𝑙𝑜𝑛𝑒𝑙𝑦
Ok, i can explain (o forse no). La one shot è basata su Akutagawa anche se non c'è n'è traccia in quello che ho scritto, questo perché è in prima persona e io non volevo mettere cose tipo il parlare con se stessi chiamandosi per nome. Leggete e giudicate voi.
In questo momento vorrei solo perdermi, chiudere finalmente gli occhi in modo leggero, quasi soave. Non sentire più il terreno duro sotto ai miei piedi e cadere nel più profondo dei precipizi, lasciare vuota la mia mente impregnata di troppe cose, talvolta anche di futili. Essere trasportato dal vento e non opporsi ad esso, perché dovrei oppormi? Sentire sulla mia pelle diafana goccioline di pioggia posarsi delicatamente, cadute senza permesso e abbandonate a sé stesse. Il rumore dei tuoni in lontananza attutito dalle mie mani che coprono le orecchie, come se potessero fermare il frastuono, i miei occhi chiusi violentemente come se potessero far scomparire le mie paure che rimando ad affrontare.
Ma non scompaiono, sono reali, sono dannatamente reali.
Le mie gambe che tremano si stringono al mio petto, in una posizione che mi fa sentire un po' come un riccio, si è protetti, ma mai come si vorrebbe. Sento il freddo arrivarmi dentro le ossa, passando dai miei vestiti alla mia pelle; un brivido si dirama dalle mie spalle andando sempre di più a diminuire l'intensità fino alla punta dei piedi e a quella della testa. Si tratta di un attimo, un istante, ma ciò che dura così poco a me sembra eterno, come l'attesa di pochi minuti in modo impaziente. La mia gola -stranamente- non è secca, mando giù un groppo di saliva cercando di riprendere le redini della mia testa, invano. Percepisco il mio cuore in modo nitido, come se fosse un qualcosa a sé stante, non compreso tra le complessità dei miei organi. Batte forte, lo sento chiaramente voler uscire dal mio petto, se potesse scegliere di farlo, lo farebbe.
Ha paura anche lui dei miei problemi, ne sono certo.
Perché mi sento in questo modo? Cos'è cambiato da ieri e oggi?
La mia stanza, se possibile, gira; perdo la cognizione dello spazio e del tempo che mi circonda. Tutte le mie certezze sono andate a puttane nell'esatto momento in cui ho iniziato a pensare. Solo, sono solo. Non mi ha mai veramente dato fastidio, non ho bisogno di qualcuno al mio fianco -non ne ho mai sentito il bisogno-.
Fino ad oggi.
Ma adesso non so più niente, il mio muro inespugnabile è crollato, crepa dopo crepa, spaccandosi in mille pezzi, e forse sono stato proprio io ad alimentare quelle incrinature, dapprima semplici spiragli fino a diventare grandi fenditure.
Come ci sono arrivato a tutto questo?
Non chiedetemelo, non saprei rispondervi.
Perché improvvisamente mi da fastidio sapere di essere solo? Guardatemi, non sono nessuno e non ho nessuno. Cos'é che da senso alla mia vita? Per cosa sto vivendo?
Ma la vera domanda è: sto vivendo davvero? Cos'è che mi definisce vivo in senso figurato?
Uno squarcio nel cielo interrompe i miei pensieri, lascia per un secondo il mondo sospeso. Il cielo si illumina a causa del fulmine e, stranamente, il rumore del tuono più che spaventarmi, mi rilassa, assomiglia al rumore di un cuore che di infrange. Sono affascinanti, i fulmini, sembrano spaccare il cielo, come le crepe di un muro, ironia della sorte.
Una domanda si è insinuata dentro di me da parecchio, prima era un semplice ronzio a cui si poteva benissimo non dar attenzione, finché non è cresciuta a dismisura rendendo impossibile ignorarlo:
Ho mai vissuto veramente?
Non saper rispondere ad una domanda del genere ti destabilizza, le già poche certezze che avevi diventano sempre minori, e rimani schiacciato da pensieri più grandi di te.
Non c'è una risposta esatta, uguale per tutti e sicura.
È un po' a caso, dipende da tanti fattori che non sto ad elencare.
Il fatto che la vita sia una ruota delle fortuna non è un mistero, però una cosa è saperlo, un'altra è rendersene conto e saperla affrontare in ogni caso.
Come la differenza tra guardare ed osservare.
Perché tutti dovremmo affermare di essere vivi? Cosa ci rende vivi davvero?
E non voglio neanche sentire risposte del cazzo, tipo l'amore.
No, quel sentimento che ho provato poche volte è molto più semplice di quel che si pensa: una semplice reazione del nostro corpo. Nulla di più, nulla di meno.
Una smorfia prende vita sul mio volto: sento una morsa che stringe il mio stomaco.
Fanculo a tutti questi pensieri che mi prendono alla sprovvista da dietro le spalle; chiudo le palpebre per qualche istante giusto per assaporare ancora di più le tenebre che vogliono infiltrarsi nel mio cuore, facendolo avvizzire.
Mi sento nudo davanti alla vita. Dove è andata a finire la mia corazza che ho indossato fino ad adesso con tanto ardore? L'ho lasciata indietro, credo.
Era pesante da indossare, perciò mi sono denudato e ora ne pago le conseguenze: non riesco più a riconoscermi senza di quella.
Sono veramente io quello che si vede nello specchio?
La mia sola vista mi mette i brividi, sono ripugnante.
L'ora prima dell'alba è sempre più buia, eh?
Ora che mi sono reso conto di quel che sono, cosa dovrei fare?
Cercare di lottare, forse.
Cercare di cambiare, altrimenti.
Eppure, anche se lo so, vengo continuamente distratto dalla solitudine.
Mi sento così solo che abbraccio la solitudine e faccio ogni cosa possibile per non pensare a me, perché molte cose fanno paura e forse è meglio rimanere dei ricci per sempre che affrontare ciò che ci spaventa.
Con la differenza che i ricci hanno la schiena protetta dai loro aculei, io no.
E anche se alla fine mi sono capito, potrei continuare ad ignorare questa sensazione e continuare ad essere quel che sono sempre stato.
Ma quella sensazione è potente e forse ho pure la voglia di mettermi in gioco.
Cadrò, vorrò mollare, vomiterò. Però sono inaspettatamente volenteroso di provarci nonostante io sappia cosa mi aspetta.
Una promessa, adesso, e rivolta al futuro.
Prendetela come una mia mera speranza di poter controllare la mia vita. Chissà, forse il futuro che mi aspetta sarà bello.
Oggi sono vuoto.
Domani cosa sarò?
Vi prego di leggere <33
Perché l'ho pubblicato proprio il 31 dicembre? Perché quello che ho scritto è molto più personale di quel che si pensa e volevo lasciarmi finalmente questo alle spalle e, in un certo senso, condividerlo con voi.
Non so se qualcuno si è trovato nella situazione di essere così vuoto da abbracciare quest'ultimo e riempirsi con tutto quello che capitava, arrivare a capire che quella non sia veramente vita è complicato.
E anche se lo si capisce, non è facile iniziare -e continuare- a vivere in un modo che ci piaccia veramente.
Vi giuro che a tutti voi che state leggendo e state passando un periodo buio, che passerà. Perché l'alba arriva sempre, anche se adesso state piangendo perché vi sembra tutto così difficile, un giorno smetterete.
So che possa essere una gran pretesa, so che potrete prendere le mie parole come una delle solite persone che vi cerca di incoraggiare con belle parole ed essere tutto fumo e niente arrosto, lo capisco benissimo. Ma se avete letto quello che ho scritto non ho bisogno di parole per incoraggiarvi.
Non restate mai soli, chiedete aiuto se ne avete bisogno anche se può far male (anche al vostro orgoglio) o non volete dar fastidio agli altri (tipo io mannaggia a me).
Vi ricordo che si può essere soli anche con delle persone al proprio fianco, per ognuno la solitudine è diversa.
Una speranza. Vi basta quella, anche se mera, per riuscir a far passare questo periodo buio.
Se avete bisogno e se volete, io ci sono, la mia chat privata anche.
Che dire, passate un buon capodanno <3.
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