissando.
"Ciao" sussurro, mi osserva per un pò dopodiché mi scocca un bacio sulla guancia
"Dobbiamo alzarci, tuo padre potrebbe venire qui e vederci in questo stato, mi ammazzerebbe" rido, per un attimo ho dimenticato tutto. Mi alzo dal letto, i suoi occhi seguono i miei movimenti.
"Avete deciso qualcosa?" domando
"Maggie e Anthony stanno preparando un piano per scappare, abbiamo deciso così ieri sera" risponde lui.
"Vedo che ha già preso in mano la situazione" commento infastidita, quella donna non mi va per niente a genio, quasi mi pento di averla fatta entrare in casa.
"Che c'è? Qual'é il problema?" chiede curioso
"Da quando sono arrivati qui, lei mi guarda come se valessi zero e a me le persone che mi trattano così non piacciono. Le detesto" protesto mentre mi allaccio le scarpe.
"Siamo solo degli adolescenti, vuoi che stiano ad ascoltare noi piuttosto che lei? Io non lo farei". Usciamo dalla stanza e ci fiondiamo in cucina.
Il tavolo è coperto da una grande mappa che presumo appartenga ai nuovi arrivati
"Dovremo muoverci a piccoli gruppi così da non essere notati, ci saranno dei piccoli gruppi di soldati che controlleranno la zona perciò dovremo stare attenti" traccia una linea sulla carta ormai gialla.
"Abbiamo delle armi?" chiedo "perché se è come dici tu dovremo svignarcela al più presto con le auto. Arrivare almeno fino a tre città più avanti. È tanta strada, abbiamo del cibo e delle munizioni sufficienti?" mi guarda come se fossi un insetto da schiacciare, come quando alle medie uccidevo le cimici perché mi facevano schifo.
" Si, abbiamo abbastanza munizioni, la benzina c'è e per strada possiamo fermarci nei vari negozi per prendere del cibo" mi spiega come se fossi una bambina dell'asilo. Decido di non parlare più per non impazzire. Mi sto inmervosendo, di nuovo.
"Non è male come idea" mi dice Max mentre beve un bicchiere d'acqua "fidati ogni tanto". Scuoto la testa. Moriremo tutti per colpa di questa incapace, vaffanculo.
Prepariamo il necessario per il viaggio e lo dividiamo nei due bagagliai a disposizione. Il viaggio inizia verso le 8 e noi alle 9 siamo ancora in macchina. Ci fermiamo per prendere qualcosa, ma io sono in ansia e faccio tutto di fretta. Saliamo sull'auto quando intravediamo un militare.
"Cazzo" sussurra Edith "accelera"
"Ci potrebbero vedere, scendiamo dalla macchia" ordina
"Cosa? Sei pazza?" esclamo
"Andiamo a nasconderci. Forza" scendiamo dall'auto e corriamo nel negozio dove siamo appena stati. Ci nascondiamo nel magazzino.
"Non dovrebbe venire nessuno qui" sussurra Anthony
"Come fai a dirlo?" sussurra Mackenzie, incrocia le braccia
"Hai mai sentito militari che entrano nei magazzini dei negozi di alimentari?" ribatte Edith
"Ma che cazzo ne so secondo te?" le risponde a tono Mackenzie
"Zitte" ordino loro. Sento delle ruote che procedono sulla strada sterrata, spero non si facciano domande rigaurdo due macchine parcheggiate alla cavolo in mezzo alla strada. Sarah è nascosta sotto ai cartoni, penso a mio padre, Christian e ai loro compagni di viaggio, staranno bene? Dove si trovano?
"C'è del cibo qui" è una voce maschile, dal rumore che produce quando cammina mi fa pensare al fatto che indossi degli scarponi. È uno di loro e probabilmente non sta parlando da solo. La pancia inizia a bruciare a causa dell'ansia. Non so più cosa pensare. Chiudo gli occhi, penso al viso di mia madre e respiro profondamente. Riesco a tranquillizzarmi. I rumori sembrano cessare, ma aspettiamo lo stesso qualche minuto.
Usciamo dall'edificio e corriamo verso la macchina, non c'è traccia dei nostri compagni. Mille pensieri si prendono gioco di noi: gli sarà successo qualcosa? Dove sono andati a finire?
Qualche secondo dopo spunta Christian con la faccia e le braccia segnate. Corrugo la fronte
"Ci siamo nascosti nei cespugli, non sapevamo dove altro andare" si giustifica molto imbarazzato.
"Come cazzo avete fatto? Sembrate tornati dalla guerra" commenta lei.
Risaliamo sulla macchine e scivoliamo sulla strada come una tavola da surf su un'onda di due metri. Le automobili corrono all'impazzata. Dobbiamo lasciare la città al più presto.
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