Spero che vi sia piaciuta questa storia! Tra quelle che ho scritto nel corso della mia "carriera da scrittrice" è sicuramente la mia preferita.
Ho scritto questo racconto perché mi piace pensare che non tutti gli assassini siano per forza dei mostri ed è anche per questo che ho cercato di mostrare un legame molto forte fra il nostro secondo protagonista e la madre, proprio perché volevo far risaltare il suo senso di umanità.
Ho cercato di far notare più volte la sua disperazione per il gesto compiuto per far risaltare il fatto che non riusciva ad avere un controllo su sé stesso, proprio come se un mostro l'avesse posseduto. Ho appunto scelto la schizofrenia come malattia perché l'ho sempre immaginata come un mostro.
Per il prete ho cercato di rappresentare una persona fragile, una persona che poteva essere oppressa da un terribile segreto che poi lo porterà a soffrire di depressione. Perciò ho voluto rappresentare due persone fragili che non riescono a sostenere il peso di una cosa che non possono né controllare né decidere. Può sembrare una storia molto triste però alla fine entrambi riescono a comprendersi: una vittima capisce un assassino e viceversa e alla fine fra loro due non c'è così tanta differenza. Perciò, dopo mesi di sofferenza, riescono finalmente a conoscersi e quel sottile legame che c'era fra i due diventa poi qualcosa di più importante. Secondo la mia visione, questa è la storia di due persone opposte che se pur diverse riescono a comprendersi, riescono a capire la mentalità dell'altro e capendosi non hanno più giudizi l'uno per l'altro.
Scusatemi per la lunghissima spiegazione e per gli eventuali errori grammaticali!

💥Signordellesplosioni💥