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𝑫𝒊𝒆𝒄𝒊

Rido spensierata mentre cammino tra le strade poco affollate del nostro quartiere.
Jorge è un ragazzo di ottima compagnia e sono felice di potergli mostrare questa parte della città che conosco fin da quando ero piccola.
Con Thessa ci siamo divertite molto qui in vacanza e raccontare alcuni aneddoti della mia adolescenza all'italo-brasiliano mi permette di costruire una bella sintonia tra di noi.

«E qui poi correndo sono inciampata e sono caduta, infatti ho la cicatrice» spiego, indicando prima un muretto e poi il mio volto.

Jorge sorride, accarezzando delicatamente la mia cicatrice sotto il sopracciglio e quel gesto così spontaneo, mi fa arrossire.

«Ti rende speciale» constata ed io gli reggo il gioco annuendo. «E questo invece cos'è?» domanda poi e nell'esatto istante in cui i suoi occhi si posano su un'altra cicatrice sul mio corpo, il sorriso che avevo dipinto sul volto scompare. Non mi va di ricordare determinate parti della mia vita ma so che se voglio davvero conoscerlo, dovrò anche io liberare i mostri che ho nell'armadio.

«Qualche anno fa io ed il mio ex abbiamo avuto un incidente in moto. Niente di grave eh, semplicemente mi è rimasto questo segno dopo la caduta» mi stringo nelle spalle, evitando di citare la parte dove lui in realtà ha sbandato appositamente. Erano periodi bui quelli e sono contenta di esserne uscita.
Entrambi siamo cresciuti, siamo maturati e lui ha cambiato quel suo comportamento non sano, ma nella mia testa i ricordi rimangono lo stesso. E non possono essere eliminati.

«Oh, mi dispiace Cloe» sussurra Jorge, avendo molto probabilmente notato il mio cambio di espressione. «Non ti sei rattristata solo per l'incidente vero?» domanda poi, appoggiandosi ad un muretto ed invitandomi a fare la stessa cosa.

Scuoto la testa. «Sei la prima persona dopo Thessa a cui nomino lui» ammetto, prendendo un respiro profondo.

Jorge mi guarda. «Se vuoi parlarmene io ti ascolto, lo sai» mi rassicura, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Io annuisco, indecisa se farlo entrare nel mio passato oppure no. È una persona a cui mi sto affezionando tanto e forse condividere con lui le mie paure può aiutarmi a fidarmi.

«Non era una bella persona al tempo. Siamo stati insieme 5 anni, io ero una ragazzina e non capivo tante cose. Sono riuscita ad aprire gli occhi solo due anni fa, quando ho scoperto che durante i ritiri mi tradiva con l'assistente del suo allenatore. Ma neanche lì sono riuscita a lasciarlo. È stato lui poi a farlo, dicendo che non ero una brava fidanzata, che non lo supportavo nelle partite e che si sentiva abbandonato, quando io ero la prima a credere in lui. La verità è che doveva trovare una scusa per mollarmi dato che si scopava un'altra» rilascio una risata amara.

Jorge rimane in silenzio, sembrando pensieroso. Poi si volta nella mia direzione. «Che merda» borbotta «Ma quindi era uno sportivo?» domanda, evitando però i miei occhi.

«Lo è ancora. Gioca a calcio nel Venezia da quando era in serie C» spiego «E forse è per questo che odio così tanto quello sport, mi ricorda episodi che cerco ogni volta di rimuovere» abbasso lo sguardo e questa volta Jorge non parla più. «Va tutto bene?» domando allora.

«Cloe devo dirti una cosa» inizia, passandosi una mano tra i capelli. Io annuisco, incatenando i miei occhi nei suoi.

Lui però rimane in silenzio, fermo immobile.

«Jorge, sei sicuro che sia tutto ok?» chiedo ancora, notando la sua espressione preoccupata.

«Ascoltami, io ti piaccio?» domanda, con la voce che trema leggermente, lasciandomi spiazzata.

Da quando la mia relazione con Marco si è conclusa, non sono mai arrivata a questa fase con un ragazzo. Non sono mai dovuta arrivare al punto di dire che provavo qualcosa.

«Mi stai mettendo in difficoltà» scherzo ridendo in maniera imbarazzata.

«Rispondimi ti prego, è importante» mi supplica ed io mi rendo conto che sia del tutto serio, quindi faccio scomparire il sorriso dal mio volto rendendomi conto che è arrivato quel momento.

«Si» ammetto «Mi piaci. Tanto. Ma non ci sono abituata e ho paura di farmi male, per questo non mi sbilancio. Non voglio che qualcuno mi spezzi di nuovo il cuore, capisci?» spiego, sentendo un nodo in gola.

Jorge annuisce.

«Non voglio spezzarti il cuore» asserisce poi, afferrando il mio volto tra le mani.

Io gli sorrido. «Cos'è che dovevi dirmi?» sussurro, nel momento in cui le sue labbra si avvicinano alle mie.

Lui mi guarda dritto negli occhi.
«Che mi piaci anche tu»

*********

«E poi mi ha baciata!» esclamo euforica buttandomi sul divano mentre Thessa mi osserva sorridendo.

«Hai perso proprio la testa amica» commenta in maniera scherzosa, osservandomi con dolcezza.

Per la prima volta abbasso le mie difese ed annuisco, arrendono all'idea che Jorginho mi abbia proprio fottuto il cervello.

«Pensa, gli ho raccontato di Marco» dico poi, tornando seria.
Anche l'espressione di Thessa cambia, sapendo quanto sia delicato per me questo argomento.

«E lui?» domanda poi.

«Mi ha ascoltata in silenzio. L'ho apprezzato» sorrido da sola.

«Gli hai detto anche che ti ha lasciata perché diceva di non sentirsi supportato come calciatore?» chiede ed io annuisco, anche se quella non era proprio una parte rilevante.

«Gli ho addirittura detto che odio il calcio per colpa sua» rido, cercando di spezzare quell'atmosfera ma Thessa inizia a fissare un punto indefinito nella stanza. «Sai, non pensavo di poter essere così felice dopo una giornata con un ragazzo» ammetto, appoggiandomi allo schienale.

La mia amica sorride ma in maniera spenta, quasi come se ci fosse qualcosa a bloccarla.

«Con Manu tutto bene?» le chiedo, ipotizzando che la sua tristezza sia dovuta a qualche discussione con Locatelli ma lei si limita ad annuire.

«Siamo come due sorelle io e te no?» mi domanda.

«Certo» replico, non capendo.

Thessa mi sorride di nuovo. «Ti voglio bene Cloe, sappilo e voglio che tu sia felice»

A quel punto mi alzo dal divano e goffamente corro verso di lei per abbracciarla. «Anche io ti voglio tanto bene» sussurro, dandole un bacio sulla guancia.

Poi però a spezzare quell'atmosfera, è la notifica ripetuta del mio telefono posto sul tavolino in vetro, segno che mi stanno arrivando diversi messaggi.

Mi allontano allora da Thessa per afferrare il mio cellulare e nel momento in cui leggo il mittente, aggrotto le sopracciglia, sentendo il respiro mancare.

«Ma che cazzo» borbotto.

«Chi è?» chiede la mia amica, curiosa.

«Marco» rispondo ancora destabilizzata, entrando nella sua chat dato che non mi mostra l'anteprima del messaggio.

Confusa, digito una serie di punti interrogativi non sapendo perché dopo quasi due anni, sia tornato a scrivermi. Non ci siamo più parlati, ci siamo solo intravisti qualche volta da lontano delle strade della nostra città.

«Marco sa di Jorge. Come cazzo è possibile?» dico ad alta voce, innervosendomi.

Thessa rimane in silenzio.



________

Che il drama abbia inizio!

Non mi dilungo.

Vi lascio così.

Fatemi sapere cosa ne pensate❤️

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