Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

𝟐/𝟔

«Strade ci collegano
I giorni passano uguali
e all'improvviso te
Stavo cantando da solo
e all'improvviso te
Non c'è mai stata altra scelta, all'improvviso te

Taxi driver- Rkomi»

L'inno nazionale italiano risuona in tutto lo stadio mentre noi siamo in piedi a cantarlo a squarciagola. Nonostante l'atmosfera calda che si è creata intorno a me, io riesco solamente a guardare Federico che, tra Jorginho e Barella,  si dà la carica giusta per affrontare al meglio questa partita. Lo conosco e so che è felice di essere lì, potendo finalmente dimostrare quanto vale non solo durante gli allenamenti ma anche sul campo. Infatti ogni singola parte di me è fiera di lui, perché finalmente ogni suo sacrificio è stato ripagato.

L'urlo finale della squadra pone fine al sottofondo musicale e dagli spalti tutti i tifosi iniziano ad applaudire per incoraggiare la propria Nazionale. Anche Benedetta, al mio fianco, non smette di guardare il suo fidanzato.
La luminosità che c'è nei suoi occhi è qualcosa di sorprendente e non posso fare a meno di pensare che lei, con la sua semplicità, sia riuscita ad entrare nel cuore di Federico, il che non è mai stato semplice. Lui ha sempre scelto le persone con le quali condividere il suo percorso di vita e spesso ha impedito che qualcuno si facesse spazio nel suo mondo, forse per evitare di soffrire. Poi è arrivata lei che, con il suo sorriso e la sua calma, lo ha conquistato, mentre io sono rimasta dietro le quinte a guardare.
Ascoltavo i racconti di Federico sui loro primi appuntamenti, poi rimanevo lì a sentirlo parlare quando mi descriveva i loro baci ed infine sono rimasta in silenzio quando mi ha informata della loro prima notte insieme.
Benedetta dal primo giorno lo ha reso un ragazzo felice ed io non posso che ringraziarla.

Continuo ad osservare la partita ma la mia mente è completamente altrove. È frustrante non riuscire a smettere di pensare a lui, neanche in momenti di spensieratezza come questi. È come se ormai la mia intera esistenza dipendesse da Federico e so che continuando su questa strada, finirò solamente con il farmi male.

«Oddio no!» urla Benedetta, afferrando la mia mano e facendomi sussultare.

Porto l'attenzione nuovamente sul campo e solo in quel momento mi rendo conto che Federico è a terra dolorante che si sta tenendo la gamba con le mani. L'arbitro estrae un cartellino giallo per l'avversario austriaco mentre io cerco in tutti i modi di capire se il mio amico sta bene. Ho assistito a tante sue partite e di conseguenza a tanti suoi infortuni, per questo motivo tendo ad allarmarmi meno.

La partita è iniziata da trenta minuti e finalmente l'Italia, con il calcio di punizione, ha la possibilità di portarsi in vantaggio. Fino ad ora la squadra avversaria ha difeso molto bene la propria porta, dunque è stato difficile trovare buone occasioni per segnare.

Noto che Federico si rialza dolorante e rapidamente, si gira nella nostra direzione. Benedetta gli fa un segno di incoraggiamento mentre io rimango ferma, osservandolo solamente mentre si avvicina al pallone per tirare. So perfettamente che lui odia essere sotto pressione ed il tifo in momenti come questi non lo ha mai aiutato.

Prendo un respiro profondo ed incrocio le dita.

«Ce la puoi fare amore mio...» sussurra Benedetta guardandolo, nonostante lui non possa sentirlo.

L'arbitro fischia. Federico corre.
Poi calcia il pallone.

Socchiudo leggermente gli occhi mentre la palla è in movimento e poi, in un solo secondo, entra nella rete.

«ED È GOL! FEDERICO CHIESA PORTA L'ITALIA IN VANTAGGIOO!» urla il telecronista mentre l'intero stadio esplode in un urlo di gioia. Benedetta mi abbraccia ed io ricambio calorosamente, non smettendo però di tenere il mio sguardo su Federico che, dopo aver corso, si inginocchia a terra, strisciando per qualche metro, per poi essere raggiunto da tutti i suoi compagni che lo riempiono di abbracci, baci e complimenti.

Quando finalmente gli altri si allontanano, lasciandolo libero, lui si gira nella nostra direzione in tribuna. Appena i nostri occhi si incrociano sorride, dopodiché si batte una mano sul cuore e ci indica. Subito dopo, fa un gesto inaspettato:  si indica il dito dove un tempo c'era l'anello di suo nonno.

D'istinto le mie dita sfiorano quel piccolo gioiello e per un momento, mi illudo che quel gol sia dedicato a me.
Poi però mi accorgo di un particolare, qualcosa che non avrei voluto vedere ma che mi riporta con i piedi per terra. Con la coda dell'occhio noto infatti che anche Benedetta si sta toccando l'anello che Federico gli ha regalato il giorno del loro fidanzamento.

«Sapevo che mi avrebbe fatto questa dedica» mi informa lei euforica mentre sento un nodo formarsi in gola. Ripeto nella mia testa che va tutto bene ma è una grande bugia.

Socchiudo leggermente le palpebre, rendendomi conto di essere stata una stupida.

Non era per me. Questa è l'unica cosa che riesco a pensare per tutto il resto della partita.

I minuti passano quasi come una lenta tortura, dato che non vedo l'ora di andarmene da lì.
Sto pian piano acquistando la certezza di averlo perso e purtroppo devo solo mettermelo in testa: non sono più la sua priorità.
Nella testa passano solo pensieri negativi, tant'è che non riesco ad essere felice o a festeggiare neanche quando l'arbitro fischia la fine della partita, dove l'Italia ha vinto per un 2 a 0, con i gol segnati rispettivamente da Chiesa e Pessina.

Tutti i parenti dei calciatori italiani scendono in campo per abbracciarli e nonostante io non sia dell'umore adatto, seguo Benedetta che sicuramente non vede l'ora di congratularsi con il suo fidanzato che oggi ha fatto un'ottima prestazione. Federico sta abbracciando Locatelli ed appena ci vede sul prato, si stacca dal suo compagno e corre verso di noi.

O meglio, corre verso di me.
Sorride con un bambino ed io mi sento una stronza in questo momento, ma mi costringo a fare un passo indietro e a mettermi alle spalle di Benedetta.
Lui è sempre stato abituato ad abbracciare prima me e poi lei ma questa volta non posso lasciarglielo fare, dato che so che ogni volta Benedetta ci rimane male.
Lei è la sua fidanzata, è giusto così.

Nel vedere questo mio gesto però, l'espressione sul volto di Federico cambia, oserei quasi dire che si incupisce ma fa finta di nulla e stringe tra le braccia la sua ragazza mentre però non smette di guardarmi, come a chiedermi se va tutto bene.

Sposto lo sguardo appena Benedetta posa le sue labbra su quelle del mio amico perché nonostante io sia abituata a questa scena, oggi fa particolarmente male. Forse perché senza volerlo ho davvero pensato che Federico mi avesse pensata dopo il suo gol e non posso permettermi di avere queste idee.

«Non ti complimenti?» mi domanda Federico mentre Benedetta, al suo fianco, fa un video allo stadio.

Annuisco sorridendo debolmente e mi avvicino a lui, il quale mi stringe tra le sue braccia ma questo tocco è ben diverso da quello delle altre volte. Questo tocco è quasi un'agonia.

«È tutto ok?» sussurra lui al mio orecchio mentre io mi limito ad annuire.

Lui mi rivolge uno sguardo per niente convinto ma mi conosce bene e sa che approfondire questo mio comportamento non porterebbe da nessuna parte.

********

Tutti si stanno divertendo mentre io sono l'unica a sembrare fuori posto. Mi limito a picchiettare le dita sul tavolo a ritmo di musica mentre osservo in particolar modo Federico, come se fosse una novità.

Ride con Benedetta mentre le fa fare una giravolta su se stessa, forse per far si che tutti ammirino la bellezza della sua fidanzata che questa sera, con quel vestito rosso, è davvero stupenda.

Sorrido in maniera malinconica nel momento in cui gli occhi del mio amico si posano su di me, non volendo fargli capire quello che sto provando dentro. Mi si riempie il cuore di gioia nel vederlo così soddisfatto ma nello stesso tempo mi si spezza in mille pezzo sapendo che questa notte la passerà con Benedetta nella stanza di fianco alla mia.

«Che muso lungo che abbiamo oggi» mi prende in giro Barella, sedendosi al mio fianco per poi spintonarmi leggermente. Lui è l'unico con cui ho legato all'interno della Nazionale, forse perché è anche l'unica persona con la quale ho intrattenuto un discorso fatta eccezione per Federico. «Che ne dici di ballare?» mi chiede porgendomi la mano.

«Grazie Nico, ma non mi va» rifiuto gentilmente ma il giocatore dell'Inter non sembra volersi arrendere.

«Non mi obbligare a trascinarti in pista Emma» ride al mio orecchio, provocandomi un leggere solletico.

Sorrido anche io ma alzando lo sguardo verso il centro della sala dove gli altri si stanno scatenando, incontro nuovamente gli occhi di Federico già posati su di me. Ma questa volta, la sua espressione non è preoccupata ma sembra decisamente infastidita.
Benedetta richiama la sua attenzione e dopo aver circondato il suo collo con le braccia, gli stampa un bacio sulle labbra. Poi un altro. Poi un altro ancora fino a quando, anche dalla mia postazione, si intravedono le loro lingue.

Disgustoso.

«Okay balliamo» affermo alzandomi dalla sedia mentre Nicolò mi afferra delicatamente per un braccio per poi portarmi in pista.
Ed è in quell'esatto istante, che parte un lento.

Guardo Barella e contemporaneamente scoppiamo a ridere per l'assurdità della situazione.  Lui si avvicina a me, leggermente impacciato ed io arrossisco per il disagio che entrambi stiamo provando. Poi, molto lentamente, posa una mano sul mio fianco e mi avvicina a sé, mentre io poso delicatamente le mie mani sulle sue spalle.
Anche Benedetta, di spalle rispetto a dove sono io, si butta tra le braccia di Federico che la stringe forte al suo corpo.

Ma lui non smette di guardarmi, mentre io faccio la stessa cosa.

Nicolò man mano che la canzone continua, acquista sicurezza tant'è che mi ritrovo appiccicata al suo petto.

A quel punto, vedo Federico alzare un sopracciglio. Con lo sguardo gli chiedo cosa vuole, ma lui alza gli occhi al cielo.

Poi improvvisamente, noto che le sue mani, dalla schiena di Benedetta scendono più in basso e nonostante sia un'idea folle, sembra che lo stia facendo apposta.

«È la prima volta che ballo un lento» mi informa Nicolò ed io non posso fare altro che trovare estremamente tenero il mondo in cui lo ha detto. Se non fossi così concentrata su Federico, presterei più attenzione a Barella che soprattutto questa sera, vestito elegante, è decisamente carino.

«Eppure sei bravissimo» sussurro al suo orecchio ridacchiando mentre fisso i miei occhi ancora su Federico.
Naturalmente lui non può sentire quello che ho detto al suo compagno e dall'esterno potrebbe sembrare che io stia flirtando con Nicolò.

La canzone termina e Barella appoggia una mano sulla mia schiena per poi avvicinarsi a me. « Comunque se ti va un giorno di questi potremmo uscire» propone, grattandosi la nuca imbarazzato.

Gli sorrido gentilmente, pronta a rispondere, ma una figura che conosco fin troppo bene si para al mio fianco.

«Domani torna a Genova, quindi dubito che possa uscire con te» interviene infatti Federico, con tono freddo.

Nicolò mi guarda ed io faccio la stessa cosa.
Entrambi conosciamo Chiesa e sicuramente questo non è un comportamento che lo caratterizza, dunque non capisco se sia stata una birra di troppo a farlo parlare così o se improvvisamente sia impazzito.

«Fede ti puoi fare i cazzi tuoi per una volta?» sbuffa Benedetta «Non ti intromettere nelle sue cose» puntualizza, afferrandolo per un braccio ed allontanandolo da noi. «Scusatelo, da dopo la partita è particolarmente nervoso» mi informa, dopodiché ci lascia nuovamente soli trascinando Federico lontano ed iniziando a discutere, nonostante io non riesca a sentire quello che si dicono.

Io e Nicolò rimaniamo in silenzio, ancora leggermente destabilizzati da quell'intervento brusco del nostro amico. Non è la prima volta che si mette in mezzo tra me ed un ragazzo ma semplicemente perché è protettivo ma quando scherzando parlavo di Dybala e della sua bellezza, lui mi appoggiava senza problemi e mi aveva addirittura detto che me lo avrebbe fatto conoscere.

Oggi però è stato alquanto strano e se non lo conoscessi meglio di quanto conosco me stessa, potrei dire che sembrava quasi...geloso.

________

Ed ecco il secondo capitolo, spero vi piaccia!
Ancora non so bene se questa breve storia avrà un finale triste o felice, diciamo che seguirò il mio istinto senza pensare a qualcosa di preciso. In questi pochi capitoli voglio provare a descrivere una sensazione che forse molti hanno provato e che non sempre ha dei riscontri positivi quindi voglio ispirarmi alla realtà il più possibile.
Per finire voglio davvero ringraziare chi legge questa storia, chi vota e chi commenta perché mi rendete davvero una persona felice❤️

Ps: nella storia Barella non è sposato e non è padre

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro