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🎭 π™ˆπ™šπ™’π™€π™§π™žπ™š π™™π™ž π™˜π™§π™žπ™¨π™©π™–π™‘π™‘π™€, π™¨π™˜π™π™šπ™œπ™œπ™žπ™š π™™π™ž π™’π™šπ™£π™©π™š 🎭

β™ͺ πŽπ‚ 𝐟𝐨𝐫 πŽπ‚'𝐬 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐲 β™ͺ
β™ͺ πŽπ‚'𝐬 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐲: πΆπ‘Žπ‘Ÿπ‘›π‘’π‘š πΏπ‘’π‘£π‘Žπ‘Ÿπ‘’ β™ͺ
β™ͺ π†πžπ§π«πž: πΊπ‘–π‘Žπ‘™π‘™π‘œ π‘†π‘‘π‘œπ‘Ÿπ‘–π‘π‘œ β™ͺ
β™ͺ 𝐌𝐚𝐒𝐧 𝐓𝐀𝐆: m-moirai β™ͺ
β™ͺ 𝐎𝐭𝐑𝐞𝐫 𝐓𝐀𝐆𝐬: aelizs_, -eurydicae, -odissea, sailor-viv, j-jolene, s-starspace, -iliade, crashelia, -ljttlehobbit, isxobel, -khaIeesi, -eneide, killerqueen-_ β™ͺ
β™ͺ π‘‰π‘–π‘£π‘œ... π‘π‘’π‘Ÿ π‘œπ‘Ÿπ‘Ž β™ͺ

Β  Β  Β  Β Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”ππŽπŒπ„. β™ͺ
π‘‡π‘–π‘§π‘–π‘Žπ‘›π‘œ πΊπ‘–π‘Žπ‘›π‘šπ‘Žπ‘Ÿπ‘π‘œ

[π‘€π‘œπ‘šπ‘’π‘›π‘‘π‘Žπ‘Ÿπ‘–π‘™π‘¦ π‘Ÿπ‘’π‘‘π‘Žπ‘π‘‘π‘’π‘‘...]

Β  Β  Β  Β Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”π‚πŽπ†ππŽπŒπ„. β™ͺ
π‘†π‘Žπ‘›π‘‘π‘Žπ‘ π‘œπ‘“π‘“π‘–π‘Ž – π‘π‘Žπ‘‘π‘Ÿπ‘–π‘§π‘–π‘Ž π‘£π‘’π‘›π‘’π‘§π‘–π‘Žπ‘›π‘Ž

Come potremmo mai escludere dal ritratto di un uomo tanto rispettato com'egli ne tiene il vanto la sua amatissima famiglia, da dove tutto questo rispetto cominciΓ² e durΓ² ben oltre i rivoluzionari anni che furono il Settecento? Sarebbe un atto deplorevole per dirla in poche parole, riconoscendo anche quanto costoro vennero integrati ed apprezzati caldamente dalla popolazione della Serenissima a seguita del loro ingresso nelle nobili famiglie veneziane e al Maggior Consiglio nel 1649 per la guerra di Candia, l'anche detta quinta guerra turco-veneziana della Storia, disputata dalla Repubblica di Venezia e l'Impero Ottomano.
I Santasoffia furono, difatti, un'illustre famiglia patrizia risalente a ben piΓΉ indietro che al XVIII secolo onde la nostra narrazione Γ¨ ambientata, proveniente probabilmente dalla cittΓ  di Santa Sofia di Romagna o persino dall'antica cittΓ  di Costantinopoli, ex-capitale dell'Impero Romano ed odierna Istanbul, capitale della Turchia; essi passarono inoltre per Padova prima di prendere residenza alla maestosa localitΓ  che in molti hanno lodato, prima della giΓ  citata guerra che cognΓ² loro il ben bramati titolo nobiliare.
CiΓ² che rende queste genti ancor piΓΉ affascinanti Γ¨ quel che oggi ne si sa su lor conto, una minuscola e modesta parte rispetto ad altre ben piΓΉ note sui libri di testo: non vi sono nomi o particolari gesta da raccontare, ma quel che Γ¨ parso dai testi storici Γ¨ che i componenti furono eccelsi medici del loro tempo o lettori d'universitΓ , traendo alla conclusione che si fondassero sulla cultura internazionale e sulla Scienza della Medicina – sebbene scarsa ed inaccurata in quegli anni.

Degli antenati e dei nonni dell'ancor in forze veneziano, oramai, polvere e ceneri si possono ritrovare – morti ancor prima ch'egli aprisse gli occhietti al mondo, chi per vecchiaia o chi per malattia – ma del nucleo a lui piΓΉ stretto si hanno ben piΓΉ sostanziose informazioni a riguardo.
Il primo di cui sarebbe giusto parlare Γ¨ il capofamiglia ad egli precedessore, π‘‰π‘–π‘Ÿπ‘”π‘–π‘™π‘–π‘œ π΄π‘›π‘‘π‘œπ‘›π‘–π‘œ π‘†π‘Žπ‘›π‘‘π‘Žπ‘ π‘œπ‘“π‘“π‘–π‘Ž, di cui la professione ne segnΓ² la fama come la vita: un dedicato medico dalla peculiare forza d'animo, un salvatore di vite mondane delle volte ed un oratore di lamenti e pianti per chi il cammino si arrestΓ² bruscamente nelle altre, una persona dalla grande conoscenza non solo in campo medico, ma anche culturale; un esempio classico del perfetto componente della famiglia e di un ottimo cittadino: in quanti acclamarono il suo contributo nella societΓ , in quanti trovarono un pregio nel sudore che gli rigava volto e collo come la fatica che metteva tener loro in salvo, in quanti ridevano accanto a lui!
Per quegli occhi fin troppo allungati, era un qualcuno da tenersi stretto fino alla morte poichΓ©, dalla credenza di tutti, sarebbe stato uno tra i pochi a dare vera gioia ad una donna veramente fortunata.

Una donna, proprio come la seconda componente da ricordare: π·π‘œπ‘šπ‘’π‘›π‘–π‘π‘Ž 𝑑𝑒𝑖 πΏπ‘’π‘π‘π‘Ž – una patrizia addetta alla mercanzia di zuccheri e droghe da decenni a Venezia – venne data in sposa al giovanissimo per pura alleanza, ma incredibilmente adeguatasi con rapiditΓ  alla sua famiglia da coniuge, anche per la figura alquanto misteriosa ed estremamente riservata: difatti ella non parve mai uscire dal gradevole domicilio che era la sua nuova casa, racchiusa in quelle splendide mura a dare direttive alle domestiche o ad eseguire lei stessa delle semplici mansioni di svago o vizio seduta o stesa, quali il cucito e il ricamo, il canto o la musica; questo potrebbe far storcere il naso a chi, per rigor di logica, starebbe pensando ad una costrinzione indetta dalle figure maschili presenti nella sua vita, cio perΓ² non Γ¨ piΓΉ che distante dalla realtΓ  degli fatti: la sua salute fortemente cagionevole portΓ² piΓΉ volte a delle complicanze in essa, aggravata ulteriormente dalla sua prima ed unica gravidanza che straziΓ² il suo debole organismo, ormai destinato fino ai suoi ultimi giorni ad esser mosso dai piΓΉ delicati modi ed azioni e a non lasciarsi riscaldare dai dolci raggi del Sole se non da una finestra aperta.
Per quei prediletti che riuscirono anche solo ad intravedere l'aggraziata signora, o ad udirla da dietro le massicce mura della camera matrimoniale, furono graziati dall'ascoltare le flebili note di un pianoforte a corda, seguite dal sinuoso canto di quel che sembrava una sirena: la solitudine la fece divenire cauta e silenziosa – come quelle note che, tanto per intrattenersi, cantava e suonava per ore ed ore – quanto risoluta ed attenta all'integritΓ  del focolare domestico, prendendo le sembianze di una Cleopatra nascosta ma sempre in guardia, un felino pronto ad attaccare.

Scritta con penna ed inchiostro per concretar la discendenza, questa fu la famiglia del patrizio prima che questi perdesse la sua condizione da celibe e, come successe negli anni che lo precedettero, venisse unito in matrimonio alla giovane etΓ  dei diciassettenne anni con l'altrettanto giovanissima erede di un'ulteriore famiglia di medici e dottori nella storia della cittΓ  tra le acque: π΄π‘”π‘Žπ‘‘π‘Ž πΆπ‘Žπ‘‘π‘’π‘Ÿπ‘–π‘›π‘Ž πΊπ‘–π‘Ÿπ‘Žπ‘Ÿπ‘‘π‘œ, ai soli quattordici anni, uscΓ¬ dal convento dov'ella venne istruita alla buona condotta di una nobile per sposarsi col signorotto. La giovane crebbe conforme alle nuove pratiche a cui debbe sottostare e si fece riconoscere sempre piΓΉ come una persona a cui la visione del mondo fosse fortemente soggettiva, la mente abituata alla neutralitΓ  sulle decisioni di esso, β€œcolei che lasciava che il vento scorresse e che la Natura facesse il suo corso”: ciΓ² che le veniva chiesto lo portava al termine senza complicazioni, e ciΓ² che udiva o osservava non veniva esposto se non sotto richiesta di chi fosse l'interessato.
I due coniugi, eventualmente, ampliarono il nucleo familiare con l'arrivo della loro prima pargoletta, π‘…π‘’π‘›π‘Žπ‘‘π‘Ž π΄π‘›π‘›π‘Ž – loquace e frizzante fanciulla di ormai ventuno anni che perΓ² non potΓ© ereditare il lavoro del padre, e perciΓ² data in sposa ad un altro nobile veneziano – e successivamente il cadetto ed erede che avrebbe mandato avanti il nome dei Santasoffia, πΆπ‘Žπ‘‘π‘Žπ‘™π‘‘π‘œ –  silenzioso ed ubbidiente ragazzo di quasi vent'anni intrapreso tra i vari studi per succedere al meglio al padre, cosΓ¬ da mantenere il loro prestigio.

Se si potesse, tuttavia, finir dignitosamente la presentazione di questa cospicua famiglia, potremmo parlar brevemente dell'assistente personale dell'aristocratico, π‘†π‘‘π‘’π‘“π‘Žπ‘›π‘œ π΅π‘Žπ‘™π‘™π‘Žπ‘Ÿπ‘–π‘›, ben inquadrato nell'immagine dei suoi signori: uomo nei metΓ  dei suoi trent'anni e dall'altezza non graziata come la stazza o la peluria che gli ricopriva la parte inferiore del viso, da quasi dieci era disposto al suo braccio destro per fargli da parola con le altre persone o da aiutante nelle sue faccende lavorative – sebbene dovesse coprirsi molto spesso occhi e narici per non rimettere sul posto – come tanti altri fecero prima di lui nella sua infanzia e l'adolescenza. Per il medico, nonostante ciΓ², egli veniva apprezzato per ben altre motivazioni: con le conversazioni – se si potessero definir tali – che i due ebbero a seguir del decennio passato insieme, forse un legame si era creato per poi evolversi in un piΓΉ intimo, quasi... fraterno.
A Tiziano questo sempre gli venne a mancare: essendo figlio unico, non riuscì mai a formare un rapporto di alleanza e complicità tipico tra fratelli nei suoi primi anni di vita, ma con Stefano sembrò gradualmente raggiungerlo, assieme ad un senso di tranquillità e stabilità.
Forse anche di questo aveva bisogno, dalla sua famiglia o dai suoi compagni di vita: un senso di stabilitΓ .

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Β°β€’ —𝐄𝐓𝐀'. β™ͺ
42 π‘Žπ‘›π‘›π‘– – π‘π‘Ÿπ‘–π‘šπ‘œ π‘šπ‘Žπ‘Ÿπ‘§π‘œ 1692, 𝑃𝑒𝑠𝑐𝑖

Se giΓ  stavate aspettandovi una venuta alla luce – o in scena – inimmaginabile e senza eguali, trascritta con i piΓΉ minimi particolari da poeti e scrittori, addetti a renderla ancora piΓΉ spettacolare a chi avrebbe letto i loro manoscritti, allora non siete partiti col giusto passo.
Non molto vi Γ¨ da narrare, nulla fu trascritto su papiri e papiri di carta da lettere e nulla fu fuori dal normale dell'epoca.
Saranno state le prime ore del pomeriggio quando le urla strazianti della Lucca iniziarono a squarciare con piΓΉ insistenza la tipica quiete che soleva stendersi dopo i pasti, assieme ai forti chiacchiericci scaturiti dalle poche nobildonne presenti alla sua dolce dimora, preoccupate per la salute della loro amica ed entusiasmate dall'arrivo del piccolo pargoletto; il marito, impaziente e ugualmente convulso al di fuori dalla camera da letto onde sua moglie si stava liberando in grida agghiaccianti, si trovava appoggiato sullo stipite finemente inciso della porta, chiusa dalla stessa eccelsa levatrice che poc'anzi aveva chiamato a gran voce e che ora stava aiutando la coniuge a far nascere il suo erede, suo figlio: non poteva permettersi che nulla non fosse degno della sua – e in pochi minuti – ampliata famiglia, perciΓ² corse dritto verso la piΓΉ esperta donna in parti ch'egli conoscesse in paese, e tenendo sempre un orecchio attento in caso gli stridii fossero cessati e ripresi per puro terrore. Dopotutto era un medico – alle prime armi, certamente, ma era pur sempre divenuto il suo lavoro – e i suoi sensi da tale non erano facili da domare in una situazione simile, specialmente se appena maturati da pochissimo.
Ore ed ore passate tra spinte senza successo, giri e rigiri nell'immenso castello per dare acqua e panni alla povera creatura che ancora si dilaniava sul soffice letto matrimoniale, richieste ed ordini eseguiti con diligenza e dettati da colei che con fermezza avrebbe concesso la vita al giovanissimo e futuro membro di una delle famiglie piΓΉ abbienti della cittΓ : solo quei pochi eletti dai proprietari di casa poterono assistere a questo spettacolo della Natura, graziati dalla loro pazienza ed onestΓ . Verso la seconda metΓ  del pomeriggio, finalmente, un urlo sguainato lasciΓ² poi la parola a dei deboli vagiti da neonato, talmente singhiozzanti da strozzare il pianto che emise subito dopo, ma questo non importΓ² al momento: il piccolo era vivo ed apparentemente in salute... non quanto la povera madre poteva sembrare – distesa su un letto di lacrime e sudore, debole come una foglia appassita che, a stento, si mantiene al ramo su cui Γ¨ cresciuta, svenuta per lo sforzo che aveva dovuto compiere.

Fu il primo giorno del mese di marzo dell'anno del 1692 quando ciΓ² avvenne – quando la vita e la morte si accostarono in quella lussuosa abitazione italiana, quando si riempΓ¬ ancora una volta di terrore ed angoscia assieme alla gioia e l'emozione: dopotutto, i giovani genitori avevano compiuto la maggiore etΓ  da relativamente poco e ciΓ² era comprensibile, ma anche ben solito ai loro tempi – la maturitΓ  veniva il piΓΉ rapidamente possibile, ponendo i sentimenti definiti infantili nel cassetto e crescendo, sforzandosi a maturare anche mentalmente. Tiziano lo sapeva e lo sa molto, se non troppo bene tutt'ora: egli, difatti, crebbe ad una velocitΓ  sconvolgente, ma stranamente naturale e graduale per coloro che lo ammiravano al di fuori dalla sua ristretta cerchia di conoscenti – non propriamente suoi, ma soprattutto della sua famiglia; un ragazzo prodigioso ed un erede invidiabile: cosΓ¬ veniva chiamato da molti, forse genuinamente o forse con un tocco di invidia nel profondo, ma questo non cambiava la sostanza delle loro parole; ancora oggi puΓ² vantarsi del suo sangue freddo in ogni situazione e nella sua immensa paziente, questo Γ¨ inevitabile.
Quanto di ciΓ² che gli altri ammiravano con tanto entusiasmo era, perΓ², la sua vera essenza?
Di questo non potrΓ² rispondervi, ma lascerΓ² a voi le supposizioni.

Seguendo quello che oggi si conosce degli astri e della loro influenza, l'uomo sarebbe uno dei 𝑃𝑒𝑠𝑐𝑖, dodicesimo ed ultimo segno zodiacale nell'Occidente e Medioriente: appartenente ai segni legati all'elemento dell'acqua, essi possiedono una forte empatia e connessione sentimentale verso gli altri individui, rendendoli a loro volta dei grandi sognatori, romantici e sensibili, ma senza dubbio geniali e d'intelletto.
Detta per colui di cui stiamo raccontando l'essenza, par essere una barzelletta: egli si troverebbe molto piΓΉ affine con il segno opposto al suo, la π‘‰π‘’π‘Ÿπ‘”π‘–π‘›π‘’, schematico e perfezionista che tiene dalla sua parte la sapienza, mettendo in disparte gli insulsi sentimenti che non fanno altro indebolire la mente, rendendola piΓΉ vulnerabile per attaccarla e ferirla permanentemente.
Questo, ovviamente, considerando solo ed unicamente da ciΓ² che mostra al mondo esterno. E se non fosse altro che una semplice maschera di carta velina, logora e sul punto di stracciarsi una volta per tutte?
Chi puΓ² dirlo, miei cari: basterΓ  solo addentrarci nella sua mente.

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Β°β€’ β€”π‘π”πŽπ‹πŽ. β™ͺ
π‘€π‘’π‘‘π‘–π‘π‘œ – π‘Žπ‘›π‘Žπ‘‘π‘œπ‘šπ‘–π‘ π‘‘π‘Ž

La venuta del Settecento, come numerosi tra voi possono ben ricordare, portΓ² un susseguirsi di rivoluzioni e scoperte in differenti ambiti della societΓ  a quei tempi, quali culturali, economici e, il punto che vi interesserΓ  maggiormente udire, scientifici, riguardando anche la scienza medica. Tra le pratiche che vennero introdotte in questi anni fondamentali, come le vaccinazioni e, piΓΉ in generale, il concetto della β€œmedicina sociale”, ci fu il campo dell'analisi del corpo umano, l'ispezione minuziosa della morfologia e struttura degli organismi viventi, la scoperta del vero meccanismo vitale negli uomini: l'π‘Žπ‘›π‘Žπ‘‘π‘œπ‘šπ‘–π‘Ž.
Vi era, comunque, da distinguere le varie tipologie esistenti al momento della sua ribalta: c'era chi fosse convinto che non fossimo altro che ammassi di carne ed ossa mossi da qualche forza vitale mandata da Dio – i cosiddetti sostenitori dell'π‘œπ‘Ÿπ‘–π‘’π‘›π‘‘π‘Žπ‘šπ‘’π‘›π‘‘π‘œ π‘£π‘–π‘‘π‘Žπ‘™π‘–π‘ π‘‘π‘–π‘π‘œ – e chi pensasse piΓΉ con la logica, dicendo che le nostre azioni volontarie e non avvenissero secondo le leggi della fisica e della chimica – cosΓ¬ riflettevano i sostenitori dell'π‘œπ‘Ÿπ‘–π‘’π‘›π‘‘π‘Žπ‘šπ‘’π‘›π‘‘π‘œ π‘π‘–π‘œπ‘™π‘œπ‘”π‘–π‘π‘œ π‘šπ‘’π‘π‘π‘Žπ‘›π‘–π‘π‘–π‘ π‘‘π‘–π‘π‘œ; questi furono inoltre assecondati dalle credenze diffuse nel secolo precedente, onde si credeva che gli organi che l'uomo funzionassero per delle virtΓΉ offerte dagli dΓ¨i – come dicevano i π‘—π‘Žπ‘‘π‘Ÿπ‘œπ‘β„Žπ‘–π‘šπ‘–π‘π‘– – o semplicemente per delle leggi meccaniche misurate matematicamente che dovevano compiersi indipendentemente dalla volontΓ  di un dio superiore – espresso dai π‘—π‘Žπ‘‘π‘Ÿπ‘œπ‘šπ‘’π‘π‘π‘Žπ‘›π‘–π‘π‘–.
Tiziano Gianmarco appartenne ai credenti della seconda tipologia di pensiero sulla funzionalitΓ  del corpo umano.

I suoi studi iniziarono fin dalla piΓΉ tenera etΓ  del fanciullo, seguito da docenti specializzati convocati nel suo castello e dal suo stesso padre, talmente determinato a dare all'unico suo successore un'illustre istruzione sul loro riconoscimento che, dopo avergli dato in sposa la giovane Girardo, lo presentΓ² a quella realtΓ  cosΓ¬ schematica, fredda e impaziente, quella realtΓ  dove ogni tuo errore – persino il piΓΉ insignificante – ti avrebbe perseguitato fino alla fine dei tuoi giorni, se non oltre.
Tra le osservazioni dal vivo del momento, le messe in pratica e i suoi interventi richiesti ed offerti sul campo, all'incirca sei anni filarono via come soffi di vento in una giornata d'autunno e il ragazzo dovette cimentarsi di fronte alle difficoltΓ  con il solo aiuto delle sue forze: mentalmente, egli era rimasto solamente con sΓ© stesso. Ma questo non apparve come un problema.
Difatti – i suoi colleghi potevano confermare – uno dei primi aspetti che si distinguesse nell'insolita figura del medico era la sua piΓΉ pura devozione al mestiere: con tale risoluta serietΓ  che spesso meravigliava chi lo circondasse, egli si addentrava nei meandri della sua mente per trovare quella concentrazione essenziale per maneggiare con le vite tra le sue mani, sforzarsi giorno dopo giorno nel dare tutto ciΓ² che potesse per non lasciarle spegnersi sotto la lama di un bisturi. Dopotutto, il suo lavoro era tutto quello che lo rendesse rilevante nella SocietΓ , che gli accendesse una fiamma dentro ad alimentargli l'animo... perciΓ² perchΓ© oziare su una questione di vita o di morte?

Una passione alquanto insolita – forse tetra per alcuni ed affascinante per altri – che certamente dimostrava quant'egli π‘Žπ‘šπ‘Žπ‘ π‘ π‘’ la sua professione: un profondo rispetto importato da anni di devozione, il desiderio di offrirsi completamente a chi ne avesse bisogno e a chi glielo chiedesse che gli dava ancora una volta la forza di continuare... o forse era quella sua piccola ricompensa, ricevuta quando piΓΉ la necessitasse, a imporgli ciΓ².
Una ricompensa che doveva esser ripagata con la perdita di un suo paziente.
Quand'uno di loro moriva ponendo fine alle proprie sofferenze, lasciando che dal suo corpo lo spirito vitale sfuggisse senza piΓΉ catene verso la luce dei cieli, un tarlo interiore cominciava a farsi percepire dentro di sΓ©: scossa da chissΓ  quale stimolo chimico innescato dal suo cervello, la curiositΓ  cresceva e prendeva il sopravvento delle sue azioni,Β  spronandolo a tener stretta nella sua mano la lama del bisturi e d'incidere l'epidermide e i muscoli sottostanti per scoprire come gli organi dell'essere umano reagissero alla malattia, alla infermezza, alla morte. Cosa mai stava facendo di male? Eseguiva soltanto un'ultima β€œanalisi” al corpo inerme del defunto, – ormai non poteva neanche piΓΉ provar dolore – senza malizia o perversione morbosa, ma semplicemente mosso dalle irrefrenabili domande che in fondo sapeva che tutti gli uomini stavano iniziando a discuterne nella solitudine della loro essenza.
Dopotutto, l'illuminismo del Settecento era l'era della scoperta... come si poteva svelare l'ignoto senza avventarsici ed esaminarlo a dovere?

Β  Β  Β  Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”π€π’ππ„π“π“πŽ π…πˆπ’πˆπ‚πŽ. β™ͺ
π΄π‘‘π‘Ÿπ‘–π‘’π‘› π΅π‘Ÿπ‘œπ‘‘π‘¦ – 𝑒𝑛 π‘π‘œπ‘Ÿπ‘π‘œ 𝑑𝑖 π‘“π‘Žπ‘‘π‘–π‘β„Žπ‘’ 𝑒 π‘π‘Ÿπ‘–π‘£π‘–π‘™π‘’π‘”π‘–

Come meglio non potremmo cominciare a descrivere il suo aspetto se non esplicitando la sua mancanza di voce?
Siete rimasti stupefatti, oppure increduli o addirittura miscredenti a tal mio farfugliare – lo riesco ben a provare fin da dove mi trovo – ma lasciate che vi spieghi l'insinuazione appena esposta: quel neonato alla vista cosΓ¬ giulivo e senza impuritΓ  si rivelΓ² poco giorni dalla sua nascita sofferente d'inaspettata infezione alle corde vocali – per questo vi udivano quei pianti spezzati non appena venne alla mondo – che si evolse in un danneggiamento permanente alla sua gola, impedendogli di parlare.
Ciò fu quel che suo padre, medico istruito e stimato tra i suoi concittadini, riferì a coloro che domandavano curiosi o allarmati della salute del bimbo: ahimè, sembrava che la madre avesse trasmesso l'infermità al piccolo nei mesi di gravidanza, rovinandolo per la vita!
CiΓ² fu quel che ci venne professato: perchΓ© mai non vi dovremmo crederci?

[π‘€π‘œπ‘šπ‘’π‘›π‘‘π‘Žπ‘Ÿπ‘–π‘™π‘¦ π‘Ÿπ‘’π‘‘π‘Žπ‘π‘‘π‘’π‘‘...]


Β  Β β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ —𝐂𝐀𝐑𝐀𝐓𝐓𝐄𝐑𝐄. β™ͺ
π‘ƒπ‘’π‘π‘Žπ‘§π‘§π‘œ 𝑑𝑖 π‘π‘œπ‘Ÿπ‘π‘’π‘™π‘™π‘Žπ‘›π‘Ž

Cos'Γ¨ per voi la vita, miei cari amici erranti?
È una domanda semplice, quasi banale, dalle mille speculazioni ed opinioni che, prima o poi, assumono la stessa sostanza sebbene siano state formulate con ingredienti - quali parole - diversi: che sia un dono regalatoci da un essere superiore dal grande cuore o perfidi schemi, che sia solo una reazione di atomi intoccabili ed in movimento, una risposta rimane la piΓΉ usufruita da coloro che, senza farsi paranoie inutili per la loro rimanenza sul pianeta, vogliono risolvere in fretta il dilemma: Γ¨ un π‘šπ‘–π‘ π‘‘π‘’π‘Ÿπ‘œ.
Qui, miei interlocutori, il problema non si palesa perché tutti - nessuno escluso - i residenti della bella Venezia settecentesca conoscono la risposta, sebbene la celino così egregiamente: la vita è un umile spettacolo; che sia di burattini o con attori in carne ed ossa, indifferente sarà il numero di spettatori che lo guarderanno ammaliati o meno, poiché esso continuerà, ancora e ancora, fino a che il protagonista non potrà più esibirsi sotto la luce dei riflettori... o fino a che lo scenario non andrà in fiamme.
PerciΓ² chiunque, chi meglio e chi un po' meno, reciterΓ  il ruolo assegnatogli dall'Alto, dilettandosi in scene di dubbio gusto secondo i palati visivi degli ascoltatori e gioendo della sua performance, fino a che non arriverΓ  anche a lui - o a lei - il momento di lasciare il palco per i dilettanti, scomparendo nel buio delle cinque: in fin dei conti, anche Tiziano sta soltanto mostrando le sue doti espressive, da molti ben apprezzate.

CiΓ² che vi si scorge nella lontananza, udendo vagamente i suoni dello show senza identificare bene il suo genere, puΓ² esser preso il piΓΉ soggettivamente possibile, ma mentire su fatti veritieri a vista d'occhio sarebbe molto piΓΉ che ridicolo: Γ¨ una vera delizia per il corpo e per lo spirito. Il suo modo di porsi agli altri attori e al pubblico, le minime tensioni del suo volto per recitare al meglio la parte, quell'aura di assoluto controllo e di regale pazienza - se tutte le azioni piΓΉ equilibrate e corrette potessero essere di un solo individuo, certamente si direbbe che gli si fossero capitate senza alcuna eccezione!
Illuminato da quel riflettore posizionato sopra al capo di ogni partecipante, il suo aspetto par essere come confezionato e artificiale, non di Natura: lucenti fili d'ebano leggermente mossi sul suo capo, un minuto ma suadente sorriso arcaico a spezzare la piattezza del viso, puro e lucente, forti e sottilmente rovinate mani ad indicare ai presenti le sue azioni, per non parlare dei suoi occhi - brillanti gocce di rugiada dal caldo bagliore dell'alba, così chiare ed immacolate, così perfette: non son altro che due gemme piene di vita, due diamantini ben nascosti da destrarre sospetti, meraviglia, curiosità.
Un aspetto che destra non più che sicurezza e protezione, per quale uomo dal compito di guarire, così calmo e diligente, rigido e sano: un'invitante bambola di porcellana per bimbi, tanto bella da farsi volere da tutti, o almeno quasi.
È da qui che attrae l'attenzione dei voi erranti, ed è così che vi cattura nella giuliva trappola tipica delle sirene: ad avvicinarvi a lui, ad avvicinarvi allo spettacolo.

Vi dirò la verità, tanti viaggiatori di strada si sono fermati per sedersi nella sala - chi per invidia e chi per esserci affascinazione - per scoprire maggiori informazioni sul volto momentaneo della recita, quella pacata creatura che, con scaltrezza, aveva rubato loro la voglia di raggiungere la commissione che dovevano compiere: morivano anche loro di assaporare l'aspra verità dopo la dolce menzogna a cui avevano assistito da lontani, e così anche voi ora.
Sostanzialmente, ciΓ² che si Γ¨ giΓ  intravisto non viene tradito dalla diminuzione della distanza tra interprete teatrale ed osservatore - capelli color notte, andatura ritta e risoluta, pietre preziose a fargli da occhi - ma si puΓ² percepire uno strano sentore nell'aria: non Γ¨ un forte fetore, nemmeno l'anidride carbonica rilasciata dai polmoni di tutte le persone nell'area, perΓ² si sente una sensazione di soggezione, di giudizio, di sufficienza sottile come la lama di un coltello da carni, che dΓ  l'impressione che qualcosa non vada perfettamente ad incastro come vi ci pensava. SarΓ  proprio il medico a farvela provare.
Può sembrare illogico da parte sua mettere a disagio lo stesso o il gentil sesso senza alcuna motivazione concreta, senza conoscere chi gli sia venuto incontro, ma non sarà un'azione volontaria: i suoi tratti vi sembreranno più duri e contriti adesso, ruvidi ora dalla parvenza di barba sul mento che va a salire sulle guance, le mani annodate tra di loro come un atto di stesura dei nervi per un qualcosa che gli dà stizza, i muscoli del collo tesi come corde di un violino, per non parlare della sua espressione - rimarrà immutata da quella che avrete visto poco prima, identico sorriso quasi impresso a caldo sulla sua pelle, ora non più liscia e lucente come vi era sembrato in precedenza, e quei suoi occhi: perle fantastiche, sicure, ma terribilmente glaciali, cupi, di una marionetta lasciata alla polvere per chissà quanto. Non vi sembreranno più così accoglienti, nonostante la superiorità intellettuale si possa ben notare: di lui ci si può fidare, ci si deve, dato che sarà, forse, colui che vi salverà la vita quando meno ce lo si aspetta.
Vi metterΓ  a suo giudizio, vi ispezionerΓ  nel profondo, vi guarderΓ  dall'alto della sua elevatezza sociale e culturale - noterete solo ora la presenza di una specie di valletto, per di piΓΉ - e questo non perchΓ© egli debba esaminarvi nell'animo oltre che nel corpo, ma gli viene naturale: quando vi si avvicinerete, terrΓ  la sua distanza mentale da voi, come se ormai fosse cosa solita dalla sua parte.

Da ciò che avrete scoperto stando troppo tempo nella zona di aura del signore, potreste provare diverse emozioni: delusione per la rivelazione di una perfezione sopravvalutata e, soprattutto, falsa, irritazione per quella sua aria di saccenza, confusione sulla motivazione per la quale avrebbe dovuto giudicarvi in quel modo così subdolo e silenzioso come la sua persona...
Di gran certo, nessuno sentirebbe perΓ² timore o l'istinto di andarsene il prima possibile dall'uomo: nelle conversazioni che intraprenderebbe con l'altro o l'altra, si dimostrerebbe quantomeno come un educato nobiluomo con i suoi anni, un paziente interlocutore che cede spazio di dialogare principalmente a chi gli si Γ¨ avvicinato e chi lo aiuta a comunicare con tanta fedeltΓ  - meritava anche il giovane di rilassarsi, no? - soprattutto come un affascinato profondamente dal suo mestiere e da tutte le conoscenze e conseguenze che gli comporta, una nozione che gli sta a cuore. Qui, perΓ², si percepirebbe un secondo sentore scordante con l'ambiente, la situazione tranquilla, che sarebbe tra di loro.
Mentre discute sulle difficoltΓ  che comporta essere un intellettuale del suo genere attraverso la voce del suo assistente, la stretta delle sue mani diventa man mano piΓΉ forte, facendole tremare leggermente; nessuna emozione in particolare si riesce a decifrare dal suo volto vissuto, una certa inespressivitΓ , anzi, lo caratterizza: i suoi respiri inizierano a farsi udire con un poco piΓΉ di facilitΓ , ma nient'altro cambierebbe. La sua calma apparente rimarrebbe tale se non fosse per un punto.
I suoi occhi appaiono man mano perdere di vitalitΓ , come una fiaccola che, rimasta accesa tutta la notte, va a morire sul terreno quale Γ¨ stata animata, svuotandosi impercettibilmente: diventeranno un misto tra organo e vetro, reale o fittizio, sentimenti ed apatia.

Ma questi aspetti non si sveleranno durante le chiacchiere.
Saranno state solo delle piccole sensazioni provate sul momento, come dei fastidi che, dopo la conversazione, si sono accentuati e resi palesi: sarΓ  stato uno scambio di parole rapido e anche interessante, ma del mistero ricopriva la figura del veneziano.
Solitamente, non si va molto oltre al conoscere la sua apparenza, perciΓ² la sua uscita di scena non dovrebbe essere nulla di eclatante, ma solita routine. Egli si ritroverebbe nel nero pece del buio, della solitudine, dato che il resto del cast Γ¨ a performare sotto le luci della ribalta: nemmeno un'anima, viva o morta, puΓ² tendergli una mano per uscire dalla tetra ed opprimente oscuritΓ , nemmeno un'anima puΓ² vederlo togliersi la maschera d'oro e ceramica, quel doloroso sorriso stancante e quella presa ferrea dalle sue mani, ora umide di sudore. Se qualcuno ci fosse realmente stato a stargli accanto dopo lo spettacolo, non sarebbe riuscito a trattarlo con poco piΓΉ d'indifferenza, neutra sopportazione massimo: non ne ha alcuna ragione per farlo, lo sa fin troppo bene - persino il suo cuore gli urla di riprendersi - ma la sua mente gli ripete che Γ¨ solo giusto, che non serve che gli tendino una mano per la salvezza. Salvezza da cosa, poi?
Non Γ¨ malato. Ne Γ¨ convinto, ne erano convinti i suoi tanto amati genitori prima della loro morte. Certo, Γ¨ vero che la sua apatia verso coloro che interpretano sua moglie e i suoi due pargoli sia un po' inusuale, oppure gli scorsi attacchi d'ira improvvisa, le emicranie, l'insonnia, un dolore da un punto sconosciuto persino a lui, anatomista, che punge piΓΉ di qualsiasi altra cosa...
Ma nulla di ciΓ² Γ¨ fisico, se non le emicranie. Lui sarΓ  solo maggiormente esposto alle malattie, ma sta bene.
Quale specializzato in medicina nel 700, ancora piuttosto rudimentale e astratta rispetto alla nostra anche con l'influenza dell'Illuminismo, sarebbe mai arrivato ad una conclusione differente?
O si stava male fisicamente, o si era pazzi e portati via dalla vita civile - queste erano le opzioni. E Tiziano non sta affatto male.
All'interno, ormai seppellito ma ancora tiepido da una fiamma morente, forse il suo dolce entusiasmo da bambino Γ¨ ancora presente, non Γ¨ ancora passato a miglior vita: forse si puΓ² scovare tra i suoi sguardi pensierosi, magari dalle sue pupille dilatate e lucide per l'ebrezza del buon vino dei banchetti uscirebbe quella rigogliosa natura... ma Γ¨ tutto solo un unico, grande mistero.
Un mistero come la vita.
Un mistero di cosa sia successo nella sua vita.

Β  Β  Β  Β Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

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Cosa pensate che abbia una storia degna da raccontare?
Comprendo come la domanda possa avervi fatto corrucciar la fronte per la confusione – anch'io sarei rimasta sorpresa se me l'avessero posta quando starei godendomi un racconto – ma Γ¨ solo un umile quesito per mettervi ancora a vostro agio, magari farvici ragionare per non lasciare la mente all'inerzia: quale storia dovrebbe essere divulgata alle generazioni a venire, ricordata sotto le luci della ribalta o dentro l'ombra di un qualcosa ben piΓΉ grande di sΓ©?
Quante risposte fantasiose ne uscirebbero se ce ne mettessimo a discutere per il seguire delle ore, ma permettetemi di guidarvi tra i fitti rovi della curiositΓ  per arrivare piΓΉ facilmente alla meta sperata, come Virgilio tese le sue mani sapienti verso l'incerto e terrorizzato Dante per salvarlo dalle tre fiere del peccato: furon coloro dalle lingue svelte e le menti scaltre, il capo ritto e il passo volto in avanti, coloro le quali mani, possenti e ferme, mantennero unite le vite di numerose civiltΓ , altrettanti abitanti che, sennΓ², sarebbero caduti nella vergogna d'esser stata una popolazione dimenticata dalla Storia.
Miei carissimi ascoltatori, questi non son altro che i Potenti.

Coloro che hanno svolto un compito rilevante nella società a loro contemporanea, chi ha contribuito a rivoluzionare e plasmare quella in cui ora viviamo, Loro che hanno persino dato il nome a certi periodi del passato... semplicemente, i Potenti: chi di denaro, chi d'intelletto. Senza dubbio, anche il componente di una delle famiglie ricordate nella storia veneziana potrà vantarsi di una crescita eccellente, segnata dalle sue vicende e dei suoi antenati che definirono Venezia per come la si conosce oggigiorno, sapute e narrate ai suoi concittadini per rimembrare le sue gesta, non è così?
La risposta potrebbe lasciarvi stupiti: di lui e della sua famiglia non si sa praticamente nulla.
Lasciate che ve lo riproponga sotto altre parole: come giΓ  detto in precedenza, la vita non era altro che uno spettacolo assistito da occhi esterni – occhi fugaci ed incuriositi – e, di ciΓ² che avveniva al di fuori dal palcoscenico, nelle buie quinte, non sapeva nulla di rilevante, se non la preparazione degli attori per il prossimo atto: un cambio di vestiti, uno scambio di maschere, un ripasso delle battute. Nulla da voler diffondere all'occhio pubblico.
La famiglia dell'uomo dava una dimostrazione pratica di quest'aspetto: ciΓ² che succedeva tra le mura domestiche ne rimaneva impresso sopra, non si riferiva ad orecchie invasive o bocche dai mille farfugli; quel che gli altri recitatori riuscivano a raggiungere dopo interminabili modi di approccio erano le imprese a buon fine del capofamiglia, i dolci suoni di quella che pareva una piccola orchestra nella loro dimora, i tanti elogi diretti al giovane ed unico erede dei Santasoffia... ciΓ² che i loro spezzoni promettevano.
Voi, perΓ², non siete venuti qui per rimanere a bocca asciutta. Siete giunti a questo punto per un motivo preciso, importante, fondamentale che possa illuminarvi. Bene, sappiate che i vostri desideri saranno accontentati... in parte.
Non si apprezzerebbe una storia senza quel leggero velo di mistero, il fascino non avrebbe piΓΉ la sua efficacia e, chissΓ , forse rimarreste delusi dalla veritΓ : quel che verrΓ  raccontato ora sarΓ  ciΓ² che, indagando, Γ¨ stato intravisto dal sipario e vi potrΓ  bastare per comprendere la mente dell'italiano, ma non interamente. Il puzzle vi sarΓ  dato, ma non con tutti i pezzi.

Se dovessi esser sincera, molto della sua umile esistenza Γ¨ stato giΓ  raccontato prima che voi arrivaste a questo punto: della sua nascita voi ne conoscete giΓ  i particolari, come delle rivelazioni che ne conseguirono e la rigida educazione privata impostagli fin da quando il suo cervello potesse apprendere; perchΓ© non approfondire sulle sue emozioni in tutti questi avvenimenti che lo segnarono?
A partire dai suoi insegnamenti in casa, ad egli venne proposta un'istruzione tra le più ricche, e non solo nel campo che gli avrebbe portato fortuna: nozioni sulla scienza assecondate a nozioni sulla cultura, quali letteraria e musicale, come la madre fu educata e che richiedeva venisse divulgata a suo figlio ugualmente, ricevendo con lieta gioia il consenso. Tra i suoi genitori, i suoi numerosi insegnanti e i domestici intenti a sistemare il palazzo come questo si meritasse, il piccolo non poteva definirsi mai realmente solo... però, come mai si sentiva così?
Possedeva tutto ciΓ² che potesse desiderare! Una famiglia che lo accudisse e lo supportasse fino a quando non si sarebbe sposato era tutto ciΓ² che gli bastava, ciΓ² che i suoi cari tutori lo convinsero a credere dopo anni ed anni passati rinchiusi tra le rinomate mura, lontano da quell'ambiente che β€œgli avrebbe soltanto peggiorato quelle povere corde vocali giΓ  danneggiate” – solita esclamazione di suo padre il quale, con la sua saccenza, gli spiegava come migliorare lΓ¬, con i suoi amati genitori, lontano dal tumulto del paese.
Così tanti adulti a circondare un ragazzino privato di amici o coetanei, un giovane a cui non gli era rimasta altro che il suo cuore ad intrattenerlo in quel silenzio. Perciò, accompagnato dal ritmo del suo battere, non fece altro che andare avanti, ubbidendo diligentemente alle volontà dei suoi cari.
Loro sapevano cosa fosse meglio per lui.

Gli anni passarono senza che ne sentisse il peso scivolar via, fu un grande impatto da smaltire il primo ingresso formale al mondo al quale egli era destinato a vivere fino a che la morte non l'avesse strappato via da esso. Come si sarebbe dovuto sentire se non emozionato?
Del matrimonio ormai non ne poteva fare piΓΉ nulla se non accettare a testa alta e conviverci, ma finalmente avrebbe messo in pratica quelle interminabili lezioni e consigli datigli su carta! Si sentiva il padrone del mondo, una molla pronta a scattare, un futuro uomo che avrebbe dimostrato ai suoi concittadini di esser ben piΓΉ che valido come successore dei Santasoffia... questa grinta, perΓ², si ritrovΓ² presto a soccombere alla pesantezza delle azioni che doveva compiere.
Non fu nulla di quello che ci fosse stato scritto da filosofi e medici della Storia, non fu tantomeno simile alle previsioni ottimistiche i genitori gli rifilavano ogni qual volta chiedesse se fosse degno al futuro incarico.
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Fu palese giΓ  dai primi giorni quanto delle sue prestazioni fisiche e mentali necessitasse tal impiego, quanto potesse prendergli la testa e lasciarlo dolente sul letto dopo ore passate in frustrazione ed agitazione: presto i suoi giorni furono concisi in perenni emicranie – sia a lavoro che in quella casa in cui ancora viverci con la coniuge finchΓ© il denaro non gli bastasse – e un forte senso d'impotenza. Si sentiva debole, insulso, un inetto – ciΓ² che effettivamente era, ma il solo pensiero gli aggravava le fitte alla testa – estremamente... arrabbiato. Quante le volte in cui si rinchiudeva nella sua camera senza mai uscirvi nemmeno per un bicchier d'acqua, invaso da una voglia irrefrenabile di gridare – come se potesse – fino a che i polmoni non gli si implodessero nella cassa toracica, di strapparsi i capelli dal capo, di perire solo in quella stanza finchΓ© il suo cuore, fin troppo debole continuare a pompare, si fosse arrestato.
Ma, come sotto ad un incantesimo, il richiamo del padre lo riportava al mondo reale, facendolo alzare e venire ad incontrare quella povera di sua moglie e i suoi cari. E i suoi battiti, ora accelerati, gli avevano fatto compagnia in tutto questo, non lasciandolo mai per un secondo.

Ci volle non poco a far capire all'italiano come superare quest'inutile ostacolo immaginario: sarà stato uno o due anni dopo l'inizio della sua carriera in solitaria quando comprese che, in un lavoro come il suo, i sentimenti propri erano gli ultimi a dover contare. Tutta quella rabbia, quella frustrazione, quell'odio puro che si erano impiantati nel suo animo erano così insensati, senza un uso effettivo per la sua professione e nocivi per la sua stessa figura: irritabile al più minimo commento, stremato fino all'inverosimile, sofferente nella mente e persino nel corpo. Fu la sua amata madre, in effetti, a dargli questo importante consiglio di vita, vedendo come la sua povera creatura stesse sopportando tutto quel peso senza aprir bocca.
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Seguirlo e spegnersi a tutto quel dolore fu la decisione migliore che potesse aver mai preso, quanto la peggiore.
La sua condotta eventualmente progredΓ¬, facendo accrescere la sua fama e rispetto nella comunitΓ  e divenendo β€œuno dei benefattori di Venezia”, ma fu la quotidianitΓ  domestica a ricevere molti piΓΉ attacchi: chiusosi alle calde ed invitanti emozioni, divenne persino impassibile alla vista dei suoi figlioli e alla loro crescita, lasciandoli nelle amorevoli braccia di Agata mentre rifletteva sul giorno dopo, su cosa avrebbe fatto o chi avrebbe assistito, unicamente al suo lavoro.
I loro sorrisini felici e le loro attenzioni infantili solo per un minimo di affetto, ma il suo cuore meccanico non si degnava a batter piΓΉ se non per vivere: un ritmo malinconico ed alienante armeggiava nel suo petto, accompagnandolo come quegli interpreti che mai l'avrebbero compreso a pieno le sue parole.

Era passato dal detestarlo a l'amarlo con tutto sΓ© stesso nell'arco di una decina di anni, svolgendo azioni inerente ad esso interamente da solo, nell'ufficio di suo padre... meglio definirlo suo, ormai.
PoichΓ© non vi era piΓΉ il possessore precedente a poterlo reclamare.
Questi non era piΓΉ tra di loro da quando esalΓ² il suo ultimo respiro al termine di una lunga e straziante polmonite, contratta per salvare uno dei suoi pazienti dalla stessa malattia e rimasto pericolosamente esposto. Fu un lutto altrettanto doloroso quando, non pochi giorni dopo, soccombette anche la signora sua coniuge, facilmente infettata dal suo stesso amante e rapida ad discendere verso l'Oltretomba.
Al funerale di queste due anime pie, in molti chiacchierarono – com'erano solito ed eccellenti fare, d'altro canto – sulla prontezza e la forza interiore che stesse dimostrando l'orfano di quasi trentuno anni: no alle lacrime, no all'inutile struggersi per rivedere i genitori tornare in vita, no al mostrarsi vulnerabile. Quanti nella folla lo acclamarono – chi silenziosamente e chi glielo volle esprimere – questa presa di coscienza.
Chi avrebbe mai sospettato che, in realtΓ , l'unico suo pensiero che gli faceva battere il cuore di curiositΓ  al momento della sepoltura fosse quello di aprire le bare ed indagare su come i polmoni avessero reagito all'arrivo improvviso della malattia?

Di qui in poi, miei erranti amici, conoscete o prevenite giΓ  cosa sia accaduto di cosΓ¬ tanto rilevante della sua semplice e monotona vita: la ricerca di uno spasimante per lo sposalizio della giovane Renata, le prime lezioni – rigorosamente private – sulla medicina settecentesca per il piccolo Cataldo oppure la neutra convivenza con l'amabile Agata Caterina e il resto dei suoi figli. L'unico evento che caratterizzΓ² il periodo di lutto dell'uomo fu l'inaspettato incontro con il suo fidato compagno di lavoro, Stefano: un semplice signorotto dispiaciuto che, per dargli le piΓΉ sincere condoglianze, gli suggerΓ¬ di rifocillarsi ad un peculiare cafΓ© presente nella Serenissima che apprezzava con gusto.
Non l'avreste mai pensato che dai discorsi scaturiti da quella semplice sosta al CaffΓ© del Gatto Nero il nostro scopritore si sarebbe stranamente interessato ai forbiti argomenti che fuoriuscivano dalle labbra baffute del suo interlocutore, concimando il terreno per la crescita di un'insolita alleanza ed amicizia tra i due... ah, com'Γ¨ imprevedibile la vita a volte! Un cuore destinato a battere involontariamente, ora dopo ora,
ChissΓ  quali altri episodi macchieranno le pagine della storia di Tiziano Gianmarco Santasoffia, specialmente con l'arrivo di un omicida a Venezia...

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Β°β€’ β€”πŒπ€π’π‚π‡π„π‘π€. β™ͺ
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La stravagante arte barocca del Seicento: un'accecante meraviglia per alcuni ed una pacchianata aberrante per gli altri! Non sarebbe venuto il sospetto a nessuna persona che il nostro silenzioso curante scegliesse una maschera tradizionale come la Bauta, ma con questo tono così sgargiante e luminoso, come lo stile Barocco.
Ma dopotutto, la maschera non serve a nascondere chi si cela al di dietro di quest'ultima?
Uno stile che segretamente il veneziano apprezza poichΓ© cresciutosi all'interno – quanto belle erano le pareti della sua stanza, inserte in oro e spettacolari alla vista! – e che lo oscurerebbe con inganno, assieme alla lunga veste nera che lo fascerebbe e nascondesse ogni lembo della sua pelle pallida, in modo che nessuno possa mai intuire che, al di sotto di quel mantello scuro e della deformata maschera d'oro brillante, ci sia proprio lui. Forse solo chi avesse un occhio attento e leggesse lo spartito strappato e disparso sulla superficie invecchiata della copertura lo potrebbe sospettare, essendo scritta parte del πΆπ‘œπ‘›π‘π‘’π‘Ÿπ‘‘π‘œ π‘π‘’π‘Ÿ 𝑑𝑒𝑒 π‘£π‘–π‘œπ‘™π‘–π‘›π‘– di Johann Sebastian Bach, composizione uscita tra il 1730-31 che, appena sentΓ¬, gli ricordΓ² i bei vecchi tempi onde le sue uniche preoccupazioni erano studiare e riprodurre al meglio la nota giusta mentre orchestrava con sua madre.


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Β°β€’ β€”π‚πŽπŒππŽπ‘π“π€πŒπ„ππ“πŽ 𝐃𝐔𝐑𝐀𝐍𝐓𝐄 πˆπ‹ 𝐂𝐀𝐑𝐍𝐄𝐕𝐀𝐋𝐄. β™ͺ
πΆβ„Žπ‘’ 𝑙𝑒 π‘”π‘Žπ‘π‘π‘–π‘’ 𝑠𝑖 π‘Žπ‘π‘Ÿπ‘–π‘›π‘œ – πΏπ‘Ž π‘™π‘–π‘π‘’π‘Ÿπ‘Žπ‘§π‘–π‘œπ‘›π‘’ 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 πΆπ‘œπ‘™π‘œπ‘šπ‘π‘’

Il Carnevale Γ¨ pur sempre una festivitΓ  dove tutti – si dimentichi la ricchezza, il sesso o l'influenza nella SocietΓ  – meritano di liberarsi dai pensieri sui propri guai e di cantare, ballare o mangiare quanto piΓΉ il loro corpo possa permetter loro, perchΓ© privarsene anche se celato sotto una maschera d'oro?
Non vi dovreste aspettare un dottore ubriaco a cimentarsi nell'arte del corteggiamento verso qualche povera fanciulla – o fanciullo travestito, chi l'avrebbe potuto dire? – che desiderava unicamente parlottare o divertirsi senza spasimanti intorno, ma certamente non si lascerebbe questa piccola opportunitΓ  scappar via: incoraggiando il suo accompagnatore a girovagare per le strade – o per i fiumi, forse la terminologia perfetta Γ¨ questa – finalmente assumerebbe le sembianze di un umile spettatore dei giochi anzichΓ© un osservato oggetto dello spettacolo, bevendo i deliziosi alcolici presenti ai festeggiamenti e appagandosi con la vista e la scambiata di qualche parola tra due passanti, forse conoscenti o forse sconosciuti.
Chi era lui per non sgranchirsi gli arti indolenziti dalla fatica del lavoro e delle aspettative da rispettare nella cittΓ ? Chi mai poteva dirlo? Si Γ¨ al Carnevale di Venezia, dove tutto ciΓ² su cui ci si dovrebbe preoccupare Γ¨ il rimanere in piedi fino alla fine della nottata!

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Β°β€’ β€”π‘π„π‹π€π™πˆπŽππˆ. β™ͺ
πΆπ‘’π‘Ÿπ‘Žπ‘šπ‘–π‘π‘Ž 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑙𝑙𝑒, π‘π‘Ÿπ‘–π‘ π‘‘π‘Žπ‘™π‘™π‘– π‘π‘’π‘Ÿ π‘œπ‘π‘β„Žπ‘–

Credo che voi abbiate ben inteso come questo signore dell'aristocrazia italiana si rapporti a seconda della persona ch'egli ha dinanzi, ma perchΓ© non tirare le somme?
β€œAgli sconosciuti non Γ¨ mai prudente mostrar le tue debolezze”, questo detto ben presente nella mentalitΓ  di base di Tiziano per affacciarsi alla gente: non sarebbe meglio atteggiarsi come un affabile medico dal grande cuore e il sangue freddo per non crearsi nemici seminati per l'ampio perimetro della cittΓ , se non anche al di fuori? Un uomo affiancato dal suo fidato portavoce che elogia non tanto per le conquiste raggiunte, bensΓ¬ per la sua grande umiltΓ  d'animo; un ottimo oratore per quel che la gente gli voglia riferire con cosΓ¬ tanto entusiasmo, sempre lieto di udire le novelle che tanto emozionano i suoi ascoltatori... quando in realtΓ  ben meno non gliene potrebbe importare.
Forse piΓΉ per noia che per cattiveria, sono rare le occasioni dove per sua volontΓ  egli ascolta con garbo ed interesse le informazioni personali di chi gli stia parlando – ovviamente cambiando contesto quando l'argomento chiave diviene il suo lavoro e ciΓ² che ne deriva – ma non si degnerebbe mai e poi mai di lasciarlo sul bel mezzo della conversazione, rimanendo ed annuendo gentilmente invece.
Dare buon viso a cattivo gioco, non era forse così il detto?
Anche per chi fosse finito nella speciale lista nera del signore riceverebbe lo stesso trattamento, se non con una leggera svolta macabra: mentre lo ascoltava, mentre il suo amico lo intratteneva raccontandogli di una notizia accaduta di recente, i suoi occhi non l'avrebbero mai perso di vista. Due gelide orbide spettrali puntate sul suo viso, alla ricerca continua del suo sguardo: quel senso di superioritΓ  che si estende dalla sua figura si farebbe piΓΉ pesante in una situazione simile, incutendo disagio al malcapitato. Chiunque vorrebbe andarsene il prima possibile, nessuna eccezione.

Riguardo alla sua famiglia, oramai, ne abbia appreso la sostanza: quella che sembrava una coppia serena agli occhi del pubblico, quasi indifferenza da ambedue parti Γ¨, come se il matrimonio combinato non li avesse uniti affatto sebbene i venticinque anni trascorsi l'uno affianco all'altra... ciononostante, vi si scorge un legame specifico. Un'intesa intravista dal modo in cui si guardano, una comprensione senza parole creatasi da chissΓ  quanto. Che il matrimonio abbia dato i suoi frutti alla fine?
Per quanto riguarda i due fratelli nati dalla loro unione carnale, l'indifferenza si mischia ad uno sforzo di riallacciare i rapporti ora che sono cresciuti, invano perΓ²: quegli anni di negligenza dal genitore hanno lasciato le prime ferite sui giovani ragazzi, dando come risultato l'impetuosa allontananza della piΓΉ grande dal focolare domestico e l'imbarazzante titubanza del secondo uomo della famiglia.
Persa la passione e perse le sole persone che lo avrebbero amato indiscussamente per uno stupido errore. Com'era giunto così in basso?
Venga lodata la presenza di Ballarin tra i suoi conoscenti piΓΉ stretti, sennΓ² il veneziano sarebbe ricaduto nella solitudine totale. Non era una cura ai suoi problemi, tantomeno un elisir che magicamente gli togliesse gli acciacchi venuti col tempo, ma il suo intervento glieli allievava – seppur per dei brevi momenti: i discorsi con cui se ne uscivano di tanto in tanto, passeggiando per quei tratti di strada che l'acqua dava loro il concesso di attraversare, erano i piΓΉ efficaci a strappargli un sorriso, o un'afona risata se si fosse evoluto in una battuta esilarante.
Il rispetto che nutrivano tra di loro si percepiva anche da lontano, quanto il supporto che recavano all'altro e la fiducia che si scambiavano... o per lo meno, quello che si pensava fosse fiducia.
Se solo il medico potesse dire a Stefano tutta la veritΓ  sul suo conto...

Β  Β  Β  Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”ππ”ππ“πˆ πƒπ„ππŽπ‹πˆ 𝐄 ππ”ππ“πˆ π…πŽπ‘π“πˆ. β™ͺ
𝑆𝑖 π‘“π‘Žπ‘π‘π‘–π‘Ž π‘Žπ‘‘π‘‘π‘’π‘›π‘§π‘–π‘œπ‘›π‘’ π‘Ž π‘›π‘œπ‘› π‘‘π‘Žπ‘”π‘™π‘–π‘Žπ‘Ÿπ‘ π‘– π‘π‘œπ‘› 𝑙𝑒 π‘ π‘β„Žπ‘’π‘”π‘”π‘–π‘’

—𝑬𝒅 π’Šπ’ π’„π’‚π’…π’…π’Š 𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒂, π’„π’π’Žπ’† π’‘π’“π’Šπ’—π’ π’…π’Š π’—π’Šπ’•π’‚. Γ—
Intuibile dalle numerose volte in cui vi ho parlare dell'organismo di colui che dovrebbe farlo guarire, Γ¨ molto probabile che Tiziano abbia ereditato in parte la salute cagionevole della defunta madre: siano ricordati i frequenti giramenti di testa che la pressione, quando troppo alta, gli procura, finendo per essere preso o semplicemente sorretto dalla persona piΓΉ vicina a lui – non vi lascio immaginare i colpi presi dai suddetti, principalmente del povero Stefano!

—𝑺𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒄𝒉𝒆 𝒉𝒐 π’”π’•π’–π’…π’Šπ’‚π’•π’ 𝒏𝒐𝒏 π’Žπ’Š π’Šπ’π’ˆπ’‚π’π’π’‚...
Pensavate che un soggetto come il presentato non avesse una conoscenza quasi completa sulle malattie, le cure o le procedure mediche del secolo? Virgilio era alquanto severo su questo aspetto – l'avevate giΓ  compreso, ma Γ¨ meglio ribadire il concetto – e ciΓ² lo favorΓ¬ notevolmente nel corso degli anni.
Ricordarsele tutte sarebbe un'utopia fin troppo gradevole, ma una buona parte rimarrΓ  ben impressa nella sua memoria fino alla fine.

—𝑰𝒏𝒕𝒆𝒓𝒆𝒔𝒔𝒂𝒏𝒕𝒆, 𝒑𝒆𝒄𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒍'π’‚π’ƒπ’ƒπ’Šπ’‚ π’”π’†π’π’•π’Šπ’•π’. Γ—
Come giΓ  annunciato, l'attenzione del signore tende a calare se l'argomento di cui si sta discutendo non lo riguardi poi tanto dal lato personale, e se non avesse il suo fidato braccio destro a riportarlo alla realtΓ  o fargli intendere brevemente di cosa si stava parlando, farebbe una figuraccia non irrilevante.

β€”π‘½π’Š π’‘π’“π’†π’ˆπ’‰π’†π’“π’†π’Š π’…π’Š 𝒔𝒕𝒂𝒓𝒆 π’Šπ’ π’”π’Šπ’π’†π’π’›π’Šπ’, 𝒔𝒕𝒐 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒂𝒏𝒅𝒐.
Sangue freddo e mente pronta: due elementi essenziali per il suo lavoro che possiede quando si deve rimboccare le maniche. Persino nel momento della consueta β€œultima ispezione” del salmo resta il perfettamente serio e stoico, nonostante ci noti un leggero luccichio nel profondo dei suoi occhi...
Che sia soltanto la luce?

—𝑨𝒉, π’”π’Šπ’‚π’π’ 𝒅𝒂𝒏𝒏𝒂𝒕𝒆... Γ—
Emicranie: il suo incubo più riscontrato e da cui vorrebbe così tanto lietamente liberarsene. Così facili da curare con le medicine ch'egli giustamente tiene, se poi non tornassero subito dopo la fine dell'effetto e con fitte ben più martellanti di quelle precedenti.
Magari una malnutrizione, oppure uno dei sintomi di una patologia più complessa... si vorrebbe solo convincere che sia solo l'età che avanza, ma ahimè, non lo è.

—𝑷𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆' π’Žπ’‚π’Š π’…π’π’—π’“π’†π’Š π’Žπ’†π’π’•π’Šπ’“π’—π’Š?
Chi potrebbe celare piΓΉ inganni e mostre se non un muto? Se al tavolo vengono giocate anche la carta della pietΓ  della gente – che sia vera o apparente – e dello status sociale al quale egli risiede nella popolazione settentrionale, la partita risulta sempre vincente: offritegli un segreto e, se lo toccherΓ , lo custodirΓ  nella profonditΓ  della sua mente, senza mai svelarlo ad orecchie lunghe.
E non temete, dirà di far così anche all'amico se il segreto fosse così indicibile, perciò siate tranquilli sul silenzio di entrambi.

—𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒆 π’π’Šπ’Žπ’‘π’Šπ’…π’† 𝒂𝒄𝒒𝒖𝒆 π’“π’‚π’„π’„π’‰π’Šπ’–π’…π’π’π’ π’„π’π’”π’Š' π’•π’‚π’π’•π’Š π’Žπ’‚π’π’‚π’π’π’Š. Γ—
Un ulteriore malanno di cui voi non vi sareste mai immaginati un dottore avesse: anche se non terribilmente, soffre di mal di mare. La prima volta che se ne rese conto fu al giro in gondola per le vie della cittΓ  poco dopo lo sposalizio, come tipica tradizione del Settecento: al termine del giro, il ragazzo si rialzΓ² piΓΉ pallido di un lenzuolo e con le ginocchia che gli tremavano, dovendosi mantenere persino al braccio della novella sposa.
Forse ne soffre abbastanza, ripensandoci adesso.

—𝑰 π’Žπ’Šπ’†π’Š π’”π’†π’π’”π’Š 𝒔𝒐𝒏𝒐 π’‘π’Šπ’–' π’”π’—π’Šπ’π’–π’‘π’‘π’‚π’•π’Š π’…π’Š 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒄𝒉𝒆 π’‘π’†π’π’”π’Šπ’‚π’•π’†.
Alla fin fine, una professione logica e reattiva come la sua, all'aggiunta di un handicap ad uno dei sensi primari, non lo porterebbe ad irrobustire o a raffinare i rimanenti?
La sua vista, come la si era fatto intendere, Γ¨ ancora in ottime condizioni alla luce del sole – sarebbe stato un miracolo esser stato graziato con la vista notturna, ma non ci troviamo in un romanza fantastico – ed il suo udito, se attento all'area circostante, sa percepire urli o rumori d'impatto, anche se piΓΉ questo Γ¨ lontano, piΓΉ flebile lo sente. Non che li voglia sentire cosΓ¬ forti da vicino, questo sia chiaro.
Semmai dovesse mai scappare o ritrovare qualcuno, tuttavia, si potrebbe definire fortunato, ma tremendamente sfortunato in altre situazioni piΓΉ β€œtranquille”.

Β  Β  Β  Β Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”πƒπ„π’πˆπƒπ„π‘πˆ. β™ͺ
π‘ˆπ‘›π‘Ž π‘”π‘–π‘œπ‘£π‘’π‘›π‘‘π‘’' π‘–π‘›π‘“π‘Ÿπ‘Žπ‘›π‘‘π‘Ž

Una via di fuga.
Vive per quell'impiego, dev'esserci per la gente del suo paese, deve sostenere la sua famiglia... se solo potesse scappare da tutto ciΓ².
Non chiederebbe molto, anzi: una semplicissima giornata fuori dall'urbanizzazione di Venezia da trascorrere in un villaggio vicino, piΓΉ rurale e rassenerante, passeggiando per le verdi stradicciole della campagna o sdraiarsi su quei letti di Madre Natura e sentirsi i fili d'erba accarezzargli il viso, le mani, cullarlo mentre il Sole lo acceca per un'ultima volta prima di sprofondare verso occidente, accogliendolo e ponendolo ai primi posti per la recita delle stelle e della Luna, fino a che Morfeo non si occupi di lui.
Un desiderio così puro, così innocente... è così tanto da desiderare?

Β  Β  Β  Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ —𝐏𝐀𝐔𝐑𝐄. β™ͺ
π‘€π‘Žπ‘– π‘Ÿπ‘–π‘£π‘’π‘™π‘Žπ‘Ÿπ‘’ 𝑖 π‘π‘Ÿπ‘œπ‘π‘Ÿπ‘– π‘‘π‘’π‘šπ‘’π‘™π‘‘π‘–

β€”π‘ͺπ’‰π’Šπ’–π’π’’π’–π’† π’Žπ’Š 𝒗𝒆𝒅𝒂, 𝒏𝒐𝒏 π’”π’„π’‚π’ˆπ’π’Š π’Šπ’ 𝒔𝒖𝒐 π’Žπ’‚π’π’π’„π’„π’‰π’Šπ’ 𝒔𝒖 π’…π’Š π’Žπ’†. {π‘·π’‰π’‚π’”π’Žπ’π’‘π’‰π’π’ƒπ’Šπ’‚}
Chi di voi non ha mai temuto quel che il regno del soprannaturale avesse da renderci nel reame dei vivi? Un fantasma, un'entitΓ , Dio se ci pensiamo: siete sicuri che nessuno tra voi erranti non si Γ¨ mai sbigottito all'idea di esseri al di fuori della nostra portata, astuti abbastanza da osservarci quando meno ce lo aspettiamo?
Chi lo sa: in un ambiente dove ragione e credo si mescolavano come olio ed acqua e diffondevano ideologie opposte, ma pur sempre valide, faceva pur scendere un brivido lungo la schiena a chi, in conflitto su chi credere, accontentava ambedue le parti.
Chi lo sa: ora cresciuto con quelle ideologie, forse il terzo ne era rimasto così provato da percepire ancora quel brivido al pensiero dei suoi ora morti genitori, aggrappandosi a quella ragione che lo avrebbe salvato da quei terrori.
Chi lo sa.

—𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒆 π’ˆπ’“π’Šπ’…π’‚ π’Žπ’Š 𝒔𝒕𝒂𝒏𝒏𝒐 π’ˆπ’“π’‚π’‡π’‡π’Šπ’‚π’π’…π’. {π‘­π’π’π’π’‡π’π’ƒπ’Šπ’‚}
Per un motivazioni che ancora per molti Γ¨ ignota, al ricco veneziano danno incredibilmente fastidio i rumori particolarmente udibili, che siano generati da un essere umano o da un oggetto. CiΓ² Γ¨ fortemente in contrasto con uno dei suoi sensi meglio sviluppati, potendo quindi ascoltare questi stridii o tonfi eccezionalmente, perΓ² restandoci per diversi istanti provato e con le timpani coperti, quasi a proteggerli in caso di un sequenza di quelle aberranti sinfonie.
Essendo un uomo maturo e con una reputazione da mantenere, cercherΓ  di dissipare rapidamente la reazione

β€”π‘ͺπ’Šπ’' 𝒄𝒉𝒆 𝒆' 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒕𝒐, π’“π’†π’”π’•π’Š 𝒏𝒆𝒍 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒕𝒐.
Se la vedessimo dal nostro punto di vista, questa la potremmo classifica piΓΉ come un fastidio personale che una fobia vera e propria: probabilmente ancora provato dal lutto di suo padre e di sua madre, preferisce non farcene una conversazione sopra, come se non volesse dire i loro nomi invano per non sconsacrarli. Un gesto di grande importanza e ben visto dai suoi interlocutori, capendone – o facendone finta – le ragioni di quell'insolita scelta.
Se solo lo sapessero davvero.

Β  Β  Β  Β Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”π’π„π†π‘π„π“πŽ. β™ͺ
π‘ˆπ‘› π‘Žπ‘Ÿπ‘šπ‘Žπ‘‘π‘–π‘œ π‘π‘–π‘’π‘›π‘œ 𝑑𝑖 π‘ π‘β„Žπ‘’π‘™π‘’π‘‘π‘Ÿπ‘–

β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”π‘π€πππŽπ‘π“πŽ π‚πŽπ 𝐋𝐀 π‘π„π‹πˆπ†πˆπŽππ„. β™ͺ
πΆπ‘œπ‘›π‘“π‘™π‘–π‘‘π‘‘π‘œ 𝑑𝑖 π‘π‘Ÿπ‘’π‘‘π‘’π‘›π‘§π‘’

Da quale pulpito un sostenitore della meccanicitΓ  del corpo umano dovrebbe mai credere all'esistenza di un essere superiore a sΓ©, governatore dei Cieli ed osservatore dei peccatore terreni? Un'incongruenza tale non avrebbe alcun senso, sapendo giΓ  ciΓ² in cui egli crede fermamente da ormai l'inizio del nostro racconto!
E se invece non avessimo giΓ  completato il puzzle?
Chi si fosse sviluppato fino alla maggiore etΓ  unicamente nella propria dimora, ascoltando le rigide realtΓ  opposte terrebbe questa confusione dottrinale, in un continuo vortice di indecisione su quale corrente seguire e quale ritenere insensata.
O forse era la paura.
Un forte timore sull'esistenza di una divinitΓ  concentrata su ogni nostra azione, ogni errori e ogni peccato da punire nell'Oltretomba – semmai ne esistesse uno e non rimanessimo carne lasciata a marcire dentro una bara; una possibilitΓ  da escludere per proteggersi mentalmente dalla cruda veritΓ , distanziarsi il piΓΉ possibile con quel pregiudizio convinto – se solo lo fosse stato per davvero – che si Γ¨ creato per pura autodifesa: alla venuta in Terra di un salvatore e all'aspettarsi inaspettato di un boia.
Supposizioni che si accavallano, teorie che si confrontano, ma una risposta Γ¨ certa: non avreste sentito l'opinione di Tiziano a riguardo.

Β  Β  Β  Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”πˆπ 𝐂𝐇𝐄 π‘π€πππŽπ‘π“πˆ 𝐄𝐑𝐀 π‚πŽπ π•π„π‘πŽππˆπ‚π€? β™ͺ
𝐈𝐍 𝐂𝐇𝐄 πŒπŽπƒπŽ 𝐅𝐑𝐄𝐐𝐔𝐄𝐍𝐓𝐀𝐕𝐀 πˆπ‹ 𝐂𝐀𝐅𝐅𝐄'? β™ͺ
π‘‰π‘–π‘£π‘’π‘Ÿπ‘– π‘ π‘žπ‘’π‘–π‘ π‘–π‘‘π‘– π‘‘π‘Ÿπ‘Ž π‘‘π‘œπ‘›π‘›π‘’ π‘ π‘‘π‘’π‘”π‘›π‘œπ‘ π‘’

Dire che al Santasoffia non andasse a genio la giovine sarebbe troppo riduttivo.
I due non si incontrarono chissΓ  quante volte prima che la vita di Veronica venisse squarciata a brandelli se non per delle visite di routine, oppure quand'ella si sentisse congestionata e volesse un parere medico: il suo bel visino raggiante aveva sempre un'aria saccente quando si spiegava a paroloni su come si sentisse, i suoi movimenti sinuosi e degni di una donna indipendente dimostravano come sapesse badare al suo corpo anche senza il supporto di un uomo, la sua voce chiara e piena di vitalitΓ , di una persona che conosceva il divertimento e in una maniera eccezionale.
Tiziano non nutriva un affetto sproporzionato verso coloro che pensavano di sapere piΓΉ di quanto dovessero, che fossero uomini o donne.
Non vi dico la sua reazione alla scoperta dell'impiego e del luogo di lavoro della ragazza! Come potevano signore con una dignitΓ  vendersi per un qualche spicciolo che i loro mariti avrebbero guadagnato altrove? Non avrebbe permesso a loro di abbassargli la reputazione in cittΓ , non dopo anni nella quale se l'era costruita.
Svelata la certezza sul locale, egli si ripromise di mai piΓΉ entrarvi a meno che non si fosse travestito per Carnevale; nonostante i mille rimproveri che diede a Ballarin per le sue β€œscelte sudice”, non avrebbe nascosto a lui stesso quanto valessero i cibi e le vivande presenti all'interno. Un altro piccolo segreto non avrebbe nuociuto a nessuno, no?

Β  Β  Β Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”π‚π”π‘πˆπŽπ’πˆπ“π€'. β™ͺ
π‘ˆπ‘› π‘’π‘œπ‘šπ‘œ π‘žπ‘’π‘Žπ‘™π‘’π‘›π‘žπ‘’π‘’

—𝑰𝒍 𝒍𝒐𝒓𝒐 π’„π’Šπ’π’ˆπ’–π’†π’•π’•π’‚π’“ 𝒆' π’Žπ’–π’”π’Šπ’„π’‚ 𝒑𝒆𝒓 𝒍𝒆 π’Žπ’Šπ’† π’π’“π’†π’„π’„π’‰π’Šπ’†.
Sebbene il veneziano non sia una persona appassionata cosΓ¬ tanto agli animali, trova una certa bellezza nei volatili: non pensate ad immensi esseri chiassosi come il tucano o il pappagallo, bensΓ¬ a teneri animali dal dolce cinguettio, quali pettirossi e canarini; difatti, di tal razza ne possiede ben due: πΌπ‘π‘π‘œπ‘π‘Ÿπ‘Žπ‘‘π‘’ – per richiamare il primo medico greco e della Storia – tenuto in una piccola gabbietta nell'ufficio dove lavora, e π΄π‘™π‘π‘šπ‘’π‘œπ‘›π‘’ – in onore del primo, seppur primitivo, esempio di anatomista – in un'altra gabbietta nel suo ufficio privato.

—𝑰𝒍 π’Žπ’Šπ’ 𝒔𝒂𝒑𝒆𝒓 𝒏𝒐𝒏 𝒆' π’π’Šπ’Žπ’Šπ’•π’‚π’•π’ π’‚π’Š π’Žπ’†π’…π’Šπ’„π’Šπ’π’‚π’π’Š.
In modo che assimilasse fino in fondo le nozioni basate sui codici rilasciati dai antichi greci, dovette imparare oltre al francese – lingua culturalmente piΓΉ diffusa e raffinata da saper assolutamente, come gli ricordava Domenica – anche il greco. Ovviamente non sarebbe mai stato in grado di parlarle, ma nella lettura e comprensione se la sarebbe cavata senza grossi dilemmi.

—𝑰𝒍 𝒔𝒖𝒐𝒏𝒂𝒓 π’…π’Š 𝒖𝒏 π’—π’Šπ’π’π’Šπ’π’, 𝒅𝒐𝒍𝒄𝒆 π’„π’π’Žπ’† π’Šπ’ π’Žπ’Šπ’†π’π’†.
Sempre condizionato dalle sofisticate scelte della madre per β€œelevarlo intellettualmente”, iniziΓ² a prendere lezioni di violino alla misera etΓ  di sei anni, esibendosi solo tra di loro in piccoli concerti intimi per far svagare la signora – il suo strumento fra le mani mentre lei armeggiava col piano e col canto. Dopo la prematura morte della si distaccΓ² dalla musica per preoccuparsi della sua occupazione, ma Γ¨ da circa un annetto che, occasionalmente, si risiede e muove l'archetto su delle semplici note da principianti.

—𝑰𝒍 𝒏𝒆𝒕𝒕𝒂𝒓𝒆 π’…π’†π’ˆπ’π’Š π’…π’†π’Š, 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 π’…π’†π’π’Šπ’›π’Šπ’‚.
Inizialmente presosi quest'abitudine nei banchetti a cui venisse invitato per distendersi un po' i nervi e rilassarsi quando il tempo glielo concedesse, ora l'italiano Γ¨ un risaputo amante del vino: che sia dolce o amaro, primitivo o lavorato, non avrΓ  timore di prendersene un bicchiere o due, diventando piΓΉ β€œsolare ed affettuoso” quando, magari, esagerava con la dose e doveva farsi togliere il calice di mano da quel santo di Stefano, sempre pronto in caso di queste evenienze.

—𝑳'𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝒐𝒓𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒆' 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒍'𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒐 π’”π’„π’“π’Šπ’•π’•π’π’“π’†.
Piuttosto elementare per chi non si stesse chiedendo come si rapportasse quando il suo portavoce fosse assente, ma sempre meglio precisare che l'arma piΓΉ tagliente che possedeva non era la lingua, ma un foglio di carta ed un pennino da taschino: la sua calligrafia Γ¨ un'opera d'arte compressa in righe d'inchiostro nero, in uno grazioso corsivo aristocratico e leggibile anche se di piccola dimensione.
Ne aveva di tempo per allenarcisi quando costituiva le fondamenta di una discussione civile con lui, senza assistere ad una pagliacciata di gesti per aria.

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Β  Β  Β Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”πŽπ‘πˆπ„ππ“π€πŒπ„ππ“πŽ 𝐒𝐄𝐒𝐒𝐔𝐀𝐋𝐄. β™ͺ
π‘€π‘Žπ‘›π‘π‘Žπ‘›π‘§π‘Ž 𝑑𝑖 π‘£π‘Žπ‘™π‘œπ‘Ÿπ‘– – π‘Žπ‘ π‘’π‘ π‘ π‘’π‘Žπ‘™π‘’ π‘Žπ‘Ÿπ‘œπ‘šπ‘Žπ‘›π‘‘π‘–π‘π‘œ

Un armadio Γ¨ stato aperto ed uno scheletro vi Γ¨ uscito intatto: non sarebbe mai stato accettato dagli anni che lo cullarono fino a quel momento. Vi era l'amore consacrato tra uomo e donna – unico valido nel Settecento – e le avventure notturne intraprese da ben piΓΉ individui di quanto si pensasse, tenuti sott'occhio dalla brillante luce lunare... chi era lui, indifferente alla sua potenza attrattiva e persino disgustato a tratti?
Egli rimase ubbidiente alle volontΓ  sancite da coloro che l'avrebbero dovuto infondere piΓΉ amore possibile, bramosi – a loro detta – di pargolo o piΓΉ da poter chiamare β€œnipotini”: sapeva di essere il solo che avrebbe potuto accontentare le loro richieste.
Per questo restΓ² in silenzio quando gli venne parlato della coniuge che gli avevano trovato.
Per questo annuì quando, al piccolo altare costruito nel suo castello, gli venne domandato se volesse prendere Agata Caterina Girardo come sua legittima sposa.
Fu unicamente per questo che vennero alla luce Renata Anna e Cataldo: avevano fatto così tanto per crescerlo istruito e sano.
Prima o poi, quest'avversione sarebbe scomparsa da sΓ©.

Β  Β  Β Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”ππ‹π€π˜π‹πˆπ’π“. β™ͺ

π‘ƒπ‘’π‘œπ‘π‘™π‘’ 𝐼 π·π‘œπ‘›'𝑑 πΏπ‘–π‘˜π‘’ – π‘ˆπ‘ƒπ‘†π΄π»πΏ

π‘‡β„Žπ‘’π‘Ÿπ‘’π‘“π‘œπ‘Ÿπ‘’ 𝐼 π΄π‘š β€” 𝐡𝑖𝑙𝑙𝑖𝑒 πΈπ‘–π‘™π‘–π‘ β„Ž

π‘ƒπ‘Žπ‘Ÿπ‘Žπ‘™π‘¦π‘§π‘’π‘‘ – 𝑁𝐹


Β  Β  Β  Β Β  β€’ † β€”β€”β€”β€”β€” {🎻} β€”β€”β€”β€”β€” † β€’

Β°β€’ β€”π™ˆπ™–π™’π™–'𝙨 π™’π™žπ™£π™™π™¨π™˜π™–π™₯π™š ~ β™ͺ

9814 parole.
Quasi diecimila parole per una scheda incompleta e, sopratutto, terribilmente in ritardo. Quanto merito la gogna da 1 a 10? Forse un numero inclassificabile, ma andiamo avanti.
SÌ, UN NUOVO CAPITOLO CON QUESTO GRAN PEZZO DI MERDA! Quanto ti odio Tiziano, anche se sei il mio OC meglio riuscito finora–
Mi scuso con le Moire per il suo comportamento irrispettoso, avrei dovuto bilanciare meglio le giornate tra compiti e studio... ma ormai è fatta, l'ho consegnato senza solo l'approfondimento del nome e parte dell'aspetto, ritenendo quelli i più "palesi". Mi merito gli schiaffi, sì.
Niente, ho cosΓ¬ voglia di postare che controllerΓ² alcuni possibili errori dopo, perciΓ² scusatemi se fa schifo–

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