
❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗜, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗜: 𝖨𝖲𝖮𝖫𝖠𝖳𝖨𝖮𝖭 𝖳𝖮 𝖭𝖮𝖳 𝖫𝖮𝖲𝖤 ❰
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" mi spiace dirtelo, ma non ho abbastanza empatia per risparmiarti. Vuoi pietà? Sei ridicola. Vuoi giustizia? Cazzi amari. Questa è o non è l'essenza del Killing Game, dopotutto? Ora prendi la tua scelta: chiama un dottore o ti sfascio ogni singolo osso che hai in corpo. "
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" però, Axel, se proprio vuoi trovare una via da qui, ti consiglio di chiederti se la morte di Hiroko nascondesse dell'altro "
Si pentì di aver detto ciò.
Dopo qualche giorno di tempo il gruppo era riuscito a creare dei volantini riguardo il loro nuovo sketch. Si doveva ringraziare il professore cui praticamente dirigeva l'intera scena per evitare errori gravi sul set, anche perché la presenza di un docente era obbligatoria per avverare ogni desiderio di portare al termine questa storia. Assieme ad uno dei ragazzini era andato in aula computer a creare e stampare questi fogli adatti per essere appesi fra i corridoi e addirittura consegnati ad ogni classe - un foglio per una, non potevano permettersi molte fotocopie.
Era alquanto soddisfatto. Finalmente avrebbero attirato più attenzione in poco tempo, non dovendo correre in ogni classe, ad ogni studente, per chiedere personalmente se fossero interessati a far parte del loro progetto, prendendo un "no" come risposta. In più questo lasciava pubblicità per quando sarà finito e pronto alla visione! Due piccioni con una fava: risparmiare tempo ed energie, e farsi conoscere all'interno delle mura scolastiche.
I ragazzini si erano radunati ed uniti a creare filmati da poco, un anno a questa parte circa, proprio qualche tempo dopo il suo trasferimento qui, in un altro paese, dall'altra parte del mondo. Se casa gli mancasse non ne era certo, non aveva molte memorie al riguardo, tuttavia la lingua qui era decisamente più difficile a quella nativa e portava a problemi con la comunicazione. Non era affatto negato, una conversazione riusciva a mantenerla dopo due anni qui, nonostante ciò non brillava in molte cose come il riconoscere il significato di un kanji, scambiando il senso della frase, o la sua pronuncia di esso, ulteriormente incasinando cosa volesse intendere.
Contrariamente le lettere del foglio erano facili da capire per quante volte l'avesse lette ed analizzate ad ogni singolo sguardo e sorriso. Le sapeva a memoria a questo punto. Più rileggeva, più questa sensazione di positività ed ottimistica aumentava, e più non vedeva l'ora di trovarsi una fila davanti all'aula per ottenere quel ruolo. Certo, tutti quelli con cui avranno parlato si erano rifiutati, ma non erano gli unici in questo istituto! Bisognava dunque non pensare negativo, almeno un bambino come lui riusciva a farlo. Chi non vorrebbe avere popolarità e fama? Chi non amerebbe trovarsi sui cartelloni di Hollywood? Questo era solo un inizio per tutti loro.
Anche se ora avessero del tempo libero, alcuni dei componenti erano andati per i corridoi ad informare personalmente le persone - studenti e professori - al riguardo con in mano questi fogli. Era ironico e senza senso continuare quest'attività ora che era stata sostituita ma, come lui, non frenavano la loro gioia e speranza, non si volevano arrendere ad un piccolo imprevisto. Per occupare queste energie, quindi, continuavano a girare.
Aveva fatto la stessa cosa fino a poco fa, ora dandosi una pausa e sistemando alcuni dei oggetti di scena e costumi per passare il tempo. Qualche pennellata sui punti sbiaditi dello sfondo, sistemare la posizione degli oggetti, addirittura tentava di cucire o posizionare meglio certe parti degli abbigliamenti affinché fossero nelle migliori condizioni per mandare avanti quelle poche scene in assenza del ruolo cercato. Era quello il suo lavoro. Stare dietro le quinte, controllare che tutto andasse per filo e per segno, ma soprattutto era il suo compito rendere più l'effetto sorpresa o possibili dettagli intrattenenti.
Nel mentre fischiava una canzoncina da lui amata, facendo addirittura eco nella stanza. Non dava fastidio perché era l'unico presente per ovvie ragioni. Leggeva contento. Felice di trovarsi lì sperduto nelle sua fantasie e non faccia a faccia con la realtà.
Amava i racconti.
Amava l'immaginazione.
Amava sapere che altri come lui volessero portare in vita le loro idee attraverso questi cortometraggi.
Amava di star lì, seppur da solo in quel momento.
Amava stare in loro compagnia, così come amava starsene sulle sue.
Nulla poteva portarlo giù in quel luogo. Si sentiva al commando, al potere.
Si sentiva al capo di un'armata.
Ed amava questa sensazione quando stava lì.
Fu portato fuori dalle sue fantasie quando la porta si aprì. Pensò che fossero stati i suoi compagni ritornati dalla loro caccia al tesoro, non girandosi e continuando la piccola melodia.
Tutto si fece strano subito.
Non c'erano chiacchiere. Nemmeno una singola voce proveniente da lì.
Di solito durante l'entrata non facevano altro che parlare e parlare, pronto ad ascoltarli come sempre.
Non fu il caso questa volta.
Era successo qualcosa?
Si interrompè nella sua attività, abbassò il foglio tenuto fra le mani e voltò lo sguardo verso la porta.
La scena fu una sorpresa perché davanti a sé non c'erano i suoi amici, ma un'alunna.
Era sicuramente attorno alla sua età, se non lo stesso anno. Gli pare addirittura di averla vista prima d'ora, ma mai parlato, così come gli pare di aver sentito e visto delle cose interessanti riguardo la sua reputazione a scuola. Indossava l'uniforme scolastica femminile caratterizzata da una gonna e teneva sulle spalle lo zaino. I capelli tagliati in un caschetto di media-corta lunghezza, colorati di nero. Contrariamente ai suoi capelli, anch'essi corvini, aveva dei toni tendenti sul blu mentre quelli di lui erano tendenti sul verde. O almeno questo era ciò che si sentiva dire ogni volta assieme al tipico commento riguardo il suo aspetto. I suoi occhi erano anch'essi di una tonalità di blu, più chiara e tendente sul verdeacqua.
Quello che più lo colpì, però, furomo due cose: fra le mani teneva un volantino uguale identico, stropicciato dal nervoso per quanto tremasse, ed il suo sguardo non faceva apparire alcuna sicurezza, come se fosse stata buttata lì dentro contro la sua volontà. La fronte corrugata, gli occhi lucidi e le guance rosse aumentavano l'impressione di qualcuno cui stava per mettersi a piangere per qualche motivo.
Eppure una parola non faceva uscire. Rimaneva lì, tremante, mentre guardava dritto in volto l'altro presente nella stanza, probabilmente assorta dalla particolarità delle sua iridi eterocromatiche.
" ciao, cerchi qualcuno? "
Tentò a fare conversazione per primo, ma non ottenne una risposta.
" ... va tutto bene? "
Annuì debolmente, ma non diede altra parola.
" ehm... "
Il ragazzo portò una mano dietro la testa, grattandosela in modo nervoso.
Doveva trattarsi di un soggetto molto, ma MOLTO, timido...
Ella in risposta abbassò lo sguardo a quella reazione, mostrandosi più insicura di prima.
" ti interessa del ruolo? "
Addirittura il tono della domanda era incerto. Non sembrava il tipo disposto a prender parte a questo, poiché del suo attuale atteggiamento. Non nuoceva chiedere però.
Fu la prima volta che sentì la sua voce nella conversazione, seppur a bassissimo volume.
" ho sentito che... "
Dopo quelle parole il tono cedeva, risultando in dei borbotti veloci ed incomprensibili.
Corruggò le sopracciglia.
" scusa, puoi ripetere? "
" ho detto che... il ruolo... "
Vi fu qualche secondo di silenzio nella stanza, cercando di processare cosa avesse detto, ed una risata nervosa scappò dalle sue labbra. Addirittura fece qualche passo verso la sua direzione, trovandosi faccia a faccia.
" ahah, perdonami ma potresti alzare il volume della voce? "
Non capì perché ora ella fosse spinta in un angolo, occupata a prendere respiri profondi e trovare tutta la forza di non scoppiare davanti all'altro.
" voglio il ruolo! "
Si fece sentire chiaro e forte... fin troppo forte. Lo colse alla sprovvista ed essendo così vicino quasi lo stordì. Gli occhi rimasero spalancati, processando il tutto.
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che la nuova arrivata chinò il busto appena per scusarsi ed uscire dalla stanza, imbarazzata dalla figura appena fatta.
" aspetta! C'è un posto libero! "
Naturalmente la seguì.
Però lei non si fermò, continuando a borbottare delle cose sottovoce e non facendo presente dei suoi dintorni.
Lui fece uno scatto e si trovò di nuovo faccia a faccia, addirittura spaventandola e facendola fare qualche passo indietro. Aveva appena trovato un possibile candidato e nulla l'avrebbe fatto arrendere nel convincerla.
" vieni con me! "
Più che un invito fu costretta a seguirlo, poiché avesse afferato il suo polso e trascinato di nuovo dentro per un piccolo tour dei dintorni.
" vedi, questa è la stanza dove solitamente registriamo. Certe volte ci capita pure di andare fuori a farlo con il consenso del maestro. Durante le ore scolastiche stiamo perlopiù qui. Fuori invece andiamo in un parco nelle vicinanze! Cioè non stiamo lì solo per registrare, giochiamo pure e facciamo altro, però ora che c'è questo progetto dobbiamo concentrarci su questo "
" ... Mh "
" e poi ci si diverte sempre in compagnia. Personalmente mi occupo del retro scena assieme ad un'altra ragazza. Ah! Guarda qui! "
La portò davanti al background dell'attuale scena.
" c'eravamo messi a dipingerlo assieme per dare l'idea di avere più posti! Poi si è ammalata ed ho finito tutto da solo, ma quello è un altro discorso, ahah "
Dopodiché la portò vicino alle luci di scena.
" il maestro mi ha aiutato ed insegnato alcune tecniche per gli effetti della luce e come cambiarli a secondo del momento! Dovresti vedere quando ci mettiamo seriamente all'opera! "
Annuì, standolo ad ascoltare per filo e per segno. Non capiva cosa fosse che più la stesse prendendo: l'intero discorso o la passione con cui stesse raccontando. In modo o nell'altro faceva passare la situazione come qualcosa di positivo ed intrattenente, qualcosa che fino ad ora poteva solo sognare. Lo sguardo era fortemente influenzato da ammirazione e curiosità.
" non vedo l'ora che il resto torni, così che possa presentarti a tutti! Saranno felici di avere qualcun'altro nel gruppo e sarai sicuramente la benvenuta! Già che ci sono: ti mostro il costume! "
Andò verso un tavolo con sopra vestiti e tirò da lì un capo abbastanza grande, composto principalmente dal marrone e verde, anzi, erano gli unici colori visibili.
Tutta quella magia in quel momento sparì nei suoi occhi, tornando ad essere la bambina timida di poco fa. Immaginarsi indossare qualcosa del genere, raffigurante in modo palese un albero, aveva portato la sensazione di imbarazzo e le guance diventarono più rosse di prima.
Eppure il sorriso dell'altro era impossibile da cancellare dalle labbra.
" che ne pensi? "
" e-ecco... uhm... "
Abbassó le braccia, facendo toccare il costume per terra, guardandola come se solo adesso realizzasse di star blaterando senza lasciarla esprimersi al riguardo.
" oh... non devi per forza farne parte... Troveremo qualcun altro. "
Istantaneamente quel tono triste le fece raddrizzare la schiena. Scosse la testa.
" no, no. Sembra tutto bello, davvero... "
E subito dopo tornò gioioso.
" quindi sei dentro? "
" s-suppongo di sì... "
Anche se ancora l'idea del costume non la convinceva, la parlantina aveva avuto grande influenza su questa decisione. Non capiva perché avesse persino preso a cuore le sue emozioni, non volendo ferirlo per essersi rifiutata dopo avergli offerto una falsa speranza.
" non ho afferrato il tuo nome, scusa "
" o-oh. Mi chiamo Asahi "
Rispose portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro, guardando altrove.
Il ragazzo amplificò il suo sorriso, prendendo entrambe le mani di lei nelle sue.
" benvenuta nel gruppo, Asahi. Io sono Arthur! Sono sicuro che andremo d'accordo! "
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Quel pomeriggio il duo caratterizzato da Axel e Mitsuki - ormai solito vedere i due insieme - stavano camminando per la scuola con non proprio qualcosa di preciso da fare. Le zone da esplorare finirono ben presto in quel periodo di pochi giorni, ognuno con i suoi rispettivi avvenimenti, ed oltre a cercare una via d'uscita non c'era niente di particolare da fare. Parlavano dunque del più e del meno. Qualsiasi cosa passasse per la loro testa la dicevano. Fossero curiosità su di loro o piccole storie riguardo la loro vita, poco importava. Non avevano nulla da fare, in fondo. Il discorso si era addirittura dilungato abbastanza che i due trovarono avere in comune altre cose, come l'avere una sorella. Quella del creatore di effetti speciali aveva qualche anno in meno di lxi e si chiamava Axelle. Quella della narratrice era, invece, la sua gemella di nome Natsuki, amante del piano. Avevano una buona relazione con ognuna di loro, o almeno, una tipica che si avrebbe fra fratelli e sorelle.
Alcuni dubbi però erano rimasti fra i due come la storia del passaggio segreto bloccato, scovato in precedenza da Hyosuke. Non solo quello però, ma ancora una stanza era rimasta poco esplorata dai due. Avevano sentito una dettagliata spiegazione da parte di alcuni, avevano addirittura messo piede lì dentro per poco tempo, però andare a fondo in essa non credevano di averlo fatto. Ecco perché ora si trovavano con un nuovo obiettivo: ennesima esplorazione. Questa volta più tranquilla.
" quindi mi stai dicendo che hai paura dei gonfiabili perché sei caduto da uno di questi? "
" n-non ho paura dei gonfiabili, sarebbe ridicolo... Però dovrebbero metterci più sicurezza nel farli "
" ow... ahah "
" non ridere, dai! Ora è imbarazzante avertelo detto "
" ahah, scusa. "
" stai continuando! "
" lo- ahahah, lo so- "
Portò le mani a toccare le guance arrosate dall'imbarazzo al continuo ridacchiare dell'altra, seppur fosse contagioso.
Nella conversazione così leggera ed amichevole si unì in lontananza una nuova figura, pronta e piena di energie come al solito: dae-jung, quale sembrava provenire dalle vicinanze della palestra. Approcciò i due con un sorriso stampato in volto, cosa tipica per un personaggio come lui. La conversazione iniziale era monotona con saluti e domande iniziali su cosa stessero facendo e come si sentissero. La parte più importante arrivò dopo.
" avete visto Hisa? È da questa mattina che lo cerco "
" no, forse è in camera "
" strano, eppure non mi rispondeva quando bussai. "
" magari starà dormendo. "
" vi dispiace se mi unisco? "
" nessun problema "
" grazie! "
L'azzurro si mise prontamente in mezzo alla coppia, iniziando prontamente con le sue chiacchiere.
" sapete da quando stiamo qui ho molto tempo per riflettere ed ho imparato qualcosa "
" cosa? "
" mai accettare un'intervista da Sumire "
" pensavo fosse ovvio "
Concordò con l'affermazione il corvino ridacchiando.
" e dai, non può essere così male... Vero? "
Cercò di difendere la lillà.
" una delle domande era se sapessi il motivo per cui fossi single. Le ho chiesto come faceva sapere che lo fossi. La sua risposta? Mi ha fissato intensamente da farmi dubitare tutto quello che sapevo fino ad ora "
Abbassò il capo verso terra, ricevendo in segno di dispiacere qualche carezza sulla spalla da parte di entrambi.
" comunque: piccola domanda Dae-jung, cosa fa precisamente un data scientist? Raccoglie dati? "
" non solo! Come mai chiedi? "
" beh, di recente ho parlato di Sumire riguardo la situazione dei Shini Goro e
... "
" vorresti anche una mia opinione? "
" in fondo sei anche tu ben informato come lei, no? "
" sì, insomma, ma non in questo caso. Ne ho discusso con lei ma vi avrà detto praticamente tutto quello che c'è da sapere "
" ow, peccato... "
" non dovreste pensare di parlarne con tutti quanti? "
Un po' messa in disparte, finalmente si decise a dire la sua fra i due ragazzi, proprio quando fecero qualche passo all'interno della piscina.
" pensavo di raduna- "
Axel si fermò, sia di parlare che camminare, a pochi passi vicini alla grande vasca, guardando quest'ultima con una faccia perplessa. Il coperchio opaco copriva solo metà di essa. In quella scoperta si poteva vedere qualcosa toccare il fondo della piscina.
Gli altri due si fermarono a loro volta confusi.
" cosa c'è? "
Nonostante la domanda, non ricevettero risposta, persx nei suoi pensieri per qualche strana ragione.
Si guardarono fra di loro cone per chiedersi cosa fare, scrollando le spalle in sincronizzazione. Fu ovviamente Mitsuki quella che cercò di stargli accanto, mentre Dae-jung girò la testa per vedere se nei suoi dintorni vi fosse qualcosa che potrebbe aver causato quella reazione.
" Axel? Va tutto bene? "
" ... c'è qualcuno nella piscina "
" come scusa? "
" c'è qualcuno! Sta annegando! Devo fare qualcosa! "
Non perse tempo a spiegarsi o altro. Non poteva. Non quando c'era la vita di qualcuno a rischio. Si tolse la giacca e le scarpe per alleggerire il peso e si buttò in piscina, lasciando i due scioccati.
" v-vado a prendere dei asciugamani! "
Esclamò l'azzurro uscendo brevemente dalla scena. Mitsuki dal panick si buttò in ginocchio sul bordo della piscina, non potendo far altro che aspettare il corvino salire in superficie con la sudetta persona vittima.
Il suo respiro aumentava ogni secondo. Qualcuno ha provato ad uccidere un'altra persona? Perché? Perché mai dovrebbe accadere di nuovo?! No... Non poteva essere... Allora cosa stava succedendo adesso? Un incidente? Non aveva senso... O forse sì?
La marea di domande fu interrotta non appena Axel tornò a galla, avendo il braccio della persona attorno al collo per riuscire a trascinare il peso in superficie.
" Asahi?! "
" aiutami a portarlo fuori! "
Ci misero qualche minuto tirando e spingendo xlx ragazzx fuori da quell'incubo pieno d'acqua, Axel lo seguì e girarono il suo corpo a pancia in giù. Axel lo analizzò mentre cercava di fermare il fiatone che aveva a causa della fatica, Mitsuki cercava segno nel suo polso e collo. La bassa temperatura del suo corpo la stava mandando in panico.
" respira? Respira, vero?! Non è morto?! "
Il corvino non la degnò di una risposta, ma la controbattè con un'altra.
" tienigli la testa verso l'alto "
" sì! "
Successivamente egli si mise di lato allo scacchiere, unì le sue mani e le appoggiò in mezzo al torace, iniziando a spingere con tutta la sua forza ripetutamente nella speranza di qualche segno di vita e di tirar fuori l'acqua nei polmoni. Mitsuki nel mentre continuava a chiamare il suo nome nella speranza che rispondesse.
" Asahi? Riesci a sentirmi?! Hey, stringimi la mano se riesci a sentirmi! "
Continuava a chiamare senza successo, ormai con le lacrime scendere dai suoi occhi serrati dalla visione pietosa in cui fosse stato ridotto.
Finché improvvisamente sentì il palmo di lui muoversi. I suoi occhi si spalancarono nuovamente, non credendoci. Successivamente incrociò le iridi verdeacqua del ragazzo e, in pochi istanti, quest'ultimo si girò su un lato tirando fuori l'acqua dai suoi polmoni, tossendo nel mentre.
" oddio sta bene! "
Esclamò gioiosa la viola, guardando il corvino con a sua volta uno sguardo sollevato nel vederlo muoversi.
Per aiutarlo gli diede qualche pacca sulle schiena e quando ebbe finito poté tornare a respirare, seppur con molta fatica in questo istante.
" ugh... "
" che ti è successo?! "
Credevano di aver giunto il capolinea dopo averlx aiutato nel respirare in tempo, aspettandosi delle risposte alle loro domande in modo tale che potessero ricostruire la scena. Lx scacchiere non rispose, continuando ad ansimare. Neanche sembrava essersi accorto della loro presenza, e dei suoi dintorni in generale. Dava le spalle, tendendo la testa verso l'alto e faccia in giù grazie all'appoggio della sua mano mentre l'altra teneva stretta la sua t-shirt per qualche motivo.
Ci vollero dei secondi prima che si accasciò a terra per la seconda volta, iniziando a tremare senza alcuna forza di fare altro.
" passami la giacca! "
Ordinò a Mitsuki, mentre avvicinava il compagno a loro. Prima di spostarlo a pancia in su levò le maniche della felpa bagnata fradicia , per poi mettere quella asciutta su di lui per dargli calore. Quando abbassò lo sguardo verso la parte più bassa del busto, sentì qualcos'altro di bagnato, più viscido andare sulla mano del creatore di effetti speciali.
Era disgustoso... Era rosso... Era sangue.
Solo allora i due notarono della gigantesca ferita sulla pancia, quale perdeva sangue ininterrottamente.
Sangue. Rosso. Sporco. Era sporco. La sua mano era sporca. Sporca e viscida. Era viscido. Gli faceva schifo. Schifo. Perché si era sporcato con questo?
Una sensazione di appesantimento fece crollare Axel, paralizzarlo sul posto, tenendo la sua mano ferma, tremante, mentre la guardava con uno sguardo scioccato. Faceva schifo, gli faceva schifo. Tutto quel sangue, quel rosso, quel viscido. Schifo, schifo, schifo. Voleva urlare in quel momento, inserire il suo arto nel più potente dei acidi pur di levare la sensazione da lui.
" Axel...! "
La voce di Mitsuki a malapena li raggiunse, finché ella non prese la mano sporca e la pulì sulla felpa bagnata di Asahi. Alzò lo sguardo per guardarla, senza parole.
" va tutto bene, stai bene. Cerca di concentrarti qui adesso "
" ... giusto, sì, certo "
Scosse la testa e scacciò via i brutti pensieri, afferando la felpa di Asahi e facendo pressione sulla ferita con essa, coprendo la pozza formata fino ad ora.
" ragazzi... "
Dae-jung tornò finalmente in scena con dei asciugamani, ma non solo quelli. Se da sotto l'ascella sinistra teneva un paio di questi, sulla mano destra si trovava qualcosa che non volevano ma dovevano vedere: un coltello sporco di sangue.
Fu in quel momento che Mitsuki realizzò.
Non si trattava di uno scherzo, di un incubo, o di un incidente.
Si trattava di un omicidio. Un tentato omicidio.
Qualcuno aveva provato ad uccidere un loro compagno.
Uno di loro.
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" di cosa mi volevi parlare? "
Koharu aveva le braccia incrociate al suo petto quando porsea domanda alla sarta.
Le due si trovarono in infermieria su richiesta della bionda per "discutere della loro situazione". Nonostante cercasse di essere vaga, entrambe sapevano dove questo discorso doveva andare a parare, non volendo comunque andarci dritto il punto ma facendo giri attorno ad esso. Che fosse per la paura, l'insicurezza o la semplice indifferenza, il confronto diretto non era nelle loro teste. Questo aveva quindi creato un'atmosfera catastrofica ed imbarazzante.
Prima di essa, tuttavia, Airi diede una borsa in carta a Koharu, una alquanto famigliare per ella... Quando aprì per vedere il suo contenuto si lasciò sfuggire un piccolo urletto dall'emozione e afferrò la causa con enteambe le mani, facendo cadere il sacchetto per terra.
" oddio, oddio, oddio! Ma dove l'hai trovato?! Ed è pulito adesso! "
La gioia di esser riunita con il suo pigiama era così forte che stava sulle punte a saltellare. Non ci poteva credere! Il suo amato pigiama! Fra le sue mani! Senza alcun ombra di sangue, come se non ce ne fosse mai stata una! Dopo il processo aveva fatto pace con sé stessa nel non poterlo più trovare, soprattutto in quelle condizioni, e pian piano si stava abituando a non dormire con addosso questo. Però era qui! Era qui con lei adesso! Ed il suo sorriso era più ampio che mai.
" oh vedi, non è stata una mia idea trovarlo e pulirlo... Non l'avevo visto sin da dopo il processo in fondo. "
" e di chi? "
" uhm... mi ha detto che voleva rimanere segreto... "
" per favore! Prometto di non dirlo a nessuno! "
Tirò un piccolo sospiro arresa.
" Asahi mi ha chiesto di fargli questo favore "
" davvero? "
" mh-mh. Non so perché non voleva che lo menzionassi quando è un gesto carino da fare... però... uh, dovresti ringraziare lxi per l'iniziativa suppongo "
Annuì, non distogliendo lo sguardo dalla stoffa.
" Koharu? "
Subito dopo questo momento felice l'aria tornò ad essere densa e pesante, riportando alle due il vero motivo per cui fossero qui.
" che bel tempo che c'è oggi, non credi? "
Rispose alla domanda con un'altra domanda, sorridendo nervosa.
" Airi... A malapena sappiamo se è giorno o notte "
" ... l'arredamento della stanza è molto chic! "
" è un'infermieria, non credo sia il suo obiettivo essere chic quando qualcun sta male "
Il sorriso della bionda rimase stampato sulle labbra, sforzandosi di mantenerlo. Koharu a quella vista tirò un sospiro e la sopracciglia si incurvarono.
" senti, se non vuoi parlarne me ne vado o facciamo qualcos'altro al posto di star qui con le mani in mano "
" n-no, no! Ne parleremo... sì... Lo faremo. Lo facciamo adesso! Lo stiamo facendo, no? "
Si morse il labbro interno alla vista di questa persona, non sapendo se sentirsi triste o perplessa.
" hai paura di me per caso? "
" ... un pochino "
" oh... "
" ma non in quel senso! Cioè, non sei spaventosa! Sei una ragazza bellissima! Straordinaria addirittura! Però ecco... uh... "
" ... Hai paura di come possa reagire? Davvero? "
Portò lo sguardo verso il basso, annuendo insicura. La badante dei panda realizzò quindi tutta la situazione e forse l'origine della paura della sua cara amica.
" Airi, non potrei mai essere arrabbiata con te per quello che ha fatto Izumi "
" ah no? "
" perché dovrei? Non sei mica stata te a fargli dire ciò. È lui lo scemo che stava per mandarmi all'altro mondo fra poco "
" uhm... non saprei davvero "
Il tono era ora timido e confuso, cosa che fece sospettare l'altra. C'era qualche evento che l'aveva portata a pensare ciò? Si doveva fare una nota mentale per parlarne approfonditamente una prossima volta.
" senti, so che sei sua amica. Sei addirittura una buona amica per lui e per me... ma non posso semplicemente perdonarlo perché tu me l'hai chiesto "
" l-lo so! Però a lui dispiace, davvero. "
" te l'ha detto personalmente di andar a parlarmi come suo messaggero? "
" no, però pensavo di farvi un favore se fossi stata io a parlarvi. Ed io voglio fare tutto il possibile per i miei amici. In fondo ci eravamo divertiti tutti assieme. Perché non possiamo farlo di nuovo? "
" era solo una volta, diamine! Non mi è mai piaciuto, okay? L'ho fatto solo per farti una favore!"
Koharu sentì una stretta al cuore nel pronunciare le ultime due frasi e prese alla sprovvista con esse l'altra.
" o-oh... scusa... non volevo forzarti... sembravi divertirti assai "
Il silenzio calò nuovamente fra le due, sentendosi veramente in una posizione scomoda per entrambe.
Airi era una buona amica. Koharu non poteva disdire questo.
Sempre pronta ad aiutare le persone anche se la situazione la mette in una situazione brutta.
Sempre pronta a voler trovare un modo per appacificarsi seppur fosse lei quella a pagarne ne conseguenze.
Doveva ammettere che l'ammirava per ciò.
Ammirava come ancora credeva nella bontà altrui nonostante si fossero dimostrati non proprio giusti.
Ammirava come non mollasse al primo colpo di tenere stretto a sé chi più teneva.
Questi sentimenti la facevano facilmente cedere davanti alla bionda per qualche motivo.
" se vuole essere perdonato... digli che magari avrebbe più possibilità di successo se venisse a farlo in persona "
Borbottò quelle parole, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ora mostrandosi lei quella timida.
Airi unì le sue mani con adesso un sorriso enorme in viso, non uno nervoso, uno di gioia.
Si avvicinò alla castana per abbracciarla e la strinse stretto stretto a sé.
" wah! Grazie Koharu! Ti voglio bene! Sei la migliore! "
" p-prego... ma che avete voi con gli abbracci che quasi ti soffocano! "
Quando separarono Airi le diede una pecca sulla guancia destra giocosa, non riuscendo ancora a contenersi dalla gioia.
Era sua intenzione uscire e riferire il tutto ad Izumi, pronta a correre addirittura, ma lo dovette rimandare per via di un gruppo di persone entrare nella stanza.
" fate spazio! "
La voce di Axel, assieme alla sua persona, fecero prendere uno spavento alle due presenti in stanza. Si fece strada spingendo la porta con spalle e schiena, poiché le mani fossero occupate a tenere qualcosa, o meglio qualcuno.
Airi portò le mani davanti alla bocca per via dello shock nel vedere Asahi, tenuto da Axel e Dae-jung per gli arti, in condizioni orribili. Dalla testa ai piedi era bagnato, salvo la giacca nera di Axel che lo copriva, il suo viso era impallidito più di quanto non lo fosse di per sé, i suoi occhi serrati dal dolore e, il dettaglio che più le fece prendere un colpo al cuore fu la felpa dello scacchiere sporca di sangue stretta alla sua vita, tenendo fermo un asciugamano insaguinato sulla parte inferiore dello stomaco.
Una volta appoggiato su uno dei lettini la sarta si fece coraggio a parlare.
" cosa gli è successo?! "
" l'abbiamo trovato annegare nel fondo della piscina e- e aveva questa ferita "
" cosa?! Chi è stato?! "
" non lo sappiamo, non abbiamo controllato! È priorità assicurarsi che stia bene! "
A dargli tutte queste risposte era Dae-jung mentre mordeva l'unghia del pollice nervoso dell'accaduto. Quando Mitsuki entrò nella stanza portava altri asciugamani in caso di evenienza, Dae-jung applicava pressione sulla ferita, Airi frugava fra i vari cassetti in cerca di bende o attrezzi utili per l'evenienza ed Axel pensava a cosa fare adesso.
" un dottore... ci serve un dottore "
Parlava fra sé e sé ad alta voce, perso nelle possibilità che potevano avvenire. E poi? Dove potevano trovarne uno? Izumi saprà pur qualcosa su queste emergenze, ma se non bastasse? In fondo il suo talento stava nel truccare i morti, non guarirli. Ah, che fare? Che fare?! Forse era meglio se andava a chiamarlo come minimo.
" torno subito con Izumi! Continuate così "
Proclamò correndo fuori dalla stanza.
Durante tutto questo la badante era rimasta lì impalata, confusa, scioccata di vedere questo cambio di scenario così veloce.
Fino a poco fa stava gioiendo per il gesto fatto da Asahi.
Ora si trovava quest'ultimx sul lettino ferito e sul punto di morte.
La sua testa era così piena ma così vuota. C'erano così tanti pensieri che per spegnerli doveva andare in modalità autopilota col cervello pur di non impazzire.
Perché? Perché stava capitando questo? Perché a lxi? Perché adesso? Non bastavano le morti di Hiroko e Subaru? Doveva essercene pure un'altra? Una di un suo amico? Perché? Chi potrebbe mai volere qualcosa del genere?
Si ritrovò a lato del letto a tenere la sua mano, triste, con le lacrime agl'occhi solo pensare che tutto potesse andare per il peggio da un momento all'altro. Sul punto di morte, in bilico fra i due regni, cosa gli sarebbe successo? E se non potessero fare nulla al riguardo? E se era troppo tardi? E se stessero solo prolugando la sua sofferenza? C'era davvero speranza.
La mano, come il suo intero corpo, tremava dal freddo e dal dolore. Faceva male ovunque, dappertutto, non riusciva a compiere un solo gesto volontario, intrappolato nel suo corpo debole.
" Asahi... "
Pronunciò il suo nome con un tono di voce così basso e rotto. Le dispiaceva. Cosa doveva fare? Cosa poteva fare qualcuno come lei?
In quel vuoto una voce riuscì a trovare spazio, una voce famigliare ma estranea, una che non credeva di aver sentito prima ma che suonava come qualcuno che conoscesse da secoli.
Koharu, ti tiri indietro nel momento del bisogno?
Vuoi lasciare che lei avesse ragione?
Vuoi lasciare un amico così?
Un amico... È tuo amico, ricordi?
Così come Airi, Mitsuki e Dae-jung... Sono tutti tuoi amici.
Ci tieni a loro, più di ogni altra cosa, giusto?
Airi è una buona amica.
Mitsuki è una buona amica.
Dae-jung è un buon amico.
Vuoi essere anche tu una buona amica per lui?
Qualcosa si svegliò dentro di sé.
Sentiva un calore, non confortevole.
Sentiva un calore, non doloroso.
Era ardente, catastrofico.
Sentiva il fumo uscire dai suoi polmoni in una maniera esagerata.
Sentiva il suo intero corpo scaldarsi come non l'avesse mai fatto prima.
Mi prendi per una stronza?
Ci prendono per scemi?
Non gliela farò passare liscia, a costo della mia vita.
" Koharu dove vai?! "
Urlò Airi vedendo la castana scattare fuori dalla stanza in direzione della palestra.
_____________________________
" abbiamo un problema "
Furono le parole di Haruki che la allarmarono riguardo la situazione. Prima di quel momento si era chiusa nel suo ufficio a chiave, l'unico ad averla era il castano assieme a lei, con la testa persa fra i suoi pensieri, mentre il capo era appoggiato sul tavolo. Non dava alcun segno di volersi alzare, rimanendo in quella posizione con ormai un mal di testa e mal di schiena strazianti. L'unica cosa che riusciva a sentire dentro di sé sin dopo il processo. Sapeva che quello che aveva fatto fosse sbagliato. Cedeva che ciò fosse abbastanza per una punizione.
La stanza era rimasta in disordine, l'unica differenza era l'assenza di vetro sul pavimento poiché Haruki lo pulì via prima che rischiassero un'altra volta di fare qualcosa di grosso. Tentava di voler sistemare anche il resto ma Hana glielo impediva verbalmente, dicendo di voler lasciare le cose come stavano.
La sue sue guance c'era ancora l'orma dei graffi, rassomiglianti vagamente ad una traccia di lacrime che scendeva senza sosta, le sue mani avevano ora delle cicatrici profonde per via del oggetto appuntito usato come arma e le sue ginocchia erano piene di cerotti per nascondere altri graffi.
No, non si era medicata da sola. Se fosse stato per lei si sarebbe lasciata sanguinare fino a che non smettesse, ben cosciente delle conseguenze. Era stato Haruki ad aiutarla farlo.
Ogni giorno veniva a visitarla per portarle qualcosa da mangiare o per parlare. Sapeva di necessitare del tempo da sola ma non voleva abbandonarla in quelle condizioni, soprattutto dentro un Killing Game quali ne fossero ormai a capo. Era solito ritrovarla leggere o dormire, per poi uscire dal suo mondo e cercare di salutarlo come minimo. Tirarla su di morale era complicato, lo sapeva, ma comunque ci provava. Addirittura le aveva portato un braccialetto simile a quelli che già portavano con sé, l'unica differenza che al poso delle perle colorate vi erano dei piccoli cubi con delle lettere sopra.
" the best sister "
Questo vi era scritto sopra.
Quando glielo diede, giurò di vedere un piccolo sorriso comparire sul volto, dandogli ancora la speranza di un miglioramento durante questo brutto periodo.
Personalmente lo detestava. Odiava tutto questo. Però non poteva fare nulla per fermarlo. Non ne aveva né il potere né la forza.
Ecco perché era corso da lei quando la situazione stava andando verso il basso.
Ci mise già qualche minuto a finalmente alzarla, dovendo sgranchirsi il corpo per qualche minuto prima di poter scattare fuori dalla stanza dopo la notizia ricevuta.
" quella scema della badante sta distruggendo tutto quanto! H-ho provato a fermarla ma continua a dire di farlo solo quando ci sarai te da lei. Davvero, c'ho provato ma non vuole smetterla! "
Il tono panicato di lui era inusuale da sentire dopo tutti questi giorni, abituata ad ascoltare una voce più calma, bassa e confortante. Ora invece risultava alta, tremante e nervosa. Non le piaceva. Cosa aveva fatto quella per renderlo così? Come se già non odiasse tutti quei Ultimates di per sé ora iniziavano a dare di matto così?
Riassunta la situazione era tale: quando entrò nella sala musica vide Koharu in sfasciare tutti gli strumenti musicali presenti nella stanza. Anche se sorpreso non ci voleva fare molto caso, osservandola in silenzio dal corridoio e pensando che si dovesse trattare di un piccolo momento di rabbia. Passarono dei minuti e non aveva ancora finito. Ne passarono altri e nulla cambiava. Ormai tutti gli strumenti li stava riducendo in polvere, ammaccati e piegati più volte su se stessi. Eppure non si fermava. Borbottava di non fermarsi finché non si sarebbe fatta giustizia. Fu allora che intervenne cercando di farle salire sale in zucca, ma peggiorò la situazione ulteriormente. Era passata all'urlargli contro di uscire e tornare con la sua amica, di portare qui qualcuno che potesse aiutare il suo di amico, sventolando la mazza da baseball rubata in palestra pericolosamente verso le sua direzione. Vi fu addirittura una quasi lotta, però la evitarono per pura fortuna e lui uscì per avvisarla al riguardo.
La sua risposta?
" lascia fare a me "
Con il tono più minaccioso e serio possibile.
Nelle vicinanze dell'aula il castano la fermò, chiedendole cose volesse fare. Ella però non gli diede una risposta valida, continuando ad essere vaga al riguardo. Dopodiché alzò la giacca che rivelava una sorta di cintura attorno al busto che teneva la custodia per l'arma da fuoco. La prese senza il consenso di lui e controllo che vi fossero dei proiettili dentro, per poi entrare ad incontrare Koharu.
Chiudendo la porta a chiave dietro di sé.
" okay, ti puoi dare una calmata adesso! "
" cazzo, ci hai messo una vita ad arrivare principessina. Cos'è? Disturbo il tuo sonno reale? "
Nessuna delle due aveva intenzione di mostrarsi la più debole in quei istanti. Nessuna voleva sottomersi alla presenza dell'altra perché, a detta di ognuna, lei era quella con il coltello dalla parte del manico.
" placa te ed i tuoi ormoni adesso. Stai distruggendo tutto quanto! Che vuoi da me?! "
La castana abbassò la mazza in legno, portando la punta a toccare verso il terreno.
" un dottore "
" perché mai? Non sembri stare male con tutte quelle forze che hai per distruggere un'intera stanza. Di musica soprattutto! "
" non è per me, razza di imbecille! È per Asahi! È stato attaccato ma sono riusciti a trovarlo in tempo! P-però ha una brutta ferita allo stomaco, non possiamo lasciarlo così ma nessuno di noi sa come fare a fermare il sangue! "
" ah! E cosa ti fa pensare che io lo voglia in vita? "
" ... che intendi dire? "
" perché mai dovrei starti ad ascoltare? Perché sei la sua 'cara amichetta'? Perché sei un ultimate? Quella a dare ordini qui sono io, in caso te lo fossi dimenticata! E soprattutto sono cazzi suoi se ora si trova in quelle condizioni. Se l'è andata a cercare. Questo succede ad essere degli scemi. Te l'ho già detto: questa è l'essenza del Killing Game! Uccidere o essere uccisi! Non mi può fregare delle sue condizioni in questo momento! Non solo di lui, ma di tutti voi! Tanto vale ammazzarsi a vicenda e non sarò io a fermarvi! "
Dopo aver esclamato tutte quelle parole i suoi respiri affanosi furono l'unica cosa fare eco nella stanza. Koharu non si mosse di un millimetro, rimanendo a guardarla come una statua.
No, non poteva fregarle di cosa stesse succedendo a qualcuno.
No, non era sua intenzione aiutarli.
No, non sentiva alcun pentimento nel averle urlato contro tutto questo.
Sentì un sorriso contorto formarsi in volto dall'emozione che provava in questo momento. Soddisfazione? Felicità? Euforia?
Sì, sentiva al potere. Era lei ad aver avuto la meglio. Ovvio. Loro sono i partecipanti. Lei ha un ruolo speciale. Era superiore. Era più in alto. Nessuno poteva fermarla. Nessuna poteva andarle contro. Basta solo vedere come l'ha zittita. Lo sapeva. Sapeva di essere inferiore a lei. Non c'era nulla che potesse fermarla. Nulla. Niente di ni-
" AAAAAAAAH! "
Il grido la prese alla sopravvista, stordendola per qualche secondo. La sequenza successiva fu vedere Koharu scattare verso di lei con la mazza impugnata ed uno sguardo così arrabbiato da mandare i brividi da tutte le parti. Dopodiché la mazza fece un mezzo cerchio nel tentativo di colpirla in piena faccia. Per sua fortuna, e probabile sfortuna per l'altra, si spostò in tempo con in balzo.
" MA SEI IMPAZZITA?! CHE CAZZO TI DICE IL CERVELLO?! "
Esclamò, continuando a fare passi indietro fra le macerie nella speranza di schivare l'oggetto volante in aria ad una velocità assurda. Ogni colpo si faceva più forte e veloce, ma anche instabile ed imprevedibile.
Finché non perse equilibrio e cadde sul suo sedere, facendosi un male cane.
Per qualche istante pensava di arrendersi, sentendo ogni singola cellula del suo corpo urlare in preda al panico, paralizzandosi in quella posizione. Dopo prese la pistola carica e la puntò verso quella ancora in piedi, quale adesso aveva la mazza portata in alto per prendere la carica nel colpo.
" f-ferma! Stai ferma! O-o ti sparo! "
Minacciò portando l'indice sul grilletto.
Questa volta riuscì a fermarla nel suo attacco di rabbia, rimanendola a guardare con sguardo imponente mentre l'altra cercava di non tremare con l'arma da fuoco fra le mani.
" spararmi..? Ne saresti capace? "
Annuì velocemente.
" non mettermi alla prova! V-vedi che non ho paura di premere il grilletto! "
" fallo se ne hai le palle "
" h-huh..? "
" coraggio, che aspetti? Fallo. Uccidi un innocente. Uccidimi. "
Rimase senza parole sentendo il fiato mancarle ed il cuore in gola.
" non- non ho paura di farlo..! "
" ti credo. basta solo vedere come hai ridotto Hiroko e Subaru "
" non lo nominare! Non sai nulla di lui! "
" so abbastanza da dire che avevate buone relazioni... eppure l'hai ucciso. Avanti, fallo! Pensi che dopo la terza volta io abbia ancora paura delle vostre minacce messe all'aria?! Pensi che il tuo amichetto non avesse provato a fare la stessa cosa poco fa?! Siete troppo prevedibili e non mi fate più paura! "
Aprì le braccia mostrando il suo petto.
" forza, fallo! Sparami! Ma se devi, guardami negli occhi! Non ti dimenticherai di me, almeno! È quello che hai fatto con Subaru, in fondo- "
" taci! Stai zitta! Stai zitta! Stai zitta! Chi ti credi di essere?! Cosa ne puoi sapere?! Come osi dire che io- io... "
Inconsciamente abbassò le braccia e guardò verso il basso.
Fu l'errore peggiore che potesse fare.
Koharu afferrò l'arma e la buttò dall'altra parte della stanza, rendendola irraggiungibile per nessuna delle due in qualsiasi modo dal loro punto.
" NO- "
" NON TI ALZARE! "
Il tentativo di portarsi sui piedi fu fermato dalla suola della scarpa della badante, spingendola di nuovo per terra, successivamente puntando l'oggetto a pochi millimetri dalla sua faccia. Hana sentì tutto il corpo iniziare a tremare come una foglia, il suo respiro irregolare e le lacrime agli occhi. Come ci era finita così? Fino a poco fa stava vincendo? Cos'è accaduto?
In alto incrociò uno sguardo così pieno di odio e rabbia. Odio e rabbia verso di lei. Odio e rabbia verso le sue azioni. Odia e rabbia verso le sue parole. Aveva visto da molti questo sguardo nella sua vita. Ma da pochi risultava così intenso e spaventoso.
Uno sguardo di una persona determinata a portare a termine il suo obiettivo.
Una sguardo di una persona pronta a fare di tutto.
Uno sguardo di una persona che non le avrebbe dimostrato pietà al primo passo falso.
" s-sta ferma..! "
" non prendo ordini da te "
Il tono monotono le fece scendere dei brividi giù per la schiena.
" mi spiace dirtelo, ma non ho abbastanza empatia per risparmiarti. Vuoi pietà? Sei ridicola. Vuoi giustizia? Cazzi amari. Questa è o non è l'essenza del Killing Game dopotutto? Ora prendi la tua scelta: chiama un dottore o ti sfascio ogni singolo osso che hai in corpo. "
E non stava scherzando.
No signori, Koharu non poteva star intendere quelle parole più seria di così.
Era pronta.
Pronta a fargliela pagare per averli intrappolati qui.
Pronta ad usare la forza pur di ottenere quello che voleva.
Pronta a farla soffrire tanto quanto l'avesse fatta fare a tutti loro e peggio.
Era Koharu ad avere il coltello dalla parte del manico.
Hana lo sapeva.
" è-è contro le regole! "
" huh? "
" stai spezzando le regole. "La violenza contro i sorveglianti è severamente vietata". Se osi anche solo torcermi un capello morirai! Sei fortunata di star riuscendo a respirare in questo momento "
" mh... beh, tanto vale provarci, magari stavolta si riesce veramente ad uscirne di qui "
Alzò la mazza al cielo, pronta a prendere il colpo più forte che potesse mai dire.
" va bene! Va bene! Ferma..! Metti giù quel coso! Che ne dici di un compromesso? "
Abbassò lo sguardo per guardarla con fare giudicante.
" di che tipo? "
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" come sta? "
" momentaneamente le condizioni sono stabili, ha evitato di prendersi un'ipotermia ma bisogna fermare il sangue. Un'operazione da un esperto sarebbe ideale... "
" non c'è davvero nulla che possiamo fare? "
Il muto tirò un sospiro sconfitto, facendo capire i limiti che avessero in quel momento. Airi abbassò lo sguardo rattristata da ciò, per poi guardare il ragazzo sul lettino.
Sotto commando di Izumi avevano cambiato come minimo la sua t-shirt, asciugato i capelli e coperto con una delle lenzuola disponibili affinché potesse riscaldarsi più facilmente. Un problema risolto. Il secondo era più critico... Izumi si mise all'opera per cercare di tener chiusa la ferita, disinfettarla e bendarla affinché placasse la perdita. Su quello ci erano riuscito..! Ma non poteva rimanere in quelle condizioni per sempre. Di per sé l'unico segno di vita che dava Asahi era il suo respiro, anch'esso preoccupante da quanto veloce e corto suonasse, assieme al continuo tremore momentaneamente più lento. Non era riuscitx ad aprire bocca ed occhi nemmeno una volta dal suo ritrovamento, storditx ed impauritx.
Vicino al lettino c'era una sedia con sopra Dae-jung, quale teneva il E-Handbook con una mano mentre mordeva l'unghia dell'altra, certe volte placandosi per usare le dita per cliccare qualcosa.
Seduta nel lettino affianco c'era Mitsuki che seguiva con lo sguardo Axel camminare avanti e indietro per la stanza pensieroso. Fino all'ispezione attenta della ferita da parte del tanatoesteta era rimasto fra i più calmi, contrariamente ad ora, non avendo successo nel pensare nel miglior modo razionale possibile.
Il casino era stato notato pure dagli altro studenti, preoccupati ed allarmati maggior parte di loro si erano appostati fuori dalla stanza mentre ne discutevano, non avendo però molta rilevanza in questo scenario.
La tensione fu spezzata quando, prima nei corridoi e successivamente nell'infermieria, entrò una nuova persona seguita da naturalmente il suo braccio destro ed una terza persona che li lasciò perplessi nel vederla al loro fianco: Venom, Haruki e Koharu. La prima aveva dipinto in volto un nervosismo, il secondo con confusione e la terza con rabbia e minacciosa, per non parlare dell'aggiunta con la mazza.
Dove l'aveva trovata? Perché se la portava appresso pronta ad attaccare? Era successo qualcosa fra loro? Perché Venom sembrava... Diversa?
Moltissime domande si crearono nelle loro menti, portando un silenzio nell'atmosfera mentre fissavano i nuovi arrivati in cerca di risposte.
" ... che avete da guardare? "
" cos'hai... ehm, qui? "
L'unica ad avere coraggio nel esternare uno dei suoi pensieri fu la narratrice, indicando le sue guance con aria preoccupata nel vedere quei segni in volto. L'ultima volta che l'avessero vista non si ricordavano questi dettagli alquanto marcati. Quando se li è procurati?
Aveva pure notato i cerotti sulle ginocchia ma non attirarono la sua attenzione quanto il viso.
" non sono affari tuoi, okay? Comunque mi è stato riferito di un... incidente "
Vide con la coda dell'occhio la badante che teneva su una spalla l'oggetto lungo.
" mi è stato richiesto di fare ciò che a mio potere per migliorare la situazione. Vi chiedo di uscire dalla stanza per non spargere altri germi. "
" che hai intenzione di fare? "
A parlare fu il creatore di effetti speciali, mettendosi vicino al letto del pugnalato con fare protettivo.
" una visita medica, vedere come guarire la ferita, una piccola operazione, osservazione vigile per le prossime 24 ore... quel che è "
Iniziò ad elencare una serie di azioni a campo medico contando esse sulle sue dita.
Il resto dei presenti rimasr confuso.
" tu? Sei capace di fare tutto questo? Da sola? Hai praticamente la nostra stessa età! Come puoi avere esperienza medica per occuparti di queste cose?! "
Prese un respiro profondo e guardare in alto.
" sì e se non mi credi puoi rimanere in un angolo della stanza a controllare che tutto vada come vuoi te. Sono la sua unica fonte di salvezza. Un dottore non arriverebbe mai in tempo. Prendere o lasciare "
Solo all'idea di dover assistere ad un evento chirurgico gli fece scendere i brividi giù per la schiena, portando ad abbracciarsi da solo.
" n-no... "
" forza Axel, lasciala fare "
Sentì il calore della mano dello scienziato dei dati sulla sua schiena prenderlo di sorpresa e quando si girò un lieve sorriso confortante lo aspettò.
" non voglio lasciarla da sola con uno di noi "
" Izumi può rimanere qui. È quello più esperto fra noi, no? Può controllare e magari aiutare. Ti va bene, vero? "
Il tanatoesteta annuì confidente alla proposta.
Lxi tirò un sospiro abbasando il volto.
" bene, ora tutti voi smammate e lasciatemi lavorare. Vi chiamo quando è tutto finito "
Ordinò avviandosi in una cabinetta piena di medicinali. Il gruplo di Ultimates uscì, Koharu ed Axel per ultimi fra tutti, lasciando in stanza i due castani ed il corvino. Mentre prese un anestetico e dei guanti tirò un sospiro stanco.
" pure tu Haruki, dubito tu voglia vedere la scena "
" ma che è successo fra te e Koharu? "
Chiese attirando l'attenzione di entrambi i presenti.
" mh? Nulla. Abbiamo discusso e siamo arrivate a questa conclusione. Ora esci. "
" sicura che sia tutto qui? "
" sicurissima, se vuoi altri dettagli te li racconto dopo. Vuoi o non vuoi rimanere qui? "
" no, tranquilla, vado "
Dopo la sua uscita e le adatte preparazioni - disinfettante, guanti, maschere, filo di sutura ed altro - gli unici due svegli rimasti si avvicinarono ad ispezionare la ferita. Tolte le bende insanguinate, la castana rimase leggermente sorpresa nel vedere quanto fu preso con cura il taglio.
" hai fatto tutto te? "
Annuì lentamente, confuso dalla sua sorpresa.
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Fuori fra i corridoio tutti i presenti nella struttura erano sulle punte dei piedi per sapere come si sarebbe evoluta la situazione grave. Anche se non erano sulle migliori amicizie con Asahi, anche se non era proprio il benvenuto lì per via della sua reputazione, non potevano astenere la loro curiosità addirittura "mortale" per certi soggetti. Di chiacchiere e parole ce n'erano, ma la lillà li percepiva come sussurri e borbotti.
Da una parte vedeva Hyosuke e Naomi menzionare qualcosa su cosa sarebbe successo. Dall'altra Valeria, Sumire discutevano sulla situazione con Venom. Shiori ed Hisa erano gli unici a non aprire bocca con nessuno, sia per la nervosità che la loro difficoltà nel parlare in generale. Dietro di se vi erano i presenti dell'infermieria. Axel sedeva con le spalle al muro mentre guardava in basso, Dae-jung tentava di parlargli per probabilmente cofortarlo, Airi invece rimpiva di domande Koharu su come fosse riuscita a portare Venom qui ed il motivo della presenza della mazza. Koharu semplicemente ridacchiava, per quanto assurdo in questo contesto potrebbe sembrare. Non era una risata di gioia, piuttosto una di qualcuno che stesse cercando di esternare le sue emozioni, non dando troppo nell'occhio. L'inusualità del suono faceva intuire di trattarsi di nervosismo e stress, solo a livelli più elevati fra i ragazzi.
Fece un giro su se stessa per la seconda volta, controllando di non starsi sbagliando riguardo una cosa ma a quanto pare i numeri non tornavano per qualche strano motivo.
Mancava qualcuno.
Mancava Yuri.
Dov'era? Quando se n'era andato? Si era sentito male?
" hey, akihisa? "
" che vuoi? Insultare di nuovo la mia arte? Non è il momento adesso, da come vedi "
Giocò con gli anelli antistress che portava appresso.
" n-no! Ti ho già chiesto scusa al riguardo. Non è questo il punto. Hai visto Yuri? "
" Yuri? No, non si è fatto vedere qui e non l'ho visto tutto il giorno oggi "
" oh, capisco "
Non era proprio arrivato? Stava bene? Era in camera sua a riposare nonostante la notizia? Che strano... soprattutto da lui. Da quel poco tempo che l'avesse conosciuto si era rivelato un ragazzo timido ma gentile, non preoccuparsi per qualcuno e non addirittura presentarsi era inaspettato. Da una parte doveva ricordare che portava ancora in lutto la morte di Subaru dopo il processo, però.
Doveva andare a controllare che stesse bene?
Si voltò verso Axel per controllare come stava e, vedendo la presenza di altre persone al suo fianco, le diede abbastanza confidenza da allontanarsi in direzione dei i dormitori. Se non fosse stato lì sarebbe allora tornata dal resto ad aspettare le notizie sullo scacchiere.
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Arrivata nel corridoio dei dormitori avuti in comune con tutti quanti, l'ansia stava iniziando a farsi sentire sempre di più ad ogni passo. Perché si sentiva così? In fondo si era rifilata lì per controllare che l'unico assente stesse bene. Una sensazione di sconforto eppure la stava prendendo più ora che mai. Per qual motivo?
Riuscì comunque a farsi strada e non lasciarsi sovrastare da questa emozione negativa e ripugnante, trovandosi presto di fronte alla porta del diretto interessato. Ora che lo notava, l'unica volta che ebbe visto il rosso fu durante l'annuncio della nuova zona, per poi scomparire dalla vista di tutti per il resto dei giorni fino ad ora. Certo, non era nè il primo nè l'unico ad aver assunto un comportamento tale, eppure non si poteva negare che la sua situazione fosse la più peggiore fra tutti quanti qui. Ha mangiato? Si stava prendendo cura di sé?
... Era vivo?
A quel singolo pensiero i brividi tali a quelli di una doccia gelata percossero il suo corpo, paralizzandola sul posto proprio quando stava per bussare. La sua mente risultava vuota ma al contempo piena di pensieri. Domande cui il suo cervello non si capacitava di rispondere. Si rifiutava di rispondere.
Doveva essere vivo, insomma. Non era possibile un'altra opzione! Vero? Ma se non lo fosse? Oh, cielo...
Ora, seppur reclutante, bussò veramente sulla porta della camera da letto dell'erborista, annunciando addirittura esso dall'altra parte.
" hey... Yuri..? sono Mitsuki "
Sperava che il volume usato fosse abbastanza alto da poter esser sentito dall'altra parte.
Una risposta non ci fu.
Il suo respiro si fece più corto e veloce.
Bussò nuovamente.
" hey. Ho visto che sei rimasto da solo questi giorni... Vuoi parlarne? "
Ancora nessuna risposta.
Piano piano le sue paure si stava rilevando in realtà.
Bussò un'ultima volta.
" HEY! PUOI APRIRE LA PORTA?! "
Uscirono quelle parole più forti di quanto si aspettasse e volesse a causa dell'ansia provata.
Il silenzio a seguire fu agghiacciante.
Finché la porta non si sbloccò.
Il corpo si rilassò e dietro la porta c'era il ragazzo cercato in questione, con il suo solito sguardo timido come sempre ma questa volta con gli occhi e le guance decisamente arrossate. Mitsuki fece finta di non farci caso, nonostante avesse provato una fitta al cuore nel vederlo così.
" s-scusa... Non volevo urlare "
" fa nulla.... Stavo dormendo e non ti avrei sentito se non l'avessi fatto "
" ehm, come va? "
" stanco "
" non hai sentito la notizia sul E-Handbook? "
" ...quale? "
" quella su... Anzi, sai cosa, non era importante per te adesso "
Non intendeva quelle parole con cattiveria ed antipatia bei confronti del giocatore di scacchi. Assolutamente. Lo diceva solo per non portare altro sconforto sulle sue spalle perché palesemente non stava riuscendo a reggere il peso che già avesse con sé.
Era in quel momento che arrivò alla conclusione quale, rispetto al resto delle persone, l'erborista è quello cui ja preso il colpo più basso dopo il processo.
Insomma... Subaru era suo amico. L'unico addirittura con cui riusciva a parlare tutti i giorni. Eppure si era rivelato per qualcun altro, il creatore di tutto questo, il loro nemico. E lui aveva abboccato all'amo sin da subito. Si era fatto ingannare. Durante il processo si fece trasportare dalle sue parole dopo l'accusa decisiva. E, se non fosse stato per Mitsuki, probabilmente sarebbe caduto più a fondo. Per non parlare dell'esecuzione poi...
Aveva troppe cose pesanti da ingerire. Dargliene altre avrebbe peggiorato il tutto. Magari poteva farfarlo dopo.
" posso entrare? "
Chiese dolcemente, facendo il suo ingresso dentro la stanza dopo l'approvazione di lui.
Era un casino.
Il letto disfatto, il tappeto storto, le luci spente e, quando accese, deboli per qualche motivo, e molto altro. Non esisteva un inizio ed una fine. E lo capiva il motivo.
" perché mi cercavi? "
Sussurró la sua voce per la stanza, riuscendosi a farsi capire grazie solo al silenzioso religioso che li circondava.
" vedi, uh, volevo vedere come stavi. È da un po' che non parliamo in fondo..! "
" oh, uhm, okay "
Si zittì successivamente, formando un'aria imbarazzante. Non che fosse la prima volta che succedesse.
La lilla tirò un sospiro prima di prendere le mani di lui nelle sue e far sedere entrambi sull'orlo del letto.
" vuoi parlarne? "
Un quesito così semplice.
Un quesito che riuscì a fargli spalancare i suoi occhi come se fosse la prima volta a sentire quelle parole.
" non vorrei disturbarti. Non è nulla in fondo "
" non sottovalutare le tue emozioni così. E non disturbi affatto! Sono qui per questo in fondo, altrimenti non te l'avrei chiesto, no? "
" ... giusto "
" sono solo confuso suppongo... Sulla situazione... Su tutto... Su cosa accadrà... "
" posso capire il tuo sentimento, davvero "
" e- e- diamine! Mi sento uno stupido per avergli creduto tutto questo tempo! M-ma non riesco ad odiarlo in alcun modo-! Cioè, ha fatto qualcosa di imperdonabile... Però sento che sia più colpa mia che sua- e- non so che fare- ho paura- e- "
In un batter d'occhio il fanciullo portò le mani a coprire il viso prima che esso mostrasse nuove lacrine irrigare il suo volto. Non singhiozzava come ci si potesse aspettare, ma respirava affannosamente nel tentativo di calmarsi da solo.
Naturalmente Mitsuki l'abbracciò e portò una mano a fare dei giri sulla sua schiena per aiutarlo nel tentativo, mentre l'altra la passava fra i suoi capelli rossi.
Perché sorprendentemente lo capiva più di chiunque altro.
" grazie ancora del tuo servizio. Stanno dormendo come degli angioletti adesso! Ecco la tua paga e vieni a trovarci presto. Miraccomando, fai attenzione ora che torni a casa "
" certamente, non si preoccupi. Mi fa piacere, come fa piacere a loro stare in compagnia. E grazie mille. Buonaserata "
La fanciulla fece un piccolo inchino davanti alla madre dei bambini cui quella sera si era decisa di prender cura mentre la coppia usciva per il loro anniversario. Erano dei clienti frequenti per lei, conosceva la casa ed i due bambini come il palmo della sua mano ormai ed amava prendersi cura di loro.
Doveva ammettere che la prima volta non fu stata affatto facile. Essendo un'estranea i due non la prendevano seriamente e facevano come se nessun supervisore fosse lì con loro, creando un macello assurdo che le toccava ripulire. Erano... dei casi particolari. Solitamente non ci impegava chissà quanto a farsi amica ogni piccolo cui faceva da babysitter, farsi rispettare e giocare assieme a loro, naturalmente lasciandoli vincere perché erano giovani. Eppure con loro ci mise più tempo del dovuto.
Come riuscì a farsi amare da loro? Proprio con la sua voce e le sue storie. Prima di metterli a nanna notò come uno di loro cercasse sempre di rubare uno dei libri nello studio del padre, dovendolo rimoroverare dopo perché non gli era permesso di entrare lì. La sua giustificazione? Voleva vedere il mondo. Inizialmente non capì cosa intendesse con quelle parole, ma quando la realizzazione la colpì tutto andò liscio.
La prima volta dovette riuscire ad attirare la loro attenzione, cercando di rimboccargli le coperte, ed cominciare a raccontare una storia secondo a quello che la sua memoria le condesse. Non li aveva mai sentiti così zitti ed interessati a lei prima d'ora, dandole un grande senso di soddisfazione quando i due si addormentarono una volta per tutte.
Così la settimana dopo prese un raccolta di favole che aveva nello scaffale in camera sua, luogo cui si trovava ogni libro immaginabile sulle favole e fiabe e racconti fantastici per i bambini — Natsuki la criticava al riguardo con qualche battuta —, e lesse e raccontó le storie raffigurate. Più dell'ultima volta saltarono dalla gioia di sentire qualcosa di nuovo. Così la loro relazione con Mitsuki migliorò sempre più, diventando praticamente la loro persona preferita dopo i loro genitori.
Questo rendeva felice lei e la ccoplia sposata, complimentando il suo servizio e dicendole di come i bambini non facevano altro che chiedere di lei ed aspettarla davanti alla porta quando sapevano del suo arrivo. In più la pagavano! Non poteva chiedere di meglio, davvero. Amava quel piccolo lavoro, così come amava quella famiglia.
Quando usciva per tornare nella sua di casa, aspettava spesso l'arrivo di sua sorella che tornava dal corso di pianoforte, il suo di hobby preferito. Facendo un passo fuori dalla struttura un grande e forte vento si fece sentire, spostando i suoi capelli violentemente dalla parte opposta e finendole nel viso. Cercò di sistemarsi per riuscire a vedere il suo cammino, avendo una brutta sensazione pervaderle il corpo nonostante la gioia provata fino a poco fa. Era la sensazione del tempo che le dicesse che da lì a breve avrebbe piovuto... Diamine. Non si era nemmeno portata un ombrello appresso.
Aprì il suo telefono e notò alcuni nuovi messaggi scritti da due diverse persone. La prima si trattava di sua madre, menzionando come fosse uscita per un'urgenza. Nulla di inusuale. I suoi erano sempre indaffarati col lavoro dopotutto.
La seconda era sua sorella gemella, Natsuki, quale l'avvisava di non poter tornare a casa con lei perché doveva allenarsi intensivamente per uno spettacolo. Questo lo prese più di sorpresa. Solitamente questi allungamenti accadevano durante il finesettimana, non un giorno feriale.
" non mi aspettare. vai pure da sola a casa "
Appena finì di leggere questo una goccia bagno lo schermo del cellulare.
Ottimo... Alla fine quella sensazione negativa si rivelò vera. Tirò un sospiro prima di digitare un numero e portare l'oggetto elettronico sul suo orecchio.
" hey papà, potresti venirmi a prendere? Sono in via... "
" huh... uhm... cosa? Oh sì, arrivo, arrivo "
Seguì le sue parole un piccolo singhiozzo, chiudendo la telefonata successivamente. Nulla di nuovo anche qui, l'uomo era solito tornare stanco dal suo lavoro ed avere dei cali di energie perché non riusciva a finire le sue opere d'arte dovuto a dei blocchi, una delle cose più strazianti che un'artista potesse trovare nel cammino verso il suo successo.
Presto le poche gocce che caddero divennero innumerevoli, creando praticamente un'acquazzone e dovendo far trovare un piccolo riparo alla fanciulla finché l'auto di suo padre non si sarebbe trovato davanti a sé per portarla a casa e finir qui la giornata.
Quando arrivò l'uomo premette il clacson più volte spaventandola poiché si stesse perdendo nel suo mondo immaginario. Strano che l'avesse fatto... Suonare il clacson non era da lui in queste situazioni, o in generale, non aveva mai visto e sentito nessuno farlo prima d'ora.
Si affrettò, usando la sua borsa come un ombrello creato sul momento e corse verso la portiera del sedile anteriore, sedendosi.
" grazie mille e scusa il disturbo "
Ricevette come risposta un borbotto da parte sua, non capendo proprio cosa avesse detto ma fece finta di aver afferrato. Nessuno dei due tirò fuori una parola dopo, l'uomo troppo occupato a cercar di far partire il veicolo, la ragazza invece non sapeva cosa dire di preciso. Una volta che si mossero, però, cercò du fare conversazione.
" come è andata al lavoro? "
" mh huh solito insomma "
Ancora di difficoltà nella compresione vi era, ma riuscì a tirar fuori qualcosa.
Improvvisamente aumentò la velocità, costringendo il suo corpo ad andare contro lo schienale.
" woah, perché hai fretta? "
" ehm uh non uhh ora "
" cosa? "
" shh "
Questo la fece tacere per qualche minuto, portandola a guardare fuori dalla finestra mentre cercava di pensare ad una conclusione plausibile per questo comportamento. Era solo stanco e non vedeva l'ora di sdraiarsi sul letto. Sì, doveva esser per questo il motivo cui stava andando di fretta!
Come arrivo a quella conclusione l'acceleratore fu premuto con ancora più forza.
" sai quando... torna mamma? "
Non le rispose nemmeno questa volta, guardando la strada davanti a sé concentrato come pochi nel frattempo che ella cercava di non allarmarsi per nulla di stupido. Era solo stanco...
Lo era davvero? No, per forza doveva esserlo! Non c'era altra spiegazione!
Nonostante questi pensieri incoraggianti, l'ansia la stava divorando.
" va tutto bene? "
Nessuna risposta.
" papà? "
Ancora niente.
E la velocità aumentò pericolosamente.
Quando dovettero girare l'angolo all'incrocio, ciò non avvenne, andando dritto verso una meta non precisa.
" hey perché stiamo andando qui?! Guarda che sei contromano! "
Esclamò tremando come uno foglia da questo imprevisto, guardando fuori dalla finestra per poi guardare l'uomo. Lo prese per la spalla e lo scosse.
" papà! Stiamo sbagliando strada! "
Lui però la spinse dall'altra parte, non degnandola nemmeno di uno sguardo.
Proprio quando gli fu vicino realizzò la puzza che il suo akito emanava.
" Hai bevuto?! "
" HO DETTO- "
Non riuscì mai a finire quelle parole, venendo sostituite da un grande crash contro una struttura poiché fossero arrivati al capolinea di quella strada.
Le memorie di quel giorno, di quel momento erano andate in fratumi ma una cosa non si scordò mai: il dolore provato ad esser stata ferita — emozionalmente e fisicamente — da un suo caro.
Si svegliò qualche tempo dopo, non sapeva che ora fosse, ma si ritrovava in un ospedale con affianco sua sorella e sua madre. Entrambe preoccupate per lei e suo padre, trovatosi in un'altra stanza per dei accertamenti. Dopo di essi, qualche giorno dopo, fu dimesso dall'ospedale e portato in prigione per per bevuto alla guida.
Mitsuki invece dovette stare per nettamente più tempo a causa di svariati problemi riguardanti la sua gamba. I dottori non erano certi di come sarebbe guarita ma la incoraggiavano a fare esercizi di riabilitazione generale ed anche mirate nella camminata. Per molto tempo, forse troppo, era convinta che come minimo sarebbe riuscita a tornare a camminare come una volta. Bastava solo allenarsi. E lo faceva. Ogni giorno. Quanto poteva e le lasciavano fare. Le infermiere erano gentili e la complimentavano per la sua volontà. La sua famiglia, suo zio, zia, cugino e i suoi figli, arrivava a visitarla ogni giorno per chiederle come stava. Natsuki era quella che rimaneva per di più con lei, saltando addirittura delle lezioni di musica pur di star con lei.
Addirittura alcune famiglie ed amici le mandarono dei regali. Tutta questa positività la stava veramente facendo credere di poter lasciare tutto questo alle spalle.
Quelle speranze furono spezzate il giorno decisivo, quando un dottore entrò nella sua stanza per darle la brutta notizia.
" temo che non ci sia più nulla da fare, sei ricoverata completamente e la tua gamba non potrà muoversi più di quanto già possa. Ti consiglio di usare delle stampelle come supporto "
Il giorno seguente fu dimessa, lasciata ad un mondo con una visione diversa di se stessa. Non poteva far a meno che piangere nel sapere che non potrà mai essere uguale al resto delle persone. Si pentiva di non aver sfruttato le sue abilità quanto più potesse. Notava come fosse essenziale camminare per le più semplici attività, cosa che non aveva fatto prima. Le mancava potersi muovere nuovamente come se nulla fosse. Perché le era successo questo? Cosa aveva fatto di male per meritarselo?
Sua sorella iniziò ad essere addirittura più protettiva nei suoi confronti. Lo apprezzava, davvero, però non poteva far altro che sentirsi debole ad esser trattata diversamente. Si vergonava. Ogni parte del suo corpo la ripugnava. Non riusciva nemmeno a guardarsi allo specchio. E, oh, quante notti avrà passato pregando in un miracolo per poi piangere al fallimento il giorno successivo.
Si sentiva una stupida per avergli creduto di star bene. Ma non riusciva ad odiarlo in alcun modo. Cioè, ha fatto qualcosa di imperdonabile... Però sente che sia più colpa sua che di lui. E non sapeva che fare. Aveva paura.
Sono una stupida.
Perché non l'ho capito prima?
Sono una stupida.
Perché ho dovuto ignorare il problema finché non fu troppo tardi?
_____________________________
Grigio.
Era la prima cosa che riuscì a vedere.
Semplice grigio.
Nulla di più, nulla di meno.
Un semplice e monotono colore.
Una voce.
Era la prima cosa che riuscì a sentire.
Una voce lontana ed imbottigliata.
Nulla di più, nulla di meno.
Una femminile ed incomprensibile voce.
Tentò di muovere il sub;o corpo.
Non riusciva.
Era troppo debole per cambiare anche solo posizione della mano.
Poteva solo rimanere lì fermo a guardare quel grigio.
Cosa gli era successo?
Dove si trovava?
Perché si sentiva così stanco?
Come ci era finito sotto qualcosa di morbido?
Piano piano i suoi sensi stavano tornando.
Piano piano analizzava i suoi dintorni per capire dov'era.
Piano piano lo sconforto aumentava.
Forse anche fin troppo piano.
Cercò di ripercorrere gli avvenimenti nella sua testa mentre aspettava di avere controllo.
Una routine semplice. Quel giorno era andato a prendersi del cibo in cucina per poi rimanere nella sua camera da letto per la maggior parte del tempo. Si stava annoiando. Quello era difficilmente scordabile. Così decise di uscire, anche se per poco. Si fece trasportare dall'esplorazione dei nuovi posti, avendo ben in mente uno in particolare. Era dominata dal blu e dall'acqua: la piscina. Perché gli era rimasta in testa? Vedeva lui stesso camminare per quella zona, fermarsi al bordo per osservare qualcosa.
I momenti dopo furono quelli cruciali.
La persona.
Il sangue.
Il dolore.
L'acqua.
Il freddo.
L'assenza d'ossigeno.
L'assenza d'ossigeno.
Non riusciva a respirare.
Non riusciva a respirare.
Non respirava.
Non respirava.
Non respira.
Non respira.
Passò in quel lasso di tempo vasto dall'essere così poco cosciente dei suoi dintorni ad esserlo anche fin troppo.
Non respira. Dove stava l'aria?
Non respira. Era buio. Era profondo. Era doloroso. Cosa gli era successo?
Iniziò a sentire delle ansima lontane ma familiari.
Era lui? Perché faceva quel rumore?
Dove era finita l'aria? Respirava? Respirava, vero?
Una sagoma compari nella sua visione limitata. Una di una fanciulla dai capelli castani, indossava guanti ed una maschera che nascondeva la sua indifferenza. I suoi gesti erano confusionari e doppi, non capendo le sue intenzioni. Sentiva addirittura la sua voce ma non capiva le parole.
Qualcosa sentì sopra le sue guance, naso e sotto il mento e aria colpì le sue narici e la sua bocca. Aria. Ossigeno. Respirava. Meno male che riusciva.
Si godè i primi respiri come se fossero nettare divino. Lenti e grandi.
" in... ra... res... ra "
La voce iniziava ad avere un senso.
" inspira e respira, inspira ed respira "
Come se non lo stesse già facendo. Lo prendeva per stupidx? Obbedì comunque e la sua vista si fece ben chiara.
Venom.
I suoi occhi si spalacarono ulteriormente dalla sorpresa e, per quanto provasse ad alzarsi e menarsi, i suoi risultati erano ancora limitati soprattutto negli arti e parte bassa del torace. Riuscì a tenere la testa lontana dal cuscino, usando i gomiti come appoggio. Voleva andare più in alto, ma la stanchezza misto a quella sensazione strana non glielo permetteva.
" e dattela una calmata "
Il lamento di lei neanche lo raggiunse, concentrandosi sullo sfondo dietro in cerca di risposte. Era un ambiente familiare. Era l'infermieria. Altro sospiro di sollievo. L'aggiunta di Izumi lo tranquilizzò ulteriormente per quanto strano potesse risultare all'orecchio. Non era solo con lei... ma era da solo con loro. Altro momento di panico. Tentarono di calmarlo di nuovo. Eppure non una parola uscì dalle sue labbra. Sbuffò la castana allontanandosi, per qualche momento dopo aver incaricato Izumi di uscire dalla stanza.
Si prese qualche momento per sé e finalmente si focalizzò su un piccolo tubicino che percorreva una parte del letto sui sdraiava per poi arrivare alla stessa altezza della sua faccia. D'istinto portò una mano a toccare naso e bocca ma fu impedito per via di una sorta di cupola su di esse. Cos'era? Una maschera d'ossigeno?
Improvvisamente l'adrenalina e l'effetto dell'anestetico svanirono in un colpo solo, portandolo a sdraiarsi nuovamente in preda al dolore. L'intero corpo in generale duoleva ma soprattutto una parte poco sopra i fianchi. Portò le mani in quel luogo mentre tratteneva un gemito contorcendo l'espressione facciale, ma si riscontrò al tatto con un materiale diverso dalla sua pelle. Era una sorta di tessuto a strati fra le sue dita. Per controllare alzò la t-shirt che attualmente indossava - quando se l'era cambiata? - per scoprire l'intero stomaco e vide delle semplici bende bianche attorno ad esso, trattenenti al corpo una sorta di cerotto grande dello stesso colore.
Gli portava la nausea anche solo immaginare cosa vi fosse sotto tutto quel macello medico.
Nella visione tornò la sorvegliante, questa volta in mano due piccoli contenitori di capsule, una su ogni mano. La maschera era abbassata ed i guanti li aveva tolti da in bel pezzo. Ora si poteva notare la sua indifferenza per la situazione, scambiando sguardi fra le due mani.
" okay facciamola finita ora che sei sveglix. Sei allergico a qualche farmaco? "
Rimase a guardarla con uno sguardo confuso alla ricerca di risposte alle sue domande. La castana intravide ciò e tirò in sospiro esasperato, come se si sentisse forzata a rimanere lì anche un secondo in più.
" agh! Da quel che so sei stato pugnalato, qualche cretino del tuo gruppo ti ha portato qui, mi hanno chiamato in causa, ho fatto qualche rimedio alla tua ferita ed ora ti sto chiedendo se hai qualche allergia. Se si fai domande del tipo 'tU? mI hAi OpErAtO sEnZa Il MiO cOnSeNsO? hAi La LaUrEa MeDiCa?' chiedi la prima cosa a Koharu e compagnia bella. Hanno insistito loro. Seconda domanda? Non chiedere cose cui non ti piacerebbe la risposta "
Spalancò i suoi occhi verdeacqua all'ultima frase.
" no- nel senso- stai apposto per ora e non ho fatto nulla di strano... ma che dico? Col cazzo che la gente qui mi crederebbe. Ora rispondi così posso metter sto casino alle spalle? Allergie? "
Non staccò il contatto visivo nei suoi occhi rossi, processando la carica di informazioni appena ricevuta dentro la sua mente stanca.
Negò con la testa.
" Amoxicilina o Doxiciclina? "
Corruggò le sopracciglia.
" dio Asahi, hai mai preso dei antibiotici in vita tua? Vabbè, Amoxicilina sia. Se vuoi prendere antidolorifici meglio del Tylenol. Prendila due volte al giorno, non fare troppi movimenti bruschi e andrà tutto per il vero giusto "
" perché dovrei... ascoltarti? "
Tirò fuori le sue prime parole dopo quel brusco evento, appanando la maschera d'ossigeno. Erano parole rotte, con un tono quasi inudibile e lento. Avrebbe voluto dirle molto di più, tempestarla di domande e di insulti perché rimaneva la persona che l'ha intrappolato lì, ma non aveva forze. Per non parlare della possibilità di Haruki dargli il colpo di grazia se la rischiasse così. A proposito, dov'era? Perché non con la sua amichetta?
" uhm, pronto? Ti vuoi beccare un'infezione e rimanere con un dolore allucinante tutto il giorno? Cioè, non che mi importi in realtà. Fa' come vuoi. Uomo avvisato, mezzo salvato "
Appoggiò il piccolo contenitore sulla superficie del comodino affianco al lettino.
Fu in quel momento che alcune delle persone fecero il loro ingresso con a capo Izumi, intento a pulire il pennarello viola scritto ovunque sulla lavagna. Probabilmente pieno di spiegazioni sulla situazione. Come si poteva intuire era il gruppo che aiutò nel salvarlo: Dae-jung, Axel e Koharu. Mitsuki non era presente in quel momento, occupata a fare altro sebbene sarebbe stata felice di vederlo in condizioni migliori a quando l'hanno ritrovato. Anche il resto delle persone era curioso di vedere come stava, tuttavia dovettero prendere questo compromesso nel star alla larga e non intasarlo di domande ed attenzioni.
Il nervosismo però non mancava, paralizzando i suoi muscoli momentaneamente da cima a fondo all'entrata di così tante persone... specialmente per una. Le loro espressioni si allarmarono nel vedere cosa avesse attorno al viso, realizzando successivamente di doverselo togliere. Prima però tentò nuovamente di alzare il busto. Faceva un male incredibile, eppure tenne tutto dentro come più potesse, riuscendo nell'intento. Prese qualche respiro profondo per controllare che tutto andasse bene e non necessitasse ancora la presenza del macchinario, poggiandolo sul comodino.
Quella ad avvicinarsi prima di tutti e spezzare il silenzio fu Koharu, quale appoggiò la mazza all'entrata per poi lanciarsi sul lato del lettino. Aveva intenzione di abbracciarlo, ma si dovette trattenere notando la sua assenza di energie.
" wah! Stai bene! Ci hai fatto preoccupare! Come ti senti? "
Esclamò afferrando il suo braccio ed abbracciando quest'ultimo come sostituito. Stranì tutti i presenti con quel gesto, ma non le importava. Aveva rischiato qualcosa per qualcuno ed ora tutti stavano bene. La sua mente era solo focalizzata su questo pensiero.
" che diamine è successo? "
Ignorò completamente la domanda, non volendo risponderla e mostrarsi debole segnando di provare ancora dolore. Anche lì pensava perché Venom non avesse potuto dargli qualche anestetico in più per combattere la sensazione.
Nella stanza calò in un silenzio, i quattro insicuri se dovessero raccontargli la storia per intero e chi dovesse prendere l'iniziativa a farlo. Axel rimase nelle vicinanze dell'entrata mentre Dae-jung ed Izumi si avvicinarono e l'azzurro si schiarì la voce prima di iniziare il discorso.
" vedi... non sappiamo chi sia stato ma ti abbiamo ritrovato sul fondo della piscina durante una passeggiata. Non che qui se ne possano proprio fare di passaggiate ma lo spazio a disposizione è limitato e questo è il massimo che passiamo fare- ahia Koharu! "
Si massaggiò il braccio dopo che la castana ebbe tirato un pugno per segnalargli di non perdersi nel discorso.
" Comunque... Ti abbiamo trovato, soccorso, portato qui, cambiato i vestiti ed asciugato - a proposito, posso chiederti come mai indossi un top sotto la t-shirt? "
Xlx fanciullx dalla ciocca blu si abbracciò il petto arrossendo alla realizzazione.
" m-mi avete spogliato?! "
" sni?? Cioè abbiamo solo levato una delle ciabatte che avevi ancora addosso - l'altra sarà in piscina - e cambiato maglietta. I pantaloni no perché... ovvie ragioni. Prenditela con Izumi al riguardo, non con me. Ha detto lui di farlo perché avrebbe portato la tua temperatura corporea normale! "
Indicò con l'indice il tanatoesteta portò una mano sul petto per segnare quanto fosse ferito, per poi disegnare una faccia arrabbiata sulla lavagna.
" dicevo. Abbiamo provato a fermare il sangue, poi Koharu è uscita a prendere Venom - cosa sia successo di preciso fra le due non lo so e non credo voglia saperlo -, lei ha fatto quel che ha fatto per farti sentire meglio ed il resto della storia già la sai. Phew- domande? "
Continuò dicendo tutto d'un fiato cercando di nom perdersi in altri dettagli, tirando un sospiro alla fine.
L'altrx porse lo sguardo sulla mazza all'entrata e dopodiché su Koharu.
" che hai fatto? "
" avuto una piccola conversazione da donna a donna "
" con una mazza da baseball? "
" era una conversazione da colpire al volo "
" pff- bella questa questa "
Interrompè l'azzurro per via della battuta. Si prese in risposta dei sguardi strani, come se non trovassero nulla di divertente. Portò una mano a grattare la nuca.
" scusate, scusate. Sto ancora nervoso per via della situazione, ahah- ma son felice che ora tu stia bene! Se ti serve qualcosa basta chiedere! "
" uhm... grazie per il salvataggio suppongo? "
" oh no, non ho fatto niente praticamente. È Axel che dovresti ringraziare. Si è buttato in piscina non appena ti ha visto annegare "
... Cosa?
Corruggò la fronte scioccato, muovendo la testa immediatamente verso la direzione del creatore di effetti speciali, il quale fece un gesto della mano senza aggiungere una parola. La situazione si fece più imbarazzante di quanto già non lo fosse per lxi, avendo un contatto visivo che peggiorava il sentimento. Per quanto fosse contento di star ancora respirando, Asahi preferiva rimanere sul fondo della piscina piuttosto che avere sulla coscienza l'essere in debito con... lxi.
" non capisco perché non ti sei avvicinato. Vieni qui, dai "
Come se già non stesse tutto andando a rotoli lo scienziato chiamò il fanciullo dagli occhi colorati a non starsene in disparte. Ottimo. Proprio ciò che lui non voleva.
Axel, una volta avvicinato al fianco del letto, cercò di non apparire influenzato da tutto, porgendo un piccolo sorriso.
" ti serve qualcosa? "
" voglio andare in camera mia. "
La freddezza in quelle parole fu così tagliente che zittì il gruppetto formato.
Non gli importava. Voleva solo andarsene via il prima possibile. Potevano torturarlo per quanto gli pareva ma non avrebbe mai detto grazie all'altrx, tantomeno pensare che ora fosse in debito per il suo "magnifico gesto eroico". Sicuramente l'avrà fatto per farsi vedere il ragazzo perfetto davanti a tutti, mettendolo in cattiva luce. Ah! Neanche fra mille secoli gliela avrebbe lasciata passare liscia.
Tentò di girarsi per scendere, tuttavia al minimo movimento fu spinto giù sul materasso dalla mano di Izumi.
" cretino, vacci piano! "
Lamentò abbracciandosi lo stomaco. L'altro corvino scosse la testa con uno sguardo leggermente deluso, prima di scrivere.
" non dovresti alzarti per i prossimi due giorni come minimo "
" perché? "
" perché si riaprirebbe la ferita, genio! Non ci teniamo a vederti di nuovo coperto di sangue! Ora ascolti cosa Izumi ti dice. Se devi stare qui, starai qui! Fine del discorso. Chiaro? "
Koharu mise una mano sulla sua spalla, stringendo fortemente con uno sguardo rimproverante. Il giocatore di scacchi mandò giù la saliva sentendosi minacciato da quelle parole. Cercò comunque di insistere.
" non voglio starmene qui! Quella porta non si chiude a chiave! Se qualcuno provasse ad attaccarmi ancora? "
" possiamo lasciare qualcuno con te- "
Propose Axel ma venne interrotto.
" che idea di merda! Non me ne voglio star qui! Punto! "
Tentò di alzarsi nuovamente ma la badante lo fermò spingendolo giù con l'indice senza mettere troppa pressione.
" Koharu?! "
" vedi? neanche riesci ad andarmi contro con così poca forza. Axel, vai avanti con la tua idea "
" no, davvero, se non vuole non è un problema "
" esatto, taci "
" madonna, Asahi, ti tiro un pugno e ti faccio svenire per la seconda volta se non la smetti! "
Alzò il pugno per mostrare di non star scherzando, facendo tacere quello sdraiato.
" dicevo che magari possiamo dividerci dei turni per stare con lui. Così non sarà mai da solo e se qualcosa gli accadesse potremmo aiutarlo subito. Possiamo mandare una lista sul gruppo con gli orari, così se qualcuno pensa di poterlo attaccare sapremmo chi è stato "
" è un'ottima idea! Ci sto! "
Complimentò Dae-jung, dando qualche colpetto amichevole sulla spalla di chi avesse proposto l'idea. Koharu ed Izumi annuirono concordando.
" a nessuno qui frega della mia opinione? "
" no! Ormai abbiamo deciso, cespuglio "
" cespuglio?! I miei capelli sono apposto! "
" ti sei visto allo specchio? Sembri una pecora appena pettinata! "
Controbattè Koharu, ricevendo uno sbuffo in risposta. Il battibecco fra i due continuò in qualcosa molto simile alle litigate fra fratelli e sorelle, tirandosi insulti alquanto infantili.
I tre uscirono per avvisare le persone riguardo la decisione presa e tornarono dopo che le acque si calmarono. O meglio, Dae-jung tornò per prendere Koharu e tirarla fuori da lì per evitare altri problemi. Pensò di poter tirare un sospiro di sollievo, alzando nuovamente il busto dal materasso con quella poca forza che avesse per provare a scendere dal letto e camminare. La fortuna non sembrava dalla sua parte perché Axel entrò nuovamente nella stanza, cosa che gli fece tirare un sospiro di esasperazione.
" ugh, che vuoi adesso?! "
" pensavo di stare qui per un po', almeno possiamo toglierci questa storia dei turni alle spalle "
" hai... un punto valido su quello. Però vattene in un angolo e non ti avvicinare e non mi parlare. Non ho nemmeno abbastanza energie per cacciarti fuori "
" ayay capitano "
" adesso mi prendi pure in giro? "
" cosa? No! Era solo un modo di dire! "
" scommetto che te la stai ridendo sotto i baffi. Sappi che non ti devo nulla per questo tuo 'gesto eroico'! "
" non ho detto che mi devi qualcosa... "
Raddrizzò la schiena ed incrociò le braccia al petto con fare offeso.
" specifico lo stesso! "
" okay? Cos'hai lì comunque? Antidolorifici? "
" sono- che ti importa?! Ho detto che non devi parlarmi! "
" tu stai mandando avanti la conversazione "
Non si sa come ma Asahi riuscì a prendere il cuscino dell'altro letto e tirarglielo addosso. O almeno, ci provò. Finì sul pavimento a pochi padsi dall'altro.
" ed ora la finisco! "
Si sdraiò e tentò di girarsi di lato per dargli le spalle, facendosi solo male nell'intento. Contenne quei lamenti di dolore con tutto se stesso, finché un'altra figura entrò in stanza: Mitsuki. Aveva un leggero fiatone nel mentre.
" oddio stai bene! "
" sei la quinta persona che me lo dice oggi "
Non sembrò processare la frecciatina avvicinandosi al letto in cui stava. Nuovamente gli toccò tornare in posizione seduta per non sentirsi in qualche modo inferiore nella conversazione.
" va tutto bene? Guarda, se ti serve qualcosa basta chiedercelo "
" esser lasciato in pace è possibile? "
" o-oh! Sì, certo, esco subito. Volevo solo chiederti una cosa prima "
" cosa? "
" se hai difficoltà a dormire basta un fischio. Posso raccontarti qualche storia della buonanotte per aiutarti "
L'espressione del ferito si contorse in una faccia perplessa ed offesa.
" ... mi prendi per un bimbo? "
" no, no. Guarda che pure a me piacciono! Non c'è nulla di male nell'ammetterlo! Anche ad Axel. "
" no che non mi piacciono, che idee stupide ti fai?! Ora puoi andartene? "
" s-sì, scusa. Però sappi che se cambi idea non mi dà fastidio... "
Aggiunse alla fine prima di uscire, non volendo essergli alcun fastidio.
Axel si lasciò sfuggire un commento a quella scena.
" rozzo... "
" come scusa? "
" potevi essere più educato "
" e tu potevi essere altrove, ma non passiamo avere tutto ciò che vogliamo nella vita "
" ma dico, che ti costa essere più carino con le persone senza esagerare? Non capisco perché parti con un 'buonsalve, buon messere. Come si trova in questa giornata a dir poco splendida? Oh, ma si figuri, buona donna! È solo che un piacere la sua graziosa compagnia' a 'fanculo tutti, siete degli stronzi'. "
Spiegò, cercando di imitare la sua voce.
" ma che ti frega di come mi comporto io con la gente? Sarann cazzi miei! "
" no se finisci per offendere gli altri. Ti ha fatto una semplice proposta "
" non sei stato tu quello che stava per annegare, okay?! Perdonami se adesso non sono proprio nelle condizioni di voler parlare con la gente! Ma che dico? Tanto qui si deve fare come cazzo pare a te perché ti rode culo quando gli altri non ti ascoltano una volta! Il mondo non gira intorno a te, va bene Axel?! "
Quelle parole lo zittirono, portando una mano a passare nei capelli mentre guardava in basso.
" ... scusa "
" agh, quasi quasi preferico rimanere sul fondo della pisc- aspetta, mi hai chiesto scusa? "
Nel bel mezzo del conflitto si ritrovò stranito da quella parola. Lo fissò vedendendo il capo annuire.
" non sarò scosso quanto te dopo tutto questo, ma sto ancora nervoso al riguardo e la nostra relazione non sta andando nemmeno per il verso giusto. Davvero scusa per tutto, ma voglio solo andare d'accordo- "
Quelle parole così pentite gli fecero contorcere lo stomaco, portando un ginocchio ad alzare per appoggiare un braccio ed la testa lì.
" non iniziare col discorso fatto in cucina... "
" ti- ti voglio aiutare come voglio aiutare gli altri qui, okay? Ma ogni mio tentativo non fa altro che venir criticato da te e non so cosa fare, okay? "
" stai continuando a far ricadere tutto su di te "
Tirò un sospiro portando le mani ad unire per trovare la forza di non fat scappare qualche insulto.
" hai ragione, scusa. Ti ho trattato male. L'ho sempre fatto. Me ne pento. Hai le tue ragioni per odiarmi, ma ti chiedo di darmi una piccola possibilità almeno qui dentro, te ne prego. Farò di tutto pur di scovare chi è stato a farti questo, se è quello che vuoi! Vuoi che mi inginocchio per chiederti scusa? Lo faccio! "
" no no, stai fermo lì. Sarebbe imbarazzante "
" ... Allora? "
Questa volta fu per colpa di Asahi se fosse calato il silenzio, interdetto sulle parole che dovrebbe usare. Non distoglieva lo sguardo da lui. Cosa doveva dire dopo tutto questo? Che la sua idea non fosse cambiata? Avrebbe sicuramente insistito finché non avrebbe detto il contrario. Non voleva nemmeno ammettere che la sua determinazione l'avesse toccato. Perché dovrebbe? Perché si sentiva così... schifoso anche solo a guardarlo in quello stato pietoso? La sensazione allo stomaco si fece ancora più forte di prima, provocandogli un senso di nausea e la sua visione non focalizzava l'obiettivo. Voleva mettere un fine a quei tormenti da parte sua... Il senso di disprezzo, d'odio, di rabbia non volevano andarsene. Il ronzio che le sue orecchie provavano diventava sempre più forte ogni istante. I pensieri, le emozioni... Tutto quel caos che non faceva altro che accumularsi veniva nascosto dietro il suo sguardo indifferente. Non poteva fuggire neanche se ci provasse. Era messo in un angolo e nulla avrebbe provato a fermare l'altro. Nulla se non...
" va bene... "
Sussurrò quelle parole che nemmeno le sentì lxi stesso, perdendo il senso della frase.
" huh? "
" ho detto! che... va bene... forse posso chiudere un occhio "
Axel alzò lo sguardo incredulo inizialmente, presto tramutandosi in un'espressione di gioia leggibile soprattutto nei suoi occhi.
" davvero? "
" sei sotto osservazione attenta, però "
" davvero? Non stai scherzando? "
" non farmi cambiare idea... "
" no, no, scusa. Davvero. Non ci posso credere. Tutto qua. Posso abbracciarti? "
Fu una domanda retorica perché lo avvolse fra le sue braccia senza lasciargli tempo rispondere.
" cretino mi fai male- guarda che non è tutto passato! "
Ovviamente lasciò andare la presa a quelle parole, scusandosi al riguardo e proponendo di uscire dalla stanza pee prendere qualcosa da bere e mangiare.
Quando fu lasciato da solo sentì tutta quella pressione mentale alleggerirsi, tanto che crollò per la medesima volta sul materasso, affodando la testa dentro il cuscino. Alzò dopodiché la mano verso il soffitto, coprendo una delle luci accentati là sopra. Le seguenti parole uscirono dal suo cuore senza preavviso.
" sei uno dei più stupidi a pensare di passartela liscia dopo avermi rovinato "
Girò la testa verso il comodino dopo tanto tempo, notando come Venom avesse lasciato lì alcune cose probabilmente usate per l'operazione. Una fra queste era un bisturi pulito, mai usato, probabilmente facente parte di un set che dovette aprire. Lo afferró e nascose sotto il suo cuscino.
Almeno Axel l'avrebbe lasciato in pace per un po' adesso.
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Le giornate seguenti furono qualcosa di molto pesante da mandare giù per tutti a causa dell'incidente. Non era solo Asahi ma anche altra gente iniziava a risultare più paranoica e difensiva quando si trovava in solitudine con qualcun altro. Akihisa non era da meno. Dava sempre sguardi sospettosi e minacciosi a tutti quelli che non considerava suoi amici. E di amici a malapena riusciva a contarli sulle dite di due mani, anzi, di una sola. Eppure gli toccò prendere parte a questi turni di sorvegliare Asahi finché egli non si sarà abbastanza ripreso per tornarsene in camera.
All'entrata si diede lo scambio con Sumire, la quale sembrò alquanto nervosa di dover stare là dentro per un minuto in più. Non gli diede neanche un saluto come si doveva, cosa strana da un personaggio come il suo, ma lasciò stare ipotizzando che si sentisse così perché quellx che stava all'interno neanche voleva compagnia a prescindere. O almeno era ciò che ebbe sentito dagli altri.
Una volta entrato l'aria si fece imbarazzante. Nessuno dei due era abituato a mandare avanti una conversazione, immaginarsi iniziarla. Rimasero dunque a scambiarsi degli sguardi poco educati ma che al contempo concordavano di non voler parlare con l'altrx per via della poca voglia. Su quello si capivano più che bene. Dunque si misero a farsi ognuno i cavoli loro. Asahi tentava di alzarsi e provare a fare qualche passo per la stanza piuttosto che rimandre a leggere le etichette dei farmaci. Dopo il secondo giorno passato lì era convinto di aver imparato a memoria molti effetti collaterali di droghe e medicamenti sugli scaffali. Akihisa invece stava seduto in un angolo della stanza a giocare con i suoi anelli e mischiare le carte dei tarocchi.
Si annoiatono ben presto ed il cartomante naturalmente propose la sua specialità: una lettura delle carte. L'aveva fatta in parte il primo giorno che furono catapultati qui, ma ciò non significasse che non si poteva vedere altro. Il giocatore di scacchi non aveva altro da fare ed accettò.
Non l'avesse mai fatto.
Hisa stava iniziando a stufarsi della gente o una serie di sfortunati eventi che devono prendere luogo nel bel mezzo della sua lettura. Ma proprio leggermente. Non capiva perché non potevano mai farlo finire. Non lo prendevano seriamente?! Preferivano mentire e dire di rimandare tutto a dopo? Od insultarlo, come in questo caso? Per via del disprezzo di una lettura fatta da lxi, Asahi buttò giù le carte sul pavimento, insinuando come non creda a queste sciocchezze. Hisa era una testa calda come pochi, addirittura alla pari con il corvino. Così sfociò un battibecco che si trasformò in urla ed insulti, discostandosi completamente dall'argomento iniziale. Ora capiva la frustrazione di Sumire nel stare con un soggetto come lxi.
Fortunatamente vi fu qualcuno ad origliare la conversazione: Dae-jung. Entrò in stanza preoccupato e tentò di calmare gli spiriti, riuscendoci per poco. Per motivi sconosciuti al cartomante presto Asahi tornò nuovamente a dare di matto, urlando di come non volesse essere in loro compagnia in quel momento per nessuna ragione al mondo.
Ecco perché ora si trovavano fuori dall'infermeria ad aspettare l'arrivo di Airi, la quale si era offerta di scambiare il turno con l'albino, aggiornando la chat al riguardo.
" credo che Asahi non ci trovi simpatici "
Constatò l'azzurro.
L'amico girò piano piano la testa verso di lui prima di dire con tono sarcastico.
" non l'avrei mai detto "
In risposta lo scienziato ridacchiò leggermente nervoso, portando l'indice a grattare una guancia. La manica della sua camicia cadde appena e fu lì che scovò qualcosa attorno al suo polso.
" da quando indossi gioelli? "
" oh dici questo? "
Il ragazzo con gli occhiali alzò la manica della camicia, rivelando un bracciale composto da perle in legno arancioni ed un fiore piccolino fra di essere dello stesso colore e materiale.
" è un regalo fatto da una mia amica. Pensavo di averlo perso ma fortunatamente l'ho ritrovato pochi giorni fa fra le tasche dei miei pantaloni... Forse avrei dovuto controllare meglio prima "
" pff- se è di gioielleria che necessitavi bastava chiederlo. Ne ho un sacco con me "
Detto questo Hisa mise le spalle sul muro vicino appena alla porta, strisciando giù per terra piano piano per sedersi e segnare all'altro di fare lo stesso.
" oh davvero? Pensavo ti servissero "
" cioè sì, mi servono. Però posso prestartene alcuni che non uso spesso. E poi in una delle nuova stanze ci sono gioielli a valanga. Aspetta... "
Fu lui quello a rovistare fra le tasche questa volta, tirando fuori un piccolo anello nero alquanto semplice.
" tipo questi "
" oh! Grazie! Hanno qualche significato particolare? "
" probabilmente sì ma adesso non mi viene in mente adesso... Vabbè "
La conversazione fra i due andava sempre bene. Dae-jung era uno dei pochi che considerava affidabile. Ad Hisa piaceva chiacchierare con un amico così, componendo una parte che lui non sognasse: parlare a vanvera senza sosta. Oddio, non che non capitassero momenti in cui lo facesse, ma erano pur sempre rari. Parlavano del più e del meno, si divertivano con qualche insulto amichevole ed alla fine della giornata non potevano negare che ciò tirava su di morale entrambi.
Questa volta però la conversazione prese una brutta piega, lasciando delle lacune fra una risposta all'altra crescenti da parte del cartomante, probabilmente per via della discussione avuta poco fa. Non che fosse solo quella la causa. Come specificato prima da quando è stato qui solo una volta fu in grado di completare la sua lettura su... Tre? Quattro? Aveva perso il conto addirittura. Più passavano i giorni e più pensava di voler tornarsene a casa. Stava meglio lì a fare il vagabondo notturno nel leggere le carte ai passanti, piuttosto che venir interrotto o criticato da gente della sua età... Di nuovo.
" sai a me manca molto una mia amica "
Quella frase lo fece risvegliare dai suoi pensieri, portando uno sguardo confuso verso la direzione dell'azzurro. Aveva notato la sua solitudine? Doveva maledire la sua espressività in quel caso.
" non che i miei genitori non mi manchino, eh. Voglio bene ad entrambi... Però Saori è stata una figura importante nella mia vita. Le devo molto se oggi sono così "
" ... eri in una situazione brutta? "
" sì, possiamo definirla così. A te chi manca invece? Anche se ti parlo tutti i giorni non so nulla di te. Dato che non abbiamo molto da fare, ti va di parlarne? "
Hisa inclinò la testa di lato, interdetto su come rispondere alla proposta. Successivamente tirò un sospiro, incrociando le braccia al petto.
" devo ammettere che mio padre mi manca assai "
" eravate molto legati? "
" già, anche lui un cartomante. Mi regaló il mazzo dei tarocchi, sai? "
Mostrò questo al ragazzo seppur praticamente tutti era a conoscenza di questo.
" oh! È da lì che hai iniziato a praticare cartomanzia? Che figo! È tipo, una di quelle cose fighe con dietro una storia che mandate avanti da generazioni? "
" ahah, no "
Fece finta di ridere prima di guardarlo con una faccia seria con una piccola pausa.
" sarebbe stato interessante però "
Aggiunse concordando su quanto questo dettaglio potesse rendere la storia della cartomanzia più intrigante.
" i miei sono praticamente scappati di casa giovani. Mio padre ha deciso di darsi alle letture delle carte in cambio di soldi. Mia madre... eh... "
Sembrò riluttante nel voler raccontare qualcosa sul suo conto per qualche ragione. Dae-jung portò una mano sul petto e disse:
" non mi dire che faceva la prostitu- "
" NO?! faceva la cantate di strada, scemo! "
" oh- ooooh! Okay, okay, ho pensato malissimo. Scusa. Sembravi non volerne parlare per qualche motivo, eheh "
Quella parte di Kyoto non era mai stato un luogo dove la pace ed il silenzio regna, neanche di notte. Non in un modo negativo anche se dei svantaggi vi erano. Si trattava di una parte che mai dormiva, sempre viva e, durante la notte soprattutto, si trovavano gli eventi più interessanti. Come esisteva Shinjuku per Tokyo, questo quartiere c'era per Kyoto. Non sarà mai stato più popolare quanto esso, ma la sua piccola fama interna l'aveva creata per poter mandarla avanti. Negozi in mezzo alla strada, pub notturni, discoteche, sale d'azzardo, mercatini aperti 24 ore su 24... Insomma tutto ciò che ci si possa aspettare di trovare accessibile quando il sole andava a dormire.
Quello non era l'unico momento solo per le agenzie e le costruzioni, ma anche di mercanti nomadi o persone che proclamavano di poter leggere il tuo futuro con delle semplici carte, leggerti la mano o anche solo attraverso una sfera di vetro.
Shiroi era una di quelle persone. Un diciottenne in cerca di clienti, persone interessate, a scovare la realtà dei propri futuri e ricavarci qualche soldo come ricompensa. Quella parte di Kyoto era la sua meta, il suo luogo di lavoro. Era letteralmente il suo sogno poterlo fare sin da quando ha scovato il significato dei tarocchi. Era certo di averne la stoffa già da così giovane, era certo di avere il giusto potenziale per ricevere un certo titolo ammirabile sulle strade e magari diventare popolare. Credeva nella lettura delle carte, credeva nel potere che esse avessero.
Ma solo perché lui ci credeva non significasse che gli altri facessero lo stesso...
I suoi genitori erano totalmente contrari a questo suo hobby, spiegandogli come fosse solamente tempo perso quando dovrebbe concentrarsi sugli studi e provare ad entrare all'Università ora che stesse per laurearsi. Questa attività non veniva analizzata oltre ad un ostacolo per il suo futuro. Ci perdeva ore di sonno e di studio. Non andava affatto bene.
Non erano nemmeno gli unici a trovarla stupida come cosa... I suoi stessi clienti certe volte gli andavano contro nonostante avessero avuto l'iniziativa di partecipare, rifiutandosi addirittura di pagarlo. Il motivo? Perché proclamava di raccontar verità e la verità faceva male. Quando qualcosa non andava come loro volevano, finivano quasi sempre per arrabbiarsi con lui, tirargli insulti, od addirittura il tavolo che usava come supporto, per poi andarsene via insoddisfatti.
Questa... Era una reazione che odiava con tutto il suo cuore. Ma hey, non poteva farci nulla se le persone non volessero accettare il loro destino. Era una loro responsabilità non se crederci o meno. Egli non aveva colpe, ne era certo. Non li stava maledicendo, ma dettando ciò che il fato gli stesse preparando. Eppure dopo tutte queste spiegazioni doveva sempre subirsi la loro ira.
Ed anche questa notte era ancora successo.
Ad una donna di giovane età, attorno ai 20-25 anni, era arrivata da lui aspettandosi di ricevere quanti più complimenti e cose buone grazie al suo bel aspetto. Shiroi non poteva negare di trovarla attraente, ma doveva separare il lavoro dai suoi sentimenti. Non doveva farsi influenzare e non l'aveva mai lasciato fare. Carte del passato? Tutto liscio come l'olio. Carta del presente? Come aspettato, riguardava la sua fama fra uomini, ricchezza e bellezza. Il suo futuro? ...non proprio ciò che si aspettava. Totalmente no. Essere sotto il controllo di qualcun altro? Non avere libertà? Che razza di futuro è mai questo?! Uno di quei... tizi... Non aveva il compito di farsi piacere dai clienti così che li pagassero? Perché dovrebbe mentirgli in tale modo?
La sua rabbia immensa fu il motivo per cui Shiroi dovette prendere una pausa, sistemare la sua attrezzatura portatile e trasferirsi in un punto più lontano dopo aver attirato un'attenzione che non voleva. Per qualche passo stava venendo seguito dalla donna, finché non iniziò a correre via verso i vicoli stretti, conosciuti come il palmo della sua mano.
Seminata poté tirare un sospiro di sollievo, anzi, più sospiri alla volta perché la corsa appesantita l'aveva stancato assai. Fu allora che sentì una melodia fare eco per quello stretto corridoio.
Era alquanto ritmica come base, eppure la voce era così dolce e pacata. Un contrasto che riusciva ad arrivare subito all'orecchio. E, oh cielo, era davvero ascoltabile! Non capiva le parole della canzone tuttavia... Diamine. Ormai si era incuriosito fin troppo per lasciar stare la situazione e si diresse verso dove la musica provenisse. Davanti a lui si presentò una delle strade più popolate dalle persone e dai supermercati aperti 24 ore su 24, pieni di luci delle insegne e dei lampioni.
Dietro la folla, dall'altra parte della strada, c'era chi stesse cantando la canzone. Non la vedeva chiaramente da quelle distanze, ma era una donna dai capelli neri. Si dovette fare spazio fra tutta quella gente per vederla più vicino, notando la sua pelle pallida ed i suoi occhi azzurri magnifici quanto la sua voce.
" come on. Tonight, tonight, at that place. Everyone, let's go, hurry! Rattata! "
Ne rimase affascinato, incantato, ipnotizzato e tutti i sinonimi di quei termini. Davvero... Wow. Non sapeva cosa dire lasciò la sua bocca pendere come pochi. Come faceva la gente a non fermarsi per rimanere ad ascoltarla? Come facevano ad ignorarla quando l'avevano davanti a lei?
" that's good, that's great if you feel envious. A carefree child dances happily, unknownigly! "
[...]
" is that all right? Is that fine? I open my eyes. Today and even tomorrow, let's all play together! "
Una volta terminata la canzone, quel piccolo pubblico composto da cinque persone come massimo ebbe iniziato ad applaudire soddisfatto della sua performance, ricevendo un piccolo inchino da parte di lei. Naturalmente come ogni cantante di strada che ci si aspetti le furono dati dei yen per finanziare la sua musica, seppur pochissimi ma non se ne lamentava mai perché ogni centesimo fino all'ultimo era importante!
Tutti se ne andarono ben presto per occuparsi delle loro faccende.
Tutti apparte loro due.
Shiroi era rimasto come un imbranato davanti a lei con delle banconote da yen in mano, quelle fatte quella misera sera, senza però dargliele od altro. Rimaneva... Lì. Fermo impalato.
Lei invece rimase a guardarlo mentre teneva in mano il microfono, inclinando la testa da una parte appena per mostrare la sua confusione riguardo un suo ex-spettatore.
" tutto bene? "
" o-oh! Sì, sì. Ecco a te "
Rosso sulle guance gli consegnò direttamente sulle sue mani il denaro, notando solamente adesso la differenza d'altezza che avessero, ossia lei era più alta di lui. Si inchinó per ringraziarlo e lui rispose che nulla poteva migliorare la sua giornata se non questo.
" hai una voce fantastica! Davvero! Solo che... Wow. Non so nemmeno da dove partire, ahah. Non credo di averti mai sentito prima d'ora, se no sarei arrivato ogni sera qui ad ascoltarti! "
" oh, grazie infinite, davvero. Questo conta molto per me. Però è vero che questa è la mia prima volta come cantante in questo quartiere. solitamente vado dove la gente possa ascoltarmi più facilmente, ma avevo voglia di aria fresca ed eccomi qui. Ho già fatto il triplo di quello che prendo solitamente da altre parti "
" beh, in fondo questa parte della città non dorme mai! Ti dò il mio benvenuto allora: sono un veterano e conosco questo posto come pochi. Mi chiamo Shiroi, e tu? "
" Yuri, piacere si conoscerti Shiroi. Cosa fai di bello qui? "
" ecco, uh, vedi, sono un cartomante! Leggo le carte ad altre persone e tento di svelare il loro futuro. Ecco, guarda il mio mazzo! "
Tirò fuori dalla tasca i suoi amati tarocchi, lasciandola leggermente a bocfa aperta.
" 'lettura delle carte' hai detto? Sembra un argomento interessante ad esser sincera! "
" ma lo è! Vuoi provare? Questa volta non ti costerebbe nulla! "
" posso? Perché no! "
" perfetto, fammi trovare un posto dove possa aprire il tavolo "
Aggrottò la fronte per guardare attorno a sé un posto libero da qualche parte.
Una parola tira l'altra e divennero subito amici con in comune più cose di quante ce se ne possa aspettare.
Una conversazione tira l'altra e divennero fidanzati, innamorati l'uno dell'altra senza controllo. Un'amore ardente come pochi.
Scapparono di casa qualche mese dopo per riuscire ad avverare i loro rispettivi sogni, prendendo un appartamento proprio in quel preciso quartiere di Kyoto. Shroi aspirava alla cartomanzia, mentre Yuri voleva divenire una cantante pronta ad intrattenere chiunque nel bel mezzo della strada. Non erano lavori nobili o di grande uso alla società, ma a loro piaceva questa vita. Creature della notte si addentravano per prendere il loro piccolo bottino in un modo o nell'altro.
Presto però questa cosa non bastava, volevano portarla ad un altro livello. O meglio, Shiroi voleva. Per quanto amasse fare il cartomante, un altro sogno nel cassetto era di essere padre. La sua compagna non era troppo gioiosa dell'idea ma la sua influenza le fece cambiare idea, trovandola più tollerabile. In fondo formare una famiglia non sarebbe stato male.
Quel nuovo arrivo si presentò prima del dovuto, fin troppo prima a quello che avessero pianificato. Però non vollero interrompere la gravidanza, prendendo quest'opportunità al volo. Nove mesi a questa parte la donna diede al mondo un bambino. Il suo nome? Akihisa Nakamura. Era in salute e non vi furono danni fisici per nessuno dei due durante il parto. Shiroi era contento di poter vivere la sua vita sognata insieme alla donna della sua vita e suo figlio.
Col tempo dovettero esserci molti cambiamenti purtroppo. Quello stile di vita, seppur bello, non riusciva a portare molti soldi di quanto se ne necessitava. Yuri in quel periodo cambiò completamente a sua volta. Non era più la donna lucente, carismatica di un tempo, sfinita da questa valanga di novità e responsabilità da neo mamma. Non aveva più tempo per la sua carriera, rimanendo confinata in casa a prendersi cura del bimbo.
Non lo odiava, no.
Odiava questa nuova vita.
Non era così che si immaginava il suo futuro. Chiusa dentro casa per prendersi cura di un neonato al posto di poter uscire ogni notte a fare festa come un tempo. Come si era trovata in un cambiamento così ampio nel passare di... Nemmeno due anni? Cosa aveva fatto di sbagliato?
Nervosità e rabbia permanevano nella sua testa e quest'ultime furono ciò che più eredito dai suoi genitori. Veniva preso con cura da parte della donna, gli dava cibo e dei bagni, ma c'era anche una carenza d'affetto che cercava di essere colmata da quella del padre.
Con gli anni Akihisa crebbe e questa ostilità da parte di Yuri si fece sempre più sentire, seppur non era fisicamente violenta nei suoi confronti.
Era una apparente semplice sera del giorno prima del suo compleanno.
Hisa aveva intorno ai sei anni e per l'ennesima volta la madre aveva trovato qualcosa per cui criticarlo senza sosta: mangiarsi le unghie. Continuava a blaterare di come fosse disgustoso, non igenico, stupido e che solo le persone stressate potesserlo farlo come reazione alla fatica. Lui era solo un bambino, cosa ne poteva sapere di stress e pressione psicologica, no? Era stupido doverlo fare adesso a quell'età perché "non è adatto e le persone ti prenderanno in giro".
Nel giro di una mezz'ora riuscì a portarlo in lacrime da quanto insistente e verbalmente violenta stava essendo riguardo a ciò. Quando suo padre tornò ad lavoro ed entrò in quella scena, chiese immediatamente spiegazioni al riguardo e sentendo la storia una litigata scoppiò, portando il ragazzino a cambiare stanza in quella dove lui stesso dormiva. Non era proprio definibile camera da letto...
Le urla furono così forti, eppure Hisa a stento riuscì a capire cosa si stessero dicendo. Solo schiamazzi ed insulti da parte di lei mentre l'altro tentava di esser autoritario ma rispettoso nei suoi confronti. Quella sera lei decise di andare a dormire sul divano ed il giorno dopo non vi fu altro che un biglietto indirizzato a Shiroi.
" scusa ma non è questa la vita che mi immaginavo con te. Non lo volevo e me ne pento. Non cercarmi.
— Yuri "
Quelle parole lo colpirono più forte del dovuto la mattina presto, cercando di nascondere le lacrime da suo figlio per non rovinare il suo compleanno. Oggi faceva sei anni precisi. Un bambino sano e forte che aveva vissuto qui dentro, in un ambiente non proprio buono, per sei anni.
Come poteva fare a recuperare tutto quel tempo sprecato, usato solamente per rovinare la foto perfetta in cornice nella sua mente? Probabilmente mentirà a suo figlio e gli dirà che la madre sarà andata via per qualche giorno, spiegando qualche giorno, settimana, mese più tardi di come non sarebbe più tornata.
Oggi doveva solo pensare positivo.
Un sorriso stampato in volto quando lo svegliò per fargli gli auguri e dargli il suo primo regalo di compleanno: il suo amato mazzo di carte. Quello che usò la sera del loro primo incontro. Ancora oggi poteva sentire la sua voce melodiosa cantare come se fosse la prima volta a sentirla.
Hisa si portò una mano in faccia, trattenendo una risata e rimanere serio.
" un po' sì. Però è un'altra storia. Sapevi che alle elementari ero il ragazzo più popolare della scuola? "
" davvero? Come mai? "
" per le carte, ovvio! Almeno lì quelle letture me le lasciavano fare e dio sa solo perché da quando sono qui sembro essere maledetto! "
" effettivamente ti avrò intravisto solo una volta nel portare al termine quelle storielle. Ma sono sicuro che un giorno ci riuscirai. E tutto il mondo sarà un posto migliore "
" ahahah, modestamente. Che ne dici magari se quel giorno facessi a te una lettura? Magari posso scoprire se tu e la tua amica vi sposerete "
Aggiunse con un tono più scherzoso e sarcastico del normale.
Dae-jung arrossì in risposta.
" m-ma no! Guarda che la vedo più come una sorella maggiore, sarebbe stranissimo se succedesse...! "
Hisa continuò a ridacchiare.
" solo le carte ce lo diranno "
_____________________________
La giornata passava e Mitsuki attualmente si trovava da sola per i corridoi della nuova zona. Inizialmente voleva chiedere ad Axel di farle compagnia ma quando andò a bussare alla sua porta nessuno rispose. Significava che sarà uscitx per gli affari suoi e magari l'avrebbe incontratx nel bel mezzo del cammino.
... Cosa che non successe fino ad ora, anzi, doveva ammettere che proprio nulla stava accadendo mentre passava per le vecchie zone esplorate. Era tutto così silenzioso... Forse fin troppo.
Tuttavia questo cambiò quando, appunto, si ritrovò nelle vicinanze della sala piena di vestiti.
Da dietro sentì una voca avvisarla.
" fate largo! "
Si girò e spostò verso i muri del corridoio per vedere Sumire camminare all'indietro mentre trascinava di peso qualcosa di pesante, o meglio, qualcuno di pesante. In tutti i sensi.
Una volta passata davanti a lei con non curanza vide che ad essere trascinato da una gamba era Hisa, il quale non faceva altro che lamentarsi e pregare di esser lasciato andare.
" NOOOOOO! T'ho detto che voglio starmene in camera! "
" bla, bla bla! Non riesco a sentirti. Sono troppo occupata a trascinarti! "
" SUMIRE QUESTA ME LA PAGHI- "
Riuscì ad afferrare la caviglia della narratrice, alzando lo sguardo verso l'aiuto.
" SALVAMI TI PREGO! "
" NO! LASCIALA STARE "
Dovette mollare la presa subito dopo e, aprendo il palmo della mano, urlò:
" DITE A MIO PADRE CHE GLI VOLEVO BENE!! "
Finendo per esser trascinato dentro la sala dei vestiti.
La lilla rimase... a dir poco sorpresa.
Cosa era appena successo?
Lo shock la fece fermare sul posto, sentendo i suoi muscoli irrigidirsi.
" wait for me, the one and only star of the show! "
Dalla stessa via dove gli altri due erano sbucati comparì Naomi con passo veloce, probabilmente seguiva i due litiganti. Quando vide la fanciulla si fermò al suo fianco e, unendo le sue mani, la guardò con un sorriso felice:
" oh my, Mitsuki! There you are! Would you join us to our party? "
" party? Da quando c'è un party? "
L'attore portò una mano davanti alla bocca e lasciò sfuggire un urletto.
" don't tell me you didn't read the news sweet Valeria gave us? C'mon, leggi la chat sul tablet "
La affrettò a prendere il E-Handbook e scrollate nella conversazione. Effettivamente non aveva toccato l'oggetto oggi ed in alto a sinistra c'era un cerchietto rosso con sopra un uno in bianco. Lo cliccó e la portò sulla schermata dei messaggi del gruppo.
Valeria Kamei:
" buongiorno a tutti voi. Innanzitutto vorrei farvi sapere quanto mi dispiaccia per l'incidente avvenuto in piscina un paio di giorni fa. Ho notato come molti non stanno essendo più collaborativi come una volta e capisco perfettamente il motivo dietro tali azioni. Detto ciò, non voglio arrendermi a unificare il gruppo nonostante questo avvenimento ed ecco perché pensavo di organizzare una piccola festa oggi pomeriggio nella sala-armadio esplorata di recente. Siete tutti invitati ad aiutare e farne parte! Tuttavia vi richiedo di avvisare qui in precedenza della vostra partecipazione, così da avere ugualmente la situazione sotto controllo.
Ci si vede al luogo descritto! "
Inviato: 08:12
A seguito di esso vi erano le risposte corrispettive di Sumire, Naomi ed Akihisa. Vi erano pure altre, ma la conversazione si concentrò su due di loro.
Sumire Hamasaki:
" una festa della moda?! Vengo subito a darti una mano!!!! "
Inviato: 08:13
Naomi Sawyer:
" COUNT ME IN!!! "
Inviato: 09:37
Akihisa Nakamura:
" no. "
Inviato: 09:42
Sumire Hamasaki:
" Hisa, puoi scendere in cucina un attimo? "
Inviato: 09:45
Akihisa Nakamura:
" no. "
Inviato: 09:45
Sumire Hamasaki:
" okay, devo andarci con le cattive, capito "
Inviato 09:46
Akihisa Nakamura:
" oh no... "
Inviato: 09:47
Adesso si spiegava il collasso visto prima perlomeno. Alzò gli occhi davanti a sé per vedere Naomi nella stessa posizione di prima, aspettando una risposta da parte sua.
" so, are you in? It's gonna be lots of fun! "
Rimase a guardarlo pensandoci su. Per cambiarsi in privato non era un problema poiché della presenza dei camerini. Ma se qualcosa non le sarebbe stato bene? Se fosse della taglia sbagliata? Se la scoprisse troppo? Se ci impiegasse troppo tempo a decidersi? Se occupasse il camerino per troppo tempo ostacolando il resto delle persone? C'erano troppi contro che rischiava a causa di... problemi personali riguardanti il suo corpo fragile.
Ma non voleva nemmeno lasciare sulle spinte il ragazzo davanti a sé e renderlo triste per il rifiuto. Se poi non si sarebbe divertito come dovrebbe perché si preoccuperà di lei? Se finisse per essere l'unica esclusa dal gruppo per via di queste sciocchezze?
" ehm... everything alright? "
La punta di preoccupazione già si stava facendo sentire, cosa che l'allarmò per la seconda volta oggi.
" oh no, no! Va benissimo! Vedrò di aiutare quanto più posso..! "
Fu in quel momento che l'albino dalle punte rosa scoppiò pieno di entusiasmo dalla risposta, saltellando sul posto, battendo le mani e ridacchiando.
Uno piccolo sorriso sfuggì dalle labbra di lei a quella scena ed interamente tirò un sospiro di sollievo. Lui unì le mani di lei nelle sue, ringraziandola infinitamente e riempiendola di complimenti prima di trascinarla dentro la stanza della sudetta festa.
Al suo interno c'erano persone quali presenza era ovvia, ossia Valeria, Sumire ed Hisa - ancora che litigano.
Altri invece erano Airi, Izumi, Koharu - strano -, Dae-jung e... Axel. La lasciò un po' confusa la sua presenza, soprattutto nella situazione in cui si trovava.
L'atmosfera in cui si imbatté immediatamente fu tranquilla ed amichevole. Tutti i presenti stavano contribuendo in un modo o nell'altro nella decorazione ed abbellimento. I camerini ed alcuni armadi era già aperti e pronti all'uso, agli angoli della stanza delle luci di scena stava illuminando la pista, il divano fu spostato verso un lato per liberare spazio ed addirittura una tavolo pieno di snacks fu portato in caso qualcuno avesse voglia di mangiare.
Se da una parte altri discutevano ed organizzavano il luogo, addirittura già scegliendo alcuni vestiti da provare, dall'altra c'erano Valeria ed Axel seduti sul divano in mezzo alla stanza e chiacchieravano tranquilli. La ragazza sembrava star spiegando qualcosa all'altro, quale ascoltava e dava le sue idee in cambio concentrato sulla discussione. Era una vista... Inusuale.
Non che la detestasse! Era felice di vedere i due andar d'accordo. Rimaneva un punto interrogativo da quando, come e perché non stavano in competizione questa volta.
" di' 'cheese'! "
" ah! "
Non ebbe tempo di reagire che un flash le comparì davanti agl'occhi, acceccandola e portando le mani a grattarseli. Quando tornò a vedere per bene si trovò davanti la giornalista con una fotocamera in mano, concentrata sullo schermo di quest'ultima per vedere come fosse uscita.
" woops, mi è scivolato il dito. Sei comunque uscita carina, devo ammettere "
Gliela mostrò e Mitsuki ridacchiò leggermente nervosa al riguardo. Non le andava a genio venir fotografata. Non come Naomi vorrebbe esserlo, almeno.
" oh, oh! Me next! Me next! "
" chill, sto cercando di fare foto di tutti quanti. "
" but you still didn't take a picture of me! Look! It's not my fault I'm so photogenic, okay? I NEED to be in as many photos as possible if you want your little report to be wonderful! Aren't I right, Mitsuki? "
" uhm, suppongo di sì? "
" okay, okay. How about this: ora faccio le foto a tutti quanti e più tardi riservo un set fotografico solo per te nell'aula giochi "
" YES! YES! I LOVE IT! SEE YOU THEN! "
Il ragazzo corse via verso gli armadi per frugare dei vestiti che potrebbe usare per mettersi in posa.
" ma non abbiamo trovato una sala giochi..? "
" no, ma questo non lo deve sapere- HEY HISA, DOVE CREDI DI STAR ANDANDO?! "
Vide l'interessato sulle punte dei piedi che cercava di sgattaiolare via proprio quando pensava di non essere stata visto. Fu beccato e iniziò a correre, venendo seguito dalla castana per poi essere trascinato nuovamente dentro.
Ancora una volta rimase ferma dove stava per via della velocità degli avvenimenti accaduti fino ad ora, iniziando a trovarli più di suo gradimento man mano che i secondi passavano.
Questa volta ad approcciarla fu Axel con un sorriso con soddisfatto.
" hey! Alla fine sei arrivata pure te! "
" eh già. Se serve una mano basta chiedere "
" in realtà credo che abbiamo già finito di sistemare tutto quanto, aspettiamo solo di iniziare "
" oh, chiaro. Quando arrivano gli altri? "
" se parli di Yuri, Shiori, Asahi ed Hyo, temo che non si presenteranno. Yuri e Shiori han detto di rimanere in camera loro. Asahi invece mi ha riferito che preferiva stare in infermieria e quindi a controllarlo abbiamo lasciato Hyo perché era l'unico che non aveva ancora fatto un turno... Non sono sicuro se fosse stata una buona idea in realtà "
" Asahi te l'ha riferito? Avete fatto pace? "
" qualcosa del genere, sì. Almeno adesso non mi ignora od insulta "
Si lasciò sfuggire un piccolo ridacchio a quella frase, trovata ironica da se stessx.
A sentire la notizia iniziò a provare gioia per il creatore di effetti speciali.
" felice per voi allora! "
" grazie. È anche merito tuo che non mi hai lasciato arrendere così facilmente "
" ma no, non ho fatto nulla "
" dai su, non fare la modesta adesso. Te lo devo! Che ne dici di spostarci con gli altri? "
" certo... Se posso chiedere però: cosa è successo con te e Valeria? "
" oh-! Ho deciso di aiutarla questa volta perché l'idea non era male "
" pensavo non ti piacesse sia la sua idea che lei come persona "
" m-ma no, dai! Quando mai mi sono comportato scontroso nei suoi confronti? "
Inclinò la testa di lato ed incrociò le braccia al petto mentre lo guardava con una faccia che urlava: "sappiamo entrambi la risposta".
" ... okay FORSE non è la più simpatica. P-però oggi ci siamo dati tregua "
L'espressione si tramutò in un sorriso per l'onestà e la proposta, aprendo la sua mano davanti a lxi. Inizialmente ricevette uno sguardo confuso e smarrito, non capendo cosa volesse o, se lo avesse fatto, avesse afferato il messaggio giusto. Si diede successivamente coraggio ed afferrò la mano con la sua, stringendola dolcemente prima di avviarsi del resto del gruppo.
Naturalmente questo tornò all'occhio di alcuni personaggi quando tutti furono riuniti, Sumire soprattutto con le sie espressioni facciali che praticamente urlavano quanto intrigata fosse nella loro relazione. Eppure nessuno disse nulla al riguardo, continuando la conversazione come se nulla fosse.
Un argomento preciso non c'era. Si partivano dai complimenti, ai commenti d'eccitazione, alle discussioni. Valeria, creatrice principale di tutto ciò, batté finalmente le mani e silenzio calò in sala:
" grazie mille per esser venuti qui ed avermi - no che dico! Averci! - aiutato nell'organizzazione di tutto questo. Ho scelto proprio questo posto perché, come alcuni avranno già sentito, pensavo che sarebbe stato bello provare e cambiare vestiti per dare una nuova aria al tutto. In fondo dubito che vi sentitate a vostro agio con... Ciò che avete addosso. E... Uhm, peggio per voi se osate vestirvi male. Buona festa, suppongo! "
Un piccolo giro di applausi vi fu dopo il discordo d'apertura e naturalmente i camerini si fecero già pieni. Airi e Koharu fecero in fretta a prendere i loro vestiti - scelti da Airi principalmente - ed entrare nello stesso camerino per cambiarsi. Quando uscirono mostrarono a tutti i loro vestiti diversi e magnifici. Quello di Koharu era rosa, composto da una gonna corta ma pomposa e spalline rappresentanti due sfere tagliate. Airi invece vestiva un intero azzurro che, rispetto alla sua amica, era più lungo e meno pomposo. La parte superiore era decorata di vari motivi fioriti.
I prossimi che volevano andare erano Naomi e Sumire, quest'ultima volendo trascinare il cartomante ma egli sembrava totalmente contro l'idea. Ecco perché ora fu lxi quello a trascinare qualcuno a fare qualcosa che volesse lui, ossia Dae-jung. Era più che altro una richiesta d'aiuto perché provava paura a solo pensare cosa la giornalista volesse fargli mettere.
Quando questa coppia uscì in contemporaneamente mostró a tutti il suo fascino. Entrambi stavano praticamente indossando lo stesso identico outfit con poche varianti, come ed esempio Sumire indossava una gonna. Riassunto in breve indossavano una camicia bianca, cravatta nera e giacca, pantaloni e gonna dello stesso colore. In più le giacche erano appoggiate sulle loro spalle, dando un aspetto più professionale ma attraente. I due fecero una posa in aggiunta, toccando la schiena dell'altro con la propria per poi mettere le mani in un gesto simile ad una pistola.
Ovviamente ora l'albino doveva mantenere la suddetta promessa e cercò di discutere all'ultimo momento cosa mettere con l'azzurro, notando come i dur avessero totalmente gusti opposti in fatto di vestiti: semplicità e dettagli. Una soluzione la trovarono per miracolo e finirono entrambi ad indossare la stessa identica cosa. Una camicia celeste chiarissima con sopra una maglia senza maniche nera, un cardigan, dei pantaloni neri che diventavano più larghi man mano che scendevano ed infine per comodità delle semplice scarpe coi lacci blu scuro. L'unica piccola differenza era che Dae-jung aveva la camicia dentro i pantaloni mentre Akihisa la lasciava fuori.
Le coppie finirono ed il resto decise di cambiarsi in singolo, più o meno.
Il turno toccò alla coordinatrice e co-coordinatore del gruppo. Valeria aveva definitivamente il vestito più bello e semplice ma elegante e provocante. Si trattava di un lungo abito senza spalle rosso scuro, avendo sui bordi delle linee dorate e sulla gonna una spaccatura che arrivava fino poco sotto i fianchi, e dei tacchi rossi con tanto di guanti neri che arrivavano fino sopra i gomiti.
Axel invece si decise per qualcosa di particolare, trovato per caso quella mattina. Le scarpe indossate erano una sorta di mocassini neri con una parte centrale bianca, i pantaloni dello stesso colore erano semplici così. Ciò che tornava subito all'occhio era la giacca bianca e dettagliata. I motivi sui bordi erano neri con, ad ogni angolo, delle rose nere. La giacca davanti era corta mentre dietro si allungava indietro finoba quasi toccare il terreno. La cintura dava l'impressione di esser ciò che teneva la giacca chiusa, con l'aggiunta di un piccolo fiocco viola ddi lato. L'apertura sul petto era alquanto ampia e naturalmente per coprire aveva indossato una maglietta nera sotto. Le maniche erano pompose verso la fine ed erano tenuti stretti da una corda per più l'effetto.
L'unica a mancare fu Mitsuki, quale era insicura se veramente volesse cambiare in qualche altro vestito più elegante, sempre se ne avesse trovato uno che non l'avrebbe fatta sembrar brutta. Dall'altra parte non cambiarsi l'avrebbe solo fatta sentire più esclusa, provando un ulteriore senso di inferiorità. Fate largo però perché Koharu ed Airi non avevano intenzione di lasciare la loro cara amica in quelle condizioni, trovando un vestito adatto all'occasione. La spinsero un po' di forza lì, incoraggindola e promettendole che le starà da dio il completo.
Quando uscì rivelò il completo con tanto di cappello di paglia. Le maniche erano belle lunghe, color crema e leggermente larghe mentre l'apertura si fermava appena sotto il collo. Il vestito sembrava essere un pezzo separato, colorato di nero a quadri e tante linee di colori scuri. Le scarpe erano nascoste dalla gonna lunghissima, riuscendo sempre a non farla inciampare.
Bisognava ammettere che le si addiceva al corpo e dava proprio l'aria di qualcosa "alla Mitsuki", elegante, semplice e forestiero. Qualcosa che una protagonista di una fiaba proveniente dalla campagna indoserebbe.
Non mancavano naturalmente i complimenti e le foto fatte dalla giornalista, quale ad ogni uscita tratteneva un urletto da fanatica per via dell'emozione e della gioia. Proprio come farebbe una quattordicenne alla vista del suo idolo preferito.
E sopratutto non mancava la foto di gruppo, sempre una sua idea.
Dovettero spostare il divano per avere uno sfondo più decente e tagliabile in caso avesse bisogno di portare modifiche e stare a sentire ad ogni sua critica stava essendo abbastanza scocciante.
"Davanti seduti vanno quelli più bassi",
"quelli alti vanno dietro",
"no, Naomi, non puoi stare in mezzo con le gambe incrociate",
"Hisa, vedo che cerchi di nasconderti, stai seduto",
"Valeria sei perfetta",
"no, Axel, non possiamo sparaflashare le luci davanti a tutti perché poi si accecano e nessuno compare bello. Non dovresti saperle 'ste cose?!",
"Mitsuki, Airi, state con la schiena dritta per favore",
"Koharu smettila di darmi il medio",
"Izumi, l'idea della lavagnetta con un sorriso è davvero adorabile. Te la lascio"
Dopo gli ultimi ritocchi sono riusciti a mettersi in ordine. Koharu, Hisa, Dae-jung, Mitsuki, Airi e Sumire si erano posizionati seduti davanti sul divano, mentre Axel, Naomi, Izumi e Valeria stava ad occupare spazio dietro essendo loro i più alti del gruppo.
" quando scatta il timer? "
" fra qualche secondo! Mettetivi in posa! "
Fecero come detto e pochi istanti dopo qualche flash partì della camera, ora appoggiata su un oggetto apposito per catturare il momento.
E si doveva ammettere che l'immagine stesse catturando dei animi risollevati nonostante le avversità.
Quanto sarebbe stato bello se tutto potesse rimanere uguale come in una foto...
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Buonasera a tutti!
Sorpresa, sorpresa! Questo capitolo è uscito più presto del previsto e ne vado abbastanza fiera.
Vorrei scusarmi per aver dato delle false speranze riguardo ad un possibile secondo protagonista in questo capitolo, ma ho dovuto apportare delle modifiche dell'ultima ora per via di vari eventi che accadranno in futuro 💔
E come al solito spero il capitolo vi sia piaciuto e chiedo scusa per eventuali errori grammaticali e/o ortografici. Devo ammettere che essendo adesso (momento della pubblicazione) notte, vi troverete con molte parti non corrette. Chiedo scusa anche per quello,,,
Solitamente per allungare metterei dei fun facts ma l'unico che mi viene in mente è il fatto che io sia ossessionata (battutona) con Candy Crush.
Ah sì, il prossimo capitolo sarà quello riguardante l'omicidio! Se avete delle idee di chi possa essere la vittima io sono tutta orecchie.
Detto ciò,
Al prossimo capitolo!
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