speciale♡
-somigli molto a lei- sossurrò, Shoyo, osservando una scintilla di sentimento sbocciare negli occhi di sua sorella, che era riflessa nello specchio davanti a lui.
Le sue piccole mani le accarezzavano piano i capelli ramati, sciogliendo gli ultimi nodi e appuntando un fiocchetto rosa alla capigliatura.
Natsu non rispose, continuando a guardare la sua immagine riflessa insieme a quella del fratello, davanti a sè.
Sospirò, accennando un sorriso, che si aprì largo dopo alcuni secondi, il tempo di far dissipare i pensieri negativi dalla testa.
Questi ultimi arrivavano piuttosto frequenti, ormai da un anno a quella parte, ad entrambi.
Infatti era passato giù di lì un anno, sì.
Un anno.
Un anno da quella telefonata inaspettata nel cuore della notte.
"...guida in stato di ebrezza, non possiamo fare nulla."
"seguirà una denuncia, ma non abbiamo fatto in tempo..."
"...venuta a mancare".
Shoyo passava la spazzola tra i capelli di Natsu, anche se ormai erano del tutto spicciati. -sarebbe orgogliosa di te... la mamma- sossurrò, alzando di poco gli angoli della bocca, mentre il sorriso della ragazza si fece più cupo.
-sì?-mugugnò, prendendo la mano di Shoyo e stringendola piano, gesto che lui ricambiò, issandola per farla alzare e dare l'ultima sistemata al suo vestito.
-sì- conferrmò, dandole un bacio in fronte, per poi come discostarsi, cambiando in parte tono.
-ora andiamo, o farai tardi-
La cerimonia dei diplomi al Karasuno avveniva nello stesso modo da molti anni, quindi a Shoyo fece davvero molto effetto sedere dove pochi anni prima c'erano i genitori, mentre la testolina arancione di Natsu quasi riepiva il vuoto lasciato dalla sua.
Ricordava bene quel giorno.
Si erano divertiti fino a tardi alla sera, dopo la cerimonia.
Una volta finiti i festeggiamenti, però, Hinata aveva pianto, aveva pianto un sacco.
Aveva pianto perchè era finita.
Il Club di pallavolo, era finito.
Il torneo primaverile, non ce ne sarebbe stato un altro.
Anche se nel giro di quei tre anni aveva detto piano piano addio a tutto, (già dal primo a giocare con i senpai al terzo anno, in seguito al giocare contro il Nekoma che conosceva, perchè senza Kenma dall'altra parte della rete non era poi così invogliato) non era pronto a staccarsi del tutto da quelle quattro mura, da Yachi, Yamaguchi, i nuovi ragazzi arrivati in quegli anni e perfino da Tsukishima.
Sì, sapeva che anche lui gli sarebbe mancato tanto.
Così quella sera si era trovato seduto sul divano, i gomiti sulle ginocchia che facevano ricadere le mani giù, senza forza, mentre lo sguardo basso ispezionava il tappeto ancora pieno di residui di cibo, bibite ed altre macchie di cui non riconosceva l'entità, non che gli interessasse particolarmente scoprirla...
Quel giorno si erano riuniti tutti insieme, la squadra che aveva riportato l'orgoglio al Karasuno, quella che era uscita trionfante dall'incontro con la Shiratorizawa, ormai del tutto diplomata.
Si erano divertiti parecchio, con il karaoke e vari giochi, Hinata non poteva giurare che non avessero toccato alcohol, poi dopo la sbronza si erano accasciati sul divano, a ricordare i bei tempi.
-e poi Tanaka ha appeso alla finestra quello striscione per Shimizu mentre piangeva- aveva ricordato Nishinoya, la voce alterata dal liquore, al seguito un rimprovero di Tanaka, non tanto ubriaco da non prendersela.
Risate, gioia... così Shoyo ricordava quel giorno. Divertimento... tristezza, nostalgia, malinconia.
Queste ultime parole pian piano si erano condensate sul suo viso dopo i festeggiamenti, mentre ancora era sul divano.
-Ehy...- aveva sentito un tocco sulla spalla, poi delle braccia cingerlo.
-qualcosa non va?-
-non voglio che tutto questo finisca- un filo di voce era uscito dalle labbra rosee di Hinata, mentre si sistemava meglio tra le braccia di Kageyama, il suo ragazzo.
-non deve finire per forza sai... sarà solo diverso, ma non vuol dire peggiore- aveva portato una mano alla sua chioma arancione, iniziando ad accarezzargli i capelli, con delicatezza.
Shoyo annuiva piano mentre Tobio continuava a rassicurarlo, dicendogli sarebbe andato tutto bene, non si sarebbero mai separati.
Gli era sempre piaciuto in fin dei conti ricordare quel giorno...
-Ehy- un tocco sulla spalla lo ridestò, poi vide scivolare sul posto accanto a sé un certo corvino.
Aveva il respiro corto e alcune gocce gli imperlavano il volto, come se avesse corso per arrivare.
Infatti era così, Kageyama aveva dovuto fare una corsa contro il tempo in modo da giungere in tempo per la consegna dei diplomi, aveva appena giocato una partita importante.
-tranquillo sei giusto in tempo- lo rassicurò, Shoyo, allungando la mano calda verso quella più grande e fredda di Kageyama, della quale non si spiegava la temperatura data la calda stagione e il fatto che avesse appena finito di correre.
-bene- sossurrò, stringendogli la mano e portando lo sguardo dal ragazzo al palco, dove il preside stava iniziando ad elencare i nomi dei diplomati.
Subito vide Natsu tra i vari ragazzi, nonostante fosse molto bassa e nascosta.
Pensò a quanto fosse cresciuta negli ultimi anni.
Era da un bel po' che viveva praticamente con lui e Shoyo, ed ormai la considerava come una figlia, o più semplicemente una sorellina più piccola.
E a quale fratello maggiore non scende una lacrima nel rendersi conto che gli anni passano anche per coloro che avevano pensato rimanessero sempre piccoli?
I capello corti raccolti in codine che risultavano infantili ora erano lunghi, le ricadevano sui fianchi.
Gli occhi arzilli avevano un che di più maturo, come fossero più profondi.
Aveva un bel portamento, così diverso dal solito.
Si capacitò del passare del tempo, come piombato in tutta fretta sul suo corpicino, e quando udì il nome della ragazza e la stessa muoversi verso il preside sentì i propri occhi farsi lucidi.
Voltò lo sguardo e notò Shoyo, la stessa espressione in volto, come se avesse tirato anche lui quelle stesse conclusioni, avesse ripercorso una decina di anni in pochi secondi nel medesimo modo.
Tuttavia quest'ultimo non si girò, continuava a guardare incantato la piccola, le labbra ricurve all'insù, in un sorriso che dipingeva mille emozioni.
La cerimonia si concluse in breve, piano piano gli studenti lasciarono la sala, in uno sciame di testoline nere siccome avevano indosso i cappelli appena dato loro.
-SHOYOOOOO TOBIOOOO!- urlò la ragazza, appena adocchiò i due, nel giardino della scuola.
In breve tempo si trovarono coinvolti in un abbraccio molto stretto, quasi stritolante.
Dopo che si fu staccata, Shoyo rubò il cappello a Natsu, per poi rimetterglielo in testa leggermente storto, cosa che confuse la ragazza per qualche secondo e fece ridacchiare kageyama.
-allora com'è andata?- chiese Shoyo a sua sorella, la quale rispose che era andato tutto a meraviglia, e che non vedeva l'ora di andare a festeggiare.
Tobio a quel punto si ricordò che il suo ragazzo tempo prima lo aveva avvisato della festicciola che si sarebbe tenuta dopo la consegna dei diplomi.
In una sala da ballo cittadina, spesso aperta alle occasioni, con il rinfresco, il dj e molto altro.
Così i tre erano tornati a casa, per prepararsi all'evento.
Natsu appena messo piede nell'abitazione corse al piano di sopra, urlando ai due ragazzi di non disturbarla.
Shoyo si ritrovò a ridacchiare, mentre Kageyama borbottò un "meglio così", anche se lui l'avrebbe aiutata volentieri a prepararsi e a truccarsi, solo che tra pensare e dire, come sempre, c'è un abisso.
-com'è andata la partita? Non te l'ho chiesto- Shoyo si avvicinò a lui, un sorriso ampio ad illuminargli il volto.
-molto bene, abbiamo vinto- disse semplicemente, voltandosi verso di lui e prendendogli entrambe le mani, stringendole piano.
-ne ero certo- ribadì, la curva delle labbra che diventava un leggero ma gioioso riso.
-mhhhh- Kageyama fece un verso che era a metà tra un lamento di stanchezza o di semplice voglia, prendendo Shoyo ed attirandolo a sé, stringendolo forte.
Immediatamente le manine del rosso si ancorarono alla sua schiena, i loro petti aderivano completamente, quasi senza lo spazio per respirare.
La testolina arancione del più basso si andò a posare sulla sua spalla, Tobio poteva sentire quei soffici capelli solleticargli gentilmente il collo.
-mi sei mancato anche tu- sossurrò Hinata, socchiudendo gli occhi.
Kageyama posò le labbra sulla sua testa, poi due dita sotto il mento per baciarlo sulle labbra, ma dopo un po', gli abbracci di Shoyo erano caldi e premurosi, non voleva di certo privarsene.
-non vorrai venire vestito così- osservò Hinata, qualche bacio più in là, e il moro si giustificò dicendo che sarebbe andato immediatamente a cambiarsi.
Lo lasciò andare, Shoyo, mentre lui decise di andare ad aiutare la sorella, o a vedere se le servisse qualcosa.
Appena Kageyama entrò nella camera, subito si tastò la tasca della tuta.
Sì, perfetto, era ancora lì.
La depose sul letto e si andò a fare una doccia veloce, che tuttavia proprio così non fu, siccome finisce sempre che i fumi della doccia si mischiano con quelli dei pensieri.
Terminato in bagno, indossò camicia e jeans, né troppo elegante, né eccessivamente informale.
Giusto per l'occasione.
Prese l'oggetto dal letto e lo mise nel taschino della camicia, per poi darci qualche colpetto.
Inspirò profondamente: doveva farcela.
Spruzzò un po' di acqua di colonia e tornò di sotto, dove Natsu si stava giusto mettendo le scarpe.
Ricevette alcuni complimenti da entrambi per l'aspetto, soprattutto da Shoyo, al quale brillavano gli occhi nell'ammirare la sua figura.
Tobio fece per ringraziare educatamente, quando si accorse di quanto fosse bella Natsu.
Aveva un vestito verde foglia che a suo parere stava benissimo con i suoi capelli, che le cadevano morbidi sulle spalle, leggermente arricciati.
-stai benissimo- si complimentò, leggermente a bocca aperta, e per qualche motivo arrossì.
E no, non pensate male, non è che il nostro Tobio aveva qualche fetish di poco gusto verso gli Hinata, ma la figura di Natsu lo aveva inspiegabilmente ricondotto al fratello, il quale pensiero sempre, sempre gli tingeva le guance.
Dopo qualche altra parola gentile si diressero verso la sala affittata.
Alla fine era un ambiente carino, arredato bene, ragazzi di tutte le sezioni erano divisi in gruppetti a parlare, e non ci volle molto che Natsu era sparita, spaventando inizialmente i due, che però poi la videro intenta a chiacchierare con altri ragazzi poco distanti.
-andiamo a sederci ai tavoli, ormai questa non è roba per noi- scherzò Hinata, ridacchiando e prendendogli la mano, tirandoselo dietro.
Ad un certo punto si scontrarono con un gruppo di ragazzi intenti a ballare, e Tobio quasi imprecò, sperando non gli fosse caduta, ma gli bastò gettare un'occhiata e trovò con piacere il rigonfiamento nella tasca.
Presero posto, mano nella mano, commentando passato, presente, e perchè no? Shippando i ragazzi che vedevano scommettendo 50¥ a fidanzamento.
-abbiamo sempre avuto l'occhio lungo in questo- commentò Shoyo, ridendo e volgendo lo sguardo al ragazzo, che, quasi con incertezza gli portò una mano alla guancia.
Hinata colse subito quell'indecisione, e posò una mano sulla sua, salda. -qualcosa non va?- mormorò, e Tobio scosse la testa dopo qualche secondo, come si fosse riscosso da una dormi veglia.
-no... ero solo sovrappensiero- lo rassicurò, accarezzandogli la guancia.
L'altro, poco convinto, gli sorrise, e disse che sarebbe comunque andato a prendere da bere.
Al suo ritorno, Tobio ribadì di stare bene, e Shoyo ci credette, posando la testa sulla sua spalla.
Kageyama prontamente gli passò un braccio dietro la schiena, stringendolo a sé.
-eravamo anche noi così?- sossurrò il rosso, puntando lo sguardo ad una coppia molto impacciata che provava a ballare, ma finiva per bisticciare ogni due per tre.
-probabile- rispose l'altro, accennando un sorriso e facendo viaggiare la mano libera fino alla sua mano, facendole intrecciare.
Rimasero così a lungo, per un tempo che sembrò infinito, almeno per Hinata.
Kageyama invece avrebbe voluto uscire, faceva piuttosto caldo, e non era assolutamente legato all'ansia per il suo progetto.
Assolutamente.
Partì un lento.
Alcuni ragazzi si misero a ballare a coppie, ma molti lasciarono la pista imbarazzati.
Era il suo momento.
-andiamo?- domandò Tobio, girando il volto per fissare gli occhi in quelli nocciola del più basso.
-dove?- chiese questo, leggermente confuso.
-a ballare, Hinata boke- borbottò, ma l'altro ridacchiò annuendo per il nomignolo, prendendolo per mano e trascinandolo in pista.
Mani sulle spalle e sui fianchi, testa posata sulla spalla e via, stavano ballando quasi al centro della pista, in un'intimità piuttosto evidente, che stonava con il caos generale, come fossero in una bolla.
Solo loro, e la musica.
Il cuore di Kageyama batteva all'impazzata, sembrava quasi volergli uscire dal petto, in corrispondenza della tasca, dalla quale quasi sembrava la scatola volesse uscire, ed infatti era arrivato il momento, ma aveva paura, una dannata paura.
Prese coraggio, la musica sembrò fermarsi.
-Shoyo- sossurrò, con un filo di voce, staccandosi da lui.
Il ragazzo riuscì solo a posare di sfuggita gli occhi sorpresi in quei suoi occhi lucidi, esitanti ma al contempo sicuri e straripanti di amore, prima di vederlo inginocchiato davanti a sé.
-mi vuoi sposare?-
CIAO RAGAZZI CARISSIMI.
Sono passati 7 mesi da quando ho pubblicato l'epilogo e diamine, se mi mancava. Mi mancavate anche voi che state leggendo, perchè di sicuro avevate aggiunto la storia in biblioteca o altro.
Grazie. Siamo a 35k ed io ho voglia di piangere, abbiamo raggiunto l'#1 in anime e altri grandi traguardi, ed è solo grazie a voi.
Grazie per i voti, per i commenti e anche solo per essere qui, mi state aiutando a realizzare il mio sogno.
Questo era uno speciale per ringraziarvi, non so se farò una seconda parte, volevo semplicemente risentirvi e ringraziarvi, vi voglio bene, tantissimo.
Oh, e questo è anche per chi aveva chiesto che fine avesse fatto Natsu ;)
Magari ai 50k, se ci arriveremo, ci rivedremo, per ora è un (ri)arrivederci.
p.s. non l'ho neanche riletto quindi mi scuso per gli errori HAHAHA
Siete sempre i migliori,
Giugiu <3
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