Capitolo 45 " Famiglia"
Isabelle POV
Dopo pochi secondi da quando avevo oltrepassato il varco iniziai a vedere le pareti delle villa dei Mikaelson materializzarsi lentamente.
Ero sdraiata su una superficie dura e scomoda.
Mi voltai e vidi che ero distesa su un tavolo.
Mi alzai e scorsi le figure di Klaus e Ella.
Lei non fece in tempo a uscire dal varco che venne subito attaccata da Elijiah e da Kol.
" Lasciatela stare"
"No" risposero loro.
Io allora feci in modo di farlo staccare da lei.
" Grazie"disse lei posizionandosi al mio fianco.
" Perché la proteggi? Lei ti ha rapita" dissero i due fratelli dopo che li liberai.
" Perché lei fa parte della nostra famiglia"
" In che senso?" Chiese Kol confuso.
" Nell'unico senso possibile, avanti, avete notato anche voi la somiglianza"
" Con chi?"
" Con te"
Tutti rimasero in silenzio.
" Effettivamente vi assomigliate molto, ma com'è possibile?" Chiese Rebekah rompendo il silenzio.
" Io sono sua figlia"
" Non è possibile, i vampiri non possono avere figli"
" In realtà" iniziò Freya richiamando l'attenzione di tutti i presenti " tu sei nato come stregone, ma quando Ester ti ha trasformato in vampiro hai perso i poteri, ma se anche solo una piccola parte della tua energia è rimasta, questo conferma che tu possa avere figli"
" Ed è esattamente quello che è successo" disse Ella.
" Penso che io e te dobbiamo parlare" disse Kol.
" D'accordo"
Ella POV
Io e Kol uscimmo dall'abitazione e iniziammo a camminare.
Rimanemmo in silenzio per un po' fino a quando non fu lui a parlare.
" Sai come si chiamava tua madre?"
" No, quando è morta avevo 4 anni, mi ricordo alcune cose di lei e ricordo la sua voce, ma non ricordo neanche che aspetto avesse"
" Dopo che lei è morta tu dove sei stata?"
" Io sono stata adottata da una famiglia, ma quando ho compiuto diciotto anni loro credevano che potessi vivere da sola, così ho iniziato a lavorare per permettermi di pagare l'affitto di un monolocale in città"
" Perché non sei mai venuta a cercarmi?"
" Mia madre mi aveva detto che tu ci avevi abbandonate prima ancora che io nascessi e io non volevo vederti"
" Io non sapevo che saresti nata, se lo avessi saputo non avrei mai lasciato te e lei da sole.
So che molto probabilmente non sarò il padre che hai sempre desiderato, so che non sono molto paziente e non sono adatto per questo ruolo, però io ti voglio bene, tu sei mia figlia e non voglio lasciarti nuovamente da sola.
Io ho avuto un padre che non si preoccupava di me e dei miei fratelli.
Mi sono sempre promesso che se mai avessi avuto un figlio avrei cercato di essere io miglior padre che potesse avere.
So che con te per il momento ho fallito, ma spero che io possa rimediare"
Rimasi in silenzio.
Era stato molto gentile.
" Grazie, però devo sapere che posso fidarmi di te e non è qualcosa di immediato"
" Lo capisco, ci vorrà del tempo e io posso aspettare tutto il tempo che ti serve"
" Grazie"
" Mi dispiace che tu abbia dovuto subire tutto questo"
" Non è colpa tua, non sapevi in che situazione ero"
" Ora dove hai intenzione di stare?"
" Ho intenzione di restare nel mio appartamento, però ora sono stata licenziata e non posso più permettermi di restare lì"
" Posso darti i soldi di cui hai bisogno"
" Non voglio prendere i tuoi soldi, sono appena arrivata e hai appena scoperto di avere una figlia e già ti chiedo dei soldi, sembra che io ti voglia solamente sfruttare"
" Allora puoi rimanere con noi finché non troverai un lavoro e potrai permetterti l'affitto"
" Grazie"
Tornammo a casa e lui mi lasciò con Isabelle.
Io e lei avevamo legato molto.
Nonostante avessi cercato di ucciderla, lei mi aveva aiutato e per questo le sarei stata per sempre riconoscente.
" Ciao, come è andata?" Mi chiese lei.
" Bene, mi ha offerto di stare qui, visto che non ho più un posto dove stare"
" Bene, allora ti faccio vedere la tua stanza"
Salimmo le scale e lei mi fece vedere la stanza.
Era un camera spaziosa.
La luce filtrava dalla finestra situata sopra il letto e illuminava l'ambiente.
Al centro vi era un letto matrimoniale che occupava gran parte della superficie.
Al suo fianco vi erano un comodino in legno e un armadio a parete del medesimo materiale.
Dall'altra parte vi era una cassettiera e una porta che conduceva al bagno.
Di fronte al letto vi era un mobile e sopra vi era una televisione.
" Bene, se hai bisogno di qualsiasi cosa la mia stanza è quella affianco alla tua"
" Grazie mille"
Lei uscì dalla stanza e io mi buttai sul letto.
Le lenzuola erano di un color indaco e profumavano di vaniglia.
Era una profumazione insolita e molto dolce, ma era gradevole.
Ripensai a tutto ciò che era successo negli ultimi giorni e mi accorsi di quante cosa fossero cambiate in quegli ultimi giorni.
Ero molto più felice adesso, finalmente avevo qualcuno che mi volesse bene per ciò che ero, finalmente facevo parte di una famiglia.
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