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  7:00 am
                   

La sveglia suonò è il ragazzo dai capelli corvini mugugnò qualcosa di incomprensibile mentre passava le sue mani con forza sui suoi occhi ancora chiusi e assonnati.

Terminata quell'azione, scivolò al di fuori da quelle calde coperte, sedendosi sul letto, guardando la porta bianca davanti a sé, mentre con una certa lentezza infilò i suoi piedi dentro le sue morbide e calde ciabatte quasi beandosi di quel contatto soffice con quel tessuto.

Si alzò dal letto e si trascinò in cucina, mentre uno sbadiglio dopo l'altro lasciavano il suo corpo rumorosamente rompendo il silenzio che regnava sovrano in quel piccolo appartamento dove il ragazzo viveva da quando aveva lasciato la sua città natale.

Giunto in cucina si preparò un caffè, prima di fermarsi a guardare fuori dalla grande vetrata del suo appartamento: anche quel giorno pioveva e anche quel giorno tutto quello intorno a lui era grigio.

Dannatamente grigio.

Si avvicinò ancora di più a quella vetrata, sporcata da quelle gocce che scendevano giù, rincorrendorsi l'una contro l'altra.

Yoongi sorrise, quanto avrebbe voluto una persona al suo fianco, quanto avrebbe voluto una persona che come le gocce, costruivano un proprio percorso e lo condividevano fino alla fine, eppure...lui non aveva nessuno.

A distrarlo da quei pensieri fu il rumore stridulo della caffettiera e con una lentezza estenuante arrivò al piano cottura, prendendo per mano l'ustensile e versando il liquido scuro quanto le sue iridi nella tazza.
Era fumante e amaro, il forte odore poteva essere percepito in tutta quella stanza e nel salone li affianco, ma a lui non importava.
Gli piaceva l'odore del caffè.

Le sue labbra rosee si poggiarono delicatamente sul bordo della tazza di coccio, bagandosi di quel liquido amaro e bollente che al ragazzo piaceva tanto.
Dopo averlo bevuto tutto, poggiò la tazza nel lavabo e si recò verso il bagno, dove avrebbe fatto una doccia prima di recarsi a scuola.

In bagno, si spogliò di ogni suoi indumento rimanendo completamente nudo davanti allo specchio dove potè notare il suo corpo mingherino e pallido, così fragile e delicato che poteva sembrare una bambola di porcellana.
Sbuffò, insomma lui non era come gli altri ragazzi, forte, muscoloso o alto e virile, lui era piccolo e debole, basso e delle volte veniva deriso per la sua poca capacità fisica.

«La società moderna sa vedere solo l'aspetto.»
Ed era tremendamente vero, nessuna ragazza mai lo aveva guardato con gli occhi a cuoricino e non era neanche sicuro che qualcuno lo avesse mai osservato davvero, che fosse un ragazzo o una ragazza.

Entrò nella doccia e aspettò che l'acqua scivolasse contro la sua pelle, arrossandola un pochino, mentre rilassava ogni suo muscolo e si abbandonava ad ogni problema, come se in quel momento ci fosse solo lui e basta.

                               - - - - -

Arrivò a scuola e, con passo lento e svogliato, iniziò a salire la lunga scalinata che portava alla porta d'ingresso, affollata ogni giorno come non mai.

Il freddo tagliava le sue guance e poteva sentire le sue labbra spaccate da quell'aria gelida che quella mattina infestava la piovosa Seoul. Il suo sguardo spento era fisso sul pavimento, fissava qui gradini grigi, di cemento, ormai lorgorati e consumati dalle suole che li percorrevano ogni giorno.

Lasciò che uno sbuffo uscisse da quei suoi piccoli cuscinetti di pelle, dannatamente morbidi, lasciando così che l'aria calda si trasformasse in una nuvoletta bianca a contatto con quella invernale.

Arrivato in cima alle scale, trovò il ragazzo dal buffo sorriso che lo salutava e Yoongi sorrise, infondo aveva ancora il suo migliore amico.
«Buongiorno Yoongi hyung »gridò il ragazzo ridacchiando, portando una mano intorno alle sue spalle stringendolo a sé, facendolo sbilanciare.
«Buongiorno anche a te, Taehyung» Yoongi piegò le sue labbra in un sorriso mentre l'altro si toglieva il capellino rivelando la sua chioma castana, arrufata.

Taehyung, o meglio Kim Taehyung, era l'amico d'infanzia di Yoongi: si erano conosciuti a Daegu, la loro città natale, dove erano vicini di casa. Taehyung si metteva sempre alla finestra della camera di Yoongi ad origliare le sue sinfonie innamorandosi di come il ragazzo suonasse il piano e Yoongi lo accolse a braccia aperte nella sua vita.
Infondo Yoongi era un bambino felice al tempo.

Non che ora non lo fosse, aveva pur sempre Taehyung, eppure si sentiva solo, dannatamente solo.  « Hey, Hyung oggi sto a pranzo con Jimin sai...insomma è così carino e sono così gay per lui» la voce profonda del ragazzo più alto che subito si ti se di una sfumatura dolce mentre le sue guance si arrossavano. Yoongi annuì, erano giorni che il ragazzo faceva così ma lo lasciava fare...doveva provare cosa fosse l'amore.
Almeno una volta.

Durante il tragitto verso la loro aula, un ragazzo più alto, dai capelli scuri e spostati lateralmente, colpì di sfuggita Yoongi facendolo voltare e in quel momento, uno sguardo cambiò un milione di cose che negli anni passati erano state dannatamente monotone.

Nota autrice
Questo è il primo vero capitolo e spero vi piaccia
-Ros

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