𝙳𝚒𝚎𝚌𝚒
«Ed ogni volta che parlo di te
Sì, perché a volte io parlo di te
Nell'armadio che è un casino delle cialde del caffè
Ma questa cosa che sembri distratta
Mi piace un sacco che sembri distratta
Cialde - Zero assoluto»
Nicolò fissa la porta davanti a sé, tenendo salda la mia mano come se avesse paura che io possa davvero cambiare idea.
So che quella che sto per prendere è una scelta importante per il mio futuro lavorativo ma so anche che è quello che voglio, quello di cui ho bisogno. Mi rendo conto che non sarà facile essere una vera coppia fuori e dei colleghi dentro, ma infondo siamo già abbastanza allenati per affrontare situazioni del genere.
Entrambi sappiamo che litigheremo tanto, che non sempre le cose andranno bene ma che se sapremo guardarci negli occhi e parlarci con il cuore in mano, tutto si potrà sistemare.
«Quindi davvero vuoi firmare?» domanda lui sorridendomi.
«Non posso perdere quest'occasione di romperti le palle per tutta l'intera stagione» scherzo, appoggiando la mia testa contro il suo braccio che mi fa da sostegno.
Lo sento ridere leggermente e mi rendo conto che non ci sia cosa più bella di vederlo così spensierato e così...felice.
Dopo la fine degli Europei siamo partiti in vacanza per due settimane e ogni singolo giorno è stato più bello di quello precedente.
Ci siamo divertiti, abbiamo parlato tanto di noi, del nostro passato e tramite una videochiamata ho anche conosciuto Federica, incinta ormai di sette mesi.
È stato strano all'inizio, molto strano, ma nello stesso tempo mi sono resa conto di quanto sia innocente il rapporto che ancora li lega.
Vedendo come si parlavano o come Nicolò si preoccupava della piccola mi ha fatto capire che tra si loro è davvero tutto finito a livello sentimentale e che a legarli è solo quella splendida bambina che nascerà.
Di conseguenza, mi sono sentita una stupida per aver dubitato di lui perché nonostante tutte le mie insicurezze, ho notato che gli sguardi che regala a me, non gli dedica a nessun'altra.
«Mi preoccupa di più il fatto che conosco i miei compagni ed alcuni non perderanno tempo a provarci con te» mi prende in giro, punzecchiandomi il fianco «Le presenze femminili qui sono figure mistiche» spiega gesticolando «Ma naturalmente con un bel fidanzato come me al tuo fianco non avrai occhi per nessun altro no?» mi provoca sorridendomi.
Ed io in quel sorriso, mi perdo completamente.
Esattamente come un paio di anni fa.
Esattamente come quando ho messo piede a Coverciano per la prima volta.
«Ma sai che sbirciando tra i giocatori ho notato un certo Andrea Ranocchia?» lo informo, fingendomi seria «E non è mica male» commento, in maniera ammiccante.
Lui mi tira un'occhiata sorpresa, forse perché si è reso conto che ho guardato davvero quali fossero i giocatori dell'Inter. In realtà l'ho fatto solamente per essere pronta ad una situazione come questa e sono felice di averlo fatto, perché la sua faccia in questo momento è qualcosa di iconico.
«Vaffanculo Alice» scherza, aprendo la porta.
«Dai amore, stavo scherzando!» Esclamo ridendo alla sue spalle, mentre lo vedo camminare a passo spedito in direzione dell'ufficio dell'allenatore.
Poi, solo successivamente, mi rendo conto del nomignolo che ho usato nei suoi confronti.
Cazzo.
Mi ero promessa che non lo avrei usato io per prima. Infatti, nessuno dei due aveva ancora chiamato l'altro con questo appellativo affettuoso.
Nicolò infatti si volta di scatto a guardarmi, leggermente destabilizzato.
Si insomma, non ci siamo detti ancora quelle famose due parole e da qualcosa bisognava pur iniziare. Sarebbe stato meglio non all'interno del palazzo amministrativo dell'Inter, ma va bene lo stesso.
«Come mi hai chiamato?» sussurra, ma noto che sta trattenendo un leggero sorriso.
Io rimango in silenzio, scuotendo la testa.
«In nessun modo» provo a sviare ma lui si morde il labbro inferiore per poi avvicinarsi a me.
«Ripeti come mi hai chiamato» pronuncia ancora, questa volta più serio ma decisamente più sexy.
Ah Nicolò, cosa mi fai.
«Mi stai mettendo in imbarazzo, vai via» lo spintono leggermente, arrossendo ma lui non sembra voler rinunciare alla sua piccola vittoria.
«Tranquilla, non c'è bisogno di nascondere che ormai sei follemente innamorata di me» dice in maniera teatrale, prendendomi in giro ed accarezzandomi dolcemente il volto mentre non smette di guardarmi dritta negli occhi.
Il problema è che ha ragione.
Semplicemente non gliel'ho ancora detto.
Stiamo cercando di fare le cose per bene, dunque non c'è fretta: arriverà anche quel momento.
«Devi smetterla» mi fingo offesa mettendo il broncio ma immediatamente mi costringo a sorridere quando lui mi ruba un veloce bacio.
Poi un altro ancora. E un altro. «Nico, devo andare a firmare quel contratto se non vuoi che rimanga senza lavoro» lo fermo ridacchiando, mentre le sue mani tengono ancora ben salde il mio volto.
«Hai ragione» annuisce «Andiamo, amore» sussurra, facendomi l'occhiolino per poi afferrare nuovamente la mia mano.
Ed ogni tocco, è pura magia.
Dal più semplice, al più particolare.
Alzo gli occhi al cielo, cogliendo la sua presa in giro ma nello stesso il cuore batte all'impazzata.
Sono ufficialmente la fidanzata di Nicolò Barella e sto per diventare la personal trainer dell'Inter.
*********
Mi guardo intorno torturandomi le dita, non avendo ben capito questa scelta di Nicolò.
La mattinata era partita alla grande: ho firmato il contratto di lavoro, ho conosciuto l'allenatore e lo staff dell'Inter, poi siamo andati a pranzo in un locale davvero carino nel centro di Milano e tutto è stato perfetto.
Tutto infatti andava per il meglio, fino a quando Barella non ha avuto la brillante idea di esordire durante il dolce con un:«Comunque dopo ci raggiunge Pessina», come se fosse una cosa del tutto normale.
Io e Matteo non ci siamo più visti o sentiti dopo la fine degli Europei, di conseguenza non capisco il motivo di questa sua scelta.
«Alice» mi richiama il mio fidanzato ed immediatamente mi giro di scatto verso di lui. Nel farlo però, noto anche da lontano la figura del giocatore dell'Atalanta che si sta avvicinando. «Ti fidi di me?» domanda, facendo sfiorare le sue dita con le mie.
«In questo momento no» ammetto, ma è l'ultima cosa che dico prima di ritrovarmi Matteo esattamente davanti, il quale saluta come se questa situazione fosse qualcosa di abituale.
Sono in mezzo tra il mio ex ed il mio attuale fidanzato: solitamente non dovrebbe succedere.
Matteo immediatamente mi guarda e dai suoi occhi percepisco che anche a lui fa particolarmente dubitare questa situazione.
E lo capisco. Molto bene.
«Vi starete chiedendo cosa succede no?» domanda Nicolò ed immediatamente io gli tiro un'occhiataccia. Gliela farò pagare molto cara.
«Beh...direi» risponde Pessina, facendo saettare lo sguardo da me al suo compagno di Nazionale.
«Ora le cose sono ben diverse rispetto a come erano qualche settimana fa» inizia, mentre io aggrotto le sopracciglia. Siamo su un benedetto marciapiede al centro di Milano, potrebbe andare dritto al punto invece di fare questi discorsi. «Ho sempre visto di cattivo occhio il vostro rapporto perché comunque alcune cose mi infastidivano. Però adesso non credo ci sia più bisogno di farsi la guerra» continua ed io nella mia testa mi chiedo se sia impazzito di colpo.
Cosa ne ha fatto del vero Nicolò?
«Io e Alice siamo felici insieme» spiega, rivolgendosi a Matteo. «Ma so quanto lei tenga a te e so anche che ti ha pensato in questo periodo. Quindi credo sia giusto che voi chiariate per tornare ad un rapporto pressoché civile» aggiunge.
Ora ne ho la conferma: è impazzito.
«Grazie per aver chiesto la mia opinione» sputo acida, incrociando le braccia al petto.
È vero, ho pensato a Matteo ma nello stesso tempo lui sa quanto mi abbia ferita il comportamento del monzese, dunque almeno prendere in considerazione il mio parere sarebbe stato gradito.
«Lo sto facendo per te» sussurra.
«Quindi improvvisamente non ti darebbe più fastidio?» attacco, leggermente innervosita.
Lui sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
«Cosa ci siamo detti?» domanda «Fiducia reciproca» mi ricorda, marcando bene sulla parola. «Io so quello che provo per te. Tu sai quello che provi per me. Basta questo no?» chiede retorico «Non è il rapporto con il tuo ex che mi farà dubitare di noi. O meglio, non più»
Sospiro. Poi guardo Matteo.
Lui sta già guardando me.
A quel punto, è proprio Pessina a prendere la parola. «Va bene, parlo io» dice, molto lentamente «Ascolta Alice» mi richiama e sentire il mio nome pronunciato da lui dopo tanti giorni è davvero strano. «Mi dispiace per quello che ho fatto. Mi sarei dovuto scusare molto prima, lo so...ma non ne avevo il coraggio. Mi sono comportato in maniera meschina e tu mi conosci, non è da me. Sapevo che Nicolò ti stava allontanando da me e sono andato fuori di testa. In queste settimane però ho pensato molto. Ho visto le vostre storie, le vostre foto e quando ti ho vista così felice, ho sorriso anche io. Sei stata una delle persone più importanti della mia vita, sei tu stai bene...io non posso che esserne contento. Lo hai detto tu, l'amore finisce ma il bene rimane per sempre no?
Perché Dio, io ti voglio un mondo di bene»
Le mie difese improvvisamente crollano.
Anche perché mi rendo conto che entrambi abbiamo le lacrime agli occhi.
Perché si, puoi essere arrabbiato quanto vuoi ma se davanti hai una persona speciale con cui hai condivido tanto, non puoi innalzare un muro per sempre.
E questa volta voglio abbatterlo.
Per Nicolò.
«Sei stato davvero uno stronzo» asserisco, con la voce leggermente spezzata. «Ma anche io ti voglio bene e mi sei mancato tantissimo» ammetto, per poi buttarmi tra le sue braccia.
Matteo mi stringe forte a sé e lo sento sorridere. L'affetto che c'è tra di noi non si potrà mai spezzare, nonostante il mio cuore ora appartenga ad un altro.
«Si okay, ma le mani tienile a posto» scherza Nicolò e lo sento schiaffeggiare leggermente le dita di Pessina che sono ancorate ai miei fianchi.
Scoppio a ridere allontanandomi dal monzese per poi guardare Nicolò con gli occhi lucidi.
Sono consapevole che anche a lui sia costato tanto fare questo passo ma non potrei che essere più contenta di quello che sta facendo per vedermi spensierata. «Grazie Nico» sorrido sinceramente, sporgendomi un avanti per lasciargli un bacio sulle labbra.
Noto che Matteo sposta la sguardo.
Forse non subito, ma prima o poi passerà anche l'amore che lui prova nei miei confronti.
So che è pentito per quello che ha fatto e sono sicura che ora sia davvero felice per me.
«Caffettino?» chiede poi Barella ridendo per spezzare quel clima di imbarazzo.
Che scemo.
«Caffettino» annuisce Matteo, sorridendo.
_________
MANCA UN CAPITOLO!
🥲🥲🥲
Questo era di passaggio e serviva per chiarire alcune cose.
Ho già in mente cosa scrivere nell'ultimo e spero di riuscire a mettere bene per iscritto quello che c'è nella mia testolina.
Inoltre volevo chiedervi una cosa...
Qualcuno di voi è di Cagliari? (Va bene anche Sardegna in generale)
Perché per il prossimo capitolo mi servirebbe qualcun* che mi traduca una frase in dialetto sardo AHAH ed io sono del Nord quindi sono abbastanza negata.
Spero di trovare qualche personcina sarda a questo punto😂❤️
Detto questo, anticipatamente, vi regalo il primo capitolo della storia su Jorginho
Vi dico, non abbiate grosse aspettative perché sarà qualcosa di leggero e tranquillo (credo ahaha)
Vi lascio la copertina, trovate la storia sul mio profilo.
Grazie per chi passerà a leggerla❤️
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