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Capitolo 18 " Fuga"

A un certo punto l'ascensore iniziò a tremare e io caddi a terra e sbattei la testa contro una scatola.
A quel punto il farmaco che mi avevano iniettato tornò a fare effetto.
Iniziai a ridere senza motivo, come avevo fatto prima.
Sentivo le palpebre chiudersi e mi sembrava di avere la testa avvolta tra le fiamme.
Dustin si avvicinò e mi mise una mano sulla fronte.
" Sta bruciando" disse.
" Tu stai bruciando" dissi ridendo.
" Aspetta, Madison, aspetta un secondo"
Lui cercò di sollevarmi le palpebre mentre io continuavo a chiudere gli occhi.
" Ahi, Dustin, mi fai male" dissi.
" Ha le pupille dilatate" disse.
" Forse si è drogata" disse Erica.
Dustin mi tirò un lieve schiaffo sulla guancia.
" Madison, ti sei drogata?"
" Te l'ho già detto Jonathan, non faccio uso di droghe. È solo un po' di marijuana" dissi continuando a ridere.
" Non è divertente, ok? Cosa ti hanno fatto? Vuoi morirci davanti"
" Sai, non sarebbe poi così male, mi sento malissimo quindi tanto vale farla finita.
Tanto moriremo tutti, mio strano piccolo amico, il punto è soltanto come e quando e sicuramente sarei l'unica ad essere morta in un ascensore che porta a una base russa segreta dove fanno degli esperimenti con materiale che probabilmente sono illegali. Se morirò dovete scriverci un libro, sarebbe una storia unica e guadagnereste un mucchio di soldi"
Mi girai e vidi che anche Steve era nella mia stessa situazione. Il farmaco aveva ripreso a fare effetto ed eravamo entrambi in pessime condizioni.
Dustin si girò verso di lui.
" Verranno a cercarci quassù, quindi dimmi dove hai parcheggiato la tua auto" disse Dustin.
" Possiamo fermarci al fast food? Sto morendo di fame, potrei uccidere per un hot dog sullo stecchino" dissi.
" Il cibo, si, potrai avere tutto il cibo che vuoi, ma Steve mi deve dire dove ha parcheggiato la sua auto" mi rispose Dustin.
" Oh oh" disse Steve.
" Cosa?" Chiese l'altro.
" L'auto è fuori gioco"
" Cosa?"
" Hanno preso le chiavi, i russi hanno preso le chiavi. Da un'eternità. Che fregatura, vero?"
" Vi avviso, se non avrò del cibo mi nutrirò con la carne di uno di voi" dissi.
Dustin si girò e guardò Erica.
Non riuscii precisamente a capire cosa volesse trasmettere.
Non me ne curai e appoggiai la testa sulla scatola contro cui avevo sbattuto poco prima.
Chiusi gli occhi.
" Che stai facendo?" Mi chiese Robin.
" Sto riposando gli occhi" dissi.
" Come ti senti?"
" Male, parecchio male"
A un certo punto l'ascensore iniziò a rallentare e improvvisamente si fermò.
Aprii gli occhi e mi alzai in piedi con l'aiuto di Robin.
Lei mi appoggiò un braccio sulle spalle e mi aiutò a tenermi in piedi.
" Riesco a camminare" dissi.
" No, è evidente che non riesci"
Uscimmo da quell'edificio e iniziammo a camminare verso il centro commerciale.
Appena uscimmo da quel posto sentii l'aria fresca solleticarmi il viso.
Inspirai a pieni polmoni e finalmente mi sentii libera.
Non ero più prigioniera, non ero più rinchiusa in quel luogo, non ero più legata a una sedia.
Ero finalmente libera.
Pochi secondi dopo però la mia libertà venne compromessa.
Delle guardie aprirono il cancello che separava la base dei russi dal resto dal resto degli edifici e ci corsero incontro.
Entrammo velocemente nel palazzo e iniziammo a correre.
Robin restava dietro con me e io camminavo il più velocemente possibile.
Ci incamminammo lungo un corridoio bianco e stretto.
Le guardie erano dietro di noi e continuavano a correre senza fermarsi neanche un secondo.
Iniziavo a sentirmi affaticata, le gambe stavano cedendo e la testa mi faceva parecchio male.
Mi portai una mano alla fronte imperlata di sudore.
Il mio palmo iniziò a sudare nel momento in cui venne in contatto con la mia pelle.
" Cosa succede?" Mi chiese Robin.
" Non mi sento molto bene" risposi.
" Dustin quanto manca?" Chiese Robin.
" Poco, perché?"
" Madison non si sente bene" rispose la bionda.
Vidi subito qualcuno avvicinarsi a me.
Era Steve.
" Ehi Robin, vai tu più avanti, ci penso io a lei"
Robin mi lasciò e andò davanti insieme agli altri.
Steve mi prese in braccio e continuò a correre.
" Non devi aiutarmi, riesco a camminare"
" Non preoccuparti, riposati intanto"
Appoggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi.
Dopo un po' li riaprii e vidi che non eravamo più nel corridoio.
Eravamo nel cinema del centro commerciale.
" Fammi scendere" dissi.
" Sicura?"
" Si"
Lui mi fece scendere e mi mise un braccio intorno alle spalle per aiutarmi.
Dustin aprì le porte della prima sala e noi entrammo.
Il film in proiezione era " Ritorno al futuro".
" Andiamo" disse Dustin richiudendo le porte.
Scesi con difficoltà i gradini che portavano alle varie file, fino ad arrivare alla prima fila.
Subito individuammo due posti vicini liberi.
" Sedetevi" ordinò Dustin a me e Steve.
" Questi posti sono orribili" dissi sedendomi.
" Allora non guardare il film"
" Ma voglio vederlo"
" Allora guardalo"
Qualcuno dietro di noi intento a seguire il film ci fece segno di smettere di parlare.
Alzai gli occhi al cielo e mi girai verso lo schermo.
" Scusi" disse Dustin al signore dietro di noi.
" Fate quello che volete, ma non andate da nessuna parte" disse rivolto a noi.
" Va bene, papà " risposi.
Dustin, Erica e Robin andarono a cercare dei posti e io mi girai verso Steve.
" Come stai?" Gli chiesi sottovoce.
" Bene, tu stai meglio?"
" Si, grazie per prima"
" Non preoccuparti"
Lui avvicinò la sua mano alla mia e intrecciò le nostre dita.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e continuai a guardare lo schermo, anche se capivo poco di ciò che vedevo.

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