Capitolo XVIII
"Sei pronta?" Mi domandò Severus, estraendo la bacchetta.
"Prontissima."
Senza avvisarmi ulteriormente, cominciò a lanciare incantesimi a raffica. Cercavo di pararli e deviarli, faticando non poco.
Era da una settimana che avevamo ripreso gli allenamenti e dovevo ammettere che da quando avevamo smesso poco prima di Natale, avevo decisamente perso la mano.
Mi allenavo anche senza di lui, non appena avevo un po' di tempo libero. Avevo un metodo infallibile: usavo dei manichini animati, ma modificati.
Avevano tutti la faccia di Evangeline, così mi potevo decisamente sfogare, altrimenti avrei scaricato la mia magia direttamente su di lei.
Da quando era ad Hogwarts cercavo di restare calma, ma quella donna metteva a dura prova i miei nervi. Ronzava sempre intorno a Severus ed io non potevo comportarmi come una fidanzatina gelosa, altrimenti tutti sarebbero venuti a conoscenza della nostra relazione.
Non che mi infastidisse il fatto di renderla pubblica, ma Severus era molto riservato. Quindi, visto che non potevo agire in modo palese, stavo pensando a qualche scherzetto da farle.
Qualcosa di innocente, giusto per avere un pizzico di vendetta. Non sarebbero mai risaliti a me.
Severus interruppe improvvisamente i miei pensieri, dato che avanzava sempre più velocemente. Dovevo concentrarmi.
Mi doleva tutto il braccio per la miriade di incantesimi che stavo scagliando. Il mio allenatore era una furia.
In men che non si dica mi ritrovai intrappolata fra lui e il muro, eravamo ansimanti e sudati a pochi centimetri di distanza. Senza pensarci due volte lo baciai, con irruenza, e per tenerlo vicino a me misi una mano dietro al suo collo.
Era la prima volta che un allenamento si trasformava in qualcosa di più piccante.
Mi avviluppai al suo corpo e lo sentii mugugnare di piacere. Una scossa mi arrivò dritta al basso ventre, facendomi sospirare.
Volevo assaggiare la sua pelle, sentirne il calore sotto le mie dita, quindi gli sbottonai la camicia.
Severus fece altrettanto, togliendomi la felpa. Mi aggrappai alla sua schiena, ma lui, più impaziente di me, eliminò velocemente i pantaloni della tuta e gli slip.
Senza il reggiseno ad ostacolarlo, si staccò a malincuore dalla mia bocca, lasciandomi le labbra gonfie, e scivolò all'altezza del petto. Iniziò a mordicchiarmi i capezzoli, ma non si soffermò troppo a lungo lì, continuando la sua discesa.
Si mise in ginocchio di fronte a me, baciandomi nel mio punto più sensibile. Intrecciai immediatamente le dita fra i suoi capelli, spingendolo di più verso il mio corpo.
Severus leccò e succhiò avidamente, fino a farmi tremare le gambe.
Era magnifico, come ogni volta, ma non volevo essere in balia delle sue carezze. Avrei condotto io i giochi quella sera.
Lo feci alzare, tornando a baciarlo con passione, invertendo le posizioni e spingendolo contro il muro, forse con un po' troppa irruenza. Infatti mi guardò sorpreso, aprendo gli occhi che aveva tenuto chiusi durante il bacio.
Io gli sorrisi maliziosamente, abbassandomi come aveva fatto lui in precedenza, e gli baciai languidamente gli addominali. Continuavo a lambirgli delicatamente la pelle, ma improvvisamente gli lasciai un morso, facendolo sobbalzare. Cercò subito il mio sguardo ed io mi morsi il labbro, cercando di essere seducente.
Mi prese i capelli con una mano, mentre con l'altra si sbottonò i pantaloni e prese la sua eccitazione, sbattendomela poi sulla guancia e passandomela sulle labbra.
"Apri la bocca." Disse quasi in un sussurro, con uno sguardo di fuoco. Io obbedii e lo iniziai a leccare, per poi accoglierlo completamente nella bocca.
Severus sospirò pesantemente, tenendomi con entrambe le mani la testa, mentre io le appoggiai sul suo sedere, stringendolo.
Ben presto cominciò a spingere e nel frattempo io cercavo di aumentare la sua eccitazione, carezzandogli le cosce e intrufolandomi nel solco delle sue natiche, ottenendo così un grugnito da parte sua.
Mi stavo sorprendendo di me stessa: non avevo mai osato così tanto, ma dovevo ammettere che mi piaceva. Forse il motivo per cui avevo voglia di compiacerlo era per tenermelo stretto: non dovevo dargli motivi per andare a cercare conforto tra le braccia di Evangeline. Sapevo di essere irrazionale, ma non potevo fare a meno di pensarci.
Severus sembrava perso nel desiderio, mentre spingeva sempre più in profondità. Qualche rivolo di saliva mi stava scivolando sul collo. Tutto ad un tratto si fermò e prendendomi per il braccio mi alzò, spingendomi contro la parete di pietra fredda.
"Ti voglio." Mormorò Severus, mentre si toglieva i pantaloni e i boxer, calciandoli via.
Si strinse nuovamente al mio corpo, così allacciai le gambe attorno al suo bacino.
"Fammi male. Graffiami. Mordimi. Domani voglio sentire che sei stato dentro di me quando cammino."
"Keela..."
Con un solo colpo di reni si spinse dentro di me, senza alcuna gentilezza. Gemetti in sorpresa, artigliandogli la schiena e appoggiando la testa sua spalla.
~☆~
Piton era veramente sorpreso.
Nell'ultima settimana Keela era diversa e in quel momento, mentre gli bisbigliava quelle cose all'orecchio, per un attimo aveva pensato che fra le sue braccia non ci fosse la donna di cui si era innamorato.
Da quando era arrivata quella Dubois lei si stava comportando da vera Serpeverde, ormai aveva capito anche il perché: era gelosa. Molto probabilmente voleva compiacerlo poiché pensava che lui fosse come il suo ex. Temeva che, non soddisfacendolo nei desideri che gli davano più piacere, l'avrebbe tradita. Una paura sciocca e infondata, ma le avrebbe parlato più tardi.
Era da un po' che non facevano l'amore, ogni allenamento era molto stressante e pesante, quindi lei si addormentava non appena si distendeva sul letto. Quella sera aveva preso Keela l'iniziativa: se voleva giocare l'avrebbe accontentata.
Non appena entrò in lei iniziò a spingere con potenza, facendola gemere, di piacere e di dolore, dato che aveva artigliato la sua coscia, e la schiena strusciava sulla parete, dandole probabilmente fastidio. Anche se voleva compiacerla non aveva intenzione di farle troppo male.
Così, ancora dentro di lei, la prese fra le sue braccia, andando poi verso l'enorme letto a baldacchino che aveva evocato: erano pur sempre nella Stanza delle Necessità. Si lasciò cadere sul materasso, afferrando con vigore le sue natiche, tornando a baciarla con passione.
Rotolarono e Keela finì sotto di lui: era tempo di riprendere da dove avevano interrotto.
Ricominciò a spingere senza gentilezza, sentendola urlare dal piacere. Cercava di trattenersi, ma proprio non ci riusciva.
Adorava quando si lasciava andare.
Mentre ancora spingeva, le morse il collo e artigliò la sua coscia, graffiandola lentamente: notò che Keela teneva il labbro stretto fra i denti ed aveva lo sguardo appannato.
"Ti piace quando sono rude, mmhh?" Le chiese allora, scandendo ogni parola con un colpo di bacino e lei con il fiatone mugugnò un sì, avviluppandosi di più a lui, stringendogli le natiche e spingendolo verso il suo corpo.
"Di più... Severus... di più..." lo pregò, quasi singhiozzando, sull'orlo dell'orgasmo.
Piton la accontentò, aumentando il ritmo: le spinte erano rapidissime e profonde, aveva tutti i muscoli tesi per lo sforzo.
Poco dopo la sentì sussultare e venne investito dall'onda del suo rilascio. Era stretta, calda e bagnata. Uscì dalla sua intimità, dato che aveva voglia di sperimentare altre posizioni quella sera.
Si sedette sulle ginocchia, per contemplare la splendida donna distesa sul letto: i capelli sparsi in modo disordinato, il viso rilassato, il corpo tremolante, il respiro accelerato.
"Sono un mago molto fortunato." Sussurrò sulle sue labbra, dopo averla nuovamente sovrastata, alzando un angolo della bocca.
Le diede diversi baci leggeri, aspettando che si riprendesse, e la vide sorridere.
Quando sentì Keela iniziare a rispondere alle sue attenzioni, si staccò, sistemandola a carponi sul materasso. Ora si sarebbe divertito... quella era la sua posizione preferita, trovava quel contatto molto intimo.
~☆~
Ero distrutta: quell'orgasmo era stato più travolgente del solito. Avevo tutti i muscoli indolenziti, ma Severus sembrava che fosse ben lontano dal lasciarsi andare... prevedevo altro piacere.
Mi aveva fatto mettere a quattro zampe e subito era rientrato dentro di me, facendomi arcuare la schiena. Lo sentivo in tutta la sua lunghezza. Sublime.
Entrava e usciva velocemente, le sue spinte erano rudi e potenti: mi faceva letteralmente impazzire. Percepivo il suo ansimare pesante e soprattutto sentivo i suoi denti sulla mia pelle.
Gemevo gutturalmente, incontrando ogni suo movimento, cercando di raggiungere di nuovo la luce calda del rilascio.
Improvvisamente mi trovai una sua mano davanti alla bocca e mi mise il pollice tra le labbra.
"Succhialo. Mordilo." Bisbigliò Severus ed io obbedii, facendolo sospirare.
Più stringevo la presa sul suo dito e più aumentava la potenza delle spinte: venni un'altra volta, tremando vistosamente, e dovetti aprire la bocca per prendere aria. Lui ne approfittò per spostare la mano e afferrarmi entrambi i fianchi, staccandosi anche dalla mia schiena.
Non mi dava un momento di respiro. Senza che me lo aspettassi, mi schiaffeggiò forte una natica, facendomi sobbalzare.
~☆~
Piton era in paradiso: Keela era stupenda, non aveva altre parole per descriverla.
Mentre affondava in lei senza tregua, cambiò leggermente la posizione, facendole arcuare la schiena. Così aveva la faccia sprofondata sul cuscino, dato che non si sosteneva più con le braccia, e il sedere all'altezza del suo bacino.
Stava per venire, quindi afferrò con vigore i suoi fianchi, perdendosi in lei, mentre il suo respiro accelerava. La sentì tendersi attorno a lui, probabilmente aveva avuto un altro orgasmo, ma ormai non urlava più, tremava e sospirava solamente.
Infine esplose anche lui, aveva tutti i muscoli tesi per lo sforzo.
"Sì, sì, sì!" Sibilò al culmine, riversando dentro Keela fiotti caldi di piacere, collassando infine sopra al suo corpo.
Le spostò i capelli, lasciandole un bacio sul collo, mentre cercava di regolarizzare il proprio respiro.
Uscì lentamente e lei emise un verso di fastidio. Le baciò la spalla, una volta, due, tre, come se volesse scusarsi per la sua mancanza di tatto.
"Keela..." sussurrò, ancora sopra al suo corpo.
Lei mugugnò solamente qualcosa di incomprensibile.
Si spostò, non volendole pesare troppo, e si coricò vicino a lei, guardandola. Sembrava fosse in dormiveglia. Era letteralmente distrutta. Solitamente lo baciava o gli sorrideva, ma quella volta tutto taceva, quindi la lasciò riposare.
Rimase disteso sulla schiena, recuperando le forze: era stato spettacolare. Si girò momentaneamente sul fianco, osservando la figura addormentata di Keela.
Era bellissima, così semplice. Le carezzò i capelli e seguì il contorno del suo viso, sporgendosi per baciarla delicatamente sulle labbra. Lei non si svegliò, continuando a dormire, così Piton si alzò.
Non potevano restare nella Stanza delle Necessità per tutta la notte, perciò si rivestì.
Keela non aveva la minima intenzione di alzarsi dal letto, quindi prese i suoi vestiti. La girò delicatamente, rimettendole gli slip, i pantaloni e la felpa. Non si era accorta di niente: era proprio nel mondo dei sogni... la prese in braccio, per poi uscire da lì.
Guardò con attenzione che non ci fosse nessuno. Non voleva che ci fossero occhi indiscreti. L'avrebbe portata in camera sua, dato che la strada era più breve.
La schiena iniziava a dolergli. Dopo tutto quello sforzo trovava Keela molto pesante. Anche lui aveva bisogno di dormire.
Finalmente arrivarono alle sue stanze e, senza far troppo rumore, sgattaiolò all'interno.
Purtroppo non poteva fermarsi a dormire da lei, perché se Minerva lo avesse scoperto probabilmente lo avrebbe affatturato. Voleva che fosse sempre disponibile per i suoi studenti. Neanche andassero a cercarlo oltre l'orario permesso.
La adagiò sul letto e appoggiò la sua bacchetta sul comodino, ma subito una foto attirò la sua attenzione. Se la girò fra le mani, notando una scritta sul retro.
Sei ancora la mia principessa, tuo Tom. Incontriamoci venerdì alle 15.00. Non tardare. Al nostro solito posto.
Nella foto Keela era abbracciata a questo Tom, si stavano anche baciando. Piton stava iniziando ad arrabbiarsi: perché diamine aveva ancora una foto con il suo ex, con una rosa rossa vicino? La scritta sembrava piuttosto chiara... non l'aveva nemmeno nascosta quella stupida immagine.
Era lì in bella mostra. La stritolò, la lasciò cadere per terra e, ribollente di rabbia e di gelosia, se ne andò, sbattendo la porta.
Keela amava ancora quel bastardo dopo quello che le aveva fatto... storse la bocca a quel pensiero fastidioso. Sentiva il bisogno urgente di bere del Whiskey.
Era stato ingannato per l'ennesima volta: non appena si apriva con qualcuno ecco come veniva ripagato. Probabilmente lo aveva usato solo per il sesso.
Pensava ancora al suo ex. All'ex che l'aveva tradita, umiliata e ignorata per la maggior parte della loro relazione. Piton aveva veramente toccato il fondo, era deluso e amareggiato.
Si buttò sulla sua poltrona e prese la bottiglia con il liquore, versandosi subito un bicchiere che svuotò tutto d'un fiato.
Altro che dormire... era furibondo. Lui si era innamorato di Keela. Sì, era innamorato. Da alcuni giorni stava cercando il momento giusto per rivelarle una volta per tutte i suoi sentimenti. Evidentemente, dato che lei pensava al suo Tom, non si sarebbe dovuto scomodare per metterla al corrente.
~☆~
Mi svegliai di soprassalto, dopo aver sentito una porta sbattere. Ero in camera mia, distesa sul mio letto. Mi faceva male ovunque. L'ultima cosa che ricordavo erano i gemiti di piacere di Severus, mentre veniva per poi collassare sulla mia schiena.
Molto probabilmente mi aveva portato nelle mie stanze, ma non riuscivo a capire perché non fosse lì con me. Con molta calma mi misi a sedere, tutta dolorante. C'era qualcosa di accartocciato per terra, così lo presi. Era una foto magica, ma rimasi pietrificata quando vidi i soggetti: eravamo io e Tom, proprio all'inizio del nostro rapporto.
Come cavolo c'era arrivata sul mio tappeto? C'era anche una rosa vicino all'abat-jour.
Tom mi aveva scritto? Era impossibile. Respirai a fondo, sentendo un odore strano.
Tutto sapeva di lei. La rosa e la foto avevano quel profumo troppo dolce per i miei gusti.
Ebbi un'illuminazione: quella stronza della Dubois! Sembrava che rovinare e rendere la mia vita un inferno fosse diventata una missione per lei. La sua cattiveria non aveva confini.
Severus doveva aver visto tutto. Senza ombra di dubbio Evangeline si era introdotta nella mia camera lasciandomi il regalino quando mi stavo allenando. Avrei dovuto sigillare la porta con incantesimi più complicati, ma mai avrei pensato che si sarebbe spinta a tanto.
Dovevo raggiungere Severus, anche se le mie gambe indolenzite non volevano collaborare. Con un accio feci arrivare sulla mia mano una pozione energizzante, che bevvi tutta d'un fiato.
Nel giro di qualche minuto fece effetto, così mi alzai velocemente, prendendo la foto e infilandomela in tasca. Mi diressi al suo laboratorio, stando attenta che nessuno mi seguisse.
Mi guardai un'ultima volta alle spalle prima di imboccare le scale che mi avrebbero condotto ai sotterranei. Non mi sarei stupita se tutto ad un tratto fosse sbucata la mia amicona da dietro una statua.
Arrivai e bussai. Una, due, tre volte.
Alla quinta bussata presi la bacchetta ed entrai con un Alohomora. Mi chiusi la porta alle spalle e vidi Severus.
Era seduto rigidamente in poltrona, gli occhi scuri che mi squadravano con freddezza. Le labbra erano distorte da una smorfia disgustata.
"Severus..." lo chiamai in un sussurro e lui alzò in risposta un sopracciglio.
"Vattene."
Io mi avvicinai comunque, non ascoltandolo. Mi sistemai di fronte a lui, rabbrividendo sia per il freddo sia per il suo sguardo glaciale.
"Sparisci."
Lacrime calde minacciavano di scendere, ma mi trattenni, sollevando il mento in segno di sfida. Non mi sarei arresa così facilmente. Non avrei gettato al vento mesi di relazione per uno scherzo di cattivo gusto.
"Dobbiamo parlare."
Severus sbottò una risata ironica, mettendosi in piedi di fronte a me.
"Di cosa dovremmo parlare, esattamente? Di come mi hai usato? Incontriamoci al solito posto. Quante volte mi hai tradito, mmhh?"
"Io non ti ho mai tradito. Se evitassi di saltare alle conclu-"
Severus non mi lasciò finire di parlare e ciò mi infastidì. Molto.
"Avevi in bella vista una maledetta foto di voi due che vi baciavate, con una dedica e una rosa. Cosa devo pensare?"
Mi passai una mano fra i capelli, cercando di mantenere la calma, anche se dentro di me si stava scatenando una tempesta di emozioni.
"È colpa della Dubois, dannazione!" Gli urlai in faccia, prendendo la foto che avevo in tasca e sventolandola davanti al suo naso. "Annusa. Non senti nulla di strano? È il suo profumo, questo!"
Severus respirò profondamente e, quando si rese conto che quello che stavo dicendo era la verità, la sua espressione cambiò.
"Sì, è stata lei. È entrata in camera e ha lasciato tutto quello che hai visto. E il fatto che tu non ti fidi di me mi ferisce e mi delude più di ogni altra cosa."
Cominciai a piangere sommessamente, togliendomi rabbiosamente le lacrime dal viso. Odiavo mostrarmi debole.
"Tom è un capitolo chiuso. Perché dovrei volere qualcuno come lui quando ho te? Io ti amo, Severus. Ti. Amo."
Strappai la foto, lasciando cadere i brandelli a terra.
Girai i tacchi e me ne andai, quasi volando per tornare nelle mie stanze. Finalmente gli avevo detto di amarlo. Forse non avevo scelto il momento migliore, ma volevo essere chiara con lui. E Severus cosa aveva fatto? Nulla, era rimasto lì a fissarmi, non aveva nemmeno cercato di seguirmi.
~☆~
Piton era stato un perfetto idiota. I suoi sentimenti avevano offuscato qualsiasi pensiero razionale. Era stato una spia per metà della sua vita e non si era nemmeno accorto che il profumo che permeava la camera di Keela non fosse il suo.
Se si fosse innamorato di lei durante il regno di Voldemort non sarebbe riuscito a sopravvivere probabilmente.
La gelosia lo aveva accecato. Sentiva ancora le sue parole rimbombare nel laboratorio vuoto. Era delusa e ferita per la sua mancanza di fiducia.
Era rimasto pietrificato dopo aver compreso il suo errore e non era riuscito a ricambiare il suo ti amo. Non l'aveva seguita, sedendosi di nuovo in poltrona, rimuginando su quello che gli aveva urlato contro.
Si versò un bicchiere di Whiskey – il secondo della serata – e cominciò a sorseggiarlo lentamente, concentrandosi sulla sensazione del liquido bruciante che scendeva lungo la sua gola.
Non avrebbe dormito molto quella notte. Tutta la stanchezza data dall'allenamento e dal loro incontro focoso pareva essersi dissolta.
Prese la bacchetta e lanciò un Tempus, per capire che ora fosse.
4.30.
Sospirò e si stropicciò gli occhi, appoggiando la testa sulla sua mano.
Doveva assolutamente parlare con Keela, dato che non aveva intenzione di passare la giornata senza aver risolto i suoi problemi.
Non avrebbe rovinato tutto.
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Spazio autrice
Ciao a tutte!
Eccomi con un nuovo capitolo, pubblicato dopo un'infinità di tempo. Scusate per la lunga attesa.
Vi ha soddisfatto questo capitoletto hot?
Personalmente io adoro Severus dominatore, in fin dei conti è un uomo oscuro, con un passato difficile e non mi stupisce il fatto che anche a letto sia 'severo'. Di nome e di fatto. Benissimo, dopo questa battuta squallida direi di passare oltre.
Come vi avevo promesso vi ho deliziato con questa scena ad alto tasso erotico, ma vi aspettavate la mossa della Dubois e lo scoppio di gelosia di Severus?
Secondo voi cosa accadrà nel prossimo capitolo? Keela ucciderà la Dubois? Severus troverà un modo per esprimere i suoi sentimenti?
Detto questo vi saluto, se avete tempo lasciatemi una recensione e alla prossima! :)
Nel frattempo ad Hogwarts
"Santo Merlino... certo che Severus è stato spettacolare quella volta..."
*Keela ha appena finito di leggere il capitolo e sospira felice, ripensando a quando per la prima volta Severus le aveva mostrato quello che più lo eccitava. Posa il portatile sul comodino e chiude gli occhi, fantasticando proprio su di lui, sul suo corpo, sulle sue mani... fa scendere una mano verso la sua intimità, iniziando a carezzarsi languidamente. Comincia a gemere sommessamente immaginando che sia Severus l'artefice del suo piacere. E proprio l'uomo dei suoi pensieri è appoggiato allo stipite della porta.*
*Severus ha appena finito di correggere gli ultimi compiti e così decide di raggiungere Keela in camera. Si avvicina alla porta e sente dei mugolii sommessi, così entra senza far rumore e resta appoggiato allo stipite della porta. Alza un sopracciglio mentre la guarda: Keela non stava dormendo... si stava decisamente divertendo senza di lui. Si distende sul letto, vicino a lei, facendo scivolare immediatamente una mano dentro i pantaloni e gli slip di lei, e Keela sobbalza.*
"Siamo arrivati al punto della relazione in cui io non ti soddisfo e tu provvedi da sola al tuo piacere?"
*Keela è tremendamente in imbarazzo, si limita a guardarlo senza dire una parola.*
*Severus muove leggermente le dita, cominciando a stimolarla e Keela sospira estasiata.*
"Sei così bagnata... a cosa hai pensato per eccitarti in questo modo?"
"A te. A quella notte nella Stanza delle Necessità."
"Immagino tu abbia letto il capitolo che ha pubblicato quella scrittrice pazzoide..."
*Keela annuisce, alzando il bacino per incontrare la sua mano.*
"Questa è l'unica volta in cui sono grato che abbia pubblicato... sei eccitata al punto tale da concederti totalmente a me, giusto?"
"Sì, Severus..."
"Posso farti di tutto. Ad esempio questo."
*Severus dà una spinta più forte, penetrandola a fondo con due dita lunghe e nodose. Inizia a massaggiarle la perla che ha tra le gambe, continuando a spingere. Dopo poco Keela esplode in un orgasmo fantastico, tremando e gemendo per il piacere.*
"Preparati Keela, è solo il primo di una lunga nottata."
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