*Zap 17*
*Alcuni giorni dopo*
Darcy's pov
Eravamo tornati a Londra per poter passare un Natale in famiglia. Un Natale felice dopo tanto, e invece, quello di quell'anno, si era rivelato il peggiore di tutti.
Avevamo anticipato il ritorno a casa. Il rientro a Torino non era stato uno dei migliori. Eravamo tutti tesi. Louis era tornato quello di sempre. Il fratello che prendeva le mie difese, che credeva a sua sorella e non al padre di suo nipote.
Eravamo tornati tutti. Tutti eccetto Zayn.
Malik era rimasto a Londra perché doveva sistemare delle cose, così aveva detto.
Onestamente, nemmeno io sapevo cosa dovesse fare esattamente. Non me lo avrebbe mai detto. Non dopo quello che era successo.
Recuperai dall'armadio un paio di pantaloni della tuta, ed una felpa di mio fratello. Non dovevo uscire di casa, quindi preferivo stare il più comoda possibile. Stavo per infilarmi la felpa, quando mi soffermai ad osservare la mia figura riflessa nello specchio: il labbro rotto pian piano stava guarendo. I lividi sul polso, fortunatamente non erano più violacei, ma tendevano al verdognolo. Per quanto riguarda invece i segni sul collo, per mia grande fortuna, s'intravedevano appena, stavano ormai scomparendo.
Speravo solo che almeno quei segni sparissero del tutto. Avevo già la cicatrice sull'interno coscia. Quel maledetto "orologio" fatto coi denti. Ogni singola volta che lo guardavo, mi faceva ricordare quella notte. La paura, il terrore che avevo; il dolore che provai; il sentirmi sporca... Violata.
Pensavo che quella notte fosse stata la peggiore della mia vita. Che nulla potesse essere dello stesso livello di quei interminabili minuti, ma mi sbagliavo. Qualcosa di peggiore c'era stato. Il giorno di Natale.
Ebbi paura. Tanta paura.
Il suo improvviso cambiamento d'umore. Non era tornato lo Zayn di sempre. Era peggio. I suoi occhi color caramello erano diventati neri e carichi di odio. Odio rivolto a me, ed alla mia confessione.
*Inizio Ricordo*
Senza far rumore, per non svegliare Zayn, mi alzai dal letto ed uscii dalla camera. Erano ormai quasi due anni che non mettevo piede in casa sua, in casa nostra. Nulla era cambiato. Eccetto per il tavolino di vetro che non c'era più.
"Pensavo te ne fossi andata" udii prima di essere circondata da dietro dalle sue braccia.
"Dove altro dovrei andare?" chiesi voltandomi.
"Ovunque ma con me" disse dandomi un bacio a stampo. "Ieri sera mi hai detto una cosa. Te lo ricordi? Non vorrei fosse stato il frutto della mia immaginazione"
"Ti amo, Zay"
Sul suo viso comparve un sorriso bellissimo. Un sorriso che solo a vederlo ti scalda il cuore.
Cercò di baciarmi, ma mi scansai. Malik mi guardò interrogativo. Mi morsi il labbro, poi parlai.
"Ti amo ma non torno con te" confessai.
"Come scusa?" Alzò la voce.
"Non torno con te. Non finché sei sposato. Non voglio essere la tua amante"
Zayn mi prese per il polso, stringendolo con forza. Molta forza. Aumentava sempre di più la sua stretta. Lo guardai negli occhi, supplicandolo di mollare la presa. I suoi occhi si stavano man mano inscurendo.
"Ripetilo" sibilò a denti stretti. Restai in silenzio. Stavo iniziando ad aver paura. Sembrava di esser tornati a quella notte. "RIPETILO" ringhiò.
"N-non vo-voglio tor-tornare con t-te" balbettai impaurita, con un filo di voce, trattenendo le lacrime.
Ed ecco che i suoi occhi divennero totalmente neri. L'unico sentimento che lasciavano trapelare era puro odio.
Cosa avevo fatto di male questa volta?
Mi lasciò andare il polso. Subito iniziai a massaggiarlo. Stavo per parlare quando...
<Schiock!>
A mano aperta, quella mano ricoperta altro che di anelli, Zayn mi tirò uno schiaffo in piena faccia. Lo schiaffo fu talmente forte che mi ritrovai col sedere per terra. Mi portai una mano sulla guancia. Sentii qualcosa bagnarmi le dita. Allontanai la mano e notai due dita ricoperte di sangue. Iniziai a piangere. Le lacrime scorrevano incessanti lungo il mio viso, passando sopra il labbro rotto, procurandomi un forte bruciore.
Zayn mi alzò con forza da terra, facendomi sbattere con la testa contro la parete. Mi si parò davanti, intrappopandomi tra lui ed il muro.
"Che cazzo dici che mi ami se poi non torni con me, eh?" domandò quasi urlando.
Appoggiò una mano sul mio collo, muovendola lentamente. Pensai che si stesse calmando. Che il suo sbalzo d'umore fosse finito. Che la sua rabbia, il suo odio, fossero cessati, ma mi sbagliavo alla grande. Le sue dita si posizionarono meglio attorno alla mia gola, cominciando a fare pressione. Stringeva, ma non troppo.
"Tanto valeva che stavi zitta" disse. Lo guardai negli occhi: stavano tornando del loro colore naturale. "Scusami. Mi dispiace così tanto, piccola. Non volevo"
*Fine Ricordo*
Zayn's pov
Bipolare. Egoista. Coglione. Deficiente. Stronzo.
Ecco cos'ero e cosa sono. Incapace di gestire la rabbia. Dovevo avere tutto sotto il mio controllo, e il mio volere.
Nemmeno con Darcy, la ragazza che amavo più della mia stessa vita, riuscivo ad essere buono, ad essere un ragazzo...Normale.
Forse mio padre aveva ragione. Forse ero proprio una persona terribile e cattiva, che se ne fregava altamente di quello che le persone provavano, perché l'importante era ottenere quello che volevo.
Un mostro in poche parole.
Le avevo messo le mano addosso. La rabbia che provai nel sentire la sua confessione, si era trasformata in odio, facendomi agire senza riflettere. Le avevo stretto con forza il polso, tirato uno schiaffo e stavo per strangolarla, per Dio!
Le avevo promesso che non l'avrei fatto più. Che mai più le avrei inflitto dolore come durante la notte che la stuprai. Le giurai che l'avrei trattata come una principessa, con amore, e con tutto il rispetto che meritava. Dovevo proteggerla, amarla, non distruggerla.
Aveva sofferto anche troppo nella sua vita. Aveva sempre superato tutte le sfide che la vita le lanciava.
La sfida Zayn Malik però non riusciva a vincerla.
Ogni volta che facevamo un passo in avanti nella nostra contorta e malsana relazione, ne facevamo tre indietro.
Percorsi con la macchina il lungo vialetto fatto di sassi, che conduceva alla villa. Fermai l'auto davanti all'entrata.
Mi guardai il polso, accarezzando col pollice le due cicatrici che segnavano la parte interna del polso.
Scesi dall'auto ed andai a suonare. Dopo poco, la porta s'aprì.
"Bentornato, Signor Malik" mi salutò Edgar.
"Zayn" lo corressi entrando in casa.
L'unico che si faceva chiamare <Signor> e su faceva dare del <Lei> era mio padre.
"Vuole darmi il giubbotto?"
"No. Puoi andare. Conosco la strada"
Mi diressi verso le scale che conducevano al piano superiore. Mentre le salivo, mi guardai intorno. Non era cambiato assolutamente nulla. I mobili, gli oggetti, i quadri, tutto era come quando ero andato via.
Percorsi il lungo corridoio, fino a quando non raggiunsi l'ultima porta sulla destra. Abbassai la maniglia, aprii la porta ed entrai.
"Non pensavo di rivederti, Zayn" udii. La sua voce era quella di sempre.
"Ed io, non pensavo di tornare qui" risposi chiudendo alle mie spalle la porta. "Sai perché sono qui" dissi mentre mi accomodavo sulla sedia posta di fronte alla sua. "E sai benissimo cosa voglio, Rose"
Scusate l'enorme ritardo ma è stato un periodo no. Tra il piangere domenica scorsa e il totale blocco che ho avuto sulla FF. Avevo seriamente pensato di cancellare io sequel e di lasciare solo "You are my HELL"
Vi chiedo: cosa ne pensate del capitolo e della FF? Vi piace oppure no?
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