𝑻𝒓𝒆𝒅𝒊𝒄𝒊
Sospiro profondamente, non smettendo di fissare il profilo Instagram di Jorginho.
Fino ad oggi non avevo mai avuto il coraggio di cercarlo e forse ora capisco che quei 2,7 milioni di followers fossero il motivo principale per cui avevo sempre rimandato.
È strano pensarci ma lui è davvero un calciatore e non uno qualsiasi, uno che a detta di Google quest'anno ha vinto parecchio.
È amato da italiani e non, il che mi spaventa.
Non potrebbe mai funzionare davvero.
Io sono una semplice studentessa di lingue, niente a che vedere con la fama che c'è intorno a lui.
Eppure più lo guardo, più non posso fare a meno di pensare a che persona stupenda sia.
Forse è stata la persona giusta, al momento sbagliato. E questo non posso cambiarlo.
Forse se fossi famosa anche io e se fosse lui ad essere un semplice universitario, sarebbe decisamente più semplice.
Il mio cuore perde un battito nell'istante in cui cui mi arriva un suo messaggio che mi fa corrugare la fronte.
Sorrido leggermente.
Perché deve farmi questo effetto?
Dovrei essere arrabbiata con lui, ma mi risulta quasi impossibile.
Dopo la sua risposta, sono nuovamente confusa.
È strano non poter chiedere un parere a Thessa, dato che lei è sempre stata la migliore a dare consigli sui ragazzi. Eppure l'unica cosa che posso fare è osservarla mentre parla nel giardino dei vicini. È andata davvero da loro per darmi lo spazio necessario affinché io potessi decidere davvero quello che voglio fare. Ma forse il fatto che lei mi manchi così tanto è già una risposta più che valida
«Buongiorno Cloe!»
Sussulto nel sentire la voce di Jorginho provenire da sotto la mia finestra e per il volume alto che percepisco, sembra quasi che lui abbia un microfono.
Mi alzo immediatamente dal letto ed a passo svelto mi dirigo verso il terrazzo, uscendo poi fuori ed affacciandomi dal balcone.
Come immaginavo infatti, Jorge ha un microfono e della casse.
Per fortuna almeno solo le undici del mattino ed i vicini non stanno dormendo.
«Che stai facendo?» domando, cercando di nascondere la felicità che sto provando nel vederlo sotto casa mia.
Lui mi sorride. «Qualcosa che non ho mai fatto» asserisce, poi tira fuori il telefono e lo vedo trafficare per qualche secondo. Fino a quando non parte una base musicale ben precisa.
Mi appoggio alla ringhiera, cercando di capire cosa stia succedendo.
Ma chi l'avrebbe mai detto
Che mi sarei trovato qua
Prima di andare a letto
In questa stupida grandissima città
Improvvisamente parte questa canzone, che io conosco fin troppo bene.
Guardo nuovamente Jorge e lui sembra leggermente imbarazzato.
A pensare che forse
La tua assenza mi dà conforto
Più della presenza del resto del mondo
«È per te» mi mima lui con le labbra mentre la la canzone va avanti.
Sorrido spontaneamente.
Nessuno mi aveva mai dedicato qualcosa.
Cazzo.
I Pinguini Tattici Nucleari continuano a fare da sottofondo mentre io non riesco a staccare gli occhi da lui.
Forse è solo l'ennesima illusione, ma per quanto io sia arrabbiata con lui non posso ignorare il mio cuore che impazzisce con un minimo suo sguardo.
È infatti in quell'istante che io decido di rientrare in casa. Mi lego i capelli in una coda disordinata e poi scendo le scale cercando di fare il più veloce possibile .
Siamo la fine del mondo
Di domenica mattina
Siamo una cena a lume di candela
Fra due taniche di benzina
Da quando sei partita
Io non ho più paura
E riesco a ridere pure quando mangio la verdura
La canzone continua ed io finalmente apro la porta della villa, facendo segno a Jorginho di entrare in casa. Lui spegne la cassa, poi si incammina nella mia direzione.
«Cloe...» pronuncia lui appena mi raggiunge per poi entrare.
Io immediatamente chiudo il portone alle mie spalle, sospirando.
«Sono una fottuta studentessa» inizio io, avvicinandomi a lui. «Non è qualcosa di fattibile e lo sai anche tu» continuo, quando ormai lui è davanti a me. «Sei un calciatore di fama mondiale, solitamente quelli come te stanno con le modelle di Victoria's Secret» gli faccio notare.
«Quelli come me?» ridacchia.
«Si, quelli come te. Quelli belli, ricchi, famosi, amati da tutti» gesticolo. «Quelli come te, non stanno con quelle come me» aggiungo.
«A volte però succede che quelli come me si innamorino di quelle come te. Ed in quel caso non puoi più farci nulla» si stringe nelle spalle.
Io rimango in silenzio, rielaborando quello che ha appena detto.
«Jorge...» sussurro.
«Cloe, è successo» ammette, mentre le sue dita sfiorano delicatamente le mie.
«Non posso» scuoto la testa, allontanando la mia mano dalla sua «Rovinerei la tua immagine. Guardami ti prego, non posso reggere il confronto» rilascio una risata amara.
«Dio Cloe, ti guardo dal primo giorno e sei incredibilmente perfetta. Smettila di farti complessi inutili perché se potessi ti darei i miei occhi per farti vedere quanto tu sia bella sia dentro che fuori»
La sua mano afferra nuovamente la mia.
«Dammi una possibilità. Permettimi di mostrarti il mio mondo» sussurra.
«E se il tuo mondo mi stesse troppo stretto?» domando.
«Proveremo a costruirne uno adatto ad entrambi» mi sorride.
Perché è così speciale?
Abbasso lo sguardo. «Non sono neanche fotogenica per le copertine» scherzo, cercando di buttarla sul ridere per non buttarmi per terra.
«Ah per questo non preoccuparti, esiste Photoshop» mi prende in giro Jorginho facendo un altro passo verso di me e facendomi scoppiare a ridere.
«Che stronzo» borbotto, colpendolo leggermente sulla spalla.
Lui poi però si ferma a guardarmi per quei secondi che sembrano un'eternità.
Mi scruta attentamente con i suoi occhi chiari ed io capisco che non importa chi sia lui davvero, perché io voglio stare con Jorge, a prescindere dal suo lavoro.
«Se tu non fossi così, sarebbe più facile lasciarti andare» pronuncio ad un certo punto, evitando il contatto visivo.
«Così come?» domanda, mentre la sua mano si posa delicatamente sulla mia guancia iniziando a tracciare il contorno del mio viso.
«Non so spiegartelo, ma sei diverso dagli altri. Sei dolce, premuroso, simpatico, bello ma hai anche quel qualcosa che non mi fa smettere di pensare a te»
Jorginho infatti sorride. «Mi trovi bello davvero?» sussurra, mentre le sue mani ora si posano sui miei fianchi.
«Tantissimo» sussurro nell'esatto istante in cui le sue labbra si trovano a pochi centimetri dalle mie.
«Quindi che vogliamo fare?» domanda, mentre il suo respiro si confonde con il mio ed io sento una strana sensazione nel basso ventre.
Due giorni fa ho detto che non sarebbe cambiato nulla ma oggi mi rendo conto che mi sono sbagliata di grosso.
Non posso ragionare davvero se lui mi guarda in questo modo.
Arrossisco immediatamente, forse perché per la prima volta ho pensato a lui in un contesto diverso.
Cerco di allontanare quel pensiero dalla mia mentre ma le sue mani che si spostano più in basso, mi fanno tornare con i piedi per terra.
«Okay, facciamo che decido io» sussurra ed è esattamente in quel momento che mi bacia.
Le sue labbra si scontrano con le mie con una delicatezza inaudita e nonostante tutto, io non trovo il coraggio di staccarmi.
Jorge mi fa indietreggiare mentre io mi ritrovo con la schiena completamente appoggiata al muro ed il suo corpo che preme contro il mio mostrandomi il suo desiderio.
So che non è giusto, ma sento il bisogno di sentirlo così vicino a me.
Come direbbe Thessa: fanculo la razionalità.
Le mie mani immediatamente afferrano i lembi della sua maglietta bianca e leggermente tentennante, gliela sfilo.
Jorginho non obbietta, anzi sorride sulle mie labbra per poi passare a lasciare dei lenti baci lungo il collo.
Rilascio un gemito che cerco di reprimere ma lui ormai sembra averlo sentito perché mentre le mie mani accarezzando le sue spalle, le sue dita si infilano lentamente sotto il mio vestito.
La sua pelle fredda a contatto con la mia mi provoca una serie di brividi lungo la schiena che aumentano nel momento in cui lui sfiora dolcemente ogni centimetro del mio corpo.
Prima di fare qualsiasi cosa però, si ferma a guardarmi, come per capire quello che io voglio davvero. Per ogni suo movimento, controlla che io sia davvero convinta.
«È bello vedere come il tuo corpo reagisce al mio tocco» mi provoca, mordendosi il labbro inferiore.
I miei respiri diventano irregolari, sentendomi bruciare ogni volta che mi sfiora.
«Potrei abituarmici» sussurra ancora al mio orecchio, mentre io mi lascio completamente andare.
E forse, dopo tanto, ho fatto la scelta giusta.
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Doveva essere un bel capitolo questo, ma non mi piace com'è venuto. Purtroppo però non ho tempo di riscriverlo quindi spero non vi faccia troppo schifo ahaha
Grazie per il continuo sostegno che mi date❤️
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