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capitolo cinque

-sì, vengo volentieri a casa tua!- esclamò, e Kageyama pensò che si prospettava essere una lunga serata, quella.

-che c'è per cena?- chiese Hinata, mentre i due attraversavano le fredde strade della città, quel giorno innevate.

-C'è quello che c'è in frigo- tagliò corto il moro, guardando dritto davanti a sè.

-e cosa c'è in frigo?- contiuò il primo, ridacchiando.
Gli piaceva infastidire il compagno, sentirsi chiamare cretino. Infatti ricevette una risposta poco cordiale, che lo fece sorridere.

il dialogo si prolungò un altro po', principalmente con Shoyo che faceva domande stupide a Tobio, il quale lo ammoniva e rispondeva freddo, anche se all'interno si stava letteralmente squagliando, lottando contro l'impulso di passare la mano in quei soffici capelli color ruggine per far cadere la neve che si era depositata su di essi.

-PRENDI QUESTA!- gridò Hinata, all'improvviso, e Kageyama sentì una massa ghiacciata colpirgli la nuca, per poi scivolargli sul collo e infine nella giacca.
Rabbrividì, iniziando a scuotersi per cercare di liberarsi da quel colpo poco piacevole, mentre il più basso, dietro di lui, produceva una risata cristallina, che non durò molto, siccome il moro ebbe la sua vendetta colpendolo in pieno volto.

-ehi!- lo riprese, accasciandosi.
Kageyama un po' si sentì in colpa, così si avvicinò a lui, per controllare fosse tutto apposto, visto che il centrale era chinato su se stesso.

-tutto ben...- iniziò, ma poi fu travolto da una furia rossa che prese a tirargli pallonate alla velocità della luce, non dandogli il tempo di ripararsi. Preso alla sprovvista, il poveretto cadde all'indietro, e Shoyo su di lui.

La scena potrebbe sembrare clichè, presa da un romanzo rosa per adolescenti, ma vi posso assicurare che non c'era nulla di romantico in quella goffa caduta.

Hinata si rialzò alla velocità della luce, passandosi le mani sul corpo, intriso di neve, mentre il povero Kageyama rimase a terra, aprendo e chiudendo la bocca, sul freddo terreno. Il primo iniziò a ridere di gusto, porgendo la mano al suo compagno ancora a terra, che appariva scocciato.

In realtà Kageyama era piuttosto imbarazzato dall'accaduto, tanto che trasmise una certa tensione nell'aria, che non li fece parlare finchè non arrivarono a destinazione.

Il ragazzo estrasse le chiavi dallo zaino ed entrò, tenendo la porta aperta a Shoyo, che zompettò all'interno, producendo un cigolio, dato dalla gomma bagnata sulle suole delle scarpe sul parquet.

Kageyama accese la luce e si rese conto che sia lui che il suo compagno erano bagnati come due pulcini.
Sospirò, dicendogli di aspettare un attimo, mentre andava a prendere degli asciugamani. Tornò con una pila di candida stoffa, poi prese il primo asciugamano e lo mise in testa al più basso, poi strofinò, con l'intento di asciugargli i capelli.

-posso farlo da solo bakageyama!- replicò Hinata, il quale tuttavia non si liberò dalla presa, trovando piacere nell'essere accarezzato ed accudito, anche se non avrebbe mai mensato che quella persona sarebbe stata proprio Tobio.
A lavolo ultimato, lasciò ricadere l'asciugamano sulla testa del ragazzo, poi disse: -puoi andare per primo a fare il bagno, ti lascio dei vestiti su una sedia-

Del rossore accompagnò le sue parole, e, mentre Hinata dopo aver annuito e ringraziato si dirigeva verso il bagno, si sedette, facendo mente locale. Il ragazzo che gli piaceva era in casa sua.

E probabilmente, dall'altra parte della parete in questo momeno era... arrossì violentemente, rizzandosi a sedere e scuotendo la testa, per liberarsi da quei pensieri poco casti. Invece doveva occuparsi della ricerca di vestiti della misura giusta per lui. Anche se l'idea di vederlo con una felpa enorme lo allettava parecchio... per l'ennesima volta quel giorno si riscosse dalle sue strane fantasie, prendendo le cose più piccole che aveva e portandole ad Hinata.

Dopo essersi assicurato che fosse immerso in vasca e quindi che non avesse pericolo di farsi uscire il sangue dal naso, entrò in bagno e lasciò gli indumenti su una sedia, voltandosi ed uscendo alla svelta, notando solo una piccola testolina fuoriuscire dall'acqua traslucida, impregnata di sapone. In seguito andò in cucina, dove trovò del bento da riscaldare. Decise di preparare, intanto, così Shoyo avrebbe avuto il cibo caldo appena uscito dalla vasca.

Poteva non sembrare, ma Kageyama poteva essere molto premuroso, soprattutto con le persone a cui teneva. Come ormai faceva meccanicamente, osservò il cibo cuocere. Sembrava un bambino davanti alla lavatrice, mentre aspettava il lavaggio del suo peluche preferito.

Mentre lui si riscaldava con il piccolo forno, Hinata era occupato a vestirsi. Non sapeva neanche perchè aveva accettato di venire.
Anche se inconsciamente, sapeva di piacere al suo compagno, eppure aveva deciso di andare.
Sospirò, infilandosi la felpa che Tobio gli aveva prestato.

Era incredibilmente calda... e grande. Si strinse in essa, strusciando la testa su una manica. Profumava. Rilasciava lo stesso odore del bagnoschiuma che aveva appena utilizzato lui stesso, ma era più attenuato e distribuito, unito ad altre fragranze.
Odore di ghiaccio spray... e di deodorante. Sì, quella felpa sapeva di Kageyama, profumo impresso e stratificato nel tessuto. "è così piacevole e caldo..." pensò, ricoprendosi le mani con le maniche dell'indumento, sfregandosi poi i palmi sulle guance. Infilò i pantaloni, anch'essi troppo lunghi, gli coprivano i piedi, e poi decise di raggiungere Tobio, in cucina.

Lo vide fissare il microonde, assorto nei suoi pensieri. Rimase a contemplare il suo viso, calmo. I muscoli solitamente contratti in quel momento erano rilassati, donando al suo volto una morbidezza inaudita. Le guance di Shoyo si colorarono di rosa, sentendosi come colpito nell'animo da quella bellezza così... angelica.

Si avvicinò a lui, tastandogli la spalla. Tobio scrollò le spalle, posando lo sguardo su Hinata. La sua felpa gli arrivava appena sopra le ginocchia, e i pantaloni erano lunghi, con il cavallo nascosto dalla lunghezza dell'indumento superiore. Era così carino... no, che diamine pensava!

-ci hai messo tanto stupido di un Hinata... i vestiti sono troppo grandi?- chiese, leggermente rosso.

-Mi sembra ovvio- ridacchiò il rosso, stringendosi nel capo d'abbigliamento prestatogli. -ma va benissimo così- ribadì, agitando le mani davanti a sé.

-meglio così- mormorò il moro, puntando nuovamente lo sguardo al microonde. Shoyo lo affiancò, fissando nella sua stessa direzione. -che c'è di interessante da vedere?- chiese, curioso.

Kageyama gli rivolse un'occhiata con la cosa dell'occhio.
La luce calda del microonde conferiva ai suoi occhi marroni un colore ambrato, mentre i capelli che solitamente andavano in tutte le direzioni erano abbassati, visto che umidi erano più pesanti, e quindi più soggetti alla gravità. Era proprio bello...

-nulla, a dirla tutta- rispose, gelido. -solo... riscalda- spiegò, allungando le mani davanti a sè.

Hinata lo guardò con un sopracciglio alzato, poi alzò gli occhi al cielo. -ci sono cose che scaldano molto di più di una semplice stufa- sossurrò, arrossendo.

Fu l'ultima cosa che Kageyama sentì, prima di essere stretto in un abbraccio.

CiAo pErSoNe

ćhį vůøľə 짚ĕřë şāčřįfïçåťø ãļ țřəė?

sì ok in questo spazio dovrei dire cose intelligenti, ma sarebbe vuoto e poi voglio dare cenni della mia presenza uuuuuu sksksksksks

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