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Capitolo 46.

Eren's pov.

5:30 a.m.

Mi svegliai casualmente alle prime luci dell'alba, i raggi del sole filtravano timidi dalle tapparelle della finestra dell'appartamento del corvino finendomi sugli occhi ancora assonnati che si aprirono appena, scorgendo con la coda dell'occhio la figura dell'uomo a petto nudo, i suoi addominali spiccavano nella penombra facendoli risaltare il doppio.

Il mio braccio era posizionato sotto il cuscino e il mio viso sprofondato nella soffice tela, i capelli scompigliati e lo sguardo tremendamente rilassato, sarei rimasto volentieri in quella realtà per sempre.

Levi era a pancia sopra, fra le dita stringeva una sigaretta che si poggiava in modo alternato sulle labbra senza mai però farmi arrivare il fumo, il suo sguardo si voltava ogni volta dalla parte opposta per evacuare il respiro al sapore di tabacco pur di non svegliarmi, il suo pomo d'Adamo era accentuato e la sua espressione persa nel soffitto, come se stesse riflettendo intensamente.

Lo vidi voltare lo sguardo verso il mio non scomponendo la sua postura.
"Buongiorno"
Fu un saluto caldo ed accogliente, la sua voce bassa e roca mi scaldò il cuore facendomi spuntare un leggero sorriso.

"Buongiorno"
Ricambiai con un filo di voce guardandolo dritto negli occhi.

Spense la sigaretta nel posacenere affianco al letto per poi raggiungermi con una mano, mi accarezzò il viso delicatamente, come se fossi fatto di cristallo.

"Tra poco dovremo alzarci..."
Mi sussurrò voltandosi nella mia direzione.

Annuii chiudendo gli occhi.
"Sì lo so"
Risposi in modo sconnesso, mi sentivo ancora tremendamente stanco ma felice, come se quello fosse stato il risveglio più bello degli ultimi anni, mi sentii leggero.

Fece scorrere la sua mano sotto le coperte percorrendo tutta la mia figura fino a fissarsi suoi miei fianchi, sussultai appena a quel contatto.

"È sveglio da molto?"
Gli chiesi lasciandomi toccare.

Scosse il capo in segno di dissenso.
"Non abbastanza da poterti vedere russare"
Mi riferì sarcastico.

Abbozzai una risata che repressi affondando il viso nel cuscino.
"Io non russo!"
Replicai alzando appena il tono di voce in modo ovattato per il contatto con la stoffa.

"No, ma sarebbe stato divertente"
Mi rispose avvicinandomi con uno strattone al bacino.
I nostri addomi si sfiorarono facendomi sussultare appena, continuai a guardarlo dritto negli occhi ancora leggermemte addormentati.

Passarono una manciata di secondi di silenzio prima di riprendere a parlare.
"La ringrazio per avermi fatto dormire qui Lev-"
Mi morsi le labbra nell'esatto momento in cui pronunciai le prime lettere del suo nome mortificandomi per essermelo fatto scappare.

"Puoi pronunciarlo se vuoi, è il mio nome d'altronde"
Mi rassicurò lui con una dolcezza che mi fece sciogliere. Lo trovai estremamente differente dagli episodi passati, il suo modo di uccidere le persone e conficcarmi una scheggia nella mano in quel momento sembrarono estremamente distanti.

Distolsi lo sguardo dal suo in un momento di completo imbarazzo, quel suo lato sentimentale mi mise in difficoltà facendomi diventare vulnerabile e scombussolato.

"Mi piace come suona pronunciato dalle tue labbra... quindi continua pure"
Proferì poi, notando il mio mutismo improvviso.
Le mie guance presero ad arrossarsi più del previsto.

Sentito?! Gli piace il suo nome se pronunciato da te, Eren, non sei l'unico a provare quei sentimenti, siete fatti l'uno per l'alt-

"Sei tutto rosso Jeager, ti ho imbarazzato?"
Mi chiese in modo sarcastico alzando le sopracciglia divertito.

Sgranai gli occhi iniziando a percepire del considerevole calore in tutto il corpo, le mie orecchie iniziarono a prendere fuoco insieme alle mie gote.

"Cosa?! NO, si figuri se mi imbarazzo..."
Mi affrettai a dire, i nostri nasi si stavano per sfiorare e i nostri occhi erano come persi fra loro.

Non accennò a scomporsi continuando ad osservare ogni mio cambio d'espressione e di colore quando abbozzò un lieve sorriso di scherno.

"Devo piacerti davvero tanto"
Sussurrò poi mantenendo lo sguardo sul mio, avvampai istantaneamente.

Sì.

"Non devi rispondermi"
Mi rassicurò prima che potessi balbettare qualcosa di incomprensibile.

"Mi va bene anche così"
Disse infine intrecciando la sua mano fra i miei capelli.
Abbassai gli occhi sul suo collo che era la parte subito sotto il suo viso, così da non dover affrontare quelle pozze grige e tremendamente belle.

Avrei davvero voluto riferirgli quanto mi piacesse, perchè ero certo non se ne rendesse conto di quanto bello apparisse ai miei occhi.

"Dai, dobbiamo andare ora"
Mi disse tranquillo ma deciso.

Annuii senza protestare, sapevo bene quanto avessimo rischiato quella notte e la conseguenza sarebbe stata quella di alzarsi alle prima luci dell'alba.

"Posso baciarla?"
Chiesi poi in modo sconsiderato in un momento di estremo desiderio, i nostri respiri mischiati ne formavano uno solo, la sua mano strinse maggiormente la mia carne dopo quella proposta.

"Coraggio Eren alzati o faremo tardi"
Finì freddandomi completamente.
Mille dubbi e paranoie mi assalirono la mente decidendo comunque di non ribellarmi a tale sentenza.
Mi rivestii e lui fece lo stesso, ognuno seduto al lato opposto del letto in un silenzio smorzato solo dai nostri reciproci movimenti.

Si posizionò davanti alla porta con i capelli ancora leggermemte scompigliati.
"Sei pronto?"
Chiese con una mano salda alla maniglia.
Mi affrettai a raggiungerlo il più velocemente possibile.

Le sue mani si mossero sul mio colletto sistemandolo, sorrisi dolcemente a tale gesto, i suoi occhi si smossero velocemente sulle mie labbra avvicinando il viso al mio.

Iniziai a percepire i pantaloni più stretti del solito deglutendo faticosamente.
Le sue labbra si posarono sulle mie, mi sentii cedere, le gambe molli e il cuore battere all'impazzata, mi affrettai a ricambiare posizionando le mie mani sul suo volto, la sua lingua chiese disperatamente permesso nella mia bocca che gli venne concesso poco dopo.
Mi afferrò per i fianchi avvicinandomi maggiormente alla sua figura.

"Vedi di non combinare guai durante la mia assenza"
Mi disse sulle labbra.
Io annuii senza effettivamente udire le sue parole da quanto preso fossi.

"Non ci incontreremo oggi?"
Gli chiesi a voce bassa, come se tutto quello che ci stessimo dicendo dovesse rimanere solo fra noi due.

"Non penso, ho da fare"
Mi rispose vago staccandosi da quella vicinanza accentuata.

"Stasera se vuole-"

"Eren"
Mi fermò freddo.

Corrugai le sopracciglia confuso e a tratti offeso.

"Ho da fare"
Continuò serio.
Abbassai il viso imbarazzato sentendomi estremamente sciocco.

Come puoi pretendere possa stare ai tuoi comodi? Sei solo un soldato, lui invece è un Caporale, avrà tanti altri amici di letto, tu sei solo uno dei tanti, fattene una ragione e aspetta il tuo turno.

Levi's pov.

3:03 p.m.

La mattinata trascorse velocemente permettendomi di non soffermarmi troppo sulla serata trascorsa con il moro.
Possibile me ne stessi innamorando?

Conosci ancora quella parola Levi?

Mi recai in camera di Farlan, le tapparelle ancora abbassate mi fecero intuire il fatto che non si fosse ancora svegliato dalla sera prima, ma un presentimento mi venne alla mente violento come un pugno in pieno volto.

Lo hai davvero lasciato da solo in camera?! Ma che hai nella testa? E se si fosse tolto la vit-

"FARLAN"
Bussai insistentemente alla porta con colpi decisi e quasi disperati.
Mi attaccai alla lastra in legno con sempre più foga e timore, non me lo sarei mai perdonato.

La porta si aprì facendomi barcollare sopra il biondo ancora assonnato e scombussolato, mi appoggiai con una mano allo stipite e con l'altra al petto dell'uomo che indietreggiò a sua volta.

"L-Levi è tutto okay?"
Mi chiese con voce assorta e le mani pronte a sorreggermi.
Mi ricomposi subito tentando di non rendere evidente la mia preoccupazione.

"Tu piuttosto, come stai?"
Domandai tentando di sviare le mie gesta.

Si portò una mano alla nuca.
"Molto meglio di ieri, mi preparo e ci sono"
Mi riferì come se fosse stato richiamato per una sua mancanza.

"Posso sbrigarmela anche da solo oggi, non c'è bisogno che venga anche tu"
Gli dissi comprensivo.

"Sto bene"
Mi disse in modo tagliente e a tale tono corrugai le sopracciglia.

"Allora vestiti, hai un rapporto da compilare"
Gli risposi riacquistando la mia compostezza, lo vidi annuire per poi chiudermi la porta in faccia.

Storsi le labbra senza dire nulla.

Eren's pov.

5:37 p.m.

"Generale"

"Eren... Jeager"
Mi accolse nel suo ufficio con sincero stupore, lo trovai seduto nella sua sedia, entrambi i gomiti appoggiati alla scrivania intento a leggere una miriade di fogli.

"Posso parlarle?"
Chiesi cauto varcando la porta.

Sollevò le sopracciglia abbassando i documenti che reggeva fra le mani sulla lastra in legno facendomi segno con due dita di avvicinarsi.
Deglutii in modo forse fin troppo rumoroso, la sua presenza mi rendeva nervoso dopo l'ultima missione non portata a termine.

"Sono contento che il tuo sopracciglio stia guarendo"
Prese parola lui, non era mai stato un uomo violento, o per lo meno, non ne ebbi mai avuto il modo di saperlo con certezza e la sua gentilezza e preoccupazione erano invece tratti tipici della sua persona.

Sorrisi appena portandomi la mano verso la ferita ormai in via di guarigione.
"Sì non si preoccupi si sta rimarginando e tra un paio di settimane sarò come nuovo"
Dissi con il sorriso sulle labbra, non me la presi mai con Erwin per quella ferita, dopotutto il senso di colpa per aver tradito la mia patria fu molto maggiore.

"Volevi vedermi quindi?"
Chiese intrecciando le sue mani sorrette dai gomiti appoggiati al tavolo.

"S-sì..."
Iniziai io grattandomi la nuca nervoso.

"Ebbene? Ti ascolto"
Disse in modo tranquillo e rassicurante.

"Sono venuto a sapere di un uomo sull'imbarcazione Imperiale che bhe..."

"Si sarebbe fatto esplodere, dico bene?"
Finì la frase al posto mio.

Annuii in modo serio e rammaricato, come si poteva arrivare a tanto?

"Vedi Eren, siamo stati costretti a tentare un piano B, dovevamo a tutti i costi fermare l'avanzata della Marina, abbattere l'Ufficiale sarebbe stato per noi un grandissimo vantaggio."
Mi spiegò comprensivo.

"E ha pensato bene di sacrificare un uomo in quel modo?"
Domandai in modo forse troppo sfrontato, d'altronde chi ero io per controbattere il piano di un Generale?

"Non biasimo i tuoi pensieri, ma purtroppo siamo in guerra, ho una missione da compiere e tenterò in tutti i modi di arrivare all'obiettivo prestabilito"
Disse con orgoglio facendomi sfigurare completamente.

"Mi perdoni"
Mi affrettai a dire io in completo imbarazzo, qualche mese prima sarei stato più che d'accordo col suo modo di operare.

Scosse il capo in modo condiscendente.
"Piuttosto, queste informazioni come le hai ricevute?"
Mi chiese alzando un sopracciglio.

Iniziai a sudare freddo nonostante fossi consapevole del fatto che lui fosse a conoscenza della mia vicinanza con il corvino.

"Ackerman deduco"
Riferì infine con un sincero sorriso.

Abbassai lo sguardo a disagio e nel frattempo le mie gote si tinsero di rosa.

"Immagino fra voi non vi sia semplice vicinanza"
Disse quasi rassegnato ma senza alcuna disapprovazione sul volto, il che mi sollevò parecchio.

"Non proprio"
Risposi con un filo di voce.

"Non ho sentito nè visto nulla, ma se dovessi agire in modo sconsiderato sarò io stesso a mandarti alla forca"
Mi congedò con sguardo tremendamente serio e freddo, i suoi occhi si fecero come ghiaccio tagliente sui miei.

Annuii timorosamente, sapevo la mia vicinanza con il Caporale gli sarebbe servita, e fu proprio quello il motivo per cui chiuse un occhio sulla nostra situazione.

Me ne andai con ancora gli occhi dell'uomo puntati addosso, una volta fuori dal suo campo visivo tirai un corposo sospiro di sollievo.

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