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| Sette |

Erano passate due settimane da quel bacio e May non faceva altro che pensarci. Lei e Lando si sentivano tutti i giorni attraverso i messaggi o le chiamate, ma non si erano più visti a causa degli impegni lavorativi del pilota.
Presto sarebbe inizia la stagione di F1 e lui sarebbe partito portando con sé i ricordi di queste ultime settimane invernali.
Era stato bello, senza ombra di dubbio, ma forse doveva rimanere solo un bel pensiero.
May questo, non riusciva a toglierselo dalla testa. Una volta che Lando sarebbe tornato a correre, di loro (sempre che ci fosse davvero un loro) non sarebbe rimasto nulla.
Lei sarebbe rimasta chiusa in ospedale e lui avrebbe conosciuto nuove persone.
Era il ciclo della vita.
Doveva andare così.

Giacca bianca o blu?

Scrisse Lando, proprio in quel momento, mentre le mandò una foto davanti allo specchio con entrambi gli abiti in mano.

May sorrise, era così bello.

Assolutamente blu, ti dona di più :)

Digitò in risposta.

«Potresti anche smetterla di sorridere come un ebete davanti a quello stupido telefono» sbottò Eric, seduto sulla poltrona di fianco al suo letto.

May aggrottò le sopracciglia. «Che ti prende?» domandò, sorpresa dal comportamento del suo migliore amico.

«Vengo a trovarti per passare del tempo con te e ti non stacchi gli occhi da quello schermo!» esclamò, alzando leggermente il tono della voce. La ragazza a quel punto appoggiò il telefono sul materasso, cercando di mettersi più comoda mentre rifletteva su quella strana sfuriata di Eric.

«Stavo rispondendo a Lando...»si giustificò lei, non capendo quale fosse il problema.

«Sai che novità» sbeffeggiò il riccio, rilasciando una risata amara. «Ultimamente parli solo di lui, di quanto sia dolce, simpatico, bello e tutto il resto!» continuò facendole il verso «Ma non hai capito proprio un cazzo di come vanno queste cose» sputò acido, passandosi una mano tra i capelli, visibilmente nervoso.

Eric non aveva mai parlato così a May, era sempre stato cauto eppure quel giorno sembrava essere una bomba ad orologeria.

«Che stai dicendo...» sussurrò lei, non essendo ancora pronta ad un confronto su quest'argomento. Sapeva quello che il suo amico avrebbe detto ma sperava che non lo facesse.

«Dio May!» sbraitò alzandosi dalla sedia «È un pilota di F1, pensi davvero che sia il tuo stupido principe azzurro?!» urlò ancora «Pensi che con tutte le ragazze che avrà ai suoi piedi penserà ad una povera diciannovenne che lotta contro il cancro e che non sa neanche se l'indomani ci sarà ancora?!»

Subito dopo, Eric si rese conto di quello che aveva appena detto. Gli occhi di May erano diventati lucidi e sentiva un nodo occluderle la gola, come se volesse impedirle di parlare.

Il ragazzo sospirò rumorosamente.

«Perché non puoi essere felice per me?» sussurrò lei, mentre Eric alzò di scatto la testa. «Sei il mio migliore amico...dovresti essere felice nel sapere che mi sto-»

«Che ti stai cosa?» la interruppe lui «Che ti stai innamorando? Eh? Sulla base di cosa? Un bacio in un parco?» rise sarcastico «May, torna con i piedi per terra, neanche vi conoscete e tu parli di innamoramento...non sai neanche cosa significa questa parola!» esclamò Eric.

«Io non so cosa cazzo ti sia preso oggi» parlò dura May «Ma non voglio litigare con te, quindi è meglio se ora vai» disse, facendogli un cenno con la testa verso la porta.

«Certo» commentò «Perché tanto tu sai fare solo questo, fuggire. Una situazione diventa complicata e tu scappi. Semplice così May» replicò, dirigendosi verso la porta. «Ti consiglio di cambiare comportamento se vuoi che Lando ti sopporti» concluse, per poi uscire dalla stanza sbattendo violentemente la porta e facendo sussultare la ragazza.

Cos'era appena successo?
Lei ed Eric erano inseparabili.
Quello non poteva accadere.
Lui non poteva lasciarla.

Eric camminò a passo svelto per il corridoio, passando di fianco a Melanie intenta a bere un caffé. Lei e May avevano chiarito la storia del messaggio inviato senza consenso, anche perché senza di quello tra lei e Lando non sarebbe mai successo nulla.

«Dove stai andando?» chiese la rossa, sorseggiando il suo espresso.

«A casa» rispose semplicemente il riccio.

Melanie lo guardò confusa. «Cos'è successo?» chiese, urlando leggermente per potersi farsi sentire da lui che ormai era ben lontano, ma non ricevette nessuna risposta.

Controllò il cellulare e notò un messaggio di Lando, che la informava di essere arrivato.
May sicuramente avrebbe apprezzato quella sorpresa così semplice. La rossa allora raggiunse la camera della sua migliore amica senza però entrare, volendo aspettare Lando, ma qualcosa in lei cambiò quando vide dalla vetrata May con le mani sugli occhi, intenta a singhiozzare.

«Ciao Eric!» salutò il pilota, entrando nell'ospedale mentre invece vide l'amico di May uscire. Certo, sapeva di non andargli molto a genio ma non avrebbe mai pensato di ricevere come risposta un terzo dito.

Lo osservò sfrecciargli al fianco per poi scuotere la testa, raggiungendo Melanie.
La vide leggermente preoccupata e solo quando si avvicinò ne capì il motivo.
May stava piangendo ed anche il suo cuore si strinse leggermente: era così indifesa che vederla triste lo faceva stare male.

Nessuno dei due sapeva il vero motivo di quel pianto ma entrambi pensarono fosse per le continue terapie, per la paura di non farcela, di essere sconfitta da un male più grande di lei.

«Le persone fragili non le riconosci. Guarda lei, sembra avere la forza per conquistare il mondo, ed invece si sta pian piano distruggendo» rispose Melanie, abbassando lo sguardo. Era così vero che quella frase gli fece venire i brividi. «Ora vai da lei»

Norris annuì. Poi prese un respiro profondo e posò la mano sulla maniglia per poi spalancare la porta. Fece comparire sul suo volto un sorriso e poi urlò: «Sorpresa!»

May alzò di scatto la testa. Aveva gli occhi rossi e gonfi ma appena vide Lando, qualcosa dentro di lei si illuminò.

«Che ci fai qui?» domandò completamente euroforica «Stavi provando dei vestiti poco fa!» gli ricordò e Lando rise.

«Potrei averti ingannata» si strinse nelle spalle, posando i fiori sul comodino per poi avvicinarsi a lei. Non sapeva bene come doveva salutarla, in fondo non avevano mai parlato di quel bacio, erano semplicemente andati oltre con una maggior consapevolezza. «Come stai?» sussurrò quando si trovò a pochi centimetri dal volto della ragazza.

«Ora bene» sorrise lei. A quel punto Lando le guardò le labbra e capì che avrebbe dovuto farlo. Infatti si sporse leggermente in avanti e le lasciò un dolce bacio. Poi un altro.

«Non mi piace vederti piangere...» la informò lui, mentre delicatamente le asciugò il volto.

«Ho discusso con Eric...» confessò lei, sapendo di poterne parlare con Lando.

«Per cosa?» chiese lui, posando una mano sulla coscia della ragazza impacciatamente.
Se si fosse visto dall'esterno, non si sarebbe riconosciuto. Fino ad un mesetto fa non pensava neanche di essere in grado di sostenere una conversazione con una ragazza ed invece in quel momento si sentì maturato.
May senza neanche sforzarsi lo aveva cambiato, in positivo.
Era stato tutto così velocizzato che non sembrava reale eppure lui era lì, a guardarla come se davvero fosse la cosa più bella che avesse mai visto.

«Per te» ammise May. Norris fece per dire qualcosa ma lei continuò a parlare. «Quando partirai...» iniziò, ma poi si bloccò, iniziando a giocherellare con il suo elastico. «Quanto partirai, di questo, cosa resterà?» continuò, indicando prima se stessa e poi il pilota.

«Che vuoi dire?» domandò lui, avvicinandosi ancora di più a lei.

«Nel senso, rimarrò una cottarella invernale?» chiese May titubante. Lando aggrottò le sopracciglia.

«Perché dovresti rimanere solo una cottarella invernale scusa?» replicò, quasi irritato, il che non era da lui. Infatti dopo qualche secondo si calmò. «Nel senso, io partirò certo...ma poi alla fine tornerò anche» precisò. «Avrò anche delle pause tra alcune gare» aggiunse.

May sorrise debolmente. «Lando» lo richiamò lei, posando la sua mano su quella di lui, ancora sulla sua gamba. Il britannico la guardò. «Io non ci sarò alla fine» la voce della ragazza tremò. Non lo aveva mai detto davvero, lo avevo solo sempre pensato.
Ogni volta che Melanie ed Eric facevano programmi per l'inverno dopo, lei si tratteneva dallo scoppiare a piangere. Lando era la prima persona a cui lo diceva davvero, con certezza.

«C-cosa intendi?» balbettò lui.

«I medici mi hanno detto che la chemioterapia non sta funzionando, il mio corpo la rifiuta. Ne ho fatte altre nel corso degli anni ma questa è l'ultima che farò. Volendo potrei interrompere le sedute e non cambierebbe nulla ma non posso. Non posso farlo per i miei genitori, per Isaac, per Melanie e per Eric. Non voglio che sappiano che è davvero arrivata la fine»

Ora stavano entrambi piangendo.

«E perché lo dici a me?» domandò Lando, stringendo più forte la mano di May.

«Perché tu mi hai fatto vivere. Non avevo mai vissuto determinate emozioni e tu me le hai regalate, senza neanche rendertene conto. Sembra affrettato dirlo, lo so...ma ti porterò nel cuore, per sempre» sussurrò lei.

Il pilota scosse la testa, afferrando il volto della ragazza tra le mani. «Abbiamo ancora tanti mesi davanti May, non pensare già a quello che succederà» disse lui, accarezzandola dolcemente.

«Stai per partire Lando e io-»

«Vieni con me allora» la interruppe lui, cogliendola di sorpresa. «Hai detto che fare o no la chemioterapia ormai non cambia più. Vieni con me, giriamo il mondo insieme e quello che accadrà, accadrà» precisò, togliendo il respiro alla ragazza.

Erano una pura follia quelle parole.
Non era tutto così semplice.

«Non posso lasciare tutti...» scosse lei la testa.

«Porta anche loro. Ci penso io a tutte le spese, senza nessun problema. May hai bisogno di viverti questi ultimi mesi come se fosse la tua intera vita» la incitò lui, avvicinando il suo volto al suo.

«Perché fai tutto questo?» domandò lei, con la voce spezzata.

«Perché non sono ancora pronto a perderti» ammise per poi baciarla delicatamente, come se avesse paura di farle male.

_____

Secondo voi Lando ha fatto la scelta giusta a proporle di partire con lui?
May accetterà?

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