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➤ ʜᴇᴀʀᴛ ᴍᴀᴅᴇ ᴏғ ɢʟᴀss, ᴍʏ ᴍɪɴᴅ ᴏғ sᴛᴏɴᴇ

nei media : 

lovely by billie eilish

 with khalid

(Credits for the header to @ mnkeyruffy on Tumblr) 


Le cose accadute sono come un piatto che si è rotto in mille pezzi. Per quanto uno possa tentare di incollarne i frammenti, non potrà tornare com'era in origine.❜❜

━ Haruki Murakami 





Tomura Shigaraki.  

Ti chiami così adesso, giusto ?

Ma credimi se ti dico che non ti si addice per nulla.

Eppure so già che non mi crederai e non ti fideresti nemmeno di me se ti dicessi che lo so bene, perché ormai ti conosco da molto tempo. E tu mi conosci altrettanto bene, precisamente dal momento in cui sei nato ma forse non te ne ricordi neppure più, visto quanto tempo è passato.

Ma io non mi sono dimenticata, conservo la tua memoria di quando ancora eri Tenko Shimura. Fa effetto vero sentirsi chiamare così ? Con un nome che quasi ti suona estraneo, come se non ti appartenesse e così lo neghi fermamente. A maggior ragione visto che cognome importante grava sulle tue fin troppo esili spalle.

Nana Shimura, la settima portatrice del One For All, mentore del grande Simbolo della Pace, All Might. L'eroe che tu odi così profondamente. In verità tu li odi tutti questi fantomatici eroi, incolpandoli della tua triste sorte. Dunque ti disgusta il pensiero che uno di questi, il più importante sulla scena, abbia avuto un tempo a che fare con la tua famiglia. Dopotutto Nana Shimura era pur sempre tua nonna, anche se non l'hai conosciuta come tale, di lei hai solo ricordi sbiaditi e qualche ritaglio di giornale conservato gelosamente da tua padre. A quanto pare è troppo presa a salvare il mondo per dare attenzioni perfino al figlio che, una volta morto il marito, non esita a lasciare in un istituto affinché sia affidato a una nuova famiglia. Se solo lui non provasse lo stesso rancore che provi tu, capirebbe che l'ha fatto per proteggerlo. La vita di un eroe non è semplice e alla volte porta sacrifici tanto grandi, un carico troppo pesante per una persona sola che però mai vorrebbe farlo gravare a chi le è caro. Così mi piace pensare che anche se non ti ha mai tenuto in braccio, non ti hai mai consolato dopo una brutta caduta, non ti ha dato coccole e caramelle a piene mani, come farebbe una nonna con i suoi nipoti, in fondo ti abbia voluto bene. Mi piace pensare che in qualche modo abbia saputo che suo figlio si era costruito una vita e una famiglia e che questo l'abbia consolata almeno un poco.

Il giorno della sua morte tutto il Paese sembra essere in lutto ma tu non fai una piega. Sei troppo piccolo per capire e anche se fosse non cambierebbe molto : morto un eroe ne arriva subito un altro.

Un eroe.

Di questo avresti bisogno nei momenti difficili, che sopraggiungono già a una così giovane età.

Tu sei maledetto.

L'aveva detto tua madre quando se ne era andata di casa dopo l'ennesimo litigio con il marito, senza nemmeno riuscire a reggere il tuo sguardo, nascondendo un moto di repulsione.

Bugia. Ogni tanto la tua memoria ti gioca brutti scherzi. 

In realtà tua madre non ti mai lasciato, fino all'ultimo ti ha abbracciato e curato le tremende ferite che tu stesso di procuravi, erroneamente attribuite a un'allergia. Eppure quella stessa donna non alza un dito, anzi si volta dall'altra parte quando tuo padre alza le mani non per darti un'amorevole carezza ma per recarti un'offesa. Impensabile che sia anche lei complice delle angherie di un uomo così autoritario. Non è una giustificazione ma il timore che prova di ritrovarsi anche lei vittima l'atterrisce. Così restano in silenzio anche i tuoi nonni che sollevano appena delle fievoli proteste al loro figliastro che è sordo a qualsiasi obiezione e quindi preferiscono consolarti quando ormai il danno è fatto, offrendoti i tuoi dolcetti preferiti.

Tu sei maledetto.

L'aveva detto anche tuo padre che cercava di sostituire la mancanza di affetto e dimenticare i problemi al lavoro- anche un salary man ben affermato ha le sue preoccupazioni - con una bottiglia di sake e tu eri fuggito in camera tua per timore delle sue sfuriate. 

Lui non ti ha mai accettato fino in fondo ma soprattutto non ha mai accettato il tuo desiderio.

Diventare un eroe. 

 Impossibile, non in una famiglia in cui quella innocua parola è tabù e il solo pronunciarla porta ad esiti tutt'altro che felici (ancora ricordi i pomeriggi chiuso fuori di casa, le sere senza cena oppure le nottate in camera tua a leccarti le ferite dopo non aver rispettato quest'ordine). 

L'unica compagnia di cui potevi contare era del cagnolino di famiglia che aveva iniziato a seguirti ovunque come un'ombra e almeno un poco alleggeriva le tue giornate. 

Eppure alla fine, sentendotelo ripetere fino allo sfinimento, ti sei fermamente convinto di esserlo : maledetto

D'altronde che altro può essere se non una maledizione un quirk, un'unicità che riduce in misera polvere tutto ciò che tocca ? A questo punto preferiresti essere nato senza quirk. Forse verresti definito una nullità ma almeno avresti una vita normale. Avresti degli amici invece di sguardi che ti squadrano terrorizzati, voci malevole che diffondono zizzania sul tuo conto, persone che si scostano al tuo passaggio come se non fossi un bambino ma un piccolo mostro da evitare come la peste.

Solo. Ti senti terribilmente solo.

E quando succede l'irrimediabile, qualcosa che non potrai mai scordare e per cui i sensi di colpa ti attanaglieranno sempre il cuore, quando ti trovi veramente senza nulla e nessuno, non un aiuto che ti venga rivolto.

Spereresti con tutto te stesso di sentire quella voce tonante ripetere quella frase che sarebbe la più confortante delle rassicurazioni.

"Non hai più nulla da temere perché adesso ci sono io".

Ma nessuna voce giunge in tuo soccorso, nessun sorriso rischiara il buio in cui sei imprigionato. Ti arriva solo un silenzio ed è così assordante che ti ritrovi a supplicare la sua fine.

Fuggi. Non hai altro da fare. Fuggi via da quella casa che ormai è diventata una sorta di prigione, le cui sbarre non sono che i ricordi, uno più sofferto dell'altro, intrisi in quelle pareti scolorite e tra le assi scricchiolanti del pavimento.

Corri a perdifiato, senza sapere dove andare. Hai solo il tuo mero istinto a guidarti, lo stesso che a un certo punto ti costringe a fermarti, anche per riprendere fiato e riposare le tue stanche membra.

Dopotutto il tuo è un correre invano, dovunque andrai non sarai mai libero. Le catene del tuo passato ti saranno sempre d'indesiderata compagnia.

Si può fuggire da tutto tranne che da noi stessi. Inconsciamente sei diventato il tuo più grande nemico e ti crogioli in questa disperazione.

Ma poi qualcosa accade, proprio quando ormai ti stai rassegnato a vivere una miserabile vita di stenti da ladruncolo. Il destino si mette in moto e una fievole luce che per te arde come un fuoco illumina la strada buia che stai percorrendo.

Qualcuno ascolta le tue suppliche ed è l'ultima persona che mai immagineresti.

Hai tanto idealizzato la figura di All For One come un criminale potente e privo di scrupoli ma così non sembra quando ti offre una spalla su cui piangere, un tetto sulla testa e la garanzia della sua protezione.

In breve tempo diventa il tuo maestro, tu il suo allievo con la promessa di succedergli in futuro e ti fidi ciecamente di lui. Arriva perfino a sostituire la figura paterna che non hai mai avuto. Almeno ogni tanto ti concede la soddisfazione di una pacca sulla spalla e qualche parola d'incoraggiamento. Non ti sembra vero che per la prima volta tu sia diventato l'orgoglio di qualcuno. Sei immerso fino al collo in questa tua stuporosa felicità che non ti accorgi di come ti stia indirizzando verso la peggiore delle strade.

Se solo sapessi che colui che ritieni tuo benefattore, in realtà è artefice di un ignobile gesto. Ma tu non eri lì presente quando avevano annunciato in toni concitati al telegiornale che Nana Shimura era stata uccisa da All For One.

Se solo sapessi come ti ha manipolato, privandoti dei tuoi ricordi, per quanto terribili ma necessari, ergendo un minuzioso castello di carte fatto di bugie. Appare così fragile ma in realtà finisce per reggere degli anni interi.

Continui a vivere nella tua beata ignoranza, come un moderno Peter Pan privato troppo presto della sua infanzia ma che persevera con il rifiuto di crescere. Alla soglia dei tuoi vent'anni, quando non sei più un bambino ma neppure già un adulto fatto e finito, al massimo un ragazzino spaesato, ti rifugi ancora nella tua Isola che non c'è personale, la tua stanza che sembra più un covo che non ha visto luce filtrare dalle tende. Spoglia e spartana, arredata con l'essenziale, mobilio anonimo che condividi con la polvere, tra cui s'intravedono oggetti che farebbero più pensare a un adolescente appassionato. Sei ossessionato dai videogiochi, dove puoi sfogare la tua rabbia repressa su quei nemici immaginari. Ironia della sorte lì è sempre il Bene a vincere sul Male ma tu immagini di ribaltare i ruoli. Come nella vita reale non esiti a ricorrere a trucchi e stratagemmi pur di vincere ma nella realtà non c'è possibilità di scegliere la modalità "Facile" e lo sai bene.

Ti credi padrone del tuo piccolo mondo, che non è altro che uno stralcio della società moderna e neppure una delle migliori visioni. Giovani disperati e sbandati, senza un posto dove andare e nessuno da cui essere accettati come lo sei tu, diventano potenziali alleati. Tu, fiero sostenitore del lavoro in solitaria, ti ritrovi a dover sopportare la presenza di quei compari. Prima non sono altro che semplici sottoposti alle tue strette dipendenze e sorridi compiaciuto a vederli eseguire i tuoi ordini non senza qualche protesta. Ma poi qualcosa si smuove nel tuo animo di pietra. Non ammeterai mai, neppure sotto tortura, di essertici affezionato. Eppure la vita ti sembra un pochino meno difficile quando ci sono Dabi, quel giovane dalla pelle martoriata e l'abitudine di giocare letteralmente con il fuoco e Himiko Toga, quella mocciosa svampita che in fondo vorrebbe solo un mondo dove sentirsi compresa.

Alla fine però nulla ti può esimere da un duro scontro con la realtà ed è la più bruciante delle sconfitte per il tuo orgoglio e il tuo ego che ormai fatichi a controllare. Soprattutto se questa realtà è rappresentata da un manipolo di mocciosi. Li odi di un odio viscerale perché sono tutto ciò che tu avresti voluto avere, se solo non fossi stato brutalmente privato della tua giovinezza.

Belli come il sole nelle loro divise da aspiranti eroi, con un bagaglio carico di speranze, gli occhi che luccicano all'idea di nuove esperienze. Tutto di loro trasuda vitalità. Sono nel fiore dei loro anni, quanto non si pensa troppo al futuro e si crede di poter fare tutto, di essere invincibili.

Anche tu credi questo ma quando vedi tutti i tuoi piani ridotti in fumo, non una ma ben due volte, non puoi controllare la rabbia che ti assale. Come al solito ti sfogherai su te stesso, le vistose piaghe sul collo che neppure cerchi di nascondere ne sono la prova. Hai finito perfino per ferirti da solo. Poi però ti scuserai perché alla fine tu sei l'unica persona su cui puoi veramente contare.

Guardati come sei ridotto, Shigaraki.

Nessuno direbbe mai che sei destinato a diventare un comandante. Hai perso tutta la credibilità, pure i tuoi stessi compagni ti sbeffeggiano.

Eppure tu non ti arrendi. Per ogni volta che cadrai troverai chissà dove il coraggio di rialzarti.

Ogni volta ti senti inaspettatamente più forte. Impari in fretta dai tuoi errori.

E così chi prima si faceva gioco di te non può che restare ammirato e accettare di seguirti. 

Ed è con immensa soddisfazione che osservi i tuoi avversari, uno ad uno, prostrarsi ai tuoi piedi e prometterti eterna fedeltà. In breve tempo raduni un vero e proprio esercito sotto il tuo comando. Da combricola di disperati senza capo né coda l'Unione dei Villains riacquista la propria dignità e si sente pronta a conquistare il Giappone. Ma che dico, il mondo intero ! Forse stai di nuovo esagerando con le fantasie e i deliri di onnipotenza ma la sensazione, simile all'ebbrezza, è troppo piacevole per lasciarla andare. 

Intanto anche un nuovo sentimento, questo sconosciuto, inizia a farsi strada nel tuo cuore e qualcosa inaspettatamente scalfisce le tue difese. 

Dabi dice di odiarti così tanto eppure tra un bicchiere di sake e una sigaretta sembra essersene dimenticato. Non hai mai provato la sensazione di un dolce bacio. Quelli di Dabi sono ruvidi, famelici e prepotenti ma sempre meglio di nulla e così li accetti di buon grado. Così come accetti la sua compagnia, arrivando pure a cedergli parte del letto, nelle notti più buie. Quella presenza invadente diventa presto l'ancora a cui ti appigli per sfuggire agli incubi che ti tormentano tanto da addormentato quanto da sveglio. Quando quelle braccia possenti ti avvolgono e quel calore fuori dal comune ti culla verso sogni migliori ti sembra meno difficile aspettare l'alba di un nuovo giorno.

Ma il mattino dopo ti ritrovi di nuovo solo, a reggerti sulle tue sole gambe. Le smancerie non trovano spazio nella tua routine giornaliera. La mente troppo concentrata ad elaborare nuove strategie. Ti vuoi tenere impegnato per cercare di arginare quei pensieri che non ti danno tregua.

Per un poco ci riesci ma poi quelli puntualmente si ripresentano.

Un gioco sfiancante, almeno fino a quando non smetti di combatterci. Ormai realizzi che sarebbe come lottare contro i mulini a vento.

E allora anche i ricordi ritornano. In realtà non se ne sono mai andati, attendevano il momento buono per fare la loro plateale comparsa. Aspettavano fino a quando non saresti cresciuto abbastanza per non restarne sopraffatto. Eppure farà comunque male, come una cicatrice che mai del tutto si è rimarginata.

Adesso dimmi, Tenko, ti sei finalmente ricordato chi sono io ?

Forse sono solo la tua mera coscienza che tenta di farti ragionare oppure uno di quei demoni che ti gravano sulle spalle ma devi sapere che un tempo avevo un nome e un aspetto ben più carino di un anonima voce incorporea.

Dimmi ancora... Volevi molto bene a tua sorella giusto ? 

Sempre al tuo fianco,

Hana Shimura. 



Isn't it lovely, all alone?
Heart made of glass, my mind of stone
Tear me to pieces, skin to bone
Hello, welcome home





Non ho nulla da dire. 

Semplicemente una storia fine a se stessa, come la rabbia e il rancore di Tomura Shigaraki o dovrei dire ormai Tenko Shimura. Dire che sono rimasta sconvolta dal suo passato e da quanto successo negli ultimi capitoli del manga è dire poco. Ho voluto provare a mettermi nei suoi panni. I Villains sono i personaggi più complessi da rendere ma se si riesce sono anche i più affascinanti. Spero di esserci riuscita e di non aver banalizzato il lavoro di Horikoshi. Ho scelto di affidare la narrazione a un personaggio molto caro a Shigaraki, sua sorella. Sentitevi liberi di interpretare questa os come meglio preferite. Non vi è nulla di nuovo ma sentivo l'impellente necessità di scrivere queste righe. Inoltre è la prima storia su cui posso direttamente mettere la parola fine.

Spero ne sia valsa la pena.

Fatemi sapere che ne pensate mentre io mi preparo all'imminente ritorno a scuola.  


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