Capitolo 39 "Preparativi"
Era il giorno prima del matrimonio.
L'ansia si era impossessata del mio corpo e non mi lasciava via di fuga.
Ero rannicchiata mentre lei con la sua potenza mi sovrastava.
Rebekah mi stava dando alcuni dettagli sul matrimonio e su dove si sarebbe svolto, ma io non la stavo ascoltando.
" Isabelle, mi stai ascoltando?"
"No, scusa"
" Ti vedo strana, che succede?"
"Sono un po' tesa"
" Per via del matrimonio?"
" Si, è un passo importante e non so se sono veramente pronta"
" Tu sei pronta e lo è anche lui"
" Si, però..."
" Senti, nella mia vita ne ho viste tante di persone innamorate, ma non ho mai visto nessuno guardare una persona come ti guarda lui.
Quei suoi occhi così spenti diventano luminosi come il sole, sembra che abbia dell'oro colato negli occhi che risplende in ogni sua sfaccettatura, lui ti ama e non ha nessun ripensamento riguardo al matrimonio"
La abbracciai.
" Grazie Bex"
" Dobbiamo andare a vedere il posto per il matrimonio, te lo ho detto mentre stavo parlando prima, ma probabilmente non mi hai ascoltato"
" Togli il probabilmente"
" Sei pronta?"
" No, psicologicamente no"
Era da mesi che mi stavo preparando a quel momento, ma ancora non ero pronta, ancora non ci credevo.
Erano secoli che mi immaginavo questo momento, fin da bambina immaginavo il giorno del mio matrimonio.
Volevo che fosse perfetto, come lo avevo sempre immaginato.
Mi immaginavo con magnifico vestito bianco con un lungo strascico mentre percorrevo una navata, sotto lo sguardo attento di tutti i presenti e l'unico che incrociavo era quello della persona di fronte a me, che mi aspettava con impazienza.
Quello era sempre stato l'unico dettaglio indefinito, non sapevo chi ci sarebbe stato ad aspettarmi e mai mi sarei immaginata che sarebbe stato lui.
Lui, con quei suoi occhi verdi che mi lasciavano profondi segni nell'anima come dei raggi x e che solo quegli occhi riuscivano a rammendare, con quel suo sorriso che brillava come la stella Sirio, la più luminosa del cielo notturno.
Lui era la mia stella Sirio, illuminava anche i miei periodi più bui, mi dava sempre una speranza a cui appendermi flebilmente, perché in fondo, per quanto il tunnel possa essere lungo e possa sembrare senza fine, in fondo troviamo sempre la luce.
Il mio tunnel era durato per secoli e sembrava che non sarebbe finito mai, ma proprio nel momento in cui mi stavo abbandonando al mio destino di tristezza infinita, senza più forza di andare avanti, era arrivato lui e mi aveva stravolto la vita.
Lui mi aveva fatto credere nei sogni, mi aveva fatto capire che per quanto possano sembrare impossibile avverarli, basata crederci, bisogna aggrapparsi ad essi sempre, anche nei momenti più brutti, perché sono l'unica cosa che possono farci andare avanti, sono l'unica speranza, sono l'unica luce.
Grazie ai sogni possiamo sempre sperare che prima o poi i momenti felici arrivino anche per noi e possiamo sperare che la luce ci salvi dalle tenebre.
Ero in uno stato confusionario.
Ero nel panico.
Rebekah mi aveva bendato gli occhi per tutto il tragitto e l'unica cosa che riuscivo a vedere era il vuoto.
Il nero più totale.
" Quanto manca?"Chiesi io impaziente di vedere dove si sarebbe svolta la cerimonia.
Lei si era occupata di tutto senza lasciarmi voce in capitolo e ora, un giorno prima del matrimonio, mi stava fornendo le informazioni che mi servivano.
Avevo le mani strette in grembo.
Probabilmente le stavo stringendo talmente tanto da farle diventare viola.
Sentivo l'ansia penetrare nei miei polmoni e bloccarmi il respiro.
Mi ostruiva i bronchi e l'aria non riusciva a passare.
Pregai che fossimo arrivato, fino a quando la macchina non si fermò.
" Siamo arrivati" enunciò Rebekah trionfante.
Scese dall'auto e mi aprì la portiera.
Sentii una mano tendersi e istintivamente mi aggrappai ad essa.
Lei mi accompagnò, stando attenta a non farmi sbattere e a non farmi cadere.
A un certo punto si fermò.
" Eccoci"
Mi tolse la benda e rimasi senza fiato.
Davanti a me si aprì uno spettacolo meraviglioso.
Davanti a me si apriva un'enorme prato dall'erba di un colore verde splendente.
Al centro vi era un telo bianco che delineava la navata e ai lati vi erano delle sedie candide dove dovevano stare gli invitati.
In fondo alla navata vi era un piccolo spazio coperto dove vi erano due sedie.
Era semplicemente stupendo.
" Mi hai detto di non fare grandi cose e io ti ho accontentato, ti piace?"
" È magnifico, è esattamente come me lo immaginavo"
" Domani verrano sparsi dei petali lungo la navata"
" Sono colpita, è meraviglioso"
" Ti ho detto che ti dovevi fidare di me"
La abbracciai.
" Sei l'amica migliore che si possa desiderare"
" Anche tu, volevo che tutto fosse speciale per il vostro grande giorno"
" Quando toccherà a te organizzerò io il matrimonio"
" Ovviamente"
Tornammo verso la macchina fantasticando sul futuro e ridendo, in quella giornata speciale.
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