Capitolo 27 " Discussioni"
Ero in un posto molto strano.
Era buio ed ero sola.
Camminavo a tentoni in mezzo a questo prato e non sapevo dov'ero.
Ero disorientato. L'unico rumore che sentivo era lo scalpiccio dei miei su quelle che pensavo fossero delle foglie secche.
Dopo un po' mi ritrovai davanti ad una villa abbandonata.
Il fruscio del vento che fino a quel momento non avevo sentito si fece improvvisamente più forte.
Non so da quale emozione fossi guidata, ma entrai nella casa.
Anch'essa era buia.
Entrai e sentii dei passi provenire dal piano di sopra.
Salii lentamente le scale di legno per non farmi sentire, ma a un cero punto uno scalino si ruppe. Cercai di fuggire, ma il mio piede era incastrato nel legno frantumato.
Scesero dalle scale Elijiah e Esther.
" Ora ci pensiamo noi a te" dissero loro in coro prendendomi dalle braccia e trascinandomi via con loro.
Mi svegliai di soprassalto.
Faticavo a respirare e mi sentivo soffocare.
A quel punto si svegliò lui che mi mise una mano sulla schiena.
" Tranquilla, rilassati, respira...ottimo"
Iniziai a fare dei lunghi inspiri profondi e riuscii a riprendere il controllo.
Questi sogni mi incutevano così tanto timore perché erano come delle visioni e di solito si avveravano.
" Posso sapere cosa è successo?" Chiese lui visibilmente preoccupato.
" Ho fatto uno dei mio solito sogni che sono come delle visioni"
" Cosa diceva?"
" Non ricordo" mentii.
Lui non mi chiese altro. Si limitò a sdraiarsi e a tornare a dormire vicino a me.
Mi sdraiai nuovamente e mi riaddormentai.
La mattina successiva mi svegliai quando lui stava ancora dormendo.
Mi alzai silenziosamente per non farlo svegliare e mi preparai.
Oggi volevo andare a trovare mia madre.
Era un po' che non lo facevo.
Presi la mia borsa e il mio diario dove scrivevo i miei pensieri più profondi.
I diari sono una tecnica per esprimere le emozioni che mi ha insegnato Stefan.
Ne ho collezionati parecchi durante i secoli e così ha fatto anche lui.
Arrivai al cimitero di Mystic Falls e trovai Elena seduta affianco alla lapide di suoi genitori. È stata veramente sfortuna anche lei e mi dispiaceva molto. Era così giovane e aveva già perso molte persone a cui teneva molto.
Andai verso la lapide di mia madre, sapevo che era brutto trovarsi lì entrambe e mettersi a parlare mi sembrava un modo per aggravare ulteriormente la situazione.
Fu lei a chiamarmi.
" Ciao Isabelle"
" Ciao Elena"
" Sei venuta a trovare tua madre?"
" Si, immagino che tu sia venuta a trovare i tuoi genitori"
" Si"
" So quanto sia difficile superare un lutto così grande così giovane. Io non avevo molti rapporti con mio padre per cui non so cosa si provi ad avere un rapporto tra un padre e una figlia, ma avevo un legame molto speciale con mia madre e perderla e'stata la cosa più brutta che io abbia mai passato in tutti questi secoli.
A distanza di tutto questo tempo mi manca ancora moltissimo e poi nel modo in cui è morta, non mi perdono di non aver fatto nulla per aiutarla e so che è sbagliato perché non potevo, quindi non darti la colpa di ciò che è successo perché anche nel tuo caso non e' stata colpa tua"
" Ti capisco per il primo periodo mi davo la colpa perché io ero sopravvissuta e loro no, ma poi ho capito che doveva andare così e che loro non vorrebbero che io stessi male per ciò che è successo e ho trovato la pace"
Parlammo per un po' e poi andai da mia madre.
Mi sedetti accanto alla lapide e tirai fuori dalla borsa il mio diario.
Presi una penna e iniziai a scrivere.
Tirai fuori tutt le mie emozioni e mi sfogai.
Immaginai di parlare con lei e scrissi tutto ciò che le avrei detto.
Dopo qualche ora mi arrivò un messaggio di Damon che mi chiedeva di incontrarlo urgentemente.
Riposi il diario e la penna nella borsa, mi alzai, salutai mia madre e andai da Damon.
Arrivai alla pensione dei Salvatore e suonai il campanello.
Mi aprì Damon che mi fece entrare.
" Devo parlarti di una questione importante"
" Dimmi"
" Ho baciato Elena"
Rimasi scioccata. Non me lo sarei minimamente aspettato.
" Stefan lo sa?"
" No, però loro non stanno più che insieme però mi sento comunque in colpa.
Mi sento come se gli avessi fatto un torto"
" Se loro non stanno più insieme tu non gli hai fatto un torto, hai semplicemente seguito il tuo cuore e hai detto alla ragazza che ami ciò che provi. Prova a parlare con lui, se hai bisogno posso venire anche io, vedrai che ti capirà, l'importante è che non diventi come Katherine sia per voi, sia per Elena che è una bravissima ragazza che però ha subito molte perdite importanti. Siamo molti simili in realtà"
" Grazie sorellina" mi abbracciò.
Parlammo per un po' e poi tornai a casa.
Andai nella mia camera e trovai Klaus.
" Vedo che la mia camera è diventata anche la tua"
" Si"
Stemmo un po' insieme.
Il tempo con lui volava sempre.
Dopo cenammo e Elijiah mi chiamo'.
" Possiamo parlare?"
" Certo" dissi io.
L'ansia iniziò a salirmi gradualmente.
Ero terrorizzata, mi avrebbe detto cosa provava e io cosa avrei fatto?
Mi sentivo disorientata e non sapevo cosa fare.
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