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4-Sugli spalti

Iɴ ᴍᴇᴢᴢᴏ ᴀʟʟᴀ ᴄɪᴛᴛᴀ̀,
ᴠᴀʀɪ ᴏᴅᴏʀɪ
sᴏᴛᴛᴏ ʟᴀ ʟᴜɴᴀ ᴅ'ᴇsᴛᴀᴛᴇ.

•••

«Cosa ci fai qui Osamu?»

Chiese Haru, piuttosto stupita dall'apparizione non programmata del pallavolista.

«L'Inarizaki per vincere ha bisogno di tenere d'occhio la concorrenza, perciò ho preso il primo treno per Miyagi ed eccomi qui»

Il maggiore dei Miya diede la sua risposta con una calma irreale, da non sembrare vera.

Era sempre stato così, per lui l'apatia era la quotidianità, parole dei suoi compagni di squadra.

«Lo Shiratorizawa ti preoccupa così tanto?»

Fu la prevista domanda della schiacciatrice che, esattamente come sospettava Osamu, non aveva tardato ad arrivare.

«Da quando ti fai coinvolgere nelle paranoie di tuo fratello?»

Chiese ancora Haru, mentre il grigio alzava le spalle.

Atsumu Miya, alias il gemello biondo e cattivo, era un paranoico di prima categoria ed entrambi gli schiacciatori avevano imparato a sopportare questo suo lato per nulla simpatico.

«Da mai, è per il Karasuno che sono qui»

Parlò il grigio, facendo sgranare gli occhi alla sua migliore amica.

Purtroppo però, prima che Haru potesse chiedere altre informazioni, la voce squillante di Oichiro giunse alle orecchie di entrambi, squarciando il silenzio creatosi.

«Haruru, finalmente ti ho trovata! Dai che la partita sta per inizia-»

Il libero si avvicinò, prendendo l'arancione sottobraccio per trascinarla con lei.

Prima di interrompersi notando Osamu.

«E tu chi sei?»
Chiese la ragazza rivolta allo schiacciatore dell'Inarizaki.

«Osamu Miya»
Rispose lui con tono piatto, senza scomporsi ancora una volta.

A quel punto Oki alzò leggermente le sopracciglia, segno che aveva capito e messo i pezzi al posto giusto, poi parlò.

«Haruru, che ci fa il tuo amico qui?»

Chiese di nuovo, guardando la migliore amica con i suoi occhi blu, velati dal trucco colorato.

Haru annuì distratta, pensando ancora all'incontro di poco prima.
Oichiro non se ne accorse, a contrario di Osamu, nettamente più attento di lei a certi dettagli.

«Vogliamo andare? Rischiamo di perdere la presentazione»

Ci invitò Osamu, poco prima di guardare la maggiore dritta negli occhi.

«E dopo mi spiegherai dove hai la testa»

Concluse sussurrando senza interrompere il contatto visivo.

Poi il suo sguardo vagò da Haru ad Oichiro, intenta a godersi il suo spiedino di marshmallow colorati.

«Non lo dirò spesso, ma avevi ragione, le tue amiche sono strane»

Ammise ridacchiando.

La schiacciatrice ancora leggermente scossa annuì, Osamu era davvero una persona curiosa.

•••

Trovarono posto nella terza fila degli spalti, facendo sì che non fossero troppo indietro e quindi far vedere Oki, ma anche non troppo avanti e quindi in modo che Haru non ostruisse la visuale a troppe persone.

In quel momento l'unica cosa che le serviva era qualcuno che le chiedeva di spostarsi perché non ci vedeva.

«Credevo di avervi persi, non vi vedevo più»

Furono le parole di Kaen non appena li vide, raggiungendoli e mettendosi seduta nel posto rimasto vuoto fra Oichiro e Haru.

«Metti gli occhiali»

Ribatté Oki schioccando la lingua. La palleggiatrice la guardò e storse il naso nel sentire l'odore zuccherino del marshmallow.

«Belli questi posti, riesco a vedere il campo che è una bellezza. Non mi perderò una figuraccia di Tobi per nulla al mondo»

Cambiando totalmente discorso, il libero staccò l'ennesimo pezzo del suo dolce e se lo mise in bocca.

A quel punto la secondogenita degli Iwazumi spostò il suo sguardo su di Haru, aspettandosi un qualunque commento.

Lei ricambiò lo sguardo con apatia.

«È più che plausibile, divertirebbe anche me Tobio che fa una figura di merda in campo»

Fu la risposta.

«Siamo due contro un-»

Cominciò a dire Oichiro, quando Osamu le tappò la bocca con un dito e la zittì, sottolineando il fatto che la partita stesse iniziando.

Kaen, che aveva capito l'antifona di quello che sarebbe stato il prossimo commento della minore, le rifilò un'occhiataccia.

«Un giorno mi spiegherai come fai a conviverci»

Sussurrò ad Haru abbastanza forte da farsi sentire dalla bicolore.

Oichiro, in risposta, fece la linguaccia e ridacchiò.

L'attenzione di Haru era invece focalizzata sulle squadre che stavano scendendo in campo. 

Il Karasuno e la Shiratorizawa.

I poli opposti in ogni aspetto.

Improvvisamente, fra i cosiddetti corvi la schiacciatrice riconobbe il ragazzo che le era finito sul seno pochi minuti prima.

Era vestito con una divisa arancione diversa dagli altri, ciò voleva dire che era un libero.

«Chi guardi Haruru?»

Chiese la voce della sua migliore amica, facendola sobbalzare.

La maggiore ruotò leggermente il capo e si trovò il volto a pochi centimetri da quello di Oki.

«Mi hai fatto perdere dieci anni di vita»

Esclamò, facendo spuntare al libero un sorriso a trentadue denti.
«Allora? Come mai fissi il libero?»

Chiese con un espressione maliziosa che le stava trasformando il volto.

«Prima ci siamo scontrati e mi è finito sul seno»

A quel punto Kaen tirò Haru all'indietro, obbligandola a guardarla.

«Frena tutto»

Iniziò allarmata.

Sembrava fosse appena avvenuta un'esplosione nucleare.

O uno tsunami.

O comunque la peggiore delle cose possibili in questo mondo.

«Hai appena detto che Nishinoya Yuu è finito con la faccia sulle tue tette?»
Urlò, facendo voltare tutti verso di loro.

La schiacciatrice riuscì a notare Osamu che distoglieva lo sguardo, facendo palesemente finta di non conoscerle.

Fortunatamente lo sguardo arrabbiato di Kaen metteva paura, perciò nessuno rimase a fissarle più di tanto.

«Non serve che urli, io c'ero»

Disse Haru con tono scocciato.

Si chiese perché alla gente piacesse così tanto condividere con il mondo le cose imbarazzanti che le accadevano nella vita.

Incredibilmente, gli incontri di quella giornata non erano finiti lì.

«Conoscendoti sono stupito che non abbia il naso rotto e che non gli abbia staccato nessun'arto»

Disse la voce che riconobbi come quella di Oikawa Tooru, palleggiatore del Seijoh.

«Vorrei difenderti Haru, ma sei davvero cattiva»

Uno sbuffo lasciò le labbra della ragazza quando udì le parole dell'asso della medesima squadra, Iwazumi Hajime.

«Però c'è una cosa che non capisco»

Disse a quel punto Osamu, attirando l'attenzione su di sé.

Lo schiacciatore venne accolto con uno sguardo indagatore da parte di Oikawa.

Haru sbuffò di nuovo.

Perché Osamu non poteva semplicemente starsene in disparte a guardare?

«Da cosa avete dedotto che il libero le sia finito con la faccia sul seno? Lei non lo ha mai detto»

Chiese, intromettendosi nella conversazione.

Iwazumi si accigliò, ma sembrava d'accordo con il maggiore dei Miya.

Come aveva fatto Kaen a sapere che Nishinoya avesse toccato il petto di Haru con il volto?

«Non so voi, ma io l'ho visto da vicino. Nishinoya ti arriva come massimo al petto, perciò non ci è voluto tanto»

Spiegò la grigia, abbandonandosi ad un sospiro.

•••

Poco dopo, appena a metà del primo set, mentre tutti erano assorti a guardare la partita, Haru afferrò per sbaglio il fazzoletto sporco di marshmallow di Oichiro e sentì il bisogno di andare in bagno.

Doveva lavarsi le mani.

Così, in silenzio, si alzò e fece per salire i gradini che portavano all'uscita.

A fermarla fu l'improvviso silenzio che calò nel palazzetto.

Sembrava una specie di funerale.

La schiacciatrice si avvicinò alla balaustra e guardò il campo.

Ciò che vide le fece gelare il sangue nelle vene.

Aɴɢᴏʟᴏ Cᴏᴛᴛᴜʀᴀ

E se vi dicessi che ho cambiato praticamente tutto il capitolo dalla prima pubblicazione?

Non ci credete?

Credeteci, perché è la pura verità. Ci sono dei personaggi che non dovevano esserci, ma che ho comunque fatto apparire al posto di altri. Però, dopo averlo rivisto e corretto mi piace nettamente di più, sia come scorrevolezza che come contenuto.

Ciò non toglie che non avvengono cose eccessivamente importanti e rimane un capitolo di passaggio, scritto come ponte di lancio per avvenimenti futuri.

Ora, ho davvero voglia di stare qui e continuare a raccontare tutta la trama, piena di spoiler ed anticipazioni, ma non so quanto vada bene.

Perciò ci si vede il mese prossimo!

~Kɪ

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