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«Holden in questa parte devi guardarla, come se quelle parole fossero rivolte a lei» spiega la vocal coach a Joseph, mentre io sono al suo fianco.

Le prove di questo duetto sono davvero difficili e sicuramente non riusciremo mai a prepararlo per la puntata.

È evidente a tutta la produzione che tra me e lui non c'è connessione. O almeno non più. Ed io mi sento a disagio in questa situazione, perché non riusciamo a mettere da parte le questioni personali per il bene della squadra e se questo guanto di sfida dovesse essere proposto da Anna in puntata, metteremmo a rischio anche Petit, Marisol e Dustin.

Anche Rudy ci sta osservando e non sembra per niente soddisfatto di come ci stiamo approcciando a questa canzone.

«Scusate, non sono nel pezzo» ammette Joseph.

Io mi accodo. «Neanche io»

Zerbi ci osserva, deluso e preoccupato allo stesso tempo. Crede molto in noi e l'idea che possa pensare che nella prossima puntata noi saremo quelli più deboli della squadra, mi getta nello sconforto.

«Ragazzi, io non so cos'è successo ma è evidente che avete avuto dei disaccordi. Non vi vedo concentrati e se vi serve del tempo per parlare, sono disposto a chiedere ad Anna di rimandare il guanto alla prossima settimana» propone comprensivo.

Holden annuisce solamente.

Non possiamo gettare la spugna con così tanta facilità. E poi, Joseph non è uno che si scoraggia alla prima difficoltà.

«No Rudy, ci impegneremo per portarlo a termine» intervengo io.

Il professore fa passare lo sguardo da me al mio compagno di squadra ripetutamente. «Vedete voi, domani fatemi sapere va bene?»

Noi annuiamo dopodiché sia lui che la vocal coach escono dalla sala 5, lasciando me e Holden completamente da soli per la prima volta dalla nostra ultima discussione.

«Sta venendo una merda Ginevra, com'è possibile che non te ne rendi conto?» sbotta lui, iniziando a ritirare i suoi fogli con il testo.

«Me ne rendo conto, ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare» ribatto e Holden rilascia una risata amara.

«Non ho voglia di parlare con te, secondo te ho voglia di fare un duetto?» chiede, con tono freddo.

Io incasso il colpo.

«Okay, mi merito questo trattamento. Ma qui non si tratta di me o di te. Si tratta della squadra!» gli faccio notare.

Lui scuote la testa.

«No, si tratta di me e di te invece» replica, facendo un passo verso di me. «Si tratta del fatto che hai la convinzione che solo perché tu non hai un cuore, non ce l'abbiano neanche gli altri» sputa acido.

«Non è vero che non ho un cuore Joseph...» sussurro, con la voce che trema leggermente.
Per la prima volta mi sto mostrando vulnerabile a qualcuno.

Appena Holden nota il tremolio nella mia voce, la sua espressione cambia. Quasi come se vedermi fragile avesse spento la sua rabbia in pochi secondi.

«Devo tornare in casetta» dico, passandomi la manica della felpa grigia sul volto in una rapido gesto per asciugare la lacrima che è sfuggita dal mio controllo.

«Gin...» sussura lui, preoccupato cercando di posare una mano sul mio braccio.

«Joseph per favore...» mi scosto dal suo tocco, cercando di passare ma lui me lo impedisce. Mi guardo intensamente negli occhi ed io percepisco qualcosa di dolce, non più arrabbiato.

«Perché devi fare così?» domanda, mentre la sua mano sfiora la mia ma io mi allontano nuovamente.

Mi sto comportando da bambina, me ne rendo conto ma non posso rischiare che questa conversazione sfoci in qualcos'altro.

«Perché tu devi fare così!» esclamo, non riuscendo più a nascondere i miei occhi lucidi. «Se vuoi che Sarah pensi che ti interesso io, va bene lo dirò a tutti ma tu smettila di comportarti così!» continuo, andando a recuperare la mia borsa.

«Quante volte ti devo ripetere che Sarah non c'entra nulla?!» sospira, seguendo all'interno dello spazio ristretto della sala.

«E allora perché solo adesso hai iniziato a comportarti così! Prima a malapena mi parlavi!» lo attacco, bruscamente.

«Perché prima non capivo come...»

«Cosa non capivi Holden!»

«Non capivo come cazzo nascondere che fossi innamorato perso di te!»

La borsa cade per terra.

Silenzio.

Lui però, non sembra pentito anzi, sembra quasi sollevato di averlo esternato.

«Non restare zitta per favore...» sussurra.

Sto per dire qualcosa, ma le parole muoiono in bocca prima ancora che io possa pronunciarle.

Non è reale.

Non possiamo aver creato questa situazione in due settimane, prima andava tutto bene.

«Scusa, ho bisogno di uscire» dice poi lui notando che non sono riuscita a dargli nessuna risposta.

Io rimango lì, ferma immobile mentre lo vedo mettere tutti i suoi fogli nello zaino.

Nessuno dei due riesce a guardare l'altro.

Eppure, quando lo vedo mettere la mano sulla maniglia della porta pronto ad andarsene, capisco che non posso continuare così. Ho bisogno di risposte anche io e non posso lasciarlo andare di nuovo.

Mi sono bastati questi quattro giorni in cui ci siamo a malapena rivolti la parola per capire che in questo percorso, lui per me, è una presenza fondamentale.
E l'ho capito solo quando lo stavo perdendo, anche come semplice amico.

«Jo!» esclamo fermandolo. Lui si volta verso di me.

Mi avvicino a passo spedito.

Non farò l'errore di ieri.

«Se mi devi dire che-»

Prova a parlare ma è costretto a fermarsi quando io, senza rifletterci troppo, afferro il suo volto tra le mani e poso le mie labbra sulle sue.

In un primo momento lui perde l'equilibrio vacillando leggermente ed andando a sbattere contro la porta dietro di sé, poi però quando io sto per staccarmi pensando di aver sbagliato nuovamente, sento le sue mani posarsi sui miei fianchi e spingermi nuovamente verso di sé.

E questo bacio diventa più intenso ogni secondo che passa.

Sento dentro di me esplodere una sensazione indescrivibile.
E non mento nel dire che questo è il bacio più bello della mia vita.

Joseph è delicato, ma nello stesso tempo passionale. Io poi lo afferro dalla felpa mentre lui porta una mano sulla mia guancia, continuando a giocare con le mie labbra senza avere intenzione di staccarsi.

È dannatamente bello tutto questo.

Ci stacchiamo solo per un attimo, giusto per riprendere fiato ed i suoi occhi finalmente tornano a guardami come all'inizio di tutto questo casino.

«Gin...» sussurra, mentre il suo respiro si confonde con il mio «Non dirmi che è stato un errore perché non lo sopporterei»

«È stato un errore non averlo fatto prima» sorrido e lui con me, dopodiché posa nuovamente le labbra sulle mie.

Che il caos abbia inizio.

________

E BACIO FU!
Ma se pensate che ora sarà tutto rose e fiori, non mi conoscete bene ahaha

Ho in mente un po' di drama ma devo capire ancora come svilupparlo senza che risulti essere il solito cliché, spero di fare un lavoro decente

Grazie di cuore per le 4000 visualizzazioni ❤️

Se vi va lasciate un commentino🫶🏻

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