Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 70.

Levi's pov.

30/06/1945 - 9:15 p.m.

"Domani?"
Chiesi senza esternare apparente stupore, le mie braccia conserte fecero in modo da attenuare il mio accentuato tremolio lungo gli arti. Le mie dita intente a stringere la stoffa della divisa in una stretta spasmodica.

"Sì, abbiamo pensato sarebbe stato meglio affrettare il tutto, se non firmeremo un armistizio, ci servirà allora recuperare posizione in prima linea"
Mi spiegò il Colonnello con un tono di rammarico e sguardo tendente al basso.

Annuii comprensivo, sapevo di cosa stesse parlando, la mia fama come stratega era ormai famosa in tutto oriente e non sarei certo riuscito a sfuggire al fronte ancora a lungo. Temporeggiammo anche troppo negli ultimi mesi, comprendendo in quel momento di non aver altra scelta se non quella di eseguire. Non avremmo vinto la guerra, ma sicuramente ci saremmo potuti distinguere per la determinazione e valore.

A che scopo continuare ad uccidere ed essere uccisi se la conclusione sarà sempre la stessa?

"Avete avuto notizie della Marina Imperiale?"
Domandai dopo qualche secondo di silenzio, il mio sguardo fisso su tutti gli uomini lungo la tavolata all'interno della struttura adibita alle assemblee. Capii solo in quel momento quanto potere esercitasse Yamamoto da quella poltrona, capotavola del Mondo, tutti i punti focali riportavano a quella mastodontica sedia posta il più lontano possibile dalla porta d'ingresso.

Passarono una manciata di secondi prima che qualcuno prendesse parola, gli sguardi di tutti si distolsero in automatico dal mio come per evitarmi, omertosi di dispiacere e timore.
"Non ancora signore"
Mi rispose un Tenente con tono fermo e deciso, nonostante riuscii a scorgergli notevole disagio nel rispondermi.

Apprezzai la sincerità dell'uomo ricambiando lo sguardo in modo comprensivo ed annuendo, conoscevano la mia intimità con il biondo, e proprio per quella consapevolezza rimasero sempre molto cauti nel riferirmi determinate notizie.

"Mi farete sapere se avrete notizie"
Riferii in tono risoluto trascinando indietro il trono adornato da responsabilità in un suono cupo che rimbombò in tutta la stanza. Mi alzai aiutandomi con le mani poggiate al tavolo in grado di far cessare temporaneamente il tremolio.

Ero un Caporale, non sarei mai finito a combattere faccia a faccia con un altro uomo, al contrario, sarei stato colui che avrebbe preso le decisioni, che avrebbe attuato le strategie migliori per portare alla vittoria i miei soldati, ma ciò non significava comunque un'immunità dalla morte, ne avrebbe solo rallentato l'arrivo.

Uscito dalla sede mi precipitai nella mia cabina con l'intento di preparare il borsone con all'interno gli oggetti di prima necessità, ma come arrivai con passo frenetico, venni destabilizzato dalla figura sorridente del moro intento ad aspettare la fine della mia riunione, per lo spavento sobbalzai appena, tentando di nascondere invano il mio nervosismo che si fece ben notare dalle mie mani tremanti.

"Caporale, la stavo aspettando"
Mi accolse il ragazzo con entrambe le mani giunte dietro la schiena e sguardo innocente in volto, come se non avesse aspettato altro che quel momento in tutta la giornata.
Ricambiai lo sguardo in modo rammaricato, storsi le labbra per il disagio. Come avrei potuto riferirgli uno stravolgimento tanto repentino?

Presi un corposo respiro studiando i suoi occhi e scorgendoli più belli del solito sotto la luce lunare della notte.
"Seguimi dentro, ti devo parlare"
Iniziai non scomponendo la mia figura. Se vi era una cosa che appresi durante quegli anni, era sicuramente la capacità di autocontrollo in situazioni delicate, non vi era spazio per dei sentimentalismi in quei luoghi e riuscii capirne ben presto il perché.

Il suo sguardo assunse un'inclinazione greve corrugando le sopracciglia, confuso quanto preoccupato.
"H-ho fatto forse qualcosa?"
Mi chiese con quegli occhioni divenuti ben presto più luminosi e attivi.

Mi morsi l'interno della guancia continuando a fissarlo perso nella sua bellezza occidentale riuscendo solo a smuovere il capo con dissenso. Afferrai le chiavi della cabina aprendola, feci spazio al ragazzo che vi entrò con titubanza seguito da me, assicurandomi di chiudere la porta alle mie spalle. Il moro prese posto in modo riservato al bordo del letto attendendo con mani giunte fra le cosce che io prendessi parola, ma al contrario mi affrettai ad afferrare un borsone in pelle appoggiandolo al di sopra di una sedia.

Tentai di temporeggiare il più possibile, ma il suo sguardo affranto sul mio mi destabilizzò, nonostante fosse evidentemente angosciato non mi pressò sul parlare, aspettando pazientemente un mio segno di vita, mostrandomi con quel gesto gran rispetto e compostezza.

Mi avvalsi di un respiro che mi diede coraggio, mollai tutto il mio gran da fare da una parte e raggiunsi il ragazzo fattosi strepitante dal turbamento. Mi piegai sulle ginocchia arrivandogli davanti, le sue gambe presero a tremare appena sotto il tocco delle mie mani che vi si appoggiarono sopra. Posai le mie labbra su una di esse baciandola delicatamente.

"Vedi Eren... essendo un Caporale ho dei doveri da dover svolgere in maniera indiscussa"
Iniziai con tono dolce e più comprensivo possibile, sapevo che addolcire la pillola non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, ma non riuscii a sputargli addosso la realtà delle cose, il suo sguardo fisso sul mio viso che pendeva dalle mie parole mi rese completamente vulnerabile e ben poco professionale.

"Sì, so bene lei sia un Caporale e so anche dei doveri che ne conseguono"
Mi confermò lui con tono rotto da una sempre più crescente consapevolezza.
Mi morsi l'interno della guancia affondandovi i canini fino a farla sanguinare, il suo sapore metallico mi inebriò la bocca rendendo ancora più sgradevole la sapidità di quel discorso.

"Sai anche che siamo in una situazione precaria, non è vero?"
Continuai io non riconoscendomi in tutta quella irresolutezza ed indecisione.
Il ragazzo storse appena il capo verso sinistra in un gesto di disgusto, non dovuto a me o alla mia carica, ma alla brutalità che essa ne conseguisse. Il suo sguardo iniziò a farsi lucido e sempre più luminoso, irradiato di terrore e coscienza.

Chiusi gli occhi storcendo le labbra, sapevo avrebbe compreso al volo ciò che stessi per dirgli. Sentii la sua gamba destra pervasa da piccoli spasmi stressati.
"Eren io... domani scenderò al fronte"
Gli dissi in modo deciso avvicinando il volto alle sue gambe baciandone delicatamente le ginocchia. Alzai lo sguardo sul suo solo dopo pochi secondi, incapace di reggerlo.

"Verrò con lei"
Mi rispose con tono risoluto, occhi sgranati ed apparentemente svuotati, in un gesto di autodifesa per ripararsi dal dolore che iniziò a pervaderlo.

Appoggiai la guancia sulla stoffa dei suoi pantaloni strusciandoci il viso al di sopra in contemplazione, gli occhi chiusi e le mie mani che presero a stringergli le gambe e farle scorrere lungo le cosce.
"Sai che non te lo permetterò"
Sussurrai lasciandomi cullare ancora per qualche altro secondo prima che il ragazzo si facesse scivolare a terra con me, le sue ginocchia premute a terra e il suo sguardo fin troppo orgoglioso che tentò di non cacciare fuori le lacrime.

"Non mi lasci qui... la prego"
Iniziò lui con voce spezzata dal dispiacere, le lacrime gli scesero inconsapevolmente lungo quelle guance abbronzate, illuminandole di un luccichio inaspettato.
Corrugai le sopracciglia mordendomi entrambe le labbra, il suo sguardo mi distrusse a tal punto da percepire un dolore lungo tutto il petto.

"Eren-"

"Morirei per lei"
Mi gridò addosso sporgendo il viso verso il mio, le sue labbra lucide ed i suoi occhioni arrossati e specchiati mi guardarono dentro come mai nessuno prima d'allora.
Decisi di non dire nulla, mi limitai ad abbracciarlo, prima allungando gli arti in modo cauto sul suo bacino, niente azioni brusche, permettendo al ragazzo di realizzare il tutto, così che si sarebbe gettato di sua spontanea volontà fra le mie braccia che non ci pensarono due volte prima di stringerlo.

"Non dirlo nemmeno per scherzo"
Gli sussurrai cullando i suoi singhiozzi fattisi più fitti ed incontrollabili. Le sue dita strinsero la mia maglia tirandola a tal punto da dolermi.

"Lei è un egoista!"
Iniziò a gridarmi sommesso dal pianto resosi isterico, le sue mani presero a picchiettarmi debolmente il petto fino a perdere definitivamente le forze, le sue dita si posarono in modo tremante sopra gli occhi in una gestualità d'estrema sofferenza.
Mantenni gli occhi chiusi accompagnati da un'espressione corrucciata, come temetti, quella situazione mi distrusse più di quanto sperassi.

Lasciai scivolare la mia mano sul suo capo stringendolo al mio petto, sentii le sue lacrime bagnarmi il collo, gli accarezzai i capelli stampandogli sopra un bacio consistente, tentando di dimostrargli tutto il mio amore e comprensione.
"Coraggio sfogati piccolo..."
Gli sussurrai tentando d'alleviare tutto quel dolore creatosi all'improvviso.

"Io non la sopporto proprio!"
Continuò sopraffatto dalla tristezza sbattendo delicatamente la fronte sulle mie clavicole.
"Prima si prende il mio cuore e come se niente fosse lo distrugge in mille pezzi non permettendomi di seguirla!"
Mi urlò in un attimo di ira, facendo subito dopo strusciare il suo viso sul mio corpo in un gesto d'estremo affetto.

"Ti prego perdonami"
Gli risposi con un filo di voce.

Eren's pov.

Perché dovrei essere io a perdonarla? Che situazione paradossale è questa?

Le sue braccia muscolose e rassicuranti non mi mollarono nemmeno quando iniziai a sfogare la mia frustrazione sul suo petto. Mi limitai ad avvolgergli poi le braccia al collo stringendolo talmente tanto da poter percepire i suoi battiti sui miei.

L'uomo fece scorrere le sue mani lungo la mia figura consistentemente, come se si stesse vivendo appieno l'esperienza della mia carne sotto il suo tocco, come per constatare fossimo davvero entrambi lì, tangibili, a sostenerci ed amarci nonostante tutto.

Gli afferrai il volto appoggiando la mia fronte sulla sua.
"Non ho nulla da perdonarle"
Gli sussurrai. Il corvino in tutta risposta cercò le mie labbra con le sue facendole sfiorare, per il contatto schiusi la bocca, entrambi ad occhi chiusi intenti a farci guidare solo dalle nostre sensazioni.
Mi sollevò da terra con una velocità disarmante poggiandomi sul letto, non me la sentii di staccare le mie braccia dal suo corpo nemmeno in quel momento.

"Eren..."
Contestò in modo tenero lui, facendomi capire che per fare l'amore mi sarei dovuto staccare momentaneamente dalla sua figura, il giusto per spogliarci delle nostre insicurezze e maschere.

"No"
Risposi in modo fin troppo infantile stringendo la presa invece di allentarla.
Il corvino mi sorrise appena guardandomi negli occhi, poggiò entrambe le sue mani sui miei arti ancora legati al suo collo scostandoli delicatamente, senza causarmi traumi o dispiaceri, la mia attenzione fu catturata dal suo viso sereno ed addolcito.

"Ci dobbiamo prima spogliare, sai?"
Aggiunse sarcastico baciandomi il naso, che storsi subito dopo tentando di nascondere un sorriso che contrastò con i miei occhi ancora colmi di lacrime.
L'uomo si spogliò di fronte a me lasciandomi a bocca aperta, i suoi muscoli tirati intenti a sfilarsi la divisa mi fecero impazzire a tal punto da farmi arrossire.

Una volta finito, passò ai miei indumenti che tolse con grazia non dimenticando di baciarne ogni lembo di pelle sottostante.
In quella notte di fine giugno facemmo l'amore consapevoli sarebbe stata l'ultima volta prima di essere macchiati dalla consapevolezza della guerra.
I gemiti che inebriarono la stanza furono ciò che definii poi, la melodia del nostro amore, le nostre voci mischiate assieme in un turbinio di piacere e i nostri sguardi colmi di sentimento.

"Eren"
Mi disse nel bel mezzo del silenzio riempito solo dalle coccole che iniziammo a farci finito di consumare il rapporto.

"Sì?"
Risposi alzando il viso il giusto da poter incrociare i miei occhi con i suoi che si fecero di un argento raro.

"Nel caso non dovessi tornare, non dimenticarti mai che ti avrò pensato fino all'ultimo"
Mi sussurrò prendendo subito dopo un sospiro, come se si fosse tolto un peso di dosso.

Sentii nuovamente il fiato mozzato ed un nodo alla gola, perché dirmelo proprio ora? Che non volesse rimpianti?

Quanto realmente valgo per lei Caporale?

"Io farò lo stesso, sarà il centro dei miei pensieri, glielo assicuro..."
Risposi baciandolo in modo persistente, facendolo durare qualche secondo di più rispetto alla norma.

"Oh mio piccolo e dolce Eren..."
Mi sussurrò guardandomi con sarcasmo volto a sdrammatizzare.
Gli sorrisi debolmente tentando di non fargli pesare ulteriormente la sua partenza.

"Aisuru hito yo"
Mi sussurrò sulle labbra, il mio cuore accelerò vorticosamente a quelle parole.

Spazio Autrice.
Buonasera ragazzi!
Come state? Come stanno procedendo questi giorni prima di Pasqua? Spero davvero stiano andando per il meglio.

Volevo solo farvi sapere quello che poi ho già riferito nella bacheca del mio profilo, in questa settimana per svariati impegni sarò più assente del solito, spero di non creare troppo malcontento e che possiate comprendermi (anche se so perfettamente voi siate i migliori per questo genere di cose), quando riuscirò, mi impegnerò al massimo per far uscire il capitolo, anche perché è uno dei momenti più rilassanti e deleteri per me, quindi credetemi non lo faccio in modo forzato o altro, se scrivo lo faccio solo ed esclusivamente perché me lo sento e le parole fluiscono da sole. Detto questo, passata la settimana più o meno, torneranno regolari gli aggiornamenti, fino ad allora, vi auguro una buona serata.
-Sof.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro