Capitolo 41 " Dolore"
Klaus POV
Dopo quel discorso provai una sensazione strana.
Non avevo mai provato nulla di simile.
Quelle parole mi avevano riempito il cuore come mai era successo prima d'ora.
Cercai il viso di Isabelle e scrutai nelle sue iridi un'insolita ansia.
" Va tutto bene?" Mimai con le labbra.
Lei annuì.
Continuai a prestare attenzione alla cerimonia, fino a quando non vidi una figura percorrere la navata.
Era un uomo con un espressione furente sul viso.
Tutti si voltarono quando udirono il suono dei suoi passi.
Non sapevo chi fosse , né cosa ci facesse lì.
" Sarà un invitato che è arrivato in ritardo" pensai e non prestai tanta attenzione alla sua presenza.
Fu l'errore più grande della mia vita.
Lui iniziò a recitare delle parole in latino e dopo aver finito Isabelle cadde a terra.
Tutti si alzarono e io mi fiondai subito su di lei.
Intanto l'artefice di tutto questo fuggi indisturbato.
Freya si avvicinò a me e mi indicò di andare via.
Presi Isabelle tra le mie braccia e la trasportai verso la nostra casa.
Freya iniziò a fare degli incantesimi ma non riuscii a trovare una soluzione.
" Ci vorrà del tempo, conviene che tu non resti qui con lei"
" Io non volgio lasciarla sola"
" Non sarà sola e tra un po' potrai vederla, però adesso devo cercare di capire cosa le è successo"
Andai verso il mio studio.
Mi sedetti sulla sedia situata di fronte alla mia scrivania e appoggiai i gomiti sulle gambe.
Mi presi la testa fra le mani e iniziai a pensare a tutto ciò che era successo poco prima.
La mia mente continuava a ripercorre quegli avvenimenti.
Perché avevo permesso che le accadesse questo?
Io dovevo proteggerla.
Avevo un compito e ho fallito.
Non riesco mai a fare ciò che devo.
Sono un disastro.
Mikael ha sempre avuto ragione.
Non merito ciò che ho.
Non merito lei.
Starle vicino le porta solo dolore.
Non posso stare con lei.
I pensieri mi laceravano la testa, procurandomi una forte emicrania.
Nel mentre entrò dalla porta Elijiah.
" Abbiamo cercato di rintracciarlo, ma non abbiamo trovato nulla"
Si sedette su una poltrona poco distante dalla mia sedia.
" Tu come stai?"
" Malissimo"
" Non devi affliggerti, troveremo un rimedio e scoveremo il responsabile, ovunque si trovi"
" Io non posso sposarla"
Lui rimase in silenzio.
" Porto solo guai nella sua vita, provoco solo dolore e scompiglio. I suoi fratelli avevano ragione, io non posso stare con lei, io non la merito, non posso farle del male.
Ora capisco perché Mikael mi odiava"
" Niklaus, non è colpa tua"
"SI INVECE, SE IO NON LA AVESSI CONOSCIUTA ORA NON SAREBBE IN QUESTA SITUAZIONE, LA SUA VITA NON SAREBBE COMPROMESSA COSÌ SPESSO DA DIVENTARE LA NORMALITÀ"
" Lei non vorrebbe sentirti dire questo"
" MA E' LA VERITÀ, LEI MERITA QUALCUNO CHE LA PROTEGGA, CHE LA FACCIA STARE BENE, SENZA FARLE RISCHIARE LA VITA.
ORA FINALMENTE CAPISCO PERCHÉ MIKAEL MI ODIAVA COSI TANTO"
Ero in preda alla rabbia.
Presi un bicchiere di cristallo che si trovava lì vicino e lo scaraventai contro il muro.
I cocci caddero a terra, come quelli del mio cuore spezzato.
Tornai a sedermi sulla sedia e reclinai il capo all'indietro.
Non riuscivo a crederci.
Anche il giorno più specialmente della mia vita è stato rovinato.
" Niklaus, so quanto tu stia male in questo momento, ma non e' vero ciò che stai dicendo.
Il male che nostro padre ci ha causato, in particolare a te, non è giustificato.
La violenza fisica su un bambino non è giustificata.
Questo ha contribuito ad alterare la tua personalità e a renderti diverso dagli altri..."
" NON ANALIZZARMI COME UNO DI QUEI MALEDETTI PSICOLOGI"
" Non ti sto analizzando, ti sto semplicemente riportando i fatti.
Tutto ciò che ti è successo non è colpa tua, tu eri semplicemente un bambino indifeso nelle mani dell'essere più spregevole di questa terra e questo non ti ha di certo giovato.
Ma tu non sei cattivo, semplicemente non hai mai ricevuto amore e ora che lo ricevi ne sei spaventato, perché non lo hai mai conosciuto.
Allo stesso tempo lo provi e non vorresti mai che accadesse qualcosa di sbagliato alla persona che ami, per questo preferiresti privarti della presenza di quella persona piuttosto che permettere che ad essa venga fatto del male.
Tutto questo ti fa onore,ma non vuol dire che dovrai starle lontano e vivere in completa solitudine.
Dopo tutto ciò che hai passato ti meriti una vita felice con la persona che ami di più al mondo"
Il dolore mi aveva indotto a pensare che la scelta migliore fosse abbandonarla, ma in quel momento capii che non me lo avrebbe mai permesso.
Lei non mi avrebbe permesso di allontanarmi da lei, perché già sapevo che quelle volte che eravamo stati distanti, aveva portato solo dolore a entrambi.
Ero distrutto dal dolore.
Elijiah si avvicinò e mi abbracciò.
Fu un abbraccio fraterno che esprimeva l'affetto che provavamo l'uno per l'altro.
Mio fratello era l'unica persona he mi era stato sempre accanto in tutti questi anni, insieme a Rebekah.
Nonostante tutte i nostri litigi e tutto ciò che è successo continuiamo a esserci sempre l'uno per l'altro.
Il legame che unisce me, Elijiah e Rebekah e' il più profondo che io abbia mai provato.
Siamo sempre stati solo noi tre, nel bene e nel male.
Poi si era aggiunta Isabelle ed era diventata come una sorella che avevamo ritrovato, all'inizio.
Per loro è rimasto sempre così, ma per me no.
Avevo capito fin da subito che non poteva essere semplicemente un'amicizia.
Non potevo considerarla come una sorella.
Però per il primo periodo non potevo dirglielo.
Per questo fingevo di odiarla, per questo stavo con altre ragazze, solo per dimenticarla e per farla allontanare da me.
In quel momento capii che quel mio comportamento era stato un grave errore.
Avrei dovuto semplicemente ammettere ciò che provavo.
Elijiah aveva ragione.
Non avevo mai provato amore verso una persona e questo mi faceva paura, per questo non ammettevo a me stesso di amarla, perché pensavo di non poter amare.
Non pensavo che io potessi avere un lieto fine e mi ero completamente sbagliato.
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