
Capitolo 22 " Il morso"
Mi girai e guardai Undici.
" Cosa ti è successo?" Le chiesi.
" Cosa è successo a te? Sei in uno stato pessimo"
" Grazie per il supporto El"
" Io non intendevo..."
" Non preoccuparti" dissi interrompendola.
Sapevo in che stato mi trovavo e lei almeno non mi aveva mentito.
Vidi Erica avvicinarsi a Lucas.
" Lucas?"disse lei incredula.
" Che cosa ci fai tu qui?"
" Dillo a loro. È colpa loro" rispose lei indicando me, Steve e Robin.
" È vero, è tutta colpa nostra" dissi io.
" Non capisco, cosa è successo a quell'auto?" Chiese Robin.
" Undici ha i superpoteri" dissi.
" Come scusa?" Chiese lei confusa.
" Superpoteri. L'ha lanciata con la mente. Su, sveglia" dissi.
" Quella è Undici?" Chiese Erica.
" Chi è Undici?" Chiese Robin.
" Scusate, tu chi sei?" Chiese Nancy.
" Io sono Robin, lavoro con Steve e Madison"
" Ci ha aiutati a decodificare il messaggio" dissi.
" Si, abbiamo scoperto che c'erano i russi di mezzo" disse Steve.
" Russi? Aspetta, quali russi?" Chiese Jonathan.
" I russi!"dissi indicando gli uomini morti dietro di noi.
" Aspetta, quelli erano russi?" Chiese Max.
" Alcuni di loro" rispose Erica.
" Di cosa state parlando?" Chiese Lucas.
" Non hai sentito il codice rosso?" Chiese Dustin a Mike.
" Si, ma ho capito la metà di quello che hai detto" rispose l'altro.
" Maledette batterie" esclamò Dustin.
" Quante volte devo dirti di stare attento alle batterie?" disse Steve.
" Si, ma ha funzionato, vero Steve?"
" Ha funzionato? Siamo quasi morti!"disse Erica.
" Questa volta ha ragione Erica" dissi.
" Ma non siamo morti, non trovi?" Disse Dustin a Erica.
" Si, ma se non fossero arrivati gli altri saremmo morti" dissi.
" Ok, i russi in quanto tali lavorano per il governo russo" disse Lucas.
" Però Sinclair, sei perspicace" dissi.
" Cosa c'è di difficile da capire?" Non parli la mia lingua?" Disse Dustin al ragazzo.
Loro continuarono a discutere e io mi accorsi che Undici non era lì con noi.
Mi guardai intorno e la vidi poco più avanti di noi.
Stava camminando molto lentamente e sembrava molto confusa.
Aveva le mani appoggiate sulle orecchie e sul volto aveva un'espressione infastidita.
" Undi?"dissi avanzando lentamente verso di lei.
Tutti si girarono e lei cadde a terra.
" Undi!" Dissi.
Corsi verso di lei mi inginocchiai accanto a lei.
" Ehi, ehi, Undi. Undi!" Esclamò Mike mettendosi al suo fianco.
"Cosa le succede?" Chiese Erica.
Tutti si avvicinarono e si misero in cerchio intorno a lei.
" Madison" disse lei.
" Dimmi"
" La gamba. La gamba. La gamba "
" La gamba " disse Jonathan togliendo la benda che fasciava il polpaccio di Undici.
Sotto di esso vi era un taglio infetto.
Intorno alla ferita la pelle aveva assunto una sfumatura violacea e le vene erano in rilievo.
Il taglio non era molto lungo ma sembrava essere molto profondo.
Poco dopo qualcosa si mosse da sotto la superficie della pelle e tutti fecero delle facce disgustate.
Undi iniziò a gridare e tutti le chiesero cosa avesse.
" Forza, andatevene, ci penso io" dissi.
" Spostatevi, forza"
Mi alzai e mi misi vicino alla sua gamba.
" Mi serve un coltello con la lama riscaldata, una benda, un mestolo, un piano di guanti e del disinfettante, forza, muovetevi"
Alcuni di loro andarono nei diversi negozi del centro commerciale e presero ciò di cui avevo bisogno.
" Undi resisti" dissi.
Appena mi consegnarono ciò di cui avevo bisogno diedi il mestolo a Undi.
" Questo devi stringerlo tra i denti" dissi.
Lei annuì e io presi il coltello.
" Mike" dissi richiamando il ragazzo.
" Si?" Mi chiese lui.
" Devi starle vicino, le farà parecchio male" dissi.
" D'accordo"
Lui prese la mano della ragazza e si sedette accanto a lei.
" Ok, sei pronta?" Le chiesi.
Lei annuì e io infilai lentamente il coltello nella sua carne.
Lei emise un grido che venne attutito dal mestolo che tenéva tra i denti.
Continuai a lacerare la sua pelle con la lama del coltello.
Poi presi i guanti e me li misi.
Lentamente infilai una mano nella ferita.
Del sangue iniziò a riversarsi sulla sua pelle e a colare sul pavimento.
" Oddio" disse Steve.
" Steve, stai zitto, così non aiuti"
" Ok, sto zitto"
Annuii e iniziai a cercare quel parassita che si era insediato nella gamba della ragazza.
Lei emise un urlo e io continuai a cercare quell'essere.
" Madison" disse Nancy.
" Non parlare"
Infilai nel taglio tutte le dita e continuai a cercare il parassita.
" Basta, basta" gridò Undici togliendosi dalla bocca il mestolo.
Io tolsi immediatamente la mano e mi sfilai i guanti.
" Faccio io. Faccio da sola" disse lei.
" Sicura?" Le chiesi.
" Si, tranquilla"
Lei si sedette e allungò la mano verso la sua gamba.
Con i suoi poteri cercò di sollevare il parassita e di estrarlo dalla gamba.
Dopo qualche secondo lei ricominciò a urlare.
Ora le grida erano più forti e il sangue continuava a uscire dalla ferita.
Le mancava poco per riuscire a estrarlo quando la vetrata del negozio dietro di noi si frantumò.
Le schegge si riversarono contro di noi.
Una di esse si conficcò nella mia gamba.
" Grandioso" dissi riprendendo uno dei guanti che avevo utilizzato prima.
Lo misi e tolsi il vetro dalla mia gamba.
Lo scaraventai tra gli altri e mi disinfettai la ferita.
" Cosa è successo alla tua gamba?" Mi chiese Steve.
" Una scheggia di vetro mi si è conficcata nella gamba, nulla di grave"
" Stai bene?"
" Si "
Nel mentre Undici riuscì a togliere quell'essere dalla sua gamba e lo scaraventò via.
Nel momento in cui esso cadde a terra venne schiacciato dalla suola di una scarpa.
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