Capitolo 20.
Levi's pov.
L'istinto mi ordinò di portare le mie labbra a ridosso di quelle del moro davanti a me, provai con tutto me stesso a resistergli, ma era come se i nostri corpi si attraessero per conto loro come due calamite dai poli opposti.
Quando entrambi fummo sul punto di rompere quella distanza che ci separava, udimmo un assordante frastuono provenire dalle cucine, come di tante padelle che cadevano al suolo in un lamento ferroso all'unisono.
Vidi il ragazzo sobbalzare per lo spavento, sfuggendo in modo istintivo dal mio tocco, voltando lo sguardo verso il baccano e lo stesso feci io.
Ci furono vari secondi di silenzio nel quale io ed Eren ci scambiammo uno sguardo interrogativo. Entrambi concordammo sul fatto che sarebbe stato meglio andare a controllare e rimandare i nostri affari a più tardi.
"Cos'è stato?"
Mi chiese con sguardo serio, i suoi occhi sembravano ancora più brillanti e grandi sotto la luce fioca e soffusa dei pochi lampioni presenti nel campo.
Strinsi i denti tirando la mandibola.
"Non ne ho idea."
Risposi con altrettanta serietà.
Il ragazzo era in posizione d'allerta mentre io decisi su due piedi di prendere in mano la situazione andando a controllare personalmente.
"A-aspetti! Dove sta andando?!"
Iniziò lui con tono basso e agitato.
Mi voltai immediatamente ponendo il mio indice sopra le mie labbra ordinandogli di fare silenzio, obbedì all'istante iniziando a seguirmi con passo furtivo.
Avanzai fin dentro la mensa passando per una porta presente sul retro che dava direttamente sulla cucina.
Le luci erano spente ma percepii comunque diversi rumori goffi e inesperti aggirarsi nel buio.
Eren's pov.
Stavo seguendo l'uomo all'interno della cucina, i miei occhi fecero molta fatica ad abituarsi al buio pieno della stanza, a differenza del corvino che sembrava destreggiarsi benissimo.
Vidi la lampadina accendersi di scatto mostrando una ragazza armata di coltello, che con occhi chiusi iniziò a sventolarlo alla cieca probabilmente sopraffatta dalla paura.
La lama incontrò con un gesto più rapido di quanto ci aspettassimo lo zigomo del corvino, facendone colare istantaneamente un rivolo di sangue sul viso. L'uomo in tutta risposta bloccò il braccio della ragazza torcendoglielo dietro la schiena in una mossa fulminea, la piegò sopra un piano da cucina rimanendole dietro, una mano appoggiata al lato della ragazza e l'altra che le teneva con presa salda il braccio.
"Ah...-"
Iniziò lei accennando un lieve urletto, più di paura che di dolore.
Il corvino si affrettò a tapparle la bocca con la mano, si trovava sopra la ragazza, che a sua volta era piegata col busto su un piano da lavoro in marmo bianco, la sua guancia vi era premuta sopra e delle lacrime iniziarono a rigarle il viso.
I loro corpi si trovarono a contatto.
"C-caporale-"
Non feci in tempo a dire nulla, l'uomo lasciò istantaneamente la presa sulla ragazza, che prontamente si posò una mano sulle labbra evidentemente ancora sotto shock.
"Vuoi dirmi che cazzo stavi facendo?!"
La rimproverò Levi senza il minimo accenno di indulgenza.
La ragazza che misi a fuoco solo in quel momento era minuta, un corpo da mozzare il fiato, capelli dorati e lisci che le arrivavano fino alle spalle, i suoi occhi erano grandi e color ambra.
"S-stavo sistemando la cucina signore... era il mio turno, avevo sentito dei rumori e per sbaglio ho fatto cadere delle padelle..."
Iniziò tra un singhiozzo e l'altro, si accasciò al suolo con le ginocchia premute contro il seno e la schiena contro la base del piano da cucina non ci guardandoci in volto.
Notai l'uomo prendere un enorme respiro passandosi una mano fra i capelli evidentemente scosso, spostò il peso da una gamba all'altra tentando di sbollire l'adrenalina.
"Perchè le luci erano spente?"
Riprese con tono molto più tranquillo.
"Ho avuto paura..."
Rispose pronta lei.
Vidi Levi piegarsi sulle ginocchia proprio davanti alla ragazza.
"Sei nuova?"
Le chiese.
"S-sì signore..."
Rispose timidamente.
"Scusami se ti ho spaventata, sono il Caporale Ackerman"
Continuò lui in un'intonazione dolce e rassicurante come non l'avevo mai sentito, storsi il naso.
La paura iniziò a svanire dal volto della ragazza lasciando spazio ad un accennato sorriso.
"La colpa è mia signore, n-non volevo ferirla"
Abbassò nuovamente lo sguardo.
L'uomo non accennò a preoccuparsi del taglio sanguinante, alzò invece il viso della biondina con due dita da sotto al mento.
"Scusami tu per aver reagito in quel modo... il tuo nome?"
Chiese guardandola negli occhi.
"Mi chiamo Petra Ral, Caporale."
Rispose con una vocina docile.
"Va bene, ora non preoccuparti, non è successo nulla, io e il soldato Jeager ci scusiamo per averti fatto prendere spavento."
Disse puntandomi uno sguardo.
Mi smossi annuendo con il capo dopo qualche secondo di realizzazione.
Petra mi puntò uno sguardo sorridendomi timidamente.
Un accenno di gelosia si fece pressante nel mio petto.
"Andiamo Jeager, abbiamo causato fin troppi problemi qui"
Mi parlò l'uomo alzandosi e sistemandosi la divisa avanzando verso la mia figura.
Stavamo uscendo.
"È stato un piacere invece"
Intervenne la ragazza.
Levi si sporse dalla porta.
"Buon lavoro signorina"
Finì facendo un cenno col capo.
Bruciai dall'invidia.
Levi's pov.
Quella ragazza aveva un corpo spettacolare, eppure non riuscì a trasmettermi emozioni come quelle che finivo per provare in presenza di quel ragazzo.
Lo guardai, il suo sguardo era serio e perso, era evidente che ne fosse rimasto infastidito, o forse semplicemente rimase geloso del fatto che fossi stato io il fortunato a parlare con quella meraviglia di ragazza.
Sentii pulsarmi lo zigomo, istantaneamente ci poggiai sopra due dita in modo cauto, ma le ritirai subito quando sentii come una scossa entrarmi fin dentro le ossa.
Il ragazzo mi puntò uno sguardo, aveva intuito quel che era appena accaduto.
Nel frattempo tutti i ragazzi si prestarono a raggiungere le loro camerate lasciando il campo quasi totalmente desolato. Noi al contrario ci stavamo incamminando poco più avanti della cucina, dove si estendeva un fitto boschetto di alberi.
Ci trovavamo nel lato opposto da dove furono giustiziati quegli uomini americani.
"Tutto apposto? Ha lo zigomo che le sanguina..."
Iniziò lui cauto. Era come se tutta la sua frustrazione di prima si fosse trasformata in preoccupazione, i suoi occhi tornarono a brillare e ad assumere un'espressione temperata.
"Sì, è tutto apposto, è solo un graffio."
Risposi io non badando troppo al sangue che nel frattempo mi rigò varie volte il viso.
Il ragazzo era posizionato davanti a me con le mani all'interno delle tasche.
"Oh... okay allora..-"
Non lo feci finire, mi affrettai a dargli una leggera ma decisa spinta dalle spalle, il ragazzo sgranò gli occhi evidentemente sorpreso indietreggiando di qualche passo, la sua schiena incontrò la corteccia di un albero, le sue mani erano alzate al livello delle spalle istintivamente.
Lo raggiunsi poggiando entrambe le mie mani sui suoi fianchi, li trovai sottili e a tratti spigolosi.
Avvicinai le mie labbra alle sue, il moro mi guardò con aria supplichevole, mi stava pregando con lo sguardo, voglioso e dannatamente sexy.
Iniziai a muovere il capo in modo che le mie labbra si sfiorassero con quelle del ragazzo di fronte in un lento ballo. Avvicinai il suo bacino al mio, sentendo piacevolmente un'erezione farsi spazio nei suoi pantaloni.
I suoi occhi si mostrarono rilassati, quasi in estasi.
"Oh Jeager dovresti finirla di guardarmi così"
Gli sussurrai toccando le mie labbra con le sue per pronunciare quella frase.
In tutta risposta si sporse verso il mio viso toccando in modo più corposo l'angolo della mia bocca, lo riportai con la schiena premuta contro l'albero con una mano sul petto.
"Vuoi baciarmi?"
Chiesi con un filo di voce guardandolo negli occhi.
Il ragazzo avvampò.
"Vorrei fare tante cose Caporale"
Rispose lui ansimando lievemente.
Alzai un sopracciglio guardandolo intensamente.
Eren's pov.
Le sue labbra erano così morbide, averne avuto solo un assaggio mi fece perdere la testa.
Appoggiai cautamente entrambe le mani sui suoi pettorali, erano ben scolpiti, e anche sotto la giacca mimetica si riconosceva ogni minimo dislivello. Il suo busto era duro e scultoreo, mi sentii tremare le gambe al solo pensiero di avercelo addosso.
In seguito mi avvicinò con prepotenza al suo corpo, facendomi sfuggire un lieve gemito.
Si imprigionò le labbra inferiori fra i denti portandomi la sua mano sul viso, mi accarezzò in modo dolce ma deciso, sapeva bene come toccarmi ed io glielo permisi volentieri.
"Oh Eren... se solo potessimo"
Mi sussurrò, mi stava contemplando, lo vidi totalmente preso.
"M-ma possiamo, signore, non ci vedrà nessuno-"
Fece scorrere la sua mano fino al mio mento, inserendomi il pollice in bocca.
Mi sentii le gambe cedere, il rossore sulle mie guance non accennò a diminuire.
"Devi fare silenzio quando ti parlo."
Aggiunse, il suo sguardo era fisso sul mio, i suoi occhi si fecero taglienti e provocanti. Spinse con un gesto deciso il dito più infondo nella mia bocca, i muscoli del suo braccio si contrassero mostrando delle vene appena pronunciate.
Mi scappò un gemito strozzato che fece sobbalzare il corvino d'eccitazione, ritirò indietro prontamente la mano, facendomi colare della saliva, le mie guance scottavano.
"Dannazione a te..."
Si portò la mano che prima era avvinghiata al mio fianco sugli occhi, distaccandosi da me.
"Ora vai a dormire Jeager"
Disse infine.
Un lieve velo di rosso si fece spazio sul viso semicoperto del corvino.
Spazio autrice.
Buonasera ragazzi!
Come state? Raccontatemi un po' se vi va, che a me fa sempre piacere avere un confronto con voi. ♡
Ad ogni modo vi ringrazio tanto per i commenti, le visualizzazioni e le stelline che state donando a questa storia, ha un gran valore per me :)
Buona serata a tutti.
-Sof.
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