𝑻𝒓𝒆
Chiudo la portiera della macchina con il fianco, iniziando a trascinare a fatica le buste della spesa lungo il vialetto esterno. Nonostante io cerchi in tutti i modi di non guardarlo, non posso fare a meno di notare la presenza di Jorge nel giardino accanto al nostro, intento a prendere il sole in costume, con una tranquillità quasi invidiabile.
È la prima volta che lo vedo di persona e sarei falsa se negassi il fatto che il suo corpo sicuramente ha attirato l'attenzione di molti passanti, compresa la mia.
Mentre cammino noto che il suo sguardo è rivolto nella mia direzione, nonostante stia indossando gli occhiali da sole, ed educatamente gli faccio un cenno di saluto con la testa che lui ricambia immediatamente.
Non ho più risposto al suo messaggio, forse per evitare di alimentare quello che era successo tra lui e Thessa, ma ammetto di essermi abbastanza divertita scambiandomi quelle poche battute.
«T, apri la porta!» urlo, suonando il campanello più volte.
In quel momento, sento una risata particolare provenire alla mia desta e non mi ci vuole molto a capire che appartiene al mio temporaneo vicino di casa. «Dubito che ti aprirà, è uscita con il mio amico Manuel» mi informa Jorge ed io immediatamente capto il suo accento sudamericano poco marcato.
Guardo prima la porta d'entrata, poi torno con il mio sguardo su di lui, sbuffando rumorosamente e lasciando cadere le buste per terra. «Poteva avvisarmi almeno» commento esausta, stanca anche per il sole cocente che non mi abbandona da questa mattina. «Ora andrà tutto a male» mi lamento, appoggiandomi al muro di casa.
Jorge a quel punto si alza gli occhiali sulla fronte, sedendosi sulla sdraio.
Si, è decisamente molto bello.
«Se vuoi puoi mettere tutto nel nostro frigo» propone, mettendosi in piedi.
È anche alto.
Cerco in tutti i modi di guardare altrove, nonostante risulti leggermente complesso.
Thessa non ci aveva visto male nel locale.
«Se non è un problema si, grazie» dico imbarazzata, dopo essermi ricordata che lui aspettasse una mia risposta.
Mi chino per afferrare le buste ma immediatamente noto un'ombra al mio fianco e qualche secondo dopo, le buste sono nelle mani di Jorge. Senza dire nulla il ragazzo si incammina verso il suo ingresso tirando fuori le chiavi ed io lo seguo in religioso silenzio. «Entra pure» asserisce, tenendo la porta bloccata con il piede.
Annuisco e per entrare, passo al suo fianco sfiorando leggermente il suo corpo semi nudo.
«Chissà perché ma ho come l'impressione che questa frase la pronunci spesso» scherzo facendolo ridere nuovamente, rendendomi poi conto che sia un suono decisamente piacevole e contagioso.
In fondo, non ci ha pensato più volte ad andare a letto con una completa sconosciuta, segno che sicuramente non era la prima volta che faceva una cosa del genere.
«Berna! Abbiamo ospiti!» urla poi Jorge, appoggiando le buste sul tavolo.
Io nel frattempo, rimango ferma all'ingresso, nonostante conosca a memoria ogni angolo di questa villa. Sono brava a fare conversazione con gli sconosciuti, ma non mi era mai capito di entrarci in casa.
«Puoi avvicinarti, non mordo!» mi prende in giro Jorge, accendendo le luci.
«Guarda, per quanto mi riguarda potresti essere un serial killer o un maniaco sessuale» gli faccio notare, incrociando le braccia al petto.
A quel punto lui mi guarda, inumidendosi le labbra e scuotendo la testa.
Effettivamente con quel sorriso non potrebbe essere un assassino. Credo.
«Che ne sai, magari invece sono l'amore della tua vita» azzarda, sedendosi sul bancone della cucina e beandomi di una vista diretta sui suoi addominali.
Sicuramente è uno a cui piace lo sport.
«Ti chiami Chris Evans?» domando ironica e lui scuote la testa ridacchiando. «Allora dubito che tu possa essere l'amore della mia vita»
Jorge mi sorride, poi si morde il labbro inferiore. «Posso farti una confessione?»
chiede, iniziando a muovere le gambe a penzoloni avanti ed indietro.
«Lo sapevo, sei un killer» scherzo, poi però gli faccio segno di parlare.
Jorge apre la bocca per parlare ma viene interrotto dall'ingresso di quello che se non ricordo male, si chiama Federico.
«Chi si rivede!» esclama il biondo tinto.
«Berna lei è-»
«Cloe, lo so» Federico interrompe Jorge, sorridendomi leggermente.
Se con il ragazzo dall'accento sudamericano posso avere un minimo dubbio, con Federico vado sul sicuro: non può essere un serial killer.
Ha la faccia troppo tenera per immaginarmelo mentre uccide qualcuno.
«Ah giusto, vi siete conosciuti l'altra sera» ricorda Jorge, mentre noto che Federico non mi stacca gli occhi di dosso.
Ora che ci faccio caso, anche lui non è niente male visto alla luce del sole.
Io mi limito ad annuire alla sua affermazione, poi porto la mia attenzione sullo schermo del mio telefono dopo aver ricevuto un messaggio da Thessa che ha la notifica personalizzata.
Alzo gli occhi al cielo, digitando velocemente una risposta, leggermente alterata.
Blocco nuovamente il telefono, rendendomi conto che il tutto è calato nel silenzio più assoluto. Da una parte c'è la mia amica con le sue pessime battute, dall'altra i due ragazzi che non parlano.
A questo punto alzo lo sguardo verso di loro e noto che si stanno scambiando delle occhiate leggermente confuse.
«Ehm...va tutto bene?» domando.
«Sisi, solo che è strana questa situazione» risponde Federico, indicando tutti e tre.
«Diciamo che non siamo abituati a questa tranquillità» precisa Jorge. «Solitamente le ragazze ci-» continua, ma si blocca quando Berna, gli tira un'occhiataccia. Dopodiché rimane in silenzio, continuando a sorridere divertito.
«Ti fermi a pranzo Cloe?» interviene Federico, cambiando totalmente discorso e prendendosi una confidenza fin troppo prematura.
Ci siamo conosciuti tre giorni fa e mi tratta come se fossi una sua amica di lunga data. Forse sono io troppo fredda o magari è lui che è abituato a stare a contatto con le persone.
Fatto sta che se Thessa fosse qui, non se lo farebbe ripetere due volte.
«Solo se promettete di non avvelenarmi» alzo le mani in segno di resa.
«Cazzo, hai scoperto il nostro piano» ribatte Jorge sorridendo «Berna, scava un'altra buca per il corpo, la sotterriamo viva» dice poi al suo amico.
Io rimango ferma a guardarli.
In silenzio.
Federico e Jorge si scambiano un'occhiata, poi scoppiano a ridere fragorosamente. «Ti stiamo prendendo per il culo Cloe» mi fa notare il biondo tinto, scuotendo la testa.
Sono belli. E anche simpatici.
Mia nonna direbbe: hai fatto bingo.
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Come avrete notato, questa storia sarà leggermente più "lenta" rispetto alle altre, infatti avrà qualche capitolo in più. Questo perché nelle altre due storie (una su Barella e l'altra su Chiesa) i protagonisti si conoscevano già, quindi era decisamente più semplice.
Essendo Cloe e Jorginho due sconosciuti, naturalmente le cose si svilupperanno con più calma.
E nulla, spero vi stia piacendo❤️
Nel frattempo la mia testolina sta partorendo l'ultimo capitolo per la storia di Barella. Solitamente non faccio così fatica ma voglio che sia un bel finale, per questo ci sto mettendo un po' di più per pubblicarlo ahah
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